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Immigrato senza biglietto aggredisce capotreno

Capotreno colpito alla testa da un passeggero: il treno si ferma per 50 minuti
Da quanto si è appreso l’episodio si è verificato lungo il tratto Narni Orte

E’ accaduto mercoledì mattina, a bordo del treno regionale 1803, partito da Perugia alle 7.10
Da quanto si è appreso l’episodio si è verificato lungo il tratto Narni Orte. A colpire il capotreno probabilmente è stato un nordafricano che sarebbe stato già individuato dalla polizioa ferroviaria di Orte.
Dal racconto del capotreno si apprende che all’origine dell’aggressione ci sarebbe la segnalazione fatta dal capotreno al nordafricano che non aveva obliterato il biglietto. Il nordafricano avrebbe garantito al capotreno che sarebbe sceso alla prima stazione, ma appena il capotreno si è girato l’avrebbe colpito alla testa.
Il capotreno è stato accompagnato all’ospedale di Viterbo per una prognosi guardibile in pochi giorni. Mentre i passeggeri del treno hanno dovuto attendere per oltre 50 minuti la sostituzione del responsabile del treno.

http://www.umbria24.it/capotreno-colpito-alla-testa-da-un-passeggero-il-treno-si-ferma-per-50-minuti/138180.html

Mamma e figlia aggredite con violenza in casa

CATTIVI MAESTRI

OLEGGIO – Ci metteranno tempo a riprendersi dallo schock le due donne,  mamma e figlia, protagoniste di uno spiacevole incontro avvenuto in casa propria, una villetta in via San Giovanni a Oleggio, nei pressi della rotatoria all’incrocio con la Ss 32. A raccontare quanto successo il 22 dicembre è la madre, M.A., residente con la famiglia al piano terra (altri parenti vivono al primo piano).

«Ci siamo ritrovati in casa due uomini, dai quali siamo state aggredite – spiega la donna –  i volti erano coperti e sembrava avessero delle armi ma, a quanto pare, erano pistole giocattolo. Sono entrati dalla porta, che era aperta.  Mi sono messa a urlare, allora uno dei due mi ha afferrata violentemente, gli ho strappato il passamontagna. Inizialmente erano entrambi concentrati su di me, poi, quando è arrivata mia figlia, hanno aggredito anche lei a calci e pugni, è stata presa per i capelli. Non hanno rubato niente, ma per noi è stato un terribile spavento».

I segni della colluttazione sono ancora ben visibili sul volto della donna. Mentre affrontava con la figlia questa inopinata esperienza, durata pochi minuti, dal piano di sopra si sono accorti che qualcosa non andava anche la cognata e il nipote: è al sopraggiungere di costoro che i due intrusi si sono dati alla fuga, non prima di aver buttato a terra l’una e minacciato con un cacciavite l’altro.

Poco dopo sono sopraggiunti anche i Carabinieri chiamati dai vicini, allarmati per le urla (ma sembra che qualcuno abbiano notato la concitazione anche dal vicino Centro Calzaturiero).Non poche  le tracce lasciate dai malfattori (che hanno dato l’impressione di essere stranieri): un passamontagna, una pistola giocattolo e uno zainetto contente tra l’altro un flessibile e un piede di porco.

«Potrebbero essere entrati per rubare pensando che la casa fosse vuota, perché erano appena andate via delle persone – aggiunge il marito, che non si trovava nell’appartamento – Non era mai successo nulla del genere, è incredibile, non si è tranquilli nemmeno in casa propria. Furti ce ne sono tanti in zona, ma fino a questo punto non si era mai arrivati».

http://www.corrieredinovara.com/it/web/%E2%80%9Csiamo-stati-aggredite-in-casa%E2%80%9D-13811/sez/novara-citta

Gruppo di ragazze aggredite a sprangate da immigrati

"Profughi"

Avevano appena lasciato la discoteca quando la loro corsa è stata bruscamente interrotta da una banda di stranieri.
Il gruppetto composto da quattro ragazze e un ragazzo di San Donà di Piave aveva passato la serata al locale “Casa di Caccia” e verso le 3, ha deciso di avviarsi verso casa, percorsi pochi metri, allo stop sono stati assaliti da sei nordafricani, uno dei quali armato di un arnese simile a un piede di porco.
Questi ha spalancato la portiera dell’auto dal lato del conducente e ha tentato di trascinarlo fuori, sferrandogli anche alcuni pugni. Ma la cintura di sicurezza, fortunatamente, ha ancorato il giovane al sedile che, a fatica, è riuscito a chiudere la portiera.
L’aggressore però non si è fermato lì e si è avventato con la spranga sul parabrezza, il lunotto e uno dei finestrini dell’auto.
Alla fine i ragazzi, terrorizzati, sono riusciti a chiamare il 112 e a mettersi in salvo.

http://voxnews.info/2012/12/25/monastier-ragazzi-aggrediti-alluscita-dalla-casa-di-caccia/

Venne massacrato a martellate: presi 6 Indiani

I ministri Riccardi e Cancellieri soddisfatti dagli effetti della loro Sanatoria

Lesioni aggravate in concorso. È’ questa l’accusa nei confronti di sei cittadini indiani residenti nel pordenonese, denunciati dai carabinieri di Motta di Livenza dopo il riscontri dell’aggressione subita da un loro connazionale il 27 settembre a Meduna: per il malcapitato un forte trauma cranico e una commozione cerebrale.
Identificati gli autori del brutale pestaggio, con martellate sulla testa, calci e pugni, per un debito di 500 euro.
Non vi erano testimoni: subito dopo l’accaduto gli autori dell’aggressione si erano repentinamente dileguati senza lasciare traccia. Inoltre la vittima, date le condizioni fisiche ed il timore di eventuali ritorsioni, inizialmente non aveva fornito alcuna indicazione in merito.

http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2012/12/25/news/preso-a-martellate-per-debiti-sei-indiani-denunciati-per-lesioni-1.6249804

Brescia-Insegue ladri e ne blocca uno: sono gli Zingari della Cgil

Ha sorpreso tre Zingari nella sua abitazione e li ha inseguiti e ne ha bloccato uno, recuperando anche i gioielli che aveva portato via. E’ accaduto ieri sera a Pedrengo (Bergamo), in via Mayer.

I tre ladri avevano forzato una finestra e rubato dei monili d’oro. Nella fuga sono stati inseguiti e uno dei tre è stato bloccato dal padrone di casa.

Il ladro è uno Zingaro di 52 anni, di Desenzano del Garda ma domiciliato in un campo nomadi di Cazzago San Martino. I carabinieri di Seriate lo hanno poi arrestato per furto.

http://www.bresciatoday.it/cronaca/bergamo-pedrengo-furto-nomadi-via-amyer.html

E’ uno dei campi dove “risiedono”  gli Zingari finanziati dalla Cgil.

Milano: Pestata e stuprata da Romeno

Pisapia saluta le "tradizioni" dei fratelli "migranti"

Milano  – Picchiata e violentata sotto minaccia di un coltello. La violenza è stata denunciata da una donna 44 anni. L’aggressione si è consumata in via San Mamete a Milano.
Intorno alle 24.40 di ieri, la donna ha fermato l’equipaggio di una Volante in transito in piazza Argentina spiegando di essere andata a casa dell’ex, accettando l’invito del 38enne romeno che aveva incontrato intorno alle 13.30 di ieri al mercatino di Cascina Gobba.

Una volta giunti a casa, l’uomo l’avrebbe presa a calci e pugni e minacciandola con un coltellol’avrebbe costretta a dei rapporti sessuali. Sempre secondo il racconto della 44enne, verso le 19.30 i due sarebbero usciti di casa per andare in pizzeria e lei, approfittando di un momento di distrazione dell’uomo, sarebbe fuggita a piedi arrivando in piazza Argentina. Accompagnata in Questura, la donna ha sporto formale denuncia e poi è stata accompagnata alla centro “Soccorso violenza sessuale e domestica della Clinica Mangiagalli. Sul suo racconto sono in corso accertamenti da parte degli investigatori del commissariato Villa Giovanni.
http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2012/12/24/821552-milano-aggredita-da-ex–in-via-San-Mamete.shtml

Carabinieri presi in giro dai Magistrati: arrestano pericolosi rapinatori, giudice li libera!

Vietato difendersi

Autori di almeno 5 furti (2 effettivi, 3 tentati). Arrestati dai carabinieri. Giustizia è fatta? Macché. Il giudice decide per la scarcerazione.
È l’esito-beffa di una brillante operazione dei carabinieri di Gradisca. I fatti. Vestivano di nero. E indossavano abbigliamento tecnico: maglie in pile e pantaloni in microfibra, capaci di tenere caldo il corpo e di non limitare i movimenti. Un look da perfetto Diabolik. Ma nonostante la cura per il particolare, due giovani di nazionalità serba sono stati individuati e arrestati pressoché in flagranza di reato dai carabinieri di Gradisca d’Isonzo. Avevano appena rubato oro e contanti in due abitazioni di Cormòns (in via Cellini e Gramsci). Non contenti, avevano tentato di penetrare all’interno di tre altri edifici, in via XXV Aprile, in via Filanda e ancora in via Gramsci. Senza fortuna, però.
Essenziale è stata la segnalazione di un cittadino cormonese. Senza perdere tempo, ha immediatamente allertato i militari dell’Arma. «Correte, ci sono due persone vestite di nero che camminano sui tetti», il tenore della chiamata al 115. I carabinieri, già presenti in forze per i consueti controlli nella zona del Cormonese, si sono fiondati in loco. E nella vicina via Ara Pacis, hanno individuato due persone che corrispondevano perfettamente alle descrizioni. Non opponendo alcuna resistenza, sono stati repentinamente identificati. Si tratta di due serbi di venticinque (Bojan Usjlianin, il suo nome) e di ventisei anni (Nikola Rakocevic). Entrambi alti, atletici, agili. Per la verità i due, visibilmente nervosi dopo aver tentato di sottrarsi alla vista dei militari, hanno provato a giustificare la loro presenza in zona parlando di un appuntamento amoroso con una ragazza cormonese conosciuta su Facebook. Ma sono stati immediatamente smentiti da una perquisizione personale che ha permesso di rinvenire addosso ad uno dei due malviventi cacciaviti utilizzati per commettere le effrazioni e perfettamente compatibili con i segni lasciati sugli infissi. All’interno degli slip dell’altro è stata trovata l’intera refurtiva dei furti appena perpetrati ammontante a ben oltre 5.000 euro in monili in oro e 250 euro in contanti. Entrambi i soggetti, fanno sapere i carabinieri di Gradisca guidati dal capitano Marco Sutto, erano dotati del perfetto “kit” del topo d’appartamento: abiti scuri ed attillati, guanti da giardiniere e torce tascabili. Il controllo sulla vettura da loro utilizzata (una Renault Laguna bianca con targa serba lasciata parcheggiata a circa un chilometro dai luoghi dei furti) ha inoltre evidenziato la presenza di scarpe ed abiti puliti che gli stessi avrebbero utilizzato per cambiarsi dopo il raid ladresco. Viste, quindi, le chiare responsabilità, i due sono stati arrestati e trattenuti nelle camere di sicurezza del comando di Gradisca d’Isonzo per essere sottoposti nel pomeriggio di ieri a giudizio direttissimo. E qui, si è materializzata la beffa: il giudice Luca Marani ha convalidato l’arresto e ha fissato l’udienza per il 29 marzo, disponendo la scarcerazione, nonostante il Pm avesse chiesto la custodia cautelare in carcere in attesa del processo. Sbigottimento fra le parti lese: oltre al danno, hanno dovuto subire la beffa.
Oltre alle responsabilità in merito ai cinque furti e tentati furti, i carabinieri sospettano che i due possano avere commesso anche i furti in abitazione perpetrati nei giorni scorsi nell’ambito della provincia di Gorizia: dal capoluogo, a Ronchi dei Legionari, a Monfalcone, a San Pier d’Isonzo. Troppe le coincidenze nel modus operandi caratterizzato da: private abitazioni e monili in oro quale obiettivo; utilizzo di grossi cacciavite per commettere le effrazioni; l’arco orario orientato verso il tardo pomeriggio.

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Rapimento Calevo: la pista degli “imprenditori” romeni

Europa senza frontiere

La pista più definita al momento è quella che porta alle attività economiche dell’impresario. Il primo indizio è la testimonianza di alcuni artigiani, che avrebbero parlato di un prestito concesso a un’impresa gestita da proprietari di origine romena. Soldi che Calevo, la cui azienda aveva in tutto tre milioni di euro di crediti, avrebbe chiesto con insistenza ai debitori, troppa secondo il testimone: «Gliel’avevo detto che stava tirando troppo la corda». Il secondo porta invece a una grande operazione immobiliare. Un affare in cui Andrea Calevo era stato coinvolto in un primo tempo e da cui poi era uscito, perché non convinto dai alcuni soci. È al vaglio degli esperti del Ris di Parma invece una traccia di dna trovata nella macchina dell’imprenditore.

http://www.ilsecoloxix.it/p/la_spezia/2012/12/24/AP7xVRHE-calevo_sentiti_imprenditori.shtml

Sia d’insegnamento agli imprenditori collaborazionisti con l’invasore.

Pestati da “tassisti” albanesi

“Picchiati e rapinati da tassisti abusivi”. Indaga la Polizia

“Picchiati e rapinati da due tassisti albanesi”. E’ quanto hanno raccontato venerdì sera due giovani turisti macedoni di 21 e 22 anni ad una pattuglia delle Volanti della Questura di Rimini. Gli agenti però hanno dubbi che il fatto sia realmente accaduto: infatti sul corpo dei due stranieri non sono state riscontrate lesioni. I macedoni hanno riferito di essersi imbattuti nella coppia di tassisti abusivi albanesi alla stazione d Rimini
Questi si sarebbero accordati per esser trasportati a San Marino dietro un pagamento di 45 euro. In strada però i due albanesi hanno aggredito i macedoni, prendendoli a pugni e rapinandoli di 1000 euro ed un cellulare, per poi abbandonarli in strada. I turisti hanno raggiunto a piedi il centro di Rimini. In Piazza Tre Martiri hanno trovato una pattuglia delle Volanti, raccontando la rapina. I poliziotti però non hanno trovato lesioni. Sono in corso le indagini per verificare l’attendibilità dell’episodio.

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Nudo e ubriaco brandisce coltellaccio in mezzo alla strada

Nonostante il freddo pungente un uomo, verso le 23 di venerdì, a Spinetta Marengo, si aggirava a torso nudo in preda ai fumi dell’alcol. Era reduce da una violenta lite familiare, come spiegato dalla Polizia, e in mano brandiva un coltello. l’immediato intervento delle forze dell’ordine non ha placato l’alterato marocchino che, alla vista delle divise si è avventato sui poliziotti, cercando di aggredirli con il coltello. L’uomo è stato comunque bloccato e arrestato per “violenza e resistenza a pubblico ufficiale”.   

http://www.radiogold.it/notizie/cronaca/2012/12/24/seminudo-ubriaco-e-con-un-coltello-in-mano-arrestato-48085.html