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Cantù: giovane aggredita da immigrato in pieno centro

<strong>CANTU</strong>’- Una giovane donna che abita nella zona attorno a piazza Garibaldi in pieno centro di Cantù, alle 6.15 di ieri mattina è stata aggredita da uno straniero.
Secondo la ricostruzione, la vittima stava camminando per raggiungere il lavoro, quando l’uomo da dietro le ha dato una forte spinta facendola cadere a terra. E mentre lei era a terra dolorante, il suo aggressore ha raccolto la sua borsetta e si è dileguato dandosela a gambe. Il fatto è accaduto più all’altezza di via San Francesco.

http://voxnews.info/2013/03/16/cantu-ragazza-aggredita-in-pieno-centro/

Assalita e derubata da una gang di ragazzini stranieri

A gente come questa il Pd vuole svendere la cittadinanza

L’hanno vista uscire da un negozio, incamminarsi verso l’auto e, appoggiata la borsa sul sedile, salire al volante. Ed è scattato, fulmineo, l’attacco. «Erano in tre, mi hanno circondata in un attimo e sono rimasta gelata dalla paura: non sono stata capace di reagire, ho cercato di inseguirli, di urlare, ma cosa potevo fare io, da sola, contro tre ragazzi?». Sarebbero tutti giovanissimi, sui sedici, massimo diciassette anni, gli autori dell’agguato messo a segno venerdì sera in via Gandolfo, a due passi dall’anagrafe e dagli uffici comunali di palazzo Soardi. Una gang di ragazzini, tutti stranieri, stando al poco che è riuscita a vedere la vittima dell’aggressione, la 56enne che gestisce un negozio di frutta e verdura a metà di via Chiassi. Alla donna, assieme alla borsa, sono spariti il telefono cellulare, tutti i documenti, gli effetti personali e una settantina di euro. La donna sabato mattina è andata a denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine. Ma non sono molte le possibilità di recuperare le sue cose. Certo non se l’aspettava, non a Mantova e non all’ora di cena, alle otto di sera. La donna, chiusa la saracinesca di via Chiassi, era passata a trovare la figlia, che ha un negozio in corso Garibaldi e abita in zona. Dopo di che si è incamminata verso la macchina che aveva lasciato parcheggiata in via Gandolfo, all’angolo con via Frattini. «Pioveva, in strada c’era poca gente – è il racconto della fruttivendola – è probabile che mi abbiano seguita ma io non me ne sono accorta. Ho aperto la macchina, appoggiato la borsa sul sedile del passeggero e mi sono seduta alla guida». Forse i tre componenti della gang l’avevano notata e la stavano aspettando, forse invece l’hanno incrociata per caso e hanno improvvisato. Ma l’azione era coordinata, precisa, come quella di un branco di lupi. Non hanno dovuto malmenarla, minacciarla o puntarle un’arma. Semplicemente l’hanno circondata e hanno preso quello che volevano senza trovare resistenza: la volontà di reagire della donna è stata annullata dalla paura. «Me li sono trovati attorno, uno da una parte e uno dall’altra, il terzo invece l’ho visto solo dopo – è ancora il racconto della 56enne – uno mi ha sbarrato la strada, l’altro ha aperto la portiera del passeggero e preso la borsa. Dopo di che sono corsi via verso corso Garibaldi. È stato terribile, stanotte non ho dormito per la paura». La donna ha tentato un timido inseguimento, più per istinto che per la convinzione di poter recuperare le proprie cose. Poi ha desistito e chiamato le forze dell’ordine a cui ha fornito una descrizione dei banditi. La caccia all’uomo non ha avuto esito. L’unica speranza è che nella fuga i tre ragazzini abbiano incrociato una telecamera di sicurezza. Ma è probabile che abbiano evitato le zone sottoposte a videocontrollo. Per ora si sa solo che erano giovanissimi. «E sicuramente stranieri – aggiunge la donna – ne sono certa: avevano la carnagione scura e li ho sentiti parlare una lingua strana».

Abbaia contro i ladri: cane massacrato da immigrati dell’Est

TREVISO – Il quartiere di Monigo e la frazione di Castagnole sono assediate dai ladri. Svaligiano case, capannoni, giardini, garage e non risparmiano neppure attrezzi da giardino, strumenti da lavoro, biciclette, moto, scooter e oggetti anche di scarso valore. In alcuni casi i malviventi arrivano a mettere ko l’unico sistema d’allarme di cui molte famiglie sono dotate: i cani. E non sempre si limitano a narcotizzarli per avere via libera.

Qualche settimana fa, in effetti, i malviventi sono arrivati perfino a uccidere a badilate, con ferocia, il cane di un noto avvocato trevigiano che abita in via Falzadel. La bestiola, la cui unica colpa era stata di abbaiare per avvertire il padrone, è stata massacrata per rubare una moto dal vialetto d’ingresso. È solo il caso più eclatante di una situazione che sta diventando ingestibile, anche per i residenti, che si sentono abbandonati.

«Abbiamo paura» è una frase che si sente rieccheggiare sempre più spesso nel quartiere e non rappresenta più l’appello di qualche residente, ma si leva come un coro pressochè unanime. E non mancano aspetti di polemica legati alla scarsissima attenzione riservata al quartiere da polizia e carabinieri, anche se la recrudescenza di furti non si spiega solo con la scarsa vigilanza. Il sospetto che ci sia un nesso tra i continui raid e la vicinanza con la Dogana è una convinzione comune tra gli abitanti di Monigo. «Arrivano camion pieni e stranamente ripartono pieni, sono quasi tutti dell’Est. E ogni tanto si vede in zona strana gente mentre si aggira a piedi» dice una giovane residente. Tornando ai colpi, quello degli ultimi tre mesi è un vero e proprio bollettino di guerra.

A dicembre è stato saccheggiato il bed and breakfast Ai Brondi, comprese una decina di abitazioni tra via Sovernigo e via Sant’Anna dove da un capannone sono stati portati via attrezzi agricoli per un valore di oltre 20mila euro. Anche via Casoni non è stata risparmiata, senza contare le due case di via Falzadel, tra cui quella dell’avvocato a cui hanno ucciso il cane. In febbraio le cose non sono cambiate: nei primi giorni di questa settimana i ladri hanno derubato altre tre abitazioni in via Sovernigo. Uno dei furti è stato sventato per una pura casualità: il figlio dei padroni di casa è uscito in giardino notando dei pacchi di materiale in giardino e due giovani vestiti di bianco che si sono dileguati saltando la rete di recinzione. Quella di fronte ai suoi occhi era refurtiva già impilata dopo aver svuotato il magazzino dell’abitazione. Sul posto è intervenuta una pattuglia dei carabinieri ma dei malviventi non c’era più nessuna traccia. In ordine di tempo, in questa lunga rassegna di furti, l’ultimo risale a mercoledì sera quando è stata svaligiata un’abitazione di via del Comune, una laterale di via Sant’Anna, a cui probabilmente va la palma di strada più derubata della città.

 

http://www.gazzettino.it/nordest/treviso/abbaia_contro_i_ladri_il_cane_massacrato_a_morte_col_badile_per_rubare_una_moto/notizie/253627.shtml

Pavia: sotto torchio i due Sudamericani indagati per omicidio

Omicidio, sotto torchio i due amici indagati
La Provincia Pavese
I fermi sono stati convalidati. Juan Miguel Loor Gonzalez, ecuadoriano di 35 anni e intestatario dell’appartamento in cui è avvenuto il delitto, e Abel Ronal Cardenas Machuca, un peruviano di 20 anni che abita in via Cardano, hanno scelto di non