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Far west Italia: gruppi di immigrati si affrontano con spranghe, bottiglie e mattoni

REMEDELLO 23 08 2013 –  A fronteggiarsi due famiglie nordafricane. Dopo la nuova zuffa i residenti invocano un’assemblea pubblica. Prima la rissa poi la caccia all’uomo nelle strade attorno all’oratorio  A terra resta un giovane tunisino  con il gomito fratturato a mazzate. Ennesima serata ad alta tensione nelle strade di Remedello Sopra che assomiglia sempre più a un Far West dove i conti si regolano a colpi di spranghe e bottiglie rotte.  A innescare il turbine di violenza un banale litigio fra due giovani donne che in pochi minuti sono state spalleggiate da mariti, fratelli e figli. È bastata poi una parola di troppo ad accendere la rissa scandita da inseguimenti, lanci di mattoni e bottiglie.  Il giorno dopo l’episodio la comunità è ancora scossa dall’ennesima zuffa tra cittadini stranieri, scoppiata attorno alle 21.30 di mercoledì in via Garibaldi: due gruppi di origine nordafricana si sono affrontati nelle vicinanze dell’oratorio. Chi ha assistito alla rissa parla di duelli a colpi di bastone e di un tiro al bersarglio selvaggio. Un vortice di urla, insulti, imprecazioni e grida di dolore che ha richiamato l’attenzione di numerosi residenti che si stavano godendo la frescura serale. Qualcuno ha prontamente telefonato ai carabinieri della stazione di Isorella. All’arrivo dei militari i protagonisti della rissa si erano già dileguati, lasciando a terra un ragazzo marocchino con un gomito fratturato, che è stato trasportato in ambulanza all’ospedale.  DURANTE LA NOTTE i carabinieri hanno effettuato controlli nelle case di alcuni sospetti per gli accertamenti che serviranno a ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. L’episodio segue la rissa del 21 marzo in via Roma, che anche in quell’occasione vide protagonisti alcuni cittadini stranieri, e la rapina alla tabaccheria di via Garibaldi. Una vera escalation di tensioni, difficili da comprendere per una comunità che fino a poco tempo fa non era abituata a gesti di questa gravità e ferocia. E il sospetto è che l’episodio dell’altra sera nasconda una vera e propria faida tra famiglie di immigrati. «Non se ne può più – si sfogano i residenti su Facebook -, non si è più tranquilli ad uscire a piedi o in bicicletta». Molte mamme esprimono preoccupazione per i propri figli che escono la sera per andare all’oratorio, in strade che un tempo erano sicure e conoscevano solo il vociare allegro di qualche anziano che passava il tempo facendo «filos». E così gli abitanti esasperati chiedono interventi immediati alle autorità e si stanno organizzando per incontrarsi in un’assemblea pubblica.  Preoccupato anche il primo cittadino Francesca Ceruti: «Noi sindaci siamo l’autorità più vicina alle gente, ma anche quella con meno potere. Ci chiedono di gestire il territorio e ci tolgono gli strumenti per farlo. In questo modo diventiamo solo bersagli per chi non comprende i meccanismi di una burocrazia fatta nelle “stanze dei bottoni”, dove vengono stabilite regole che sono di difficile applicazione».  Gli abitanti di Remedello lanciano un appello a istituzioni e prefetto, perché intervengano con urgenza: non vogliono essere lasciati soli ad affrontare una situazione così delicata.

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