Carabinieri presi in giro dai Magistrati: arrestano pericolosi rapinatori, giudice li libera!

24-12-2012

Vietato difendersi

Autori di almeno 5 furti (2 effettivi, 3 tentati). Arrestati dai carabinieri. Giustizia è fatta? Macché. Il giudice decide per la scarcerazione.
È l’esito-beffa di una brillante operazione dei carabinieri di Gradisca. I fatti. Vestivano di nero. E indossavano abbigliamento tecnico: maglie in pile e pantaloni in microfibra, capaci di tenere caldo il corpo e di non limitare i movimenti. Un look da perfetto Diabolik. Ma nonostante la cura per il particolare, due giovani di nazionalità serba sono stati individuati e arrestati pressoché in flagranza di reato dai carabinieri di Gradisca d’Isonzo. Avevano appena rubato oro e contanti in due abitazioni di Cormòns (in via Cellini e Gramsci). Non contenti, avevano tentato di penetrare all’interno di tre altri edifici, in via XXV Aprile, in via Filanda e ancora in via Gramsci. Senza fortuna, però.
Essenziale è stata la segnalazione di un cittadino cormonese. Senza perdere tempo, ha immediatamente allertato i militari dell’Arma. «Correte, ci sono due persone vestite di nero che camminano sui tetti», il tenore della chiamata al 115. I carabinieri, già presenti in forze per i consueti controlli nella zona del Cormonese, si sono fiondati in loco. E nella vicina via Ara Pacis, hanno individuato due persone che corrispondevano perfettamente alle descrizioni. Non opponendo alcuna resistenza, sono stati repentinamente identificati. Si tratta di due serbi di venticinque (Bojan Usjlianin, il suo nome) e di ventisei anni (Nikola Rakocevic). Entrambi alti, atletici, agili. Per la verità i due, visibilmente nervosi dopo aver tentato di sottrarsi alla vista dei militari, hanno provato a giustificare la loro presenza in zona parlando di un appuntamento amoroso con una ragazza cormonese conosciuta su Facebook. Ma sono stati immediatamente smentiti da una perquisizione personale che ha permesso di rinvenire addosso ad uno dei due malviventi cacciaviti utilizzati per commettere le effrazioni e perfettamente compatibili con i segni lasciati sugli infissi. All’interno degli slip dell’altro è stata trovata l’intera refurtiva dei furti appena perpetrati ammontante a ben oltre 5.000 euro in monili in oro e 250 euro in contanti. Entrambi i soggetti, fanno sapere i carabinieri di Gradisca guidati dal capitano Marco Sutto, erano dotati del perfetto “kit” del topo d’appartamento: abiti scuri ed attillati, guanti da giardiniere e torce tascabili. Il controllo sulla vettura da loro utilizzata (una Renault Laguna bianca con targa serba lasciata parcheggiata a circa un chilometro dai luoghi dei furti) ha inoltre evidenziato la presenza di scarpe ed abiti puliti che gli stessi avrebbero utilizzato per cambiarsi dopo il raid ladresco. Viste, quindi, le chiare responsabilità, i due sono stati arrestati e trattenuti nelle camere di sicurezza del comando di Gradisca d’Isonzo per essere sottoposti nel pomeriggio di ieri a giudizio direttissimo. E qui, si è materializzata la beffa: il giudice Luca Marani ha convalidato l’arresto e ha fissato l’udienza per il 29 marzo, disponendo la scarcerazione, nonostante il Pm avesse chiesto la custodia cautelare in carcere in attesa del processo. Sbigottimento fra le parti lese: oltre al danno, hanno dovuto subire la beffa.
Oltre alle responsabilità in merito ai cinque furti e tentati furti, i carabinieri sospettano che i due possano avere commesso anche i furti in abitazione perpetrati nei giorni scorsi nell’ambito della provincia di Gorizia: dal capoluogo, a Ronchi dei Legionari, a Monfalcone, a San Pier d’Isonzo. Troppe le coincidenze nel modus operandi caratterizzato da: private abitazioni e monili in oro quale obiettivo; utilizzo di grossi cacciavite per commettere le effrazioni; l’arco orario orientato verso il tardo pomeriggio.

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