Tag: vendetta

“Siamo immigrati, devi fare sesso con noi”: al rifiuto, pestaggio e stupro

Hanno tentato di stuprarla e l’hanno rapinata: una vendetta verso una donna che si era rifiutata di avere con loro una doppia prestazione sessuale. E’ accaduto ieri sera a una trentenne aggredita da 2 marocchini a Sampierdarena. E’ stata salvata da una collega che ha chiamato i carabinieri permettendo di bloccare gli aggressori. Un marocchino di 16 anni, ritenuto autore materiale del tentato stupro, e’ stato arrestato, denunciato il complice: l’accusa e’ rapina e violenza sessuale.

http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/liguria/2013/09/02/Rifiuta-rapporto-rapinata-picchiata_9232917.html

Kyenge: "Mettere al centro la persona"

Kyenge: “Mettere al centro la persona”

MIRANDOLA: Massacrato dagli zingari per vendetta: erano ai domiciliari – VIDEO

 


MIRANDOLA. Malmenato e ridotto con il volto tumefatto da due nomadi, evasi dagli arresti domiciliari, che l’hanno assalito per vendicarsi di una denuncia risalente a cinque anni prima.

Vittima di un inquietante episodio che poteva trasformarsi in tragedia Andrea Fabbri, 51 anni, residente a San Martino Spino, in via Doschi Nuovi, 21, a due passi dalla casa dove i nomadi vivono da alcuni anni.

Lunedì, poco dopo le 21, Fabbri, che vive da solo in una porzione di casa ripristinata dopo il terremoto, si era coricato quando, improvvisamente, ha sentito un rumore provenire dalla porta d’ingresso. Si è avvicinato alla porta scostandola lievemente e due donne gli si sono parate davanti. In una frazione di secondo, due nomadi appartenenti alla famiglia Cavazza, agli arresti domiciliari presso la loro abitazione, a 200 metri dal civico 21, sono spuntati dal nulla e si sono avventati su Fabbri, picchiandolo ripetutamente.

Gli hanno provocato una seria lesione dell’arcata dell’occhio destro, che ha reso necessari 4 punti di sutura, oltre a lividi ed escoriazioni varie.

«Li ho sentiti arrivare in casa mentre mi ero coricato, ma subito non mi sono allarmato, un po’ per la sonnolenza, un po’ perché il mio cane bastardino non ha abbaiato – spiega Andrea Fabbri, camionista e carrellista all’Apo Fruit di Mirandola, trasferitasi a Bologna dopo il sisma – Prima, ho visto due donne. Poi Luciano Cavazza e un altro uomo, credo fosse Eros, mi sono saltati addosso con una ferocia inaudita. Tutto per vendicarsi di una denuncia che ho sporto contro di loro ai carabinieri cinque anni fa quando mi ricattarono, dicendo: “Se non ci dai il carburante, noi ti bruciamo la casa”. Un episodio di persecuzione fra i tanti perpetrati da questi nomadi. La mia vita è diventata impossibile da quando si sono trasferiti vicino a me: richieste di denaro assillanti, minacce da cui ho sempre cercato di difendermi, ripetute richieste di carburante».

A Fabbri, medicato al Pronto Soccorso di Mirandola, il personale sanitario ha prescritto una prognosi di otto giorni. I carabinieri sono intervenuti immediatamente, andando a prelevare i due nomadi, arrestati per evasione dagli arresti domiciliari. Erano infatti freschi di caserma per avere commesso una rapina in abitazione nel reggiano e il giudice aveva assegnato loro l’obbligo di restare a casa. Dove invece hanno meditato e commesso la vendetta.

Ieri pomeriggio, i due nomadi sono comparsi davanti al giudice per la convalida. Una udienza nella quale il testimone ha dovuto riferire, sotto lo sguardo inequivocabile dei due e dei loro parenti. Ed è proprio a Mirandola che il Sindaco sta facendo questo: http://voxnews.info/2013/05/24/mirandola-i-soldi-del-terremoto-il-comune-li-da-agli-zingari/

Razzismo: la spedizione punitiva al campo nomadi? Fatta da Zingari

I carabinieri di Villasor sono andati a prenderlo a casa sua. Elivs Sulejmanovic, 35 anni di origini bosniache, è finito direttamente nel carcere di Buoncammino: deve scontare una condanna a tre anni e otto mesi per tentato omicidio in concorso con altri e porto abusivo d’armi per un fatto avvenuto nel marzo del 2008. Un pestaggio in via Simeto: Fadil Sulejmanovic 58 anni e il figlio Murat, 23 anni, stavano lavorando a una bancarella del mercatino domenicale quando si era fermato un furgone. In un attimo erano scesi dal mezzo in cinque (tra questi Elivs Sulejmanovic) che, armati di spranghe, li avevano picchiati a sangue. Il pestaggio sarebbe legato a un furto d’oro e a una denuncia per violenza sessuale che, per vendetta, avrebbe presentato una donna della famiglia rivale.

Dietro la vicenda ci sarebbe il “tesoro dei rom”: gioielli e 460mila euro in contanti, seppelliti nel campo nomadi sulla “554” e poi spariti. La sparizione del tesoro ha causato una faida interna al campo rom, culminata con il duplice tentato omicidio.

http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/307931

Vendetta: Marocchino lo minaccia di morte e gli brucia auto

Brucia l’auto al rivale per antichi dissapori. E’ accaduto ad Altopascio dove i carabinieri hanno denunciato un uomo di 74 anni, di origini marocchine: è accusato di aver appiccato il fuoco alla vettura di un suo connazionale. E’ stato riconosciuto a quanto pare dalla stessa vittima. Tra i due non correva buon sangue da diverso tempo e, secondo quanto è stato ricostruito dai carabinieri, il 74enne si era presentato a casa del rivale, minacciandolo di morte. Le ostilità tra i due erano proseguite, fino all’episodio di qualche settimana fa. Nella notte, stando sempre alla ricostruzione dei militari, l’uomo sarebbe andato sotto casa del suo acerrimo nemico e con una tanica di benzina avrebbe dato fuoco alla vettura.

Morta la donna data alle fiamme da Nigeriano


Il Mattino
data alle fiamme per vendetta
Il Mattino
CASERTA – Non ce l’ha fatta la donna, non ancora 23enne, data alle fiamme da un Nigeriano che intendeva punirla per essere intervenuta in difesa dell’amica che era stata la sua fidanzata. Nella serata di ieri, la giovane è
Donne, un’altra vittima innocente addio a Olayemi, che difese un La Repubblica
Le diede fuoco in casa, 23enne muore in ospedaleInterno18tutte le notizie (4) »

Bergamo: la ragazza stuprata dall’immigrato ha perso il bimbo

Ha perso il bambino: la 24enne aggredita nella notte del 4 gennaio in borgo Santa Caterina a Bergamo, era incinta e per lo choc subito non è riuscita a portare avanti la gravidanza.

La giovane è in ospedale, come racconta Il Giorno, e non riesce a darsi pace per questa conseguenza terribile  a un fatto subito già tristissimo.gravidanza.

Ricordiamo cos’ era successo quella notte, intorno alle 2: la giovane, uscita da un locale, si stava dirigendo verso la sua auto, nei pressi del liceo Mascheroni. Era con un’amica che l’ha lasciata per salire sulla proria vettura. In quel frangente è stata assalita da un uomo, un kosovaro di 32 anni che è stato arrestato, si trova ai domiciliari prorio nel quartiere del fattaccio, e ha ammesso l’aggressione senza però aver consumato la violenza sessuale.

Un episodio che ha impaurito la città che ha organizzato una fiaccolata per dire no alla violenza sulle donne.

Ma che ha scatenato la rabbia di un gruppo di ultrà atalantini che si sono recati sonno l’abitazione dell’aggressore minacciandolo di vendetta.

La violenza ha avuto anche uno strascico polemico per via delle parole del procuratore di Bergamo Francesco Dettori che ha invitato le donne a non uscire da sole, provocando la reazione di tanti e di tante che chiedono alle istituzioni sicurezza più che consigli.

http://www.bergamonews.it/cronaca/violenza-citt%C3%A0-la-giovane-aggredita-perde-il-bambino-170072

Massacro di Pistoia: la pista degli Zingari

Quelli che "gli Zingari non sono delinquenti"

Si batte la pista del clan di nomadi – cui appartiene l’uomo fatto arrestare il 18 dicembre per estorsione da don Mario Del Becaro – per l’omicidio nella canonica di Tizzana di Quarrata (Pistoia) del 28 dicembre scorso.
È quanto è emerso a Pistoia, dove le indagini di procura e carabinieri sono andate avanti a ritmo intenso e hanno preso in considerazione la pista della rapina per vendetta.
Anche se non ci sono ufficialmente persone ricercate, sembra che gli inquirenti abbiano dei sospetti più precisi di due giorni fa: forse sanno chi cercare ma non dove.
DENUNCE PER ESTORSIONE. Don Mario aveva denunciato le richieste estorsive mettendo i carabinieri nella condizione di arrestare un nomade di etnia Sinti, adesso in carcere. Ma il clan potrebbe aver reagito decidendo di assalire la canonica dove viveva da solo il sacerdote.
L’ipotesi ha portato a perquisizioni negli accampamenti in Toscana e a sentire diverse persone.
L’altro versante aperto dalle indagini riguarda una lite con uno straniero dell’Est, un romeno, forse ospitato nella casa della chiesa di Tizzana, con cui don Mario avrebbe avuto un diverbio per questioni di soldi.
Gli investigatori stanno rintracciando le persone che possono dare un contributo ma non viene escluso che le indagini abbiano già ‘toccato’ qualche sospetto. Al momento, però, non ci sono stati fermati.
LE INDAGINI PROSEGUONO. Un aiuto è atteso dai risultati scientifici degli esami del Ris che all’indomani del delitto hanno accuratamente ispezionato la canonica. Quanto all’auto, non è stata ritrovata: potrebbe non essere l’unico mezzo con cui sono scappati gli aggressori e forse aveva poca benzina.
Indicazioni sono pervenute anche dai parenti della vittima. Il fratello maggiore, Edmondo Del Becaro, avrebbe riferito che da qualche tempo don Mario non si sentiva sicuro a vivere da solo: secondo lui gli assassini potrebbero essere tra la gente che gli chiedeva aiuto e assistenza e che don Mario aveva anche ospitato.

http://www.lettera43.it/cronaca/caso-del-becaro-si-batte-la-pista-della-vendetta_4367578250.htm