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Disabili comprati a 30 euro e costretti a mendicare

Disabili comprati a 30 euro e costretti a mendicare
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ARRESTI – Due degli sfruttatori, anch’essi romeni, sono stati arrestati dagli agenti della Polizia locale di Milano che, alla fine di una complessa indagine durata quasi un anno, con un blitz in zona Bisceglie, nel capoluogo lombardo, sono riusciti a
Torino: disabili obbligati a mendicare, arrestati i loro aguzziniTorinoToday
Torino: disabili costretti a mendicare, arrestati cinque romeniZipNews
Torino, disabili obbligati a elemosinare, arrestati 5 aguzziniAdnkronos/IGN
Torino Oggi Notizie –La Repubblica
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Aggredito e picchiato da 4 immigrati: reagisce

La scorsa notte, a Falciano del Massico, quattro malfattori con volto travisato da un fazzoletto, di cui uno armato di pistola e con accento dell’Est Europa, hanno atteso che il titolare di un negozio che si trova nel centro commerciale “Jumbo” di Trentola Ducenta rincasava con la sua autovettura proprio all’imbocco del vicolo della sua abitazione. Nella circostanza si sono fatti consegnare € 3.500,00, quale incasso giornaliero del negozio e poi sono scappati a bordo di un’autovettura di grossa cilindrata. La vittima ha reagito alla violenza provocando la fuga dei malfattori che lo hanno colpito ripetutamente al volto provocandogli vari traumi, giudicati guaribili in 15 giorni.

http://www.casertanews.it/public/articoli/2012/09/24/165412_cronaca-falciano-massico-picchiano-tentano-derubare-negoziante-colpendolo-volto-vittima-reagisce-fa-fuggire.htm

Raccordo Perugia, non si fermano all’Alt: arrestati dopo inseguimento – PerugiaToday


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Raccordo Perugia, non si fermano all'Alt: arrestati dopo inseguimento
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Le due persone che erano in auto hanno tentato la fuga a piedi, ma sono stati bloccati, dopo una breve colluttazione, a seguito della quale due agenti hanno riportato lievi lesioni, mentre i due romeni, di 23 e 29 anni, sono stati arrestati per

Integrazione: torturata coi cavi elettrici la bambina ‘comprata’

Torturata con i cavi elettrici, parla la bambina-copertina dell’integrazione targata Sant’Egidio-Caritas

Dormivo in piedi, la prima volta picchiata per un caffè

VENEZIA – Ha pianto quando ha raccontato la tortura per lei più terribile, quella dei fili elettrici che le hanno procurato ustioni in varie parti del corpo. Ma in oltre due ore di interrogatorio davanti al giudice Licia Marino la ragazzina che da metà aprile all’altro ieri ha subìto violenze inaudite, sepolta viva in un appartamento di Marghera, non si è persa d’animo un solo istante. Ha ripetuto per filo e per segno il racconto già fatto nel primo interrogatorio. Sicura di sé, tranquilla perché sa di essere in buone mani, affidata ai servizi sociali del Comune e al tutore, l’avvocato Alberto Fassina.

La piccola è arrivata nella sede del Tribunale dei minori, in via Forte Marghera, a mezzogiorno. Pantaloncini corti e t-shirt, vestita come una qualsiasi teen-ager, ha affrontato il racconto delle vessazioni, della violenza carnale e delle torture con estrema lucidità. Inchiodando alle sue responsabilità il promesso sposo – che ha rifiutato di essere presente ieri in Tribunale e per conto suo c’era solo l’avvocato Paolo Vannini – e la madre dello sposo, Nermin Jasar.

Tutto è iniziato con un caffè, ha raccontato la sposa-bambina. Lei era arrivata a Marghera – venduta per tremila euro dai genitori «papà e mamma sono poverissimi» li ha giustificati – a metà aprile. Per 15 giorni non ha visto L. il suo sposo diciassettenne. Lui era in comunità perché è tossicomane. Quando è tornato a casa e si sono visti, non si sono piaciuti. «Mi fai un caffè?», ha chiesto lui. Lei gliel’ha preparato e forse ha messo troppo zucchero o troppo caffè, non lo sa nemmeno lei. Fatto sta che il caffè non andava bene e lui l’ha colpita con un pugno al volto.

Poi lo stupro, il lenzuolo rosso di sangue per la perduta verginità mostrato a tutti i parenti, e le notti, tutte le notti, passate in piedi, nella stessa camera dello “sposo”, ma con la faccia rivolta al muro. Perchè lui non la voleva a letto. Poi le botte, ogni giorno. E le torture con i fili elettrici che le hanno ustionato il corpo. E la suocera sempre presente. Anche il padre di lui si è accorto di quello che stava succedendo e si è guardato bene dal liberarla. Ha picchiato il figlio, gli ha detto di lasciarla stare, ma potrebbe essere indagato per concorso in sequestro di persona.

Ma è la madre, Nermin Jasar, che appare come la vera “orca”, il mostro che ha incoraggiato il figlio, che è stata sempre presente alle torture. Lei che ha sequestrato questa ragazzina dagli occhioni spalancati verso la vita che dimostra tutti i suoi 13 anni, non uno di più, e che si è trovata a dover lottare contro degli aguzzini che non hanno mai avuto pietà, nemmeno per un momento di lei, piccola e indifesa, lontana dalla famiglia, che pure l’aveva venduta. Ma la piccola non ha mai avuto parole di condanna per mamma e papà, semmai di comprensione e se piange per i genitori piange perché li vorrebbe vedere e abbracciare, anche se sono quelli che l’hanno venduta.

 

http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=214373&sez=NORDEST

Genova: un quartiere ostaggio degli Zingari

Genova – «Se gli permettono di stare lì fermi 48 ore, loro ci restano dei mesi!». Pra’ è un fronte della trincea. L’altro è il parcheggio della stazione, sulla fascia di rispetto: sono i rom. Un’invasione. Oltre trenta roulotte, un centinaio di adulti e decine di bambini. «Sono giorni che hanno occupato tutti i parcheggi del piazzale – sbotta Mauro Rossi, commerciante e presidente del Civ (centro integrato di via) a Pra’ – è già venuta la polizia e i carabinieri. Li hanno anche mandati via ma tornano, il mercoledì c’è il mercato, il giorno dopo sono qui».

La fotografia è quella delle corde da stendere, che si allungano tra i piloni della luce del piazzale della stazione. E le roulotte disposte a campo, con una piazza al centro. Esclusiva.

In parte sono rom di passaggio, «una carovana dalla Sicilia» hanno spiegato gli agenti della polizia municipale. Altri no. «Sono gli stessi che hanno mandato via due mesi fa – dice Angelo Bruzzone, pescatore – e si sono ripresi lo stesso posto».

«Sembra di entrare in casa loro – racconta Giuseppina Morando, insegnante in pensione – passiamo in mezzo a gente coricata per terra, persone che prendono un angolo di piazzale e lo usano come un “diurno” a cielo aperto». «Pochi giorni fa ho ripreso un bambino che mi scontrava per avere due spiccioli – aggiunge Luca Gaggero, impiegato – ma gli adulti mi hanno rincorso e sono dovuto scappare».

E la tensione sta investendo tutto l’estremo Ponente. «L’altra sera un gruppo di ragazzini ha circondato mio figlio – racconta Rosita Sarignese, che vive a due passi da piazza Sciesa – volevano portargli via il cellulare. È successo anche ad altri bambini», e non solo a Pra’. Anche a Pegli, a Voltri.

«C’è chi suona la chitarra sotto i portoni, chi chiede l’elemosina – commenta Antonio Repetto, giardiniere che vive in via Sabotino a Pegli – ma sono ad ogni angolo. E si arrabbiano se non gli lasci niente, ti seguono». E potrebbe non essere il solito luogo comune quando Mauro Rossi, presidente dell’associazione dei commercianti praesi, sottolinea che «da quando c’è il campo, non si sentre altro che parlare di furti».

Il più eclatante martedi sera scorso, in via della Torrazza a Pra’. I condomini del civico uno li hanno visti nell’ombra mentre scavalcavano un balcone al primo piano. «Erano zingari – dice sicura Giovanna Pisano, pensionata – li ho visti con la coda dell’occhio e ho chiamato i carabinieri». Poi gli altri condomini sono scesi nel piazzale, non volevano far scappare i ladri. Ma pochi minuti dopo, quando i carabinieri sono intervenuti con le precauzioni del caso, pistola in pugno, passando per lo stesso poggiolo, di loro nessuna traccia. Funamboli. In via Taggia, la stessa notte, il colpo invece è andato a segno. Ori e denaro ancora da quantificare. Stessa tecnica. Come al pub “Molly Malones” il giorno dopo.

E a poco serve l’invito alla pazienza della polizia municipale. «Dicono che si possono fermare quarantotto ore e che non ci si può far nulla – spiega ancora Rossi – ma questo è assurdo. È chiaro a tutti che sono due settimane che occupano il piazzale. I carabinieri li hanno già mandati via una volta, poco per volta sono ritornati».

E in pochi giorni, quella che è diventata l’emergenza legata a questo campo abusivo, anche sanitaria viste le scarse condizioni igieniche, ha raggiunto anche le scrivanie del Municipio Ponente: «Vogliamo che d’ora in poi possano parcheggiare in fascia soltanto roulotte e camper autorizzati».

Ieri all’alba, dopo l’ennesimo sgombero dei carabinieri, che chiaramente non possono presidiare l’area tutto il giorno e nemmeno sigillarla, perché pubblica, parte della carovana è ritornata. Dieci roulotte ma disposte in modo da occupare quaranta parcheggi. «In serata ci saranno di nuovo tutti» commenta la gente. E il clima rimane teso.

http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2012/08/05/APPKdX7C-anti_esplode_protesta.shtml

Lo Stato e le autorità sono sempre piú i nemici dei cittadini.

C’erano 9 Cinesi in un’auto per 4: contromano

In nove sull’utilitaria contromano
Neopatentata cinese porta tutta la famiglia. Multa da 1800 euro, via 64 punti della patente

Quanti cinesi possono stare in un’utilitaria? Uno, due, quattro, sette, nove! Tanti ne hanno contati gli agenti della polizia di Romano che hanno fermato un’Opel Corsa in contromano. Nell’abitacolo un’intera famiglia formata da papà, mamma, figli, zii, nonni e nipoti. All’inizio i vigili hanno pensato a uno scherzo. Invece era tutto vero. Tutto è successo lunedì alle 16. Gli agenti del comandante Angelo Di Nardo erano impegnati nell’usuale giro di pattuglia quando hanno visto l’Opel Corsa affrontare la rotatoria di via Balilla. Nel senso sbagliato però. I vigili hanno intimato l’alt all’utilitaria: ordine che la ragazza al volante, neopatentata, ha subito accolto. Quando si sono avvicinati al finestrino per chiedere patente e libretto gli agenti si sono accorti che l’auto era piena all’inverosimile. A questo punto hanno chiesto a tutti di scendere ed è cominciata la conta. Nove persone, sette adulti e due ragazzi, tre generazioni di un’unica famiglia. Tutti in regola e appena trasferitisi dalla Liguria a Covo. Quel pomeriggio avevano deciso di venire a Romano per scoprire la città e, disponendo di una sola auto in famiglia, avevano pensato bene di stringersi un po’. E senza nemmeno allacciarsi le cinture. «Sono solo cinque e noi siamo nove – hanno obiettato agli agenti -. Non pensavamo di fare nulla di male». Tanto candore che però non li ha salvati da una maxi contravvenzione. Il carico da guinness insieme alla rotonda contromano e alla mancanza di cinture ha portato a un verbale record: il giretto a Romano costerà alla famiglia 1.800 euro e alla guidatrice la perdita di 64 punti della patente.

http://bergamo.corriere.it/bergamo/notizie/treviglio/12_agosto_8/nove-cinesi-opel-corsa-contromano-bergamo-romano-2111357279068.shtml

Questa e’ l’immigrazione: il degrado totale di ció che ci circonda. Nove in auto, ma anche 10 in una stanza senza bagno, e a lavoro in uno scantinato 24 ore al giorno. Sono queste le condizioni a cui Monti e Riccardi vorrebbero che vi “adeguaste” , e sarà inevitabile farlo, se non sbattiamo fuori gli immigrati. Perchè non ci sono difese, contro chi e’ disposto a tutto pur di sopravvivere. L’unica difesa e’ alle frontiere, passate quelle, l’immigrato e’ ormai libero di distruggere il mercato del lavoro, quello abitativo e l’ambiente.

Modena stritolata tra crisi e immigrazione

«Non volevo più riaprire. Mentre ero a casa, mentre mi curavo la gamba che mi faceva male, solo il pensiero di dovermi riavvicinare a quella zona, a quel percorso, al tunnel interno tra i pochi negozi, risentire il rumore dei miei passi dopo la chiusura della serranda, mi faceva rabbrividire. Angoscia, paura, non ce la facevoe ho tenuto chiuso. Avevo detto basta. È stato uno schoc che non auguro a nessuno. Poi mi son fatta forza. Chiudere e lasciare tutto, di questi tempi, non conviene proprio. E allora mi decisa, mi son fatta accompagnare da mia madre che anche ora resta qui alla mattina. E al pomeriggio, appena sono le sei e mezza, tanti saluti…».

Milena, poco più di trenta anni, è unica titolare del bar “Second life” che si trova all’interno del centro commerciale Rosselli, quello spazio-struttura a fianco della chiesa di via Fratelli Rosselli, che un tempo vedeva la presenza attiva anche di un supermercato Conad, chiuso da due anni. Ora sono rimasti pochi negozi. Davanti alla chiesa dello Spirito Santo c’è il chiosco dell’edicola, il cui titolare qualche mese fa, mentre stava aprendo alle 6 del mattino, si ritrovò la pistola puntata in bocca da parte di due immigrati che lo gettarono a terra, lo picchiarono e lo rapinarono.

Milena è stata rapinata e ferita, aggredita alla spalle dopo un agguato ben studiato, colpita al capo e picchiata, presa a calci. «Era giovedì, il giorno in cui mi ero messa a fare gli aperitivi verso sera per rendere più attivo il bar, per lavorare di più, per creare un po’ di movimento. Erano passate le 23, ho chiuso e ho percorso pochi metri di ciclabile e ho raggiunto la mia auto nel parcheggio finale della zona del Rosselli, dietro all’ex Conad, prima del sottopassaggio. Avevo la borsa a tracolla. Ho aperto il bagagliaio solo per collocarvi alcuni asciugamani e degli stracci. sarei andata a casa a piedi, perché abito qui vicino»

«Appena ho aperto il baule – spiega Milena – qualcuno, un giovane, con una mano mi ha preso la testa e me l’ha sbattuta dentro al bagagliaio. Ho picchiato, urtato forte la testa contro qualcosa che avevo all’interno, lui mi spingeva forte verso il basso. Con l’altra mano ha afferrato la tracolla della borsa, l’ha presa all’altezza dela spalla e ha iniziato a tirare. E poi sono volati i calci alla gambe, qualche pugno alla schiena. Con tutte quelle botte ho ceduto, sono caduta per terra e ho visto che il rapinatore è corso verso il sottopassaggio».

«Mi sono rialzata – racconta Milena – come potevo, sono andata verso il sottopassaggio e ho trovato, in mezzo ai cespugli la borsa. Me l’aspettavo. M’immaginavo che prendesse i soldi e gettasse via tutto, così almeno avrei recuperato le chiavi. C’era ancora il cellulare. Ho così chiamato una mia amica»

«Avevo la faccia piena di lividi – continua la giovane barista – la gamba mi si era gonfiata e non riuscivo a camminare. Siamo andate in ospedale. Medicata, soccorsa e poi via, non volevo sapere di niente. Sono tornata a casa, cure per una decina di giorni. Mi sono messa in clausura, con tutti quelli che conoscevo che mi dicevano di non andare più al bar, che era una vergogna, che in questa zona non ci sono controlli. Poi, quando ho ripreso a camminare bene, sono andata a fare la denuncia».

Nella borsa erano spariti solo i soldi, l’incasso fresco dell serata e in più denaro che, sfortunatamente, aveva ricevuto in giornata da sua madre: in tutto il bottino ammonta a circa 1.500 euro. In questi giorni Milena è tornata nel suo bar che, forse per ironia o destino, si chiama proprio “Second life”: «Mi sono fatta forza, però dopo le 13 io rimango qui da sola. Al pomeriggio chiuderò presto, cerco di farmi venire  a prendere da qualcuno. È la rapina che mi terrorizza. Di furti ne ho già subiti sette: entravano da porte e finestre, ho montato allarme, telecamere e serrande speciali. Spesso gli stranieri passano e salutano alzando il dito. Scippi lungo la ciclabile a non finire, spesso le anziane si rifugiano qui. Nella zona del sottopassaggio è pieno di siringhe.. Io riapro, vado avanti, però qualche controllo in più ci vorrebbe, per me, per tutti quelli che stanno qui».

http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2012/07/24/news/barista-aggredita-picchiata-e-rapinata-1.546259

 

Bulgari clonatori

A fare le spese dell’attività illecita dei due bulgari arrestati dai carabinieri – tecnici che intervenivano sugli sportelli in Italia, mentre il resto della banda prelevava all’estero – sono stati 24 clienti delle filiali di San Biagio di Callalta e di Roncade di Banca Antonveneta. Complessivamente a loro insaputa sono stati prelevati dal conto corrente 12mila euro, per un totale di 50 prelievi, effettuati negli Stati Uniti e nella Repubblica Dominicana.

I carabinieri hanno stretto le manette ai due bulgari che avevano manomesso i bancomat, il 5 ed il 12 maggio a Roncade ed il 3 giugno a San Biagio di Callalta, grazie al riscontro avuto dai filmati del sistema di videosorveglianza della banche. I due erano stati controllati in quei giorni nei pressi di una delle filiali, dopo i primi riscontri che hanno indirizzato i carabinieri verso i due il raffronto fotografico li ha inchiodati.

http://www.oggitreviso.it/conti-prosciutati-ai-correntisti-presi-clonatori-di-bancomat-49675

“Nuovi italiani” tentano di stuprare ragazzine

LIDO, 11/07/2012 –  Un gioco tra ragazzi (ecco dove arriva la stupidità xenofila dei pennivendoli: le molestie sessuali divengono “giochi”) va oltre e un 17enne viene arrestato per tentata violenza sessuale di gruppo. La polizia cerca anche i suoi amici. È successo intorno alle 17 non lontano dalla spiaggia dell’Excelsior. Il ragazzo è stato bloccato grazie ad un bagnino. Sull’accaduto indagano gli agenti delle volanti e del commissariato di San Marco. L’episodio non è stato ancora del tutto chiarito.

Molti dettagli della vicenda non sono stati resi noti anche perché la polizia sta cercando gli altri due ragazzi che stavano con il giovane arrestato. Si tratta di giovani magrebini che in quel momento si trovavano in spiaggia assieme ad altri giovani. I tre stanno giocando in acqua non lontano da altre ragazze. Anche loro di quell’età. Non è stato ancora definito quanto accaduto ma sta di fatto che i ragazzi si avvicinano alle giovani. Sono due amiche e stanno facendo il bagno. A quanto pare si sono avvicinati troppo e non parlare. E uno di loro, ma forse anche gli altri, si sono lasciati andare nell’allungare le mani sulle ragazzine e forse si sono spinti anche oltre.

Le ragazze hanno chiesto aiuto alla madre di una di loro. La donna ha chiesto l’intervento del bagnino in servizio in quella parte della spiaggia. Nel frattempo i ragazzi marocchini hanno capito che si stava mettendo male e hanno cercato di andarsene. Solo due di loro però ci sono riusciti. Uno infatti, un 17enne, è stato fermato dal bagnino. Già avvertita la polizia, sul posto sono arrivati gli agenti di una volante lagunare e un agente del posto fisso di polizia dell’isola. A quel punto tutti sono finiti negli uffici della polizia. Stando alla ricostruzione fatta dagli agenti il ragazzo era responsabile di tentata violenza sessuale di gruppo. In base a quanto raccolto dagli agenti gli elementi erano sufficienti per arrestare il 17enne, sentite anche le ragazze vittime delle sue “attenzioni”. A quel punto per lui si sono aperte le porte della cella di sicurezza, in accordo con il pm di turno della procura presso il tribunale dei Minori.

Mentre degli agenti provvedevano a sentire il ragazzo e i testimoni, altri cercavano i due amici del minore. Da quanto si è appreso anche loro sono minorenni. Ma fino a ieri sera non erano stati trovati.

L’accusa nei confronti del giovane è pesante e naturalmente le indagini continuano per definire con precisione quanto successo. Anche per capire i ruoli degli altri ragazzi.

Il ragazzo dovrà ora essere sentito dal pm che si sta occupando del caso.

http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2012/07/11/news/un-diciassettenne-arrestato-per-tentata-violenza-1.5386843

Libero dopo aver mmazzato un ragazzo: Zingaro aggredisce anziana

“Il mio timore è che gli assassini facciano poco carcere. Anzi, ne sono sicuro”. Ha avuto purtroppo ragione, Salvatore Mazzara, padre di Pietro, il 28enne travolto e ucciso il 9 giugno 2011 a Milano in un tremendo incidente all’angolo tra via Cogne e via Arsia.

La sua auto venne travolta da una Bmw 320 D rubata e sulla quale si trovavano 4 giovani zingari.

 Oggi, uno di questi, Michael Stepic torna a far parlare di sé. Dopo essere stato scarcerato lo scorso aprile dal penitenziario di Bari per la decorrenza dei termini della procedura d’appello, Stepic si è reso di nuovo protagonista di un furto ai danni di una donna di 80 anni.

L’episodio è avvenuto mercoledì scorso in via Bovisasca. Una passante ha allertato il 113 alle 14:30 dopo aver assistito alla scena. Il nomade, che compirà 19 anni il prossimo ottobre, si trovava a bordo di una Volkswagen Golf insieme a un altro giovane rimasto sconosciuto. I due si sono affiancati alla Fiat 600 guidata dall’anziana chiedendole di fermarsi.

La vittima è scesa dall’auto e, mentre uno dei due la distraeva sostenendo che l’anziana avesse urtato il proprio specchietto retrovisore, il complice ha aperto la portiera della Fiat e si è impossessato della borsetta in pelle rossa lasciata incustodita appoggiata al sedile.

I due ladri sono poi fuggiti con il bottino. Una volante della polizia, ottenuto il modello e il numero di targa dell’auto in fuga, ha scoperto che la Golf era intestata a una rom 36enne di nome Stepic. I poliziotti si sono quindi diretti verso il campo nomadi di via Negrotto, dove è domiciliato il giovane, e dopo qualche istante hanno visto spuntare all’orizzonte la Golf a grande velocità.

La volante ha evitato lo scontro e i due malviventi si sono schiantati contro una recinzione. Poi hanno proseguito la fuga a piedi e sono riusciti a dileguarsi. Stepic è stato di nuovo indagato a piede libero per furto. Proprio settimana scorsa Salvatore Mazzara, padre di Pietro, aveva inscenato una protesta incatenandosi davanti al tribunale per chiedere giustizia per il figlio. Una giustizia mancata.

http://www.ilgiornale.it/cronache/rom_scarcerato_dopo_aver_causato_incidente_mortaleora_e_indagato_furto/pietro_mazzara-incidente-rom-nomadi-furto-scarcerato-michael_stepic/06-07-2012/articolo-id=595785-page=0-comments=1

Sanno dove sono, sanno cosa combinano. E non fanno nulla per fermarli. Sto parlando dei magistrati xenofili che vivono nei quartieri lussuosi delle città.
E dobbiamo farci un esame di coscienza anche noi, che permettiamo lo scempio di invasori, ladri, assassini e stupratori accampati nelle nostre città.

Basterebbe molto poco: basterebbe che migliaia di cittadini onesti marciassero verso questi luoghi di degrado e li circondassero. Pretendendo lo sgombero immediato.

Gli Zingari sono biologicamente delinquenti, nessuno può smentire questa tesi: sfidiamo chiunque a confrontarsi con noi sul tema.
L’unica soluzione è mandarli via dall’Italia.