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Piaga georgiana: arrestati in 13, decine di rapine in casa

20 settembre 2013 – Dalle prime ore della mattinata la Polizia di Stato sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 13 persone ritenute appartenenti ad una banda di cittadini georgiani responsabile di decine di furti in abitazione verificatisi tra i mesi di febbraio e giugno scorsi nelle province di Salerno, Napoli, Latina, Avellino, Benevento, Campobasso, Palermo e Trapani. Le indagini, avviate lo scorso mese di aprile, sono state condotte, in stretta sinergia con il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato (SCO), dalla Squadra Mobile di Salerno che sta dando esecuzione al provvedimento in collaborazione con le Squadre Mobili di Roma, Napoli, Palermo e Trapani ed il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria. Sono in corso numerose perquisizioni nei confronti di altri indagati non raggiunti da provvedimento restrittivo.

Il gruppo di georgiani, in gran parte clandestini, aveva collegamenti con altri analoghi gruppi presenti in altri Paesi europei. Le indagini hanno riscontrato il costante utilizzo da parte degli indagati di documenti di identità e di permessi di soggiorno falsi. L’organizzazione era particolarmente ramificata e strutturata con: la disponibilità di un ampio parco autovetture falsamente intestate al fine di rendere più difficoltose le indagini e la possibilità di risalire all’identificazione dei responsabili; la reciproca assistenza finanziaria e la garanzia della tutela legale in caso di arresto; consolidati canali di riciclaggio dei proventi dei furti; veri e propri corsi di addestramento per gli affiliati per l’apertura delle serrature per l’ingresso negli appartamenti.

Il gruppo di georgiani si avvaleva anche delle illecite attività di una 54enne donna napoletana che era in grado di fornire sostegno logistico con autovetture, alloggi ed altre utilità. Oltre ai furti contestati nell’ordinanza, numerosi altri furti sono stati sventati nel corso delle indagini ed in diverse occasioni gli autori sono stati arrestati in flagranza di reato con sequestro di refurtiva ed arnesi da scasso. Già nei mesi appena trascorsi, l’efficacia dell’attività investigativa e di contrasto ha determinato una sostanziale diminuzione del fenomeno: a Salerno i furti in abitazione nel secondo quadrimestre dell’anno sono diminuiti di circa il 50% rispetto al primo quadrimestre.

http://www.ntr24.tv/it/news/cronaca/furti-in-casa-arrestati-13-georgiani-messi-a-segno-colpi-anche-a-benevento.html

In ambito criminale l’integrazione funziona perfettamente.

Roma: arrestati dieci usurai filippini

Roma 07 mag 2013 – Prestavano soldi ai connazionali in difficoltà, con tassi di interesse stellari. In qualche caso l’80%. Un giro di “usura filippina” – questo il nome dell’indagine – che ha portato all’arresto di 10 persone (2 in carcere e 8 ai domiciliari)per i reati di usura appunto, estorsione ed esercizio abusivo di attività finanziaria. Tutto è partito nel giugno 2012, dalla querela presentata da una cittadina delle Filippine che denunciava i fatti. Le attività investigative, condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Casilina,  hanno consentito di individuare un gruppo di 10 soggetti filippini (6 donne e 4 uomini) di età compresa tra i 38 ed i 69 anni, residenti in maniera stabile in vari quartieri della“Roma Bene”, che con cadenza settimanale prestavano somme di denaro a tassi folli. Vittime connazionali in difficoltà economiche, conosciuti dagli stessi in quanto provenienti dalle medesime località nel Paese di origine.

Nel corso delle indagini le vittime, inizialmente reticenti, hanno poi collaborato fornendo un fondamentale contributo agli uomini dell’Arma. Oltre 100 le persone rimaste schiave del giogo usurario che, alla fine, si sono convinte a denunciare i loro aguzzini.  Nel contesto è emerso peraltro come il fenomeno, nelle Filippine, sia piuttosto diffuso e tragga origine da un metodo creditizio privato invalso degli anni ’80: piccoli imprenditori (venditori ambulanti) che rischiavano il fallimento, non potendosi rivolgere alle banche, in un periodo in cui lo Stato si trovava in difficoltà economiche, si rivolgevano settimanalmente a commercianti con maggiori disponibilità finanziarie, ai quali restituivano somme a interessi decisamente elevati, tanto da mantenere solo lo stretto necessario per sopravvivere.

E’ risultato palese tra l’altro come i prestiti venissero erogati solo a  conoscenti, in maniera tale da poter fare pressione sulla propria famiglia nel Paese di origine, qualora un debitore non estinguesse il debito. Erano soliti altresì accaparrarsi la clientela, verificarne la credibilità e generare fondi per i loro affari con la formula del credito cd. “associativo”, dove più persone versano la stessa quantità di danaro in un fondo comune, settimanalmente o mensilmente, per poi utilizzarlo a turno, previo pagamento di un interesse. Nei confronti dei soggetti indagati, già nel mese di settembre 2012, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Casilina avevano eseguito delle perquisizioni delegate dall’A.G. di Roma durante le quali veniva sottoposto a sequestro materiale e documentazione d’interesse. Due degli arrestati, entrambi di sesso femminile, sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Rebibbia Femminile, gli altri sono stati sottoposti al regime degli arresti domiciliari.

http://www.romatoday.it/cronaca/arresto-domestici-filippini-usura.html