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Coppia africana pesta a sangue commessa

PADOVA. Picchiata fino a farla finire al pronto soccorso. Le hanno strappato i capelli, l’hanno schiaffeggiata, fatta cadere a terra e presa a calci e pugni sulla pancia. Il tutto sotto gli occhi increduli di una collega.

La vittima è una commessa cinese del negozio d’abbigliamento “Grandi Magazzini” di via Tommaseo. I suoi aggressori sono invece una coppia di giovani, lei nordafricana sui vent’anni, lui probabilmente nigeriano sui trenta. L’aggressione è avvenuta ieri mattina attorno alle 9. Le due dipendenti cinesi stavano raggiungendo lo store di via Tommaseo per l’apertura, quando hanno notato in lontananza la coppia.

http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2015/03/04/news/commessa-pestata-davanti-al-negozio-1.10977442

Evaso del carcere: ecco la foto del fuggitivo tunisino

L’Unione Sarda

Evaso del carcere: ecco la foto del fuggitivo

Il Messaggero Veneto

Pordenone: la Questura ha reso pubblica la foto del tunisino 28enne Swilah Tawfik, detenuto evaso stamane dopo aver aggredito un agente. Le ricerche sono attualmente estese a tutto il Nordest …

Aggredisce agente ed evade dal carcere È un pluripregiudicato, via L’Unione Sarda

Pericoloso detenuto aggredisce agente ed evade dal carcere di Pordenoneoggi.it

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MILANO: tutto il degrado in una mappa

Spaccio, nomadi, occupazioni Un dossier sulle case popolari

Una mappatura del degrado quartiere per quartiere, strada per strada, civico per civico: qui si spaccia, lì si occupa, più avanti c’è un campo nomadi. Un lavoro certosino fatto da consiglieri di zona e comitati di cittadini, come quello di San Siro  

Le Iene, albanesi e spaccio


Tv Fanpage

Le Iene, albanesi e spaccio: le coltivazioni di marijuana a Lazarat
Blitz quotidiano
ROMA – Le Iene hanno documentato com’era facile coltivare marijuana a Lazarat, in Albania. Un luogo dove tutto era lecito, dove le case erano difese da mura altissime che nascondevano enormi coltivazioni con marijuana pronta ad essere venduta in tutta …
Coltivazioni di marijuana a Lazarat, ecco come gli albanesi Tv Fanpage

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Arrestati dopo un furto al Galassia: «Risarciremo tutto» e vengono … – IlPiacenza


IlPiacenza

Arrestati dopo un furto al Galassia: «Risarciremo tutto» e vengono
IlPiacenza
Gratis, naturalmente. Due marocchini di 22 anni, sono stati arrestati dai carabinieri ieri, giovedì 20 settembre, al centro commerciale Galassia. La coppia è stata processata per direttissima con l'accusa di furto aggravato. I loro avvocati hanno

La Cubana assassina su Facebook: “sono dolce e sexy”

Roma, 17 set. – “E’ difficile parlare di se stessi. Per questo sta a te scoprirlo”: si presenta cosi’, su Facebook, la 21enne cubana che ha confessato di aver preso parte al massacro dei due coniugi di Lignano. Mora, sexy, allegra, esuberante e con molti amici: il profilo di Lisandra Aguila Rico, gelataia di 21 anni, e’ simile in tutto e per tutto a quello di molte giovani della sua eta’. E la ragazza ha continuato ad aggiornarlo come se nulla fosse, almeno fino a venerdi’ scorso.
Nella pagina Fb spicca, come immagine di copertina, un tenero scatto della cuginetta in fasce, pubblicato il 3 settembre. “Es muy bella (e’ molto bella)”, scrive Lisandra, “Dios la bendiga (Dio la benedica)”. Quindi, le immagini sexy, a partire da quella del profilo: un primo piano con i lunghi capelli neri sciolti e un bustino in lurex scollato. La foto e’ stata postata venerdi’ e ha ben 52 ammiratori. “Guapisima (bellissima)”, scrive uno di loro. In un’altra immagine la ragazza indossa jeans bianchi e un top a quadretti nero e bianco. Lisandra ha anche partecipato a uno dei tanti giochi che propone il social network, provando a scoprire a quale celebrita’ assomigliasse. Il risultato e’ stato Blanca Suarez, un’attrice spagnola.

http://www.agi.it/cronaca/notizie/201209171802-cro-rt10214-lignano_sexy_e_tenera_lisandra_si_racconta_su_facebook

A noi pare l’ennesimo pessimo risultato di un incrocio. Fisicamente sgraziata, e psichicamente senza morale.

E così sono questi nuovi barbari: assassini senza morale. Possono, il giorno prima scannare i vostri genitori, e il giorno dopo, fare come nulla fosse.

Pestaggio in famiglia: Marocchino scatenato


Spintona la madre e aggredisce la sorella intervenuta per difenderla. Il tutto al culmine dell’ennesima lite. Questa volta però le due donne hanno avvertito la polizia e l’uomo, un 33enne marocchino, è stato denunciato. E’ successo all’interno di un’abitazione in via Gardella a Piacenza. Tutto sarebbe nato dopo una discussione legata a problemi di convivenza familiare: secondo quanto ricostruito il giovane ha spintonato la madre di 53 anni per poi colpire al volto con un pugno la sorella 31enne intervenuta per difenderla.

Le due donne sono dovute ricorrere alle cure del pronto soccorso e subito dimesse con lievi ferite. Sono state accolte in una struttura protetta. Il 33enne dovrà ora rispondere di lesioni personali.

http://www.piacenzasera.it/app/document-detail.jsp?id_prodotto=27209

Lo aggredisce e deruba: “poi gli avrei restituito tutto”

Un camionista marocchino di 32 anni è stato arrestato dai carabinieri per aver picchiato e rapinato, martedì sera 11 settembre ad Antegnate, un operaio di Calcio di 43 anni. Alla base del gesto ci sono questioni di cuore(?) perché l’extracomunitario è fidanzato con l’ex convivente dell’operaio.

Le versioni date dai due protagonisti sono ovviamente differenti e sono emerse durante il processo per direttissima, mercoledì 12. Ieri sera il marocchino e il suo «rivale» erano in strada, il primo con un camion, il secondo in bicicletta. Per chiarire i problemi, i due si sono fermati ed è nata una discussione.

Dalle parole si è presto passati ai fatti, il Marocchino ha aggredito il 43enne, tanto che la prognosi per l’operaio è di 10 giorni. Secondo il 43enne di Calcio, il marocchino lo ha picchiato e gli ha rubato il borsetto con cellulare e portafogli e la bicicletta, caricandola nel cassone del camion prima di scappare. Per l’extracomunitario, l’operaio se ne è andato lasciando lì tutto e, lui dopo aver atteso invano(ridicolo), ha caricato la bici e il borsetto sul camion con l’intenzione di restituirli in un secondo tempo (doppiamente ridicolo) al suo «avversario».

È ovviamente più credibile la tesi dell’operaio, anche perché i carabinieri – quando hanno rintracciato e arrestato il marocchino, che lavora per una ditta di Ghisalba – hanno trovato il borsetto con cellulare e portafogli nascosto sotto un armadio della sua abitazione. Di questo parere anche il giudice che ha convalidato l’arresto. Processo rinviato all11 ottobre.

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/701914/

Violentata a Roma: «Quella bestia deve pagare»

Maghrebino stupratore. IMPERATIVO: vendicare Eva

ROMA – «Sono stata fortunata». Sono le tre del mattino, è appena uscita dall’ospedale Vannini di via dell’Acqua Bullicante, dove l’hanno medicata per la violenza subita e le botte ricevute, ma non ha perso un grammo di lucidità e determinazione. Il dottor Mauro Fabozzi, che dirige il commissariato Prenestino, è incredulo: mai vista una donna così, così presente a se stessa, così preziosa per le indagini nonostante lo shock di uno stupro. La deposizione può cominciare.

«Sono stata fortunata perché siete arrivati subito. Il 113 mi ha risposto al primo squillo -racconta lei tutto d’un fiato, ripercorrendo un incubo di cui non vede l’ora di liberarsi- E così l’avete preso, è vero che l’avete preso?». Adesso si capisce: la guida una rabbia sorda, una voglia di giustizia che neanche le manette già ai polsi del suo carnefice riescono a placare.

Le chiedono di non tralasciare proprio nulla, di affondare con coraggio nei brutti ricordi e lei non si fa pregare. «Ero su una panchina, pensavo a me, al lavoro appena perso, quando l’ho visto arrivare». E lo descrive e ridescrive così: «Una maglietta chiara, pantaloni bianchi, alto circa un metro e ottanta. Un mingherlino direi…Io non volevo seguirlo, ho resistito con tutte le mie forze. Invece è riuscito a trascinarmi sotto gli archi con tutta la forza delle sue braccia. Una bestia, una bestia che adesso deve pagare».

Le chiedono di tutto e su tutto lei risponde. La sua vita sballata, le sue difficoltà economiche, la storia del litigio improvviso che l’ha portata fuori di casa in una rovente notte di fine estate, e anche dello zainetto. La donna snocciola esattamente uno a uno tutti gli oggetti che erano nel suo zainetto, quello che sarebbe costato anche l’accusa di rapina al suo stupratore.

Una breve pausa per riordinare le idee e poi cala l’asso, che un giorno al processo si vedrà quanto pesa. «Se non mi credete – ma come non crederle? – andate a controllare nella tasca destra dei suoi pantaloni. Troverete un mucchietto di banconote ripiegate. Sono i soldi che mi ha offerto all’inizio quando io ho rifiutato, quando ancora credevo che tutto potesse finire lì».

I poliziotti si guadano negli occhi: quel controllo l’hanno già fatto, in quella tasca destra hanno trovato proprio quelle banconote ripiegate di cui sta parlando, il particolare che la donna rivela ha un valore quasi fondamentale per le indagini.

E’ quasi l’alba, potrebbe finire qui, ma lei insiste: «Mi ha fatto veramente del male…». E mostra le braccia piene di segni, che almeno quelli si vedono. Le fanno controfirmare il verbale: «Signora grazie, adesso può andare». Già, può andare, ma dove andrà?

http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=215208&sez=ITALIA

Spacca tutto per farsi rimpatriare: non ci riesce!

Iris Fria è in Italia senza permesso di soggiorno e senza documenti. Si è fatto arrestare tre volte in meno di 24 ore

Una vetrina mandata in frantumi
Milano, 18 luglio 2012 – Vuole semplicemente tornarsene a casa. A differenza di altri clandestini in Italia, Irir Fria, 28 anni, senza permesso di soggiorno e senza documenti, vorrebbe solo essere rimpatriato nel suo Paese. E per tornare in Egitto si è fatto fermare tre volte in meno di 24 ore, minacciando di spaccare tutto ‘’fino a quando non mi fate tornare nel mio Paese’’.
Era stato bloccato lunedì scorso per aver danneggiato un pullman Malpensa express, ma appena rilasciato ha afferrato un sasso e lo ha scagliato contro il parabrezza di un taxi che passava, sfondando il vetro. Finito di nuovo in Questura per l’ennesima denuncia attorno alle 16, verso le 20 è stato accompagnato all’esterno da un poliziotto, che pochi secondi dopo lo ha visto avventarsi contro la vetrina di un bar in via Fatebenefratelli, proprio di fronte all’ingresso principale della Questura. L’egiziano ha afferrato la base di un ombrellone che era all’esterno del locale e lo ha scaraventato contro la vetrina mandandola in frantumi, con buona pace del titolare che per fortuna era assicurato.
Fria è stato arrestato dagli agenti, ai quali ha confessato che il suo comportamento ha l’unico obiettivo di accelerare il rimpatrio in Egitto a spese dell’Italia. Inutili i tentativi di spiegargli che questo non è il sistema più efficace per tornare a casa (soprattutto perché non ha i documenti). L’uomo ha risposto che continuerà a spaccare tutto e a farsi arrestare finché non avrà ottenuto il suo proposito: tornare a casa.

http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2012/07/18/745842-milano-egiziano-28-anni-tornare-egitto-documenti-irir-fria.shtml

Ogni commento sarebbe ridondante. Permetteteci pero’ di mandare affanculo sgridare, nell’ordine: Ministro degli interni, della giustizia, dell’integrazione, magistrato e giornalista che ha scritto l’articolo come fosse un pezzo di divertissement. Speriamo tocchi a uno di loro, essere la prossima vittima del clandestino che non riesce a farsi espellere. E nemmeno ingabbiare.