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Gorizia: sommossa degli immigrati al Cie, cariche delle forze dell’ordine. Lanciati lacrimogeni.

GRADISCA, 04/06/2012 – Ancora una volta il Cie di Gradisca è stato al centro di un episodio di violenza. Nel tardo pomeriggio di ieri è andata in scena l’ennesima protesta di un gruppo di extracomunitari. Non ne volevano sapere di rimanere nella struttura di via Udine e per manifestare il proprio dissenso sono saliti sul tetto da dove, secondo un piano ripetuto già in precedenti occasioni da altri ospiti, avrebbero tentato di scappare.

Ma la protesta non ha fatto altro che provocare l’intervento delle forze dell’ordine: agenti di Polizia e carabinieri sono intervenuti per placare quella che, con il trascorrere dei minuti, ha assunto i contorni di una vera e propria sommossa.

Poliziotti e militari hanno cercato di fermare i rivoltosi anche, da quanto si è appreso, facendo uso di lacrimogeni. E, alla fine, le due fazioni sono venute allo scontro: due agenti sono rimasti feriti, per fortuna in maniera lieve.

Gli extracomunitari si sono visti costretti a ritornare sui loro propositi, ma alcuni non si sono arresi e, per disperazione, si sono resi protagonisti di gesti di autolesionismo. Il personale sanitario è accorso per medicare ospiti che si sono tagliati le vene. Dopo la confusione iniziale, le forze dell’ordine sono riuscite a prendere in mano la situazione e a sedare la rivolta. Alcuni immigrati sono finiti in manette.

Già nei primi giorni della settimana scorsa, tre stranieri erano riusciti a fuggire dal Cie e altri sei avevano ingerito dei bulloni in maniera da poter essere trasferiti in ospedale. E questi sono soltanto gli ultimi di una lunga serie di fatti che si sono accavallati negli ultimi mesi, tutti con lo stesso canovaccio: il tentativo di ribellarsi alla permanenza nella struttura, da cui gli extracomunitari hanno tentato di evadere.

Nel bene o nel male. E, in quest’ultimo caso, ricorrendo anche a gesti estremi. Anche sul tentativo di evasione di ieri va registrata la presa di posizione del Sap, il sindacato di Polizia che più volte è intervenuto su episodi analoghi. «Se a Gradisca – ha sottolineato il sindacato – contuinuano a essere dirottati i soggetti più pericolosi di altri Cie disseminati nella Penisola, da questa situazione sarà molto difficile uscire».

http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2012/06/04/news/sommossa-al-cie-arresti-e-contusi-1.5201211

IL PRECEDENTE: POCHI GIORNI FA C’E’ STATA UN’ALTRA SOMMOSSA DEI “MIGRANTI”

LA RIVOLTA DEI BULLONI

GRADISCA, 30/05/2012 – Sette immigrati ricoverati all’ospedale per episodi autolesionismo. Tre evasioni riuscite anche se in due casi i protagonisti sono stati riacciuffati. Ingenti danni al sistema anti-fuga appena ripristinato. E uno stato di massima allerta 24 su 24. È il bilancio dell’ultima rivolta al Cie di Gradisca. La struttura isontina di espulsione per stranieri non ha fatto neanche in tempo a vedere nuovamente incrementata la sua capienza che già è ripiombata nel caos.

La miccia che ha innescato nuove tensioni sono i recenti trasferimenti all’ex Polonio di immigrati provenienti da altre strutture italiane, stracolme, e in particolare da Trapani. Le presenze sono aumentate da 24 a 104, complice l’avvenuto restauro della “zona blu”, l’ala più capiente rimasta inagibile per oltre un anno. I nuovi arrivati, in massima parte maghrebini, si sono dimostrati subito inclini alla rivolta. E un contingente di altri 19 nordafricani è atteso per le prossime ore.

Una prima avvisaglia si è avuta nel weekend quando diversi ospiti si erano arrampicati sul tetto delle camerate. Divisisi in sei gruppetti nel tentativo di spezzettare il contingente di forze dell’ordine deputato alla sorveglianza esterna, gli immigrati hanno tentato la fuga. Quattro hanno utilizzato una camionetta dell’esercito come trampolino per scavalcare l’alto muro di cinta e dileguarsi nella campagna. Due sono stati intercettati dopo poche ore.

Meglio è andata a un compagno che, ingeriti alcuni bulloni reperiti nel cantiere esterno, ha ottenuto il ricovero all’ospedale di Gorizia. Dà lì sarebbe fuggito nella notte. Già l’altroieri gli immigrati avevano preparato un altro tentativo di evasione, ma la pioggia li aveva scoraggiati. Ieri, attorno alle 13, ci hanno riprovato in 15. Arrampicatisi sul tetto hanno fatto bersaglio gli agenti di insulti e bulloni. Oppure hanno ingoiati questi ultimi per cercare il ricovero ospedaliero. La situazione è ritornata alla normalità solo dopo tre ore ma per una dozzina di nordafricani si è reso necessario il trasferimento in ospedale, dove sono piantonati: si temono nuovi tentativi di fuga. Nessun ferito fra le forze dell’ordine. Ma un primo bilancio parla di danni «ingenti» alla struttura, dal tetto al sistema anti-fuga appena ripristinato.

Giovanni Sammito, del direttivo nazionale Siulp, è convinto sia appena l’inizio: «Questa è la struttura più grande e pericolosa d’Italia ma il contingente di forze dell’ordine impiegato è ridicolo. Senza contare che il territorio rimane sguarnito. Ieri tutte le volanti della provincia sono state impegnate al Cie, più gli agenti distolti per i piantonamenti in ospedale». Sammito chiede pertanto «un protocollo nazionale che dia uniformità di regole ai Cie: sicurezza, gestione, servizi agli ospiti. Non è possibile che a Trapani non vi siano restrizioni sull’ora d’aria, le sigarette o i telefonini mentre qui vigono disposizioni molto più rigide». Una miscela micidiale anche per il fatto che il tempo di permanenza degli “ospiti” è salito a 6 mesi. «Se questa è la situazione ora che la capienza è dimezzata, figuriamoci quando il Cie tornerà a regime con 248 posti – commenta Angelo Obit, segretario provinciale Sap – . Agli agenti servono sistemi efficaci per la sicurezza di tutti. E nel rispetto delle leggi».

http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2012/05/30/news/la-rivolta-dei-bulloni-sette-feriti-al-cie-1.5174592

Belgio: islamici assaltano caserma. Avvisaglie di guerra nel cuore dell’Europa

Bruxelles, 01/06/2012 – Sei arresti, una stazione di polizia presa d’assalto da un centinaio di giovani musulmani, vetri rotti e danneggiamenti. Nel quartiere di Molenbeek, zona a forte presenza di immigrati islamici situata nella parte ovest di Bruxelles, la tensione si è subito alzata dopo la notizia dell’arresto di una donna che non ha voluto mostrare il volto, coperto dal velo, per fornire le proprie generalità alle forze dell’ordine.  John Debeker, Polizia Bruxelles-Ovest: “La donna è stata accompagnata alla stazione di polizia. Durante l’interrogatorio ha dato una testata alla nostra poliziotta che ora ha il naso rotto” La donna, di nazionalità belga e convertita all’Islam  si era già rifiutata di togliersi il niqab, indossarlo in pubblico in Belgio è vietato dal luglio dello scorso anno.

http://it.euronews.com/2012/06/01/donna-velata-arrestata-disordini-a-bruxelles/

Badilate e feriti gravi: su 6 arrestati, 5 sono immigrati

Solo l’intervento della polizia ha impedito che una rissa potesse avere conseguenze gravissime. Questa notte, corso Carlo Marx ad Alessandria, quartiere Cristo, è stato teatro di un increscioso episodio per fortuna bloccato tempestivamente grazie anche a una segnalazione giunta in Questura alle 3.30. Le volanti della polizia si sono precipitate nel quartiere dove sono state sorprese alcune decine di persone, molte delle quali armate, coinvolte in una colluttazione, sedata solo grazie all’intervento delle forze dell’ordine. Secondo le notizie fornite dalla Questura diverse persone hanno riportato lesioni molto gravi, tra cui ferite al capo, tumefazioni al volto, ecchimosi al torace. L’arrivo della polizia ha potuto evitare che dalla rissa scaturissero conseguenze ben più gravi. Al termine dell’intervento sono state tratte in arresto 6 persone, coinvolte nella rissa. Si tratta di Gheorghe Pomirleanu, 29 anni, residente ad Alessandria, Marco Besagno, 25 anni, domiciliato a Castellazzo Bormida, Elton Lamaj, 18 anni, residente a Novi Ligure, Gheorghe Ples, 28 anni, residente a Pozzolo Formigaro, Dumitri Chindris, 27 anni, residente a Spinetta Marengo, e Gavrila Chindris, 32 anni. Gli ultimi quattro si trovano ora in gravi condizioni all’ospedale di Alessandria in seguito alle ferite riportate nel corso della rissa e causate anche dall’evidente utilizzo di armi, tuttora vigilati da agenti della Questura, in attesa dell’esito della prognosi. Nel corso dell’operazione sono stat anche rinvenute e sequestrate diversi arnesi utilizzati come armi: un badile della lunghezza di cm. 170 sporco di sangue; un piede di porco della lunghezza di cm. 60; un martello da muratore; un tubo in acciaio di diametro di cm. 3 e di lunghezza di cm. 46; uno sfollagente telescopico di cm. 42; un tondino in ferro di cm. 40. Sono ancora in corso accertamenti, da parte della Questura, per far luce sull’esatta dinamica dell’episodio, specie in riferimento al preciso luogo in cui si sono svolti i fatti, al fine di emettere i conseguenti provvedimenti amministrativi.

http://www.radiogold.it/notizie/cronaca/2012/06/03/rissa-furiosa-al-cristo-arrestate-6-persone-42537.html

Integrazione: prostitute nigeriane, magnaccia romeni

I carabinieri della compagnia di Corigliano Calabro hanno ammanettato Gheorghita Crivat, 34 anni, gia’ noto alle forze dell’ordine e domiciliato nella cittadina ionica. Pare infatti che l’uomo abbia provato a costringere una prostituta nigeriana a consumare un rapporto sessuale con lui gratuitamente, sostenendo che la prostituzione in localita’ Brillia di Corigliano, lungo la strada statale 106 ionica, sarebbe sotto il suo controllo. Al no della donna, il romeno l’ha picchiata violentemente colpendola con calci e pugni e procurandole ferite giudicate guaribili in cinque giorni dai medici del pronto soccorso dell’ospedale coriglianese che l’hanno medicata. Crivat ora si trova rinchiuso nel carcere di Rossano.

http://www.strettoweb.com/2012/06/corigliano-calabro-cs-arrestato-un-romeno-pretendeva-rapporti-gratuiti-con-una-prostituta-e-lha-picchiata/39887/

 

Sciacallaggio: immigrati si dirigono in Emilia per occupare le tende, italiani discriminati

E dopo il terremoto, è emergenza immigrati: gli operai extracomunitari delle fabbriche emiliane tornano nei Paesi d’origine. Al loro posto arrivano altri immigrati, che occupano le tendopoli e lasciano senza brande né pasti gli abitanti del luogo. È anche questo lo sciame sismico che da settimane semina panico e morte e scuote il cuore produttivo dell’Italia. La terra che trema porta via il lavoro. Agli italiani e alle migliaia di lavoratori dalla pelle scura che coi cancelli delle fabbriche chiusi meditano di far ritorno in Patria, con le famiglie e col bagaglio di competenze professionali acquisito negli anni.

A San Felice sul Panaro, ad esempio, sono già 300 le mogli e i figli di braccianti, carpentieri e operai di nazionalità marocchina che hanno optato per il rimpatrio. E il governo tunisino, attraverso il primo ministro Hamadi Djebali, ha annunciato l’attivazione di un ponte aereo per riportare oltre il canale di Sicilia, «se lo vorranno, i connazionali residenti nelle zone d’Italia interessate dal terremoto». «Algeri e Casablanca sono le mete più richieste », conferma la titolare dell’ agenzia di viaggi attiva a Cavezzo: «Le prime a partire sono le donne e i bambini. I mariti dicono di voler attendere qualche giorno per vedere come andranno le cose, ma in molti già hanno prenotato». Insomma, un’emorragia di braccia(ridicolo) e, in molti casi, anche di cervelli (ridicolo), che non sfugge ai palazzi romani: «Il permesso di soggiorno per gli stranieri che hanno perso il lavoro a causa del terremoto in Emilia non scadrà dopo 6 mesi, ma dopo 12», ha fatto sapere il prefetto Mario Morcone, capo di gabinetto del ministro per la cooperazione, nel tentativo di arginare la fuga.(perché arginare la fuga di disoccupati?)

Neppure una parola, invece, l’Esecutivo Monti spende sull’altra faccia della medaglia. Sul solco che il terremoto scava e nel quale come formiche si spostano altri migranti. Quelli senza fissa dimora, né un’occupazione, che da ogni angolo del Nord si stanno dirigendo in massa verso le aree colpite dal sisma. «Qui a Medolla», testimonia una veterinaria in cambio dell’anonimato, «l’80% delle tendopoli è occupato da extracomunitari. Per carità: alcuni sono d’aiuto, ma specie tra i musulmani ve ne sono tanti che protestano persino per il cibo, perché nel ragù c’è carne di maiale ». Ma c’è dell’ altro: «C’è gente che ha chiamato i parenti da altre parti d’Italia, come fosse una festa alla quale invitare ospiti. Il risultato? Molti cavezzesi si vedono dare 3 euro al dì e non hanno neppure dove dormire. E pensare che lo Stato ne spende 35 al giorno per quelli che sbarcano a Lampedusa. Non chiediamo di essere trattati meglio di loro, ma che ci trattino allo stesso modo». E mentre nel comprensorio si diffondono voci di casi di scabbia e di tubercolosi, l’indignazione trova riscontro qualche chilometro più in là. A Mirandola e a Finale Emilia i Carabinieri sono dovuti intervenire in più di un’occasione per riportare la calma. «La tensione è palpabile», racconta a un posto di blocco il capitano dell’Arma Giorgio Feola, coi suoi uomini impegnato nelle attività antisciacallaggio. «Posti letto e servizio mensa sono i momenti critici della giornata: le lunghe fila che si formano spesso sono animate da liti e scontri innescati dalla massiccia presenza di extracomunitari provenienti da altri paesi ».Il fenomeno,già segnalato dalle cronache locali, è stato ieri ufficialmente denunciato dalla Lega.

Che col parlamentare parmense Fabio Rainieri, in una lettera inviata a prefetti e questori delle zone interessate dal sisma, ha invitato a «monitorare la presenza di extracomunitari nei campi di accoglienza: in un momento come quello che le nostre terre stanno vivendo, è doveroso evitare che extracomunitari irregolari provenienti da altre parti del Paese possano cercare di trarre un beneficio personale dal dramma che ha colpito l’Emilia, godendo di eventuali stanziamenti previsti dal Governo, dalla Regione e dalle istituzioni preposte». Cronache italiane, ai tempi del terremoto che sconvolse l’Emilia.

http://www.ilgiornale.it/cronache/terremoto_emilia_fuggonogli_stranieri_che_lavoranotendopoli_invase_disperati/02-06-2012/articolo-id=590788-page=0-comments=1

Un appunto su quanto scritto: quelli che sbarcano a Lampedusa, prendono 46€ al giorno e non 35€ come erroneamente detto dall’intervistata.

Bastonate e coltellate tra i bambini

Intorno alle ore 20.00 del 30 maggio sono giunte all’utenza di pronto intervento 112 numerose richieste d’intervento in quanto a Orte Scalo, davanti ad un bar era in corso una violenta rissa tra extracomunitari, che erano passati alle vie di fatto con bastoni e coltelli. La situazione necessitava di un tempestivo intervento in quanto all’interno dell’esercizio pubblico era in corso una festa di compleanno tra bambini di circa otto anni e tale evento poteva mettere a repentaglio la loro incolumità. Immediata la reazione dei Carabinieri della Stazione Carabinieri di Orte, guidati personalmente dal Maresciallo Lo Giudice, che a mezzo del servizio perlustrativo, nonché di altro personale resosi disponibile per l’intervento, giungevano sul posto. I 3 soggetti interessati, tutti indiani di età compresa tra i 25 ed i 35 anni, al giungere delle autovetture dell’Arma, tentavano la fuga, ma venivano prontamente bloccati e arrestati dai Carabinieri del Maresciallo Lo Giudice. Portati in caserma si cercava di ricostruire la dinamica dell’evento per stabilire anche l’eventuale motivazione che potesse aver scatenato la rissa, ma si riusciva solo a percepire che alla base della rissa vi erano problemi economici. A seguito dell’evento due delle persone arrestate venivano portate presso il pronto soccorso di Viterbo, ove gli venivano fornite le prime cure mediche, diagnosticandogli svariati giorni di prognosi.

http://www.occhioviterbese.it/occhioviterbese/cronaca-viterbese/12779-Rissa-tra-extracomunitari-a-Orte-Scalo-tre-arresti.html

Cagliari: agli Zingari dieci ville con giardino

L’appartamento, nell’hinterland cagliaritano, verrà pagato circa mille euro al mese dal Comune!

I primi dodici rom hanno lasciato il campo nomadi di Mulinu Becciu, per essere ospitati in una villetta con giardino nell’hinterland cagliaritano: il Comune contribuirà all’affitto dell’appartamento, dove conviveranno tre famiglie. Ma il progetto di «inclusione sociale» dell’assessorato alle Politiche sociali, appena iniziato, viene criticato dal consigliere dell’opposizione Maurizio Porcelli (Pdl).
La casa, in cui i rom si sono trasferiti nei giorni scorsi, costerà un migliaio di euro al mese. Il contributo verrà assicurato dal Municipio, e dovrebbe essere moltiplicato per una decina di alloggi: nel campo vivono trenta famiglie di nomadi, in tutto 105 persone.

http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/266241

Questa è la situazione economica in sardegna: 22% di disoccupazione, 350mila sardi sotto la soglia di povertà.