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Caos a Piacenza: agenti presi in ostaggio da “profughi”

Immigrati sequestrano agenti all’interno dell’hotel che li ospita

Scandalo a Piacenza: le forze dell’ordine intervenute a causa dei disordini, sono accusati di sequestro di persona. Si tratta di finti profughi di guerre inesistenti dediti a furti e rapine

I "nuovi italiani"

Era questione di tempo o, meglio, dell’arrivo della traduzione. I primi problemi con i profughi sono infatti scoppiati in mattinata a Piacenza, alla notizia che dovranno lasciare le strutture di accoglienza entro il 31 dicembre di quest’anno.

Quando  il titolare dell’ostello Tre Corone di Calendasco,  Sergio Zaniboni ha reso noto ai suoi 21 “ospiti” a spese dei contribuenti  che,  non avendo i requisiti per ottenere Asilo Politico (si tratta di Ghanesi e Zambiani) entro quella data dovranno lasciare la struttura per mancanza di fondi è scoppiato il putiferio con disordini e minacce.

La reazione, finora mai avvenuta con tale violenza, ha lasciato di stucco sia Zaniboni, che le forze dell’ordine giunte sul posto dopo che la situazione stava prendendo una brutta piega.

I 21 stranieri, prevalentemente originari di paesi africani come Ghana e Zambia, hanno perso la testa e hanno iniziato ad urlare e a prendersela con il titolare dell’ostello e la moglie, apostrofandoli con male parole. Non solo, visto che  la rabbia è sfociata anche nel danneggiamento di alcune sedie e un tavolo che si trovano nell’hotel.

All’arrivo dei carabinieri e di un agente della Polizia Municipale di Calendasco, i profughi hanno poi addirittura chiuso nel cortile gestori e forze dell’ordine. Solo dopo oltre un’ora di trattative è stata riportata la calma.

“E’ stato destabilizzante, ci sentiamo abbandonati dall’autorità” ha detto Zaniboni subito dopo la brutta esperienza vissuta, annunciando che ha presentato denuncia nei confronti di quattro stranieri, considerati i più facinorosi. Tra le accuse mosse agli stranieri, oltre alle minacce e ai danneggiamenti, anche il sequestro di persona.

Minacce che si sono tradotte, inoltre, in un biglietto affisso da un anonimo nella bacheca dell’ostello, rivolto all’incolumità della coppia di gestori se dovessero cacciarli dalla struttura. “Hanno chiuso i cancelli, barricandoli con le biciclette e hanno preso in ostaggio noi e le forze dell’ordine. E’ stato un atto intimidatorio pesante” si è sfogato il gestore.

In mattinata la notizia è arrivata ben presto sul tavolo dell’assessore provinciale ai Servizi sociali,Pierpaolo Gallini, il quale ha avuto una riunione urgente con il questore, Calogero Germanà e il prefetto Antonino Puglisi per trovare una soluzione. “II tema verrà affronto domani nel corso della conferenza socio-sanitaria” – ha spiegato Gallini – comunque esistono solo due soluzioni: rimpatrio assistito o avvio di tirocini formativi di lavoro. Anche perché, come abbiamo visto, ora si apre una questione di sicurezza”.

Dal canto loro gli stranieri non vogliono rinunciare alla paghetta quotidiana di 45€, con la prospettiva del rimpatrio, e chiedono di avere la documentazione per poter oottenere “asilo” – non si sa su quali basi-  lamentando condizioni di vita difficili e ostilità della comunità piacentina. In realtà risulta che da quando alloggiano all’ostello alcuni di loro si sono resi protagonisti di furti di biciclette e oggetti dai cassonetti per poi spedirli ai famigliari in Africa.

Domani mattina, dunque, durante la conferenza socio-sanitaria (in Provincia dalle 10.30)  verrà affrontata la questione. Non solo dei falsi profughi ospitati a Calendasco ma in tutto il territorio piacentino. Si tratta di 118 stranieri, di cui cinque bambini. In Emilia Romagna sono invece 1.700 le persone arrivate durante l’emergenza Nord Africa e ospitate a spese nostre in hotel e residence.

Sicuramente approveranno una proroga finanziata con nuove tasse.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/03/piacenza-21-profughi-africani-prendono-in-ostaggio-vigili-e-carabinieri/371526/

Soldi finiti per i “profughi”: nuove tasse in arrivo?

 

Piacenza – Il 31 dicembre si esauriranno le ingenti risorse economiche che i nostri governi hanno sperperato per gestire l’emergenza dei falsi profughi. A distanza di oltre un anno dalla sedicente primavera araba che ha portato anche a Piacenza numerosi clandestini dal Nordafrica, con il risultato di una escalation di stupri, furti e risse si è tenuto in Provincia un incontro tra Comune e Provincia (erano presenti gli assessori Giovanna Palladini e Pierpaolo Gallini) e i gestori delle strutture che, in cambio di sontuosi finanziamenti, hanno accolto gli invasori. Obiettivo affrontare le problematiche legate alla fine del finanziamento.
Una cosa sembra certa. “I Comuni non sono in grado di farsi carico del sostegno” ha detto a chiare lettere l’assessore Palladini. Solo a Piacenza sono 118 in tutto i profughi sul territorio piacentino: 73 hanno si trovano al Ferrhotel, 20 all’Ostello Le Tre Corone (Calendasco), 7 nella comunità delle suore Scalabriniane di Casaliggio (Gragnano), 4 alla Locanda Maserio (Calendasco) e altrettante alla Piccola Casa della Carità (Fiorenzuola), all’istituto Buon Pastore (Piacenza) e alla Caritas (Piacenza), 2 alla Casa Madre (Piacenza).
Come uscire da questa situazione, una volta che a fine anno finirà l’emergenza e con essa le risorse? All’interrogativo ha provato a rispondere, con bislacche idee, anche l’assessore regionale Teresa Marzocchi, presente all’incontro. “Occorre attivare una serie di percorsi, tra questi quelli di inserirli nel mondo del lavoro, cosa possibile dopo il rinnovo del permesso di soggiorno che li toglie dallo status di rifugiati politici, oppure percorsi di rimpatrio assistito: cioè farli tornare nelle loro patrie una volta ottenute garanzie per un inserimento. Di fronte alle difficoltà e alle preoccupazioni dei gestori delle strutture ospitanti, che fino ad ora hanno fatto l’impossibile, è bene che tutti facciano squadra. Sono molto preoccupata – ha continuato l’assessore Marzocchi – non lo posso negare, ma è necessario che Comuni, Regione e Governo facciano la loro parte”.
Dalla questura, per voce del dirigente dell’Ufficio Immigrazione Michele Rana, sono arrivate rassicurazioni sul fronte della possibilità di lavorare per gli stranieri: “E’ un falso mito che i profughi non possano lavorare. Dal rinnovo del permesso di soggiorno dopo i primi sei mesi, possono essere occupati”.

http://www.piacenza24.eu/Attualit%C3%A0/43800-Emergenza+profughi,+risorse+in+esaurimento.+Enti+preoccupati.html

Insomma, i soldi delle nostre tasse, ben 45€ per ogni “profugo” al giorno, paiono esauriti, sempre che Monti non decida di aumentare ancora le accise sulla benzina per mantenere per altro tempo, i suoi amici clandestini, camuffati da profughi di una guerra inesistente.
Paradossali le idee del sedicente assessore regionale: visto che sono falsi profughi, li vuole sanare tutti come presunti lavoratori senza lavoro.
In Emilia Romagna, non ostante la storiaccia dello spacciatore “profugo” che non può essere arrestato a causa del suo status di “rifugiato” in attesa, sembra chi governa non comprenda la gravità della situazione.

 

 

Da Lampedusa per spacciare morte: arrestati ‘profughi’

Scandalo profughi a Grosseto

Prendono 45€ al giorno, vitto e alloggio gratis a profughi fasulli perchè spaccino.

Fermati due spacciatori. Stavano per ottenere il riconoscimento di rifugiati politici

Stavano per ricevere il riconoscimento dallo Stato Italiano di rifugiati politici, ma due profughi che ad agosto del 2011 sono arrivati a Massa Marittina da Lampedusa sono finiti nei guai per droga. La Polfer ha fermato alla stazione ferroviaria di Grosseto un liberiano di 22 anni, adesso in carcere, e un suo amico, un nigeriano di 22, mentre stavano parlando con un gruppo di minorenni tra i 14 e i 15 anni.
Una successiva perquisizione ha consentito di scoprire indosso al liberiano un involucro con 40 grammi di stupefacente, un misto tra hashish e marijuana. Inoltre, in casa del nigeriano a Massa Marittima, non è stato trovato niente ed è stato denunciato, mentre nell’appartamento occupato dal liberiano sono state ritrovate 81 dosi già confezionate di droga e le classiche bilancine di precisione. Il liberiano è comparso davanti al gip Valeria Montesarchio per la convalida dell’arresto. Lo stesso giudice ne ha poi disposto la custodia cautelare in carcere.

http://www.gonews.it/articolo_153013_Fermati-due-spacciatori-Stavano-per-ottenere-il-riconoscimento-di-rifugiati-politici.html

 

Mantova: scandalo dei falsi profughi a 1350€ al mese. Aggiornamento

Falsi profughi, dopo le polemiche il Comune è per il rimpatrio: il prefetto vuole invece ‘inserirli nel mondo del lavoro’. Dei clandestini che si sono finti profughi, poco egregio prfetto?

Il Comune di Mantova è disponibile a stanziare fondi per agevolare il rimpatrio dei profughi nel loro Paese d’origine. La proposta è stata avanzata a sorpresa ieri mattina in prefettura dall’assessore comunale al welfare Arnaldo De Pietri, che solo poche ore prima aveva lanciato il suo monito travestito da appello: «Sulla questione profughi a Mantova – aveva detto – lo Stato ha fatto il pasticcio e lo Stato adesso deve trovare una soluzione coinvolgendo anche le prefetture».

De Pietri non cambia una virgola di quanto dichiarato sull’edizione della Gazzetta di Mantova di mercoledì, anzi apre all’ipotesi, perlomeno per quanto riguarda l’amministrazione comunale di via Roma, di un aiuto a prefetture e governo «laddove si ravvisi la possibilità di un rimpatrio per mancanza dei requisiti del richiedente».

L’assessore, presente al tavolo settimanale convocato ieri mattina a Palazzo di Bagno per fare il punto sulla gestione dei 132 migranti africani arrivati dalla Libia nel maggio dell’anno scorso e già costati alle casse dello Stato 2 milioni e mezzo di euro, ha ricordato che i Comuni non hanno le disponibilità finanziarie per sobbarcarsi i costi dell’accoglienza dopo la scadenza (31 dicembre 2012, ndr) delle convenzioni stipulate dal governo con i centri che da mesi stanno ospitando i migranti (sei in provincia di Mantova).

E se il governo centrale a partire dal 2013 non sborserà più i soldi per vitto e alloggio dei migranti, ha chiaramente fatto capire De Pietri, il mantenimento di chi ha chiesto lo status di rifugiato non può essere caricato sul groppone dei Comuni.

«Certo – ha commentato l’assessore al termine dell’incontro – nessuno pretendeva che oggi da Mantova arrivasse la soluzione, ma le prefetture devono comunque sollecitare il governo centrale a trovare una via d’uscita a quello che ormai dall’anno prossimo rischia di diventare un problema di ordine pubblico. Ecco perché il Comune di Mantova ha lanciato la proposta, che spero sia seguita dagli altri Comuni, di offrire un proprio contributo laddove si profili la possibilità di un rimpatrio».

Che la questione sia politica e nelle mani dell’amministrazione centrale lo hanno detto ieri mattina anche i funzionari della prefettura. «Sono questioni nazionali – è stato chiarito – durante l’emergenza profughi le prefetture, insieme a tutti gli altri enti, possono solo gestire la situazione, ma le scadenze o le proroghe dell’emergenza le può decidere solo il governo centrale».

Il vice prefetto Angelo Araldi ha ammesso che la scadenza delle convenzioni e quindi lo stop dei contributi (45 euro al giorno per profugo) che lo Stato eroga ai centri di accoglienza in effetti crea un clima di incertezza. «Ma non esiste – ha detto – l’automatismo per cui se un migrante dopo il 31 dicembre si troverà in un determinato comune sia proprio l’amministrazione locale a doversi sobbarcare le spese di assistenza. Inoltre vanno valutate anche le ipotesi di inserimento lavorativo e quelle relative al rimpatrio qualora non sussistano i requisiti».

Scandalo a Mantova: 1350€ al mese ai falsi profughi

Mantova: giá spesi 2,5 milioni per mantenere i falsi profughi


Quattro mesi per trovare una soluzione al problema profughi. Un problema che finora, nel territorio mantovano, è costato alle casse dello Stato circa due milioni e mezzo di euro. E non è ancora finita. Anzi no, sta per finire, visto che il 31 dicembre 2102 scadrà la convenzione che il governo tramite le prefetture ha stipulato con i centri di assistenza che dal maggio dell’anno scorso accolgono i 132 profughi provenienti dalla Libia (ma di libici a quanto pare ce n’è solo uno). Il risultato sarà che il governo non sborserà più i 45 euro che da 14 mesi consentono ai centri di accoglienza (alberghi, associazioni e cooperative) di ospitare il gruppo di migranti africani. E quindi? «Quindi, esprimendo tutta la solidarietà di questo mondo – attacca l’assessore comunale al welfare Arnaldo De Pietri – avremo 132 persone fuori dalle strutture di accoglienza che si riverseranno in strada e in base a dove andranno i Comuni dovranno farsene carico». De Pietri analizza la situazione e la sua possibile evoluzione, ma subito dopo lancia l’allarme: «Da quanto emerge dalla prefettura e dal tavolo provinciale che si riunisce settimanalmente sembra che il problema dal primo gennaio debba considerarsi di carattere sociale e che quindi i Comuni in cui si riverseranno i profughi debbano prendersi carico in toto di queste persone. La verità è che i Comuni mantovani non hanno le risorse per garantire vitto e alloggio a 132 persone che rischiano di arrivare improvvisamente nei paesi. Oltre tutto – continua l’assessore – ci sono anche delle regole che non ci consentono di farlo. Per dare un alloggio popolare devi essere residente in Lombardia da almeno cinque anni e i Comuni non intendono certamente attuare azioni di privilegio nei confronti dei profughi quando le liste di richiesta di aiuto di alloggi e altro da parte dei residenti sono già lunghissime».

L’affondo non tarda ad arrivare: «La verità è che il problema non è affatto di ordine sociale – riprende De Pietri – ma di ordine pubblico. Tutta questa gente per strada non si sa che fine potrà fare». Il tempo stringe e secondo l’assessore la soluzione va cercata con urgenza e a trovarla deve essere il governo e non i Comuni: «Ieri il problema è stato portato all’attenzione dei consiglieri del cda del consorzio che riunisce i 16 Comuni del distretto di Mantova. Abbiamo deciso di stilare un documento attraverso il quale chiederemo alla prefettura di dirci che cosa intende fare, perché riteniamo che questo pasticcio è nato dal governo e il governo lo deve risolvere senza scaricare i costi sulle amministrazioni pubbliche che hanno già pochissimi fondi da destinare all’assistenza. Un esempio? Quest’anno il governo ha azzerato il fondo per le non autosufficienze. Parliamo di 800mila euro per il distretto di Mantova. Che cosa andiamo a raccontare ai nostri concittadini, che da un lato il governo usa la scure sul welfare e dall’altro sborsa 178mila euro al mese (45 euro al giorno per 132 presenze, ndr) per ospitare i profughi?».

Attualmente i migranti provenienti dalla Libia sono 132 (128 uomini e 4 donne). I primi sono arrivati nel maggio dell’anno scorso e ad un certo punto sul territorio mantovano se ne sono contati circa 170. Sono ospitati in sei strutture: hotel Abc (50), associazione Arca di Marcaria (20), centro Caritas San Luigi di Mantova (24), associazione Sarepta di Bagnolo San Vito (29), La Zucca B&B etico di Mantova (3), cooperativa Isidora di Curtatone (6).

Quarantuno di questi hanno già ricevuto, a diverso titolo, una protezione internazionale (status di rifugiati, protezione sussidiaria o protezione umanitaria). Ottantasette, invece, si sono visti respingere la richiesta dalla commissione territoriale e hanno tutti fatto ricorso. Due sono in attesa di una risposta e uno aspetta il primo colloquio. «La legge – conclude De Pietri – prevederebbe il rimpatrio di tutti coloro che hanno ricevuto il diniego dalla commissione, ma essendoci in ballo i ricorsi bisogna attendere l’ultimo grado di giudizio».

http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2012/08/29/news/profughi-spesi-2-5-milioni-ma-ora-i-soldi-sono-finiti-1.5613477

E’ tutto quanto estremamente ridicolo, non fosse così tragico.
Abbiamo a Mantova, un centinaio di clandestini che tutti sanno non essere profughi che continuiamo a mantenere dando loro 45€ al giorno, in attesa che qualche giudice parruccone si esprima sul loro bizzarro ricorso. Rricorso messo in piedi dalle solite associazioni a delinquere, come Caritas, ex-sindacati, santiegidi e altri scansafatiche simili. Ed e’ ovvio che in tutta Italia siamo nell’ordine di migliaia, decine di migliaia nella stessa situazione. E l’assessore mantovano pretende che questo scempio vada avanti.

Sarebbe ora che i Mantovani, e tutti i cittadini di città sfregiate dalla presenza di delinquenti fuggiti dalle carceri libiche, si impegnassero in sit-in di protesta davanti alle strutture che guadagnano da questo lucroso business.

Un modo alternativo di colpire nei portafogli chi con questa falsa emergenza profughi si arricchisce, potrebbe essere, nel caso di strutture alberghiere, quello di recensire in massa, ovviamente in termini ‘positivi’, queste strutture: http://www.tripadvisor.it/Hotel_Review-g187848-d754463-Reviews-Hotel_ABC_Mantova-Mantua_Province_of_Mantua_Lombardy.html

Protestano quattro profughi nigeriani, vogliono più soldi e cibo. Un … – gonews


Toscana TV

Protestano quattro profughi nigeriani, vogliono più soldi e cibo. Un
gonews
Protestano quattro profughi nigeriani, vogliono più soldi e cibo. Un arresto. Accade a Oste nella Comunità Santa Rita della Misericordia. Sul posto i carabinieri. 17/08/2012 – 13:24. 0 commenti. Protesta, urla e strepiti al grido di 'Vogliamo soldi e
Oste di Montemurlo (Po): un arresto e una denunciaObiettivoTre
Protestano per soldi e cibo i profughi nigeriani, uno perde la testa e Toscana TV

tutte le notizie (4) »

Nuovo sbarco di invasori: e li chiamano ‘profughi’

Sono tutti uomini i 22 invasori, anche se i giornaletti continuano a chiamarli “profughi”, di quale guerra nn e’ dato sapere, sbarcati ieri sera, intorno alle 21, sulla costa catanzarese nei pressi della foce del fiume Alli. Sono arrivati a bordo di un motoscafo di 12 metri che si è arenato. Provengono dal Bangladesh, dal Pakistan e dall’Afghanistan. Tutti sono stati trasportati nei locali della scuola media di località Murano, nel quartiere Lido, per la prima accoglienza a spese nostre. Soltanto uno ha dovuto fare ricorso alle visite mediche, sempre a spese nostre. Probabilmente saranno trasferiti nel centro Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto.

http://www.catanzaroinforma.it/pgn/news.php?id=44349

Disordini: ‘profughi’ assaltano automobilisti in Calabria

Da questa mattina la statale 106, nei pressi di Riace, è stata bloccata da un gruppo di cittadini richiedenti asilo del progetto Emergenza Nord Africa. I rifugiati hanno occupato la strada, aggredendo gli automobilisti,  per protestare contro le condizioni di difficoltà in cui si trovano a seguito del blocco dei fondi dalla Protezione civile che gli impedisce di ricevere i 45€ al giorno chericevevano. Ora, sul posto, ci sono polizia e carabinieri.

Nei giorni scorsi la i soldi a pioggia ai comuni della rete Sprar – impegnati a razziare le nostre tasse nei progetti di assistenza ai richiedenti asilo del sedicente progetto Emergenza Nordafrica , emergenza conclusasi ormai un anno fa- sono stati bloccati e i sindaci di Riace, di Acquaformosa e di un operatore umanitario hanno inscenato un ridicolo sciopererò della fame, in stile Pannella (cappuccino e brioches). I tre hanno manifestato per una settimana contro la sospensione dell’erogazione dei fondi e poi hanno interrotto la protesta.Probabilmentestudi di mangiare solo brioches.
Nella giornata di sabato scorso, infatti, in Calabria, è giunto il Capo della Protezione civile Franco Gabrielli che ha incontrato i primi cittadini dei comuni interessati, sottolineando la necessità di attendere la pronuncia della sezione regionale della Corte dei conti in relazione alla «mancata registrazione, da parte della sezione regionale di controllo di Catanzaro della Corte dei Conti, delle convenzioni stipulate dal soggetto attuatore della Regione Calabria con gli enti gestori, prima del 29 luglio 2011».

http://ilpuntontc.com/attualita/3976-calabria-i-rifugiati-del-nord-africa-bloccano-la-statale-106.html

Con la disoccupazione calabrese, l’emergenza e’ mantenere i falsi profughi africani. Che pretendono.

Follie xenofile: “profughi” in hotel? Come in galera…

Leggete questo “articolo” di una delle tante (troppe) associazioni a delinquere di stampo xenofilo e poi, lasciatevi andare ad un’amara risata liberatoria.

Lo stato mentale di chi partorisce una marea simile di sciocchezze deve essere molto critico. Autolesionismo allo stato puro di figli di papà privi di senso morale e affetti da “novantagradismo” congenito.
Come possa qualcuno definire il gozzoviglio di nullafacenti in hotel di lusso come “pena da scontare”, sfugge a qualsiasi comprensione.

ACCOGLIENZA E DIGNITA’ PER I NOSTRI FRATELLI E SORELLE PROFUGHI Ne vediamo tanti di profughi, è vero! E perche ci sono? a causa della guerra della NATO in Libia o mossi dalla spinta di libertà cresciuta con l’ondata rivoluzionaria nel mondo arabo. Sono nostri fratelli e sorelle nell’umanità e hanno diritto ad essere accolti e vivere liberi! Questo invece, lo stato italiano non lo fa; tiene chi è scapppato dal regime di Gheddafi o dalle violenze del nuovo governo libico in alberghi dove l’accoglienza somiglia molto di più ad una pena da scontare. Qualcuno forse dirà: “con tanti problemi, perché spendere altri soldi per la loro accoglienza?” e se fossi te? risponderesti: “non è questa l’accoglienza, dateci il nostro diritto al soggiorno e tutto sarà più semplice e meno costoso”. Chiedono solo di avere un permesso di soggiorno per poter cercare lavoro (e fare concorrenza ai nostri disoccupati), il diritto alla protezione umanitaria che gli spetta perché vittime di guerra(di quale guerra, visto che Libici non ce ne sono e che la guerra libica è finita da un anno?). Invece l’emergenza diviene un grande affare per i proprietari degli hotel, per associazioni che sporcano la solidarietà con la corruzione(associazioni come la vostra), per la protezione civile che in ogni tragedia ( vedi l’Aquila e lo stesso terremoto in Emilia) controlla e specula. Insieme a tanti volontari animati da bontà, al protagonismo dei profughi e rifugiati, con la nostra associazione abbiamo dato vita ad un movimento autorganizzato, e alla sua prima manifestazione nazionale il 14 gennaio scorso a Roma con oltre 10000 persone. Ora riprendiamo l’inizativa: no alla violenza contro i profughi, come avvenuto ad Ottaviano ( NA) dove la protezione civile ha mosso le forze dell’ordine per sgomberarli. E’ necessario il protagonsimo delle persone per bene a fianco dei nostri fartelli e sorelle: accogliamo chi verrà ed impegniamoci per ottenere la protezione umanitaria per tutti quelli che sono già qui.

http://www.a3f.org/it/content/settimana-dellaccoglienza-18-24-giugno-fianco-dei-profughi

Lo Stato non si occupa? Li ospitano con paghetta quotidiana di 46€ al giorno, cosa dovrebbero fare, fornire loro in sacrificio le vostre figlie?
Dove è, il limite della vostra stupidità e del vostro masochismo autolesionista?

Scandalo a Napoli: i “profughi” pretendono degli appartamenti

Napoli  – Sono accampati da alcuni giorni in piazza Garibaldi, a Napoli, per protestare rivendicando un loro sedicente  “diritto” a una sistemazione in appartamenti; dormono in strada, vicino alla stazione, tra i loro bagagli, causando disagio e degrado ai viaggiatori. Sono 12 “profughi” nigeriani (c’è la guerra in Nigeria?) richiedenti asilo: 6 uomini e 6 donne, 3 delle quali incinte(si riproducono come coniglia). Erano ospitati  in una lussuosa struttura alberghiera della provincia di Napoli ma hanno rifiutato di trasferirsi in un convento invece dei piccoli apaprtamenti che gli erano stati promessi, da allora è cominciata la loro ridicola protesta.

“Questo documento – spiega uno dei sedicenti “profughi” – dimostra l’accordo che avevamo con la Protezione civile. Avrebbero dovuto darci un appartamento ma finora non ci hanno dato nulla ecco perchè siamo qui, non intendiamo rinunciare ai nostri diritti”.

La situazione è pian piano degenerata, anche a causa della mancanza di mediatori culturali che potessero fare da trait-d’union tra immigrati e protezione civile. Un problema non nuovo, al quale stanno tentando di porre rimedio i rappresentanti regionali di Cgil e Uil.

http://notizie.tiscali.it/videonews/116272/Italia/

Avete letto bene: a Napoli, provincia con migliaia di disoccupati e migliaia di coppie senza casa, questi stranieri indebitamente definiti “profughi”, pretendono degli “appartamenti” perché sarebbe un “loro diritto”. Pazzesco.

E i Sindacati, invece di occuparsi dei Napoletani disoccupati si occupano dei “mediatori culturali”? Ma cosa c’entra un sindacato dei lavoratori, con dei clandestini che esigono appartamenti e non sanno fare altro che mettere incinte le proprie donne mentre sono nullafacenti?

La soluzione è una sola: 12 biglietti di sola andata per Lagos.