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Coppie Miste: immigrato massacra la moglie incinta

Malmenata, spinta, picchiata nonostante fosse incinta di ormai quattro mesi. Autore delle violenze il convivente serbo con il quale la donna aveva instaurato una relazione da ormai due anni portando con sè anche i figlio avuto dal primo matrimonio.

Succede a Treviso, tra le case di Santa Maria del Rovere, dove venerdì pomeriggio gli agenti della polizia sono intervenuti a sirene spiegate per una – purtroppo l’ennesima – lite in casa di coppie miste registrata i questi giorni. A chiamare la polizia è stata la stessa donna, quarantenne, sconvolta. «Correte mi vuole ammazzare» avrebbe detto la telefono con il centralinista della questura salvo poi abbassare la cornetta e richiamare trascorsi alcuni minuti chiedendo di ritirare l’intervento.

La polizia però è intervenuta ugualmente, e quando è arrivata a casa ha trovato l’abitazione sottosopra e degli zoccoli lanciati in giro per casa, forse dall’uomo, forse dalla donna stessa nel tentativo di difendersi.

Lei era in lacrime, choccata, ha raccontato le difficoltà dell’ultimo periodo, le liti, le incomprensioni e le violenze, ma si è rifiutata di sporgere querela o chiedere un ammonimento come suggerito dagli agenti, anche dopo essere stata condotta in ospedale per degli accertamenti. Perché? Forse paura, forse timore di aggravare le cose. La stessa identica decisione presa a San Zeno sempre venerdì da un’altra donna, sposata in via di separazione, dopo la lite che aveva portato il marito e prenderla per il collo e picchiarla. Anche in quel caso sono stati gli agenti della polizia a intervenire dopo la chiamata dei vicini che avevano sentito le urla. Ma anche in quel caso lei, nonostante i lividi, si è rifiutata di esporsi almeno per ora. Ha raccontato le liti, i «dispetti» fatti dall’uomo che le nascondeva le chiavi dell’auto impedendole di uscire o rubandole i vestiti dall’armadio per il gusto di rovinarle la giornata. Ha descritto le parole usate contro di lei anche in presenza di altre persone, e poi gli scontri fisici che anche venerdì pomeriggio le avevano lasciato alcune escoriazioni. La questura ribadisce: «Le donne non abbiano paura di raccontare e denunciare, solo così possiamo aiutarle a evitare maltrattamenti o altri eventi ben peggiori».

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Quelli che il marocchino di Manildo vuole integrare.