Stupra e massacra di botte fidanzata italiana: africano condannato a soli 4 anni

08-07-2014

Perugia 8 luglio 2014 – Quattro anni e quattro mesi di reclusione e trentamila euro di provvisionale. E’ questa la sentenza emessa dal gup Lidia Brutti nei confronti del congolese Koko Kimamba, giudicato con rito abbreviato per un bruttissimo episodio di violenza sessuale, accaduto a perugia nel maggio 2013. Il giovane, presente in aula per l’udienza di martedì mattina, ha ascoltato la sentenza e poi è tornato nella cella del carcere in cui è tornato da circa un mese, dopo che era evaso da una comunità in cui era stato ricoverato. Il pm Gemma Miliani, che dispose il suo arresto nell’immediatezza dei fatti, aveva chiesto per lui una condanna a sei anni di reclusione.

violentatore-2La perizia Il giovane, difeso dagli avvocati Carla Archilei e Francesco Areni, ha sempre negato la violenza sessuale, mentre ha ammesso di aver picchiato la giovane fidanzata perugina, appena ventenne all’epoca dei fatti. I suoi legali avevano chiesto e ottenuto il rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica, che però ha stabilito la completa capacità di intendere e di volere sia al momento dei fatti, che durante la sua detenzione. Il perito evidenziò inoltre un’indole violenta e una sorta di sindrome bipolare.

L’accusa L’orrore di quella notte di violenza furibonda viene cristallizzato nel capo d’imputazione «dopo averla condotta presso la propria abitazione con minaccia consistita nell’averle prospettato di percuoterla (come in passato aveva già fatto), dunque avvalendosi dello stato di prostrazione e coazione morale ingenerato nella persona offesa, quindi intimandole di spogliarsi e di acconsentire ad un rapporto sessuale, nonché, con violenza consistita nell’averla morsa in più parti del corpo, e nell’averla percossa durante il congiungimento carnale( ed anche subito dopo) consisteva omissis a subire atti sessuali consistiti in un rapporto sessuale completo».

Le botte Non solo, perché «durante la realizzazione dei fatti e anche al fine di realizzarli e vincere la resistenza della persona offesa, mordendola al volto, al collo e in altre parti del corpo, nonché percuotendola con pugni al volto, cagionava a omissis lesioni personali consistite in un trauma cranio- facciale, frattura scomposta dell’orbita sinistra, ecchimosi al naso e alla guancia sinistra, segni di morsi alla guancia destra e sinistra, alla spalla sinistra, al braccio destro e all’avambraccio , alla mano sinistra, dalle quali derivava una malattia ritenuta guaribile in 30 giorni».

Fidanzati Era stata la stessa vittima, in aula assistita dall’avvocato Simone Pillon, a chiamare i carabinieri dopo che lui,  con cui stava insieme da più di un anno,  l’aveva prima violentata e poi massacrata di botte, dopo il suo rifiuto ad un rapporto sessuale. Aveva  aspettato che il suo aggressore si mettesse a letto a dormire, tanto era ubriaco, e poi, protetta dalla porta del bagno aveva chiesto aiuto.  I carabinieri avevano trovato indumenti sporchi di sangue e sangue anche sulle lenzuola e sul cuscino del letto.

http://www.umbria24.it/perugia-violenta-e-massacra-la-fidanzata-ventenne-congolese-condannato-a-quattro-anni-di-reclusione/300017.html

EVIDENZA, Perugia

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