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Toscana: una regione in balia dell’immigrazione

Firenze, 1 settembre 2013 – Si fa presto a dire turismo. Si fa presto, quando a Viareggio un ladro immigrato porta via in un sol colpo tredici biciclette a una comitiva di tedeschi. E deve intervenire il governatore della Toscana per dire: scusateci, paghiamo noi. Bravo, presidente Rossi, abbiamo evitato una figuraccia. Ma quanti altri ospiti ripartono alleggeriti, insoddisfatti e non rimborsati? Si fa presto, quando passeggi nel centro di Firenze, e alle «fonticine» di via Nazionale, uno dei più bei tabernacoli della città, firmato Della Robbia, trovi un coppia di punk che fa il bagnetto al cane, tanto per affogare le pulci, o un gruppetto di giovani rom che fa il bucato, e si dà pure una lavata alle ascelle. Lezione di igiene. Il tutto mentre i turisti fotografano. Così quando tornano a casa, possono documentare il molteplice utilizzo delle nostre opere d’arte. Un po’ monumenti, un po’ bagni pubblici.

SI FA PRESTO a dire turismo, quando due ragazzini stranieri si arrampicano allegramente sulla facciata di Santa Maria del Fiore a Firenze, immortalati dalla mamma con il cellulare. «Visto che bravi — racconteranno a scuola — abbiamo fatto una scalata senza andare in montagna. Gran Paese l’Italia». Insomma, si fa presto a dire turismo quando gli episodi che abbiamo appena raccontato avremmo potuto documentarli a Roma, Venezia, Pompei… Allora, punto primo. O si da sostanza alla parola «rispetto», oppure il turismo sarà sempre più brutto, sporco e cattivo. E noi più poveri. Rispetto delle regole, da parte nostra in primo luogo. Perché se tanti stranieri si sentono autorizzati a fare cose inimmaginabili da loro, è perché le facciamo anche noi, o diamo comunque l’idea di poterle fare. Autocontrollo, dunque. E controllo. Vigili, Polizia, Carabinieri . E se serve, l’Esercito. Presenza e dissuasione. Perché un monumento, il suo decoro, ha lo stesso valore di un tribunale: è un obiettivo sensibile. Da difendere.

http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2013/08/31/942753-editoriale-cane.shtml

Lo mandano ai domiciliari: e lui guadagna 2mila euro al giorno spacciando

LORIA – Il fatto di essere agli arresti domiciliari non aveva bloccato la sua fiorente attività di spaccio.

Secondo quando appurato dai carabinieri della stazione di Riese, Mohammed Abdoun (in foto), marocchino di 34 anni residente in via Roma a Loria, vendeva comunque cocaina ai suoi clienti.

Dopo averlo tenuto sotto controllo per qualche mese, i militari sono arrivati a documentare come in una settimana riuscisse ad effettuare anche 135 cessioni di stupefacente, stimando incassi settimanali di circa 14mila euro: un giro a dir poco redditizio.

I carabinieri, dopo aver documentato l’attività in seguito a numerosi contatti coi suoi clienti, hanno effettuato una perquisirne in casa sua, trovandoci 240 grammi di cocaina, 5mila euro in contanti ed un bilancino di precisione.

A quel punto sono scattati l’arresto ed il trasferimento in carcere.

http://www.oggitreviso.it/node/60675