Category: EVIDENZA

Africano entra in bar e si masturba davanti clienti e bambini: libero di rifarlo

E’ stato denunciato a piede libero per atti osceni in luogo pubblico. Protagonista degli episodi avvenuti mercoledì mattina alla stazione ferroviaria di Orvieto, un quarantenne originario del Camerun. Secondo quanto si è appreso, intorno alle 8.15 l’uomo sarebbe entrato all’interno del bar della stazione ferroviaria ma anziché ordinare cornetto e cappuccino per la colazione, avrebbe iniziato a masturbarsi di fronte ai presenti. Invitato ad uscire dal locale, avrebbe quindi ripetuto nuovamente il suo copione sul piazzale esterno incurante dei presenti. Circostanza, quest’ultima, confermata anche da un gruppo di ragazzi che hanno assistito sconcertati alla scena. Di lì a poco sono poi intervenuti gli agenti della polizia ferroviaria di Orvieto che hanno provveduto all’identificazione del camerunense attraverso foto-segnalamento. Dagli accertamenti è emerso che l’uomo era munito di regolare permesso di soggiorno in Italia, dove vive da tempo insieme alla sua famiglia. Agli agenti il quarantenne è apparso in stato di disagio e non ha saputo fornire particolari spiegazioni rispetto al gesto che stava compiendo in quel momento. Inevitabile per lui, in ogni caso, la denuncia in stato di libertà per atti osceni in luogo pubblico.

http://corrieredellumbria.corr.it/news/orvieto/206141/Si-masturba-davanti-a-tutti-al.html

Squadra di profughi africani aggredisce arbitro: maxi squalifica

 

La stangata arriva puntuale e il giudice sportivo non fa sconti. Quanto accaduto domenica scorsa a Mileto, al triplice fischio finale del match di Seconda categoria, tra la squadra di casa e il Koa Bosco, compagine composta da immigrati africani, va oltre lo sport e accende decisamente i riflettori della cronaca.

I provvedimenti disciplinari. Squalificato fino al 2 marzo del 2017 Mansour Mbaye, calciatore del Koa Bosco che, di fatto, ha scatenato il parapiglia tra le due squadre aggredendo il giovane arbitro, un ragazzo di appena diciotto anni, residente a Vibo Valentia, con uno violento schiaffo. Gesto grave e inqualificabile che unito alla frasi irriguardose valgono una maxi-squalifica per l’attaccante africano. Scrive il giudice sportivo: “Il suddetto calciatore reagiva all’intervento collaborativo e sportivo dei giocatori del Mileto nei confronti dell’arbitro, iniziando cosi a profferire frasi offensive e minacciose nei confronti dei calciatori avversari. Tale comportamento minaccioso e offensivo nella circostanza provocava l’intervento di altri giocatori del Koa Bosco, contro i giocatori della squadra avversaria che dava luogo ad una rissa tra diversi giocatori delle due squadre, tra cui partecipava anche Mbaye”.

Le multe. Ammenda di 140 euro e diffida del campo per il Mileto per “l’invasione di campo dei propri sostenitori che scavalcando la rete di recinzione tentando di aggredire i giocatori avversari”. Rissa finale che è invece costerà 60 euro di multa alla società reggina.

Atti trasmessi a Comitato regionale. Mistero, poi, su un messaggio privato che una persona, qualificatasi come ex dirigente del Koa Bosco, avrebbe inviato sul profilo facebook dell’arbitro. Un particolare che il direttore di gara ha prontamente denunciato e così gli atti sono stati trasmessi al presidente del Comitato regionale Calabria.

Romeno ubriaco molesta ragazza: poi aggredisce agenti

Gli agenti di Polizia hanno arrestato la scorsa notte un 40enne che ubriaco si aggirava nei pressi di Piazza Frasconi. L’uomo, di nazionalità romena, aveva tentato di molestare poco prima una ragazza di 25 anni che attendeva il fidanzato in macchina.

L’aggressore ha cercato poi di gettarsi contro i poliziotti, a cui la giovane aveva chiesto aiuto mentre erano di pattuglia. I fatti sono accaduti intorno alle una di notte, sul corso Gramsci. Fermato dopo inseguimento a piedi nel centro storico, ora dovrà rispondere di alcuni reati.

Badante tunisino brucia anziano di 84 anni

Rino Benini, anziano di 84 anni, il cui corpo era stato trovato parzialmente carbonizzato in un incendio scoppiato nella sua casa di Santa Maria Nuova di Bertinoro (Forlì) il 3 dicembre scorso, non è stato ucciso dal fumo.
L’autopsia ha rivelato che l’uomo è stato strangolato. In questo momento la Procura di Forlì e i carabinieri del Comando provinciale stanno interrogato in caserma un tunisino, fortemente sospettato di un delitto che sarebbe maturato in ambito economico.

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2015/12/09/anziano-morto-in-rogo-e-omicidio_84fce711-11fd-48ff-a27b-1619dccf518b.html

Milano: incappucciato ‘strangola’ donna in strada gridando frasi in arabo

Attimi di panico e terrore per una donna italiana di 51 anni, mercoledì mattina a Milano.

La vittima stava passeggiando nella centralissima via Cesare Battisti, quando un immigrato col volto travisato ha cercato di strangolarla. Mentre aveva le mani sul suo collo, lo sconosciuto le urlava ‘addosso’ parole in un altra lingua, arabo, secondo la vittima.

La donna ha cercato di liberarsi finché, per fortuna, il suo aggressore – descritto come nordafricano – ha mollato la presa ed è fuggito in direzione Corso di Porta Vittoria.

I passanti hanno chiamato la polizia e il 118. La 51enne, sotto choc, è stata medicata sul posto dagli operatori dell’Azienda regionale emergenza urgenza. Gli agenti di polizia hanno raccolto la denuncia della donna: che però non ha visto il suo assalitore in volto. Indaga la questura.

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Albanese sgozza una mamma davanti ai suoi bambini

Donna albanese uccisa nel Varesotto, il marito confessa: «Sono

Donna albanese uccisa nel Varesotto: dal marito e, sembrerebbe, sotto gli occhi dei suoi bambini. Le cronache riportano, ancora una volta, l’ennesimo caso di femminicidio registrato in quello che una volta era la tranquilla provincia del nord Italia. L
Albanese ammazza la moglie: l’ha sgozzata davanti ai due figliil Giornale
Choc a Varese: albanese uccide la moglie in modo agghiaccianteDirettaNews.it
Varese, albanese uccide moglie: sgozzata davanti al figlioBlitz quotidiano
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Immigrati danno fuoco a una donna: ustioni su 60 per cento corpo

Donna data alle fiamme in un appartamento di San Felice a Cancello, frazione Talanico, nel Casertano, da due algerini, il compagno e un amico. I carabinieri hanno salvato la donna, che ha ustioni sul 60% del corpo, intervenendo dietro segnalazione di un vicino e arrestato in flagranza di reato Cherif Ali Fakir, 47 anni, e Rachid Sais Bach, suo coetaneo senza fissa dimora, entrambi clandestini, ritenuti responsabili di tentato omicidio in concorso.
La vittima, una 38enne di origine kazaka, sarebbe la compagna di Fakir. I due uomini le avrebbero gettato addosso dell’alcol etilico e appiccato le fiamme con un accendino. I militari dell’Arma, intervenuti dopo una chiamata al 112, hanno fatto irruzione nell’abitazione e li hanno trovati mentre osservavano la donna che, stesa sul letto, era avvolta dalle fiamme. Dopo una breve colluttazione, i carabinieri sono riusciti a bloccarli, hanno spento le fiamme e chiamato il 118. Il sopralluogo ha permesso di recuperare la bottiglia con il liquido infiammabile e un accendino.
Dai primi accertamenti risulterebbe che il movente sia riconducibile a una lite tra Fakir e la compagna. La vittima e’ al centro grandi ustioni dell’ospedale Cardarelli di Napoli con il 60% del corpo lesionato ed e’ ricoverata in prognosi riservata, in pericolo di vita.

http://www.vesuviolive.it/ultime-notizie/cronaca/123247-caserta-danno-fuoco-donna-la-guardano-bruciare/

Voleva bus fosse il suo taxi: autista pestato da 3 immigrati

UDINE. Inseguito e pestato mentre guidava l’autobus perché non ha assecondato le richieste di un giovane marocchino che era salito sul mezzo pubblico.
È finito all’ospedale il 44enne conducente della Saf che ieri è stato aggredito da tre stranieri arrestati con l’accusa di danneggiamento aggravato, violenza privata, lesioni e interruzione di pubblico servizio. Si tratta di Youssef Rebroub, 25 anni di nazionalità marocchina ma residente a Majano, Frederik Kika cittadino albanese di 23 anni residente a Pasian di Prato e Adriatik Kalemaj, pure albanese di 23 anni residente a Udine che domani saranno processati per direttissima.
Erano le 7.59 quando il conducente del bus della linea 7, a bordo del quale c’erano numerosi passeggeri, si è fermato a Godia in via Liguria. Fra gli altri passeggeri c’era il marocchino con i due amici albanesi. È stato lui a salire sul mezzo e, dopo essersi avvicinato al conducente, a chiedergli di aspettare qualche minuto, perché sua madre doveva raggiungerlo. Il conducente ha acconsentito. «Solo qualche minuto – ha premesso – non posso far aspettare tutta la gente». Dopo quasi cinque minuti di sosta la donna non si era ancora materializzata, così l’autista gli ha spiegato che si vedeva costretto a ripartire. È bastato a scatenare una reazione violenta da parte del marocchino, che ha inveito nei suoi confronti, poi ha tirato calci al bus prendendo a manate i finestrini, mentre il mezzo di allontanava.
La scena ha creato un po’ di scompiglio, ma il mezzo si è rimesso in marcia, fino a viale Vat, dove il bus ha effettuato una nuova sosta.
Nessuno aveva notato che i tre giovani erano saliti su una Mercedes e avevano inseguito l’autobus fino alla fermata. È a quel punto che sono saliti sul mezzo. A precedere gli altri due era il marocchino: «Devi morire – gridava indirizzandosi all’autista – se non ci apri le porte io ti ammazzo».
Poi ha preso a pugni il divisorio, posto fra i passeggeri e il conducente, quindi ha colpito con calci e pugni l’autista che era al volante del mezzo. I due complici lo spalleggiavano e intanto fra i passeggeri si diffondeva il panico.
È solo grazie alla capacità del conducente che l’autobus non è finito fuori strada o, peggio, contro un’altra vettura. Pur aggredito al capo, al volto e al torace ha mantenuto la calma. «Sembrava una furia che non riuscivo in alcun modo a contenere – racconta l’autista – ma, fortunatamente, sono riuscito a bloccare il mezzo per evitare conseguenze ai passeggeri».
La richiesta di intervento è arrivata alla Questura, gli uomini della Squadra volante, coordinati dal commissario capo Marco Lovrovich, hanno agito nell’arco di pochi minuti: tre le pattuglie che sono arrivate sul posto dove il bus è stato fermato e dove i passeggeri sono stati fatti scendere.
Nel frattempo, i tre stranieri si erano dati alla fuga a piedi imboccando una laterale. I due cittadini albanesi sono stati rintracciati poco dopo in un bar poco distante. È dopo aver ascoltato le testimonianze dell’autista e dei passeggeri e aver trovato i documenti dell’auto usata per l’inseguimento intestati al marocchino che la polizia ha potuto risalire all’identità del terzo fuggitivo, sorpreso in viale Volontari della Libertà.
Immediata è partita la segnalazione al magistrato Claudia Danelon, responsabile delle indagini quindi per i tre stranieri è scattato il trasferimento al carcere di via Spalato.

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2015/12/07/news/udine-autista-della-saf-aggredito-e-picchiato-da-tre-stranieri-1.12577912

Lucca: in centro dominano le gang di immigrati di seconda generazione

In centro dominano già gli immigrati di seconda generazione
La Gazzetta di Lucca
Quello che sta accadendo a Lucca ai ragazzi lucchesi aggrediti da coetanei di altre etnie è solo l’inizio e non si può nemmeno chiamare bullismo perché sarebbe limitativo. E’ qualcosa di molto più pericoloso e strisciante. E, purtroppo, irreversibile NULLA E’ IRREVERSIBILE, BASTA RIMANDARLI DA DOVE SONO VENUTI E, SOPRATTUTTO, NON APPROVARE LO IUS SOLI, PER NON RIDURRE LA NOSTRE CITTA’ IN BANLIEUS FRANCESI.

*Ragazza italiana uccisa a botte da nordafricano: trovata morta in androne*

PARMA, – Un’italiana di 39 anni è stata trovata morta, il corpo pieno di lividi e ferite, nell’androne del condominio di edilizia popolare dove viveva a Parma, nel quartiere Montanara. Sarebbe stato il convivente, nordafricano e con precedenti per spaccio, ad avvertire il 118, prima di rendersi irreperibile.

L’uomo viene cercato dai carabinieri, ai quali i vicini hanno riferito di frequenti litigi della coppia. La donna potrebbe essere stata uccisa proprio durante l’ennesima lite.

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2015/12/06/morta-in-androne-casaconvivente-non-ce_c67b48a1-f05a-4d0c-a403-3f6788f9f873.html