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La xenofilia uccide: l’esecuzione del prete da parte di tre immigrati

Prato, 25 aprile 2013 – CONQUISTARSI la fiducia di don Mario. Era questa, secondo l’accusa e secondo quanto è emerso dalle intercettazioni effettuate dai carabinieri, la missione di Bledar Haxhillari, il ventinovenne albanese ritenuto il basista del feroce delitto di Tizzana, avvenuto la sera, del 28 dicembre scorso, di venerdì. Ma la preparazione di quello che, quella sera, si trasformò in un agguato mortale, avviene il giorno prima, giovedì 27, nella canonica di Tizzana, dove Bledar trascorse quattro ore, dalle 2 alle 6 del pomeriggio, insieme a don Mario. Don Mario si sfogò con il Bledar che gli si presentò come Alessandro, facendogli credere di essersi già conosciuti, per quanto il parroco non se lo ricordasse, e dicendogli che qualche volta aveva accompagnato Lover a Tizzana.

Bledar conviveva con la sorellastra del sinti. E don Mario gli raccontò di Lover, delle minacce e delle violenze subite fino al suo arresto, la notte del 18 dicembre. E Bledar si dimostrò dispiaciuto e comprensivo. «Io sono diverso da lui — disse a don Mario — e se lo incontro di nuovo lo picchio». Ma poi si preoccupò di chiedere al prete quanti soldi aveva dato a Lover e se le anziane del luogo, dopo la morte, gli avevano lasciato l’eredità. Don Mario gli disse di no e Bledar gli dette del bugiardo. L’interesse dell’albanese per le condizioni economiche del parroco era inequivocabile. Voleva sapere quanti soldi aveva. E quel pomeriggio guardò don Mario mentre li contava, in sala da pranzo, e lo seguì nella stanza dove c’era la cassaforte e lo vide depositarvi il denaro. Si informò sulla procedura di apertura e se servivano chiavi e codici. Il sopralluogo finì. Erano le sei di sera e don Mario riaccompagnò Bledar-Alessandro alla fermata dell’autobus.

Tornerà il giorno dopo, poco prima delle sei di sera e sempre ripreso, e poi riportato, da don Mario, alla fermata dell’autobus per Prato. Alle 19.14 del 28 dicembre farà entrare i complici, acquattati nella piazza, al buio, dove erano stati accompagnati da una quarta persona, poi allontanatosi. Don Mario si sta mettendo le scarpe e non si accorge di nulla. Sono, secondo gli inquirenti, Gazmor e Fation. Sgattaiolano al piano di sopra e si nascondono. Hanno il compito di rubare, soprattutto nella cassaforte dove Bledar ha visto riporre i contanti. Contanti che probabilmente non ci sono più perchè la mattina, convinto dalla perpetua, Maria Palumbo, che lo aveva aiutato a metterli in macchina, don Mario li aveva depositati in banca. Don Mario rientra troppo presto, e un amico imbianchino si ferma, inaspettatamente, a cena. Il piano slitta, i due si innervosiscono e quando don Mario sale le scale non sa di andare incontro ad una morte atroce. Sono le 20.42.
Quello che accade — rilevano gli inquirenti — ha poco di umano. I due giovani avrebbero potuto rendere inoffensivo l’anziano parroco con relativa facilità e portare a termine il loro piano criminale. Ma così non agiscono. Non si limitano a legarlo ed imbavagliarlo per impedirgli di urlare, ma si accaniscono contro di lui, ripetutamente e con una folle violenza che si protrae per diversi interminabili minuti». L’ascolto delle registrazioni lascia il segno negli investigatori.

http://www.lanazione.it/pistoia/cronaca/2013/04/25/878870-omicidio-don-mario-tizzana-indagini-soldi.shtml

Pistoia, parroco pestato a morte: arrestati tre albanesi

Don Mario del Becaro, ucciso da immigrati albanesi

Pistoia 23 apr 2013 – Tre albanesi sono stati arrestati per l’omicidio di don Mario Del Becaro, il sacerdote trovato morto il 29 dicembre nella canonica della parrocchia di San Bartolomeo a Tizzana, nei pressi di Quarrata (Pistoia). Il 63enne morì soffocato dal nastro adesivo con cui gli era stata tappata la bocca e per le percosse ricevute. Prima di fuggire con l’auto del prete gli aggressori scassinarono la cassaforte. Due sono stati presi in Italia e il terzo in Albania.

Fin dalle prime mosse dell’indagine era emerso che sarebbero state più persone ad aggredire il parroco che, spesso, aveva anche ospitato persone in difficoltà che gli avevano chiesto aiuto. Pochi giorni prima dell’omicidio di don Mario Del Becaro era finito in carcere un uomo originario dell’est europeo, accusato di aver tentato di estorcere del denaro al parroco.

Pistoia, parroco ucciso: si stringe il cerchio delle indagini, campi … – Adnkronos/IGN


Adnkronos/IGN

Pistoia, parroco ucciso: si stringe il cerchio delle indagini, campi
Adnkronos/IGN
Pistoia, 2 gen. – (Adnkronos) – Si stringe il cerchio delle indagini sull'omicidio di don Mario Del Becaro, il parroco 63enne ucciso a botte e soffocato la sera del 28 dicembre scorso, nella canonica della chiesa di San Bartolomeo a Tizzana (Pistoia
Omicidio del prete, si cerca la sua Punto e si attendono i riscontri del gonews

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Massacro di Pistoia: la pista degli Zingari

Quelli che "gli Zingari non sono delinquenti"

Si batte la pista del clan di nomadi – cui appartiene l’uomo fatto arrestare il 18 dicembre per estorsione da don Mario Del Becaro – per l’omicidio nella canonica di Tizzana di Quarrata (Pistoia) del 28 dicembre scorso.
È quanto è emerso a Pistoia, dove le indagini di procura e carabinieri sono andate avanti a ritmo intenso e hanno preso in considerazione la pista della rapina per vendetta.
Anche se non ci sono ufficialmente persone ricercate, sembra che gli inquirenti abbiano dei sospetti più precisi di due giorni fa: forse sanno chi cercare ma non dove.
DENUNCE PER ESTORSIONE. Don Mario aveva denunciato le richieste estorsive mettendo i carabinieri nella condizione di arrestare un nomade di etnia Sinti, adesso in carcere. Ma il clan potrebbe aver reagito decidendo di assalire la canonica dove viveva da solo il sacerdote.
L’ipotesi ha portato a perquisizioni negli accampamenti in Toscana e a sentire diverse persone.
L’altro versante aperto dalle indagini riguarda una lite con uno straniero dell’Est, un romeno, forse ospitato nella casa della chiesa di Tizzana, con cui don Mario avrebbe avuto un diverbio per questioni di soldi.
Gli investigatori stanno rintracciando le persone che possono dare un contributo ma non viene escluso che le indagini abbiano già ‘toccato’ qualche sospetto. Al momento, però, non ci sono stati fermati.
LE INDAGINI PROSEGUONO. Un aiuto è atteso dai risultati scientifici degli esami del Ris che all’indomani del delitto hanno accuratamente ispezionato la canonica. Quanto all’auto, non è stata ritrovata: potrebbe non essere l’unico mezzo con cui sono scappati gli aggressori e forse aveva poca benzina.
Indicazioni sono pervenute anche dai parenti della vittima. Il fratello maggiore, Edmondo Del Becaro, avrebbe riferito che da qualche tempo don Mario non si sentiva sicuro a vivere da solo: secondo lui gli assassini potrebbero essere tra la gente che gli chiedeva aiuto e assistenza e che don Mario aveva anche ospitato.

http://www.lettera43.it/cronaca/caso-del-becaro-si-batte-la-pista-della-vendetta_4367578250.htm