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Cade la linea: immigrato devasta phone center

Dovrà rispondere di una ricca varietà di accuse l’uomo di 31 anni protagonista ieri pomeriggio di un vero e proprio raptus di follia, nei pressi di un call center di Ghedi, dove ha dato in escandescenze distruggendo prima parte del negozio, aggredendo poi il proprietario e pure i Carabinieri, giunti sul posto per ‘sedarlo’.

Tutta colpa di una linea telefonica mal funzionante, o perlomeno momentaneamente sospesa: l’uomo, di origini magrebine, ha preso di mira la struttura interna dell’attività commerciale, distruggendo una ad una tutte le cabine, le postazioni telefoniche e i telefoni stessi.

Il titolare dell’esercizio, giustamente spaventato, è corso a nascondersi nel suo ufficio, dopo aver avvisato i militari in zona: ma l’aggressore non ci ha pensato due volte, ha sfondato la porta vetri della stanzina e ha minacciato il proprietario brandendo un coltello.

A fermarlo, più o meno, ci ha pensato un altro giovane immigrato presente in sala, che lo ha momentaneamente bloccato. All’arrivo dei Carabinieri l’uomo si è però divincolato, fino ad aggredirli: solo con l’intervento di una seconda pattuglia la situazione è tornata alla (quasi) normalità. Arrestato, dovrà rispondere di danneggiamento, lesioni e aggressione, violenza, resistenza a pubblico ufficiale.

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Rossetti alla Lega: "Bando antichi mestieri, macchè quote per rom…" – Primocanale


Il Vostro Giornale

Rossetti alla Lega: "Bando antichi mestieri, macchè quote per rom…"
Primocanale
''Secondo l'Europa che finanzia questo bando – spiega Rossetti – attraverso gli antichi mestieri puo' essere dato diritto di cittadinanza ai rom e agli zingari e la giunta regionale è convinta che la linea dell'integrazione perseguita dalla Ue sia
Bando sugli antichi mestieri, Bruzozne (Lega): “No ai privilegi per Città di Genova
Privilegi a rom e sinti, Bruzzone replica a Rossetti: “È la Regione a Il Vostro Giornale
LIGURIA: ROSSETTI A BRUZZONE, BANDO FORTEMENTE AgenParl – Agenzia Parlamentare

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Dal campo rom gestivano traffico di droga milionario: vite distrutte

ISERNIA Un sodalizio ben organizzato in grado di gestire lo smercio di crack e kobret a Isernia, allungando i suoi tentacoli fino alla Marsica. Si è chiuso con quattordici condanne in primo grado, il maxi processo scaturito dall’inchiesta «Impero» della Squadra Mobile che, nel gennaio del 2011, portò a galla un giro di spaccio tra Molise e Abruzzo. Garantiva un introito annuale di un milione di euro a tre famiglie rom che vivono tra Isernia e Avezzano, Di Silvio, Morelli e Sarachella. Il verdetto del collegio giudicante, presieduto da Francesco Ferdinandi (con Roberta D’Onofrio e Francesco Iamartino a latere), è arrivato nella tarda serata di giovedì, dopo più di otto ore di camera di consiglio e ha riconosciuto, per la prima volta nel capoluogo pentro, l’associazione a delinquere legata allo spaccio. Le pene vanno da sette a tre anni di reclusione con la condanna al pagamento delle spese processuali di mantenimento in carcere e l’interdizione dai pubblici uffici. Tutti assolti gli altri imputati, una cinquantina di persone tra spacciatori assoldati dai rom per fare rifornimento di droga a Napoli in cambio di qualche dose omaggio e assuntori. I giudici hanno in pratica accolto le richieste della pubblica accusa che, la settimana scorsa, aveva chiesto pene fino a otto anni per i principali indagati.

«Il collegio – ha commentato Fabio Papa – ha recepito integralmente la linea di questo pm, le richieste e le impostazioni giuridiche». Papa si è detto soddisfatto per la conferma del reato di associazione che, con l’applicazione del Comma 6 richiesta dallo stesso pm, ha previsto pene meno severe. I difensori hanno già annunciato ricorso in appello.

«Attendiamo le motivazioni della sentenza – ha commentato l’avvocato Pasquale Colitti, difensore di uno dei principali imputati – vogliamo capire com’è stata riconosciuta l’associazione, sebbene affievolita nei suoi aspetti strutturali organizzativi. Ciò vuol dire che dall’imputazione originaria, che prevedeva ventiquattro anni di reclusione, siamo arrivati a una sentenza che ha condannato fino a sette anni». Le motivazioni della sentenza saranno note tra novanta giorni, ma intanto il processo che si è appena concluso ha fatto emergere un quadro per nulla rassicurante. Al di là dell’immenso mercato dello spaccio, sono le storie che ci sono dietro l’acquisto di ogni singola dose dare un’idea dell’allarme sociale che si sta determinando. Tantissimi i giovani coinvolti, di ogni ceto sociale. Tra loro anche figli di noti professionisti.

«Passano l’intera giornata a trovare il modo per comprarsi la droga. Pensano solo a quello, a reperire soldi – ha ribadito il pm Papa durante la sua requisitoria -, senza soluzione di continuità, rinunciando completamente ad avere una loro vita privata, a fare una vita normale. Per quella dose sono disposti a tutto, anche a derubare i loro stessi familiari o a compiere qualche furto nelle case degli amici. Tutto questo per farsi del male, ogni giorno, con quella droga che prima ti illude e poi ti annienta».

http://www.iltempo.it/molise/2013/05/18/spaccio-di-crack-e-kobret-condannati-in-quattrodici-1.1139694

Arnesi da scasso nell’auto di lusso

ALLERONA – Nel corso della nottata del 21 febbraio u.s., i militari della Stazione Carabinieri di Allerona, hanno deferito all’Autorità Giudiziaria tre cittadini (un moldavo e due romeni), sorpresi con fare sospetto nelle immediate vicinanze della linea ferroviaria Firenze-Roma, a bordo di un’autovettura di grossa cilindrata.
A seguito delle operazioni di perquisizione, venivano rinvenuti arnesi atti allo scasso, motivo per il quale i tre uomini venivano denunciati all’Autorità Giudiziaria per tentato furto .

http://www.umbriacronaca.it/2013/02/22/sorpresi-con-arnesi-da-scasso-lungo-la-linea-ferroviaria-tre-persone-denunciate-dai-carabinieri-ad-allerona/