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«Non uscirò di casa per un bel po’. È una vergogna che Modena sia diventata questa»

«Urlavo a più non posso, cercavo aiuto. Non c’era nessuno, un deserto, nessuno che potesse aiutarmi, soccorrermi, fare qualcosa. Questa è stata la grande angoscia. Sono terrorizzata e arrabbiata: sarà difficile che torni ad uscire di sera». Un agguato, una brutale aggressione: una signora che stava raggiungendo la propria abitazione in centro è stata assalita alle spalle, scaraventata per terra e rapinata della borsetta. Poco dopo la mezzanotte, corso Canalchiaro, lunedì di Pasqua. Benedetta Benedetti, affermato e conosciutissimo medico modenese di 60 anni, ha appena trascorso una serata in casa con un gruppetto di amiche in un appartamento lungo viale Muratori, all’altezza circa dell’ex questura. Lei, che abita in via dei Servi, aveva deciso di andare piedi. Prima di cena non pioveva ancora, il tratto era breve, niente auto. La piacevole serata volge al termine, la dottoressa, vista la pioggia che stava imperversando, si fa accompagnare da un’amica che però, non abitando in centro, la lascia nel punto più vicino, cioè l’imbocco di Canalchiaro sui viali. Benedetta scende dall’auto e s’incammina con la sua borsa di coccodrillo. «C’era freddo, pioveva forte, non c’era nessuno. Stavo sul marciapiede, volevo solo arrivare a casa e tenevo lo sguardo basso, tanto non c’era nulla in giro. Poi, camminando, nel mio basso campo visivo entrano quattro gambe. Alzo leggermente lo sguardo, vedo due stranieri, con delle specie di eskimo con cappuccio tirato su, diretti verso il parco. Uno aveva la barba. Non erano neri, ma dire di quale nazionalità straniera fossero è davvero difficile».

«Faccio qualche passo, sono all’altezza del sagrato della chiesa di San Francesco – spiega Benedetta – e mi trovo all’improvviso delle mani sulla bocca, sugli occhi. Erano quei due. Mi hanno aggredito alle spalle. Io, terrorizzata, inizio ad urlare. Sento che tirano la borsa, io per una reazione istintiva non la mollo, la tengo stretta e continua a cercare aiuto con le urla. Loro intanto tiravano, verso il parco, e quindi sono stata praticamente trascinata per parecchio metri, sino ad arrivare all’altezza del seminario. Lì il manico della borsa ha ceduto, si è spezzato e io sono finita per terra, violentemente. Mi sono fatta male al ginocchio. Ma non ho sentito subito la botta, anzi, mi sono rialzata e ho iniziato a inseguire i due. Li ho rincorsi urlando, vedevo che erano fuggiti verso il parco. Poi, e questo lì per lì mi ha fatto ancora più paura, ho sentito un uomo che diceva «signora, signora, aspetti…» e l’ho visto avvicinarsi. Ho pensato fosse un complice e per me sarebbe stata la fine». Invece si trattava di un ristoratore della zona che era andato al distributore automatico in Calle di Luca a prendere le sigarette e che aveva sentito le mie urla. È stato molto gentile». Un po’ di sostegno, almeno, il medico lo aveva trovato. Benedetta è la sorella di Eli Benedetti, giornalista, portavoce di Schifani, capogruppo del Pdl al Senato. «L’unica cosa che mi era rimasta era il cellulare perché lo avevo in tasca. Ho chiamato mia figlia, mio fratello. Non rispondevano, poi ho provato con l’amica dove abbiamo trascorso la serata ed è andata bene». Nel frattempo è arrivata la polizia. «Professionali e gentilissimi – dice Benedetta – nella borsa avevo casualmente tutto, anche il ricettario medico con i timbri. Chiavi di casa, chiavi dello studio medico, libretti degli assegni, carte, 400 euro: tutto sparito, dovrò cambiare tutte le serrature. E non uscirò di casa di sera per un bel po’. È una vergogna che Modena sia diventata questa».

 

http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/04/03/news/donna-aggredita-trascinata-e-rapinata-1.6811609

Società multiculturali: senegalese educava il figlio frustandolo con i cavi elettrici

Reggio Emilia, 02/04/2013 – Le urla di un bambino e lo schiocco delle frustate hanno fatto scoprire ai carabinieri di Reggio Emilia una storia di violenza familiare in un paese della provincia: un immigrato senegalese – come riferisce il ‘Resto del Carlino’ – ha preso a frustate il figlioletto, otto anni, con un cavo elettrico causandogli lesioni e ferite in tutto il corpo.

Sono i "nuovi italiani" della Boldrini

Il bimbo è stato ricoverato all’ospedale e giudicato guaribili in trenta giorni. E’ accaduto la sera di Pasqua (è il loro modo di festeggiare la resurrezione di Cristo evidentemente, ndr). Al loro arrivo nell’abitazione i carabinieri sono stati accolti dall’uomo che ha giustificato le urla parlando di un litigio avvenuto poco prima tra la moglie ed il bimbo, poi uscito per andare a giocare a pallone con gli amici. I militari, non convinti, sono entrati in casa e hanno scoperto il piccolo, in lacrime, ferito e rannicchiato nella vasca da bagno. E’ stato chiamato il 118, mentre il padre – 45 anni, operaio (uno di quelli “integrati” quindi, ndr) – e la madre sono stati portati in caserma per accertamenti. L’uomo – che ha detto di aver agito così per “educare” il bambino – è stato arrestato per abuso di mezzi di correzione e disciplina, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate. Nel cesto della biancheria da lavare i Cc hanno trovato il cavo elettrico, lungo circa un metro e del diametro di 1,5 cm, utilizzato per frustare il bimbo. Aprirsi all’immigrazione vuol dire aprirsi a nuove culture giusto? Bene, ora godetevele.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/04/02/Frusta-figlio-un-cavo-elettrico-devo-educare-_8488637.html

Droga: arrestato dai carabinieri di Chieti pericoloso latitante albanese – abruzzo24ore.tv


abruzzo24ore.tv

Droga: arrestato dai carabinieri di Chieti pericoloso latitante albanese
abruzzo24ore.tv
Un pericoloso latitante albanese di 36 anni e' stato arrestato, la notte di Pasqua, dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Chieti. L'uomo, ricercato da oltre quattro anni, circolava con un regolare passaporto, rilasciato
Rapinò un supermercato a Perugia, latitante albanese arrestato a Chietitoday
Arrestato a Chieti latitante albanese: nel 2007 rapinò titolare di un La Goccia (Comunicati Stampa) (Blog)

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Como: cittadini bloccano ladro nordafricano dentro un’auto

Cittadini-sceriffi bloccano un ladro dentro un’auto
Como – L’episodio è avvenuto nella notte tra sabato e domenica in via Ciceri. Vani i tentativi del malvivente di scappare. L’immigrato è ora al Bassone
L’uomo, un 30enne nordafricano, è stato poi arrestato dalla polizia con l’accusa di rapina impropria

 

L’intervento di alcuni passanti ha permesso l’arresto di un giovane che, nella notte tra sabato e domenica ha sfondato il vetro di una vettura in sosta a Como, in centro città, per rubare quanto contenuto all’interno. Il malvivente ha provato a fuggire, ma è stato fermato e accusato di rapina impropria.
Il movimentato episodio è accaduto in via Teresa Ciceri. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, attorno all’1.30 della notte di Pasqua, il giovane, un 30enne immigrato nordafricano, si è fermato accanto a una vettura in sosta sulla strada e, forse dopo aver notato all’interno qualcosa che potesse avere un valore, ha sfondato il vetro posteriore dell’automobile.
Il malvivente è poi entrato nella vettura e ha iniziato a rovistare tra i vani portaoggetti, alla ricerca di qualcosa che potesse costituire un bottino. L’intera scena è stata notata da alcuni passanti che stavano camminando in via Teresa Ciceri.
Senza pensarci troppo né farsi intimorire, questi si sono avvicinati alla macchina e hanno intimato al ragazzo di fermarsi.
Il nordafricano, allora, colto sul fatto, è uscito dalla macchina e ha provato a fuggire. È stato però bloccato e gli è stato impedito di allontanarsi. Nel frattempo, una chiamata al numero unico di emergenza 112 allertava le forze dell’ordine. Dalla centrale operativa è stata inviata immediatamente in via Ciceri una pattuglia delle volanti della Questura.
Il ladro, in attesa dell’arrivo degli agenti, ha provato a divincolarsi e a fuggire ed è nata una colluttazione con i passanti che lo avevano bloccato.
Questi ultimi, però, non si sono fatti sorprendere e hanno impedito la fuga del 30enne. All’arrivo dei poliziotti, giunti in pochi minuti in via Ciceri, il giovane è stato arrestato.
Gli uomini della Volante hanno prima ascoltato la testimonianza dei presenti e subito dopo constatato la situazione. Hanno quindi accompagnato l’immigrato in Questura.
Al termine dell’identificazione del giovane e delle procedure previste, il nordafricano è stato arrestato con l’accusa di rapina impropria. Il 30enne è stato trasferito nel carcere del Bassone e dell’episodio è già stato informato il sostituto procuratore di turno in Procura a Como.
Il proprietario della vettura dovrà riparare il vetro rotto, ma ha quantomeno evitato il furto degli oggetti all’interno della macchina.

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Il bilancio dell’operazione Pasqua Sicura della polizia in provincia … – Riviera24.it


Riviera24.it

Il bilancio dell'operazione Pasqua Sicura della polizia in provincia
Riviera24.it
A Sanremo gli uomini del Commissariato hanno arrestato un senegalese resosi responsabile di evasione dagli arresti domiciliari e un tunisino che aveva compiuto una rapina ai danni di un suo connazionale, cui aveva strappato dal collo una catenina dopo

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VENTIMIGLIA NOTTE DI PASQUA MOVIMENTATA PER UNA … – Liguria Notizie


Liguria Notizie

VENTIMIGLIA NOTTE DI PASQUA MOVIMENTATA PER UNA
Liguria Notizie
carabinieri-arresto IMPERIA.1APR. VENTIMIGLIA- Sabato sera movimentato quello di Pasqua a Ventimiglia. Intorno alla mezzanotte e trenta i Carabinieri sono dovuti intervenire in un locale della città di confine per calmare gli animi di alcuni avventori

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