Veneto: locali cinesi con documenti falsi, 50 attività chiuse

15-11-2014

PADOVA. L’indagine della Guardia di Finanza alza il velo sulla gestione cinese di molti bar, ristoranti e altre attività commerciali. E soprattutto su come l’organizzazione attiva in tutto il Veneto riusciva ad aggirare norme e burocrazia. Al centro dell’organizzazione c’è un’agenzia di servizi di Santa Maria di Sala, nel Veneziano, il cui titolare, un uomo di 63 anni, è stato arrestato.

A lui ci si poteva rivolgere per ottenere i cosiddetti Rec (certificati di abilitazione alla gestione di bar e ristoranti): il costo variava dai 1.500 ai 1.800 euro. Si tratta di certificati necessari per la somministrazione di alimenti e bevande che si ottengono normalmente dopo aver frequentato un corso di 120 ore. In questo caso invece venivano rilasciati anche a persone che neppure conoscevano l’italiano.

L’imprenditore veneziano scannerizzava il documento e lo compilava con i dati dell’interessato che poteva così aprire il bar o il ristorante senza perdere tempo in pastoie burocratiche e percorsi formativi lunghi settimane. Secondo la Finanza nla falsificazione e il commercio di documenti fasulli erano diventati “il core-business” dell’organizzazione veneta, ed “avevano assunto i contorni dell’attività organizzata su scala industriale”.

Le copie del Rec erano infatti di altissima qualità e praticamente indistinguibili dagli originali, se non dopo un’accurata analisi. Il commercio illegale di documenti era diffuso in tutta Italia e fruttava decine di migliaia di euro. Sono 50 i bar e ristoranti del Triveneto per cui sono state avviate le procedure di chiusura per falsi Rec.

http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2011/07/15/news/ecco-come-i-cinesi-comprano-e-aprono-bar-e-ristoranti-1.1035808

Non esiste alcuna attività cinese lecita in Italia. E la metà dei cinesi regolari sono in realtà clandestini, falsi come i loro prodotti.

EVIDENZA, Padova

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