Modena stritolata tra crisi e immigrazione

24-07-2012

«Non volevo più riaprire. Mentre ero a casa, mentre mi curavo la gamba che mi faceva male, solo il pensiero di dovermi riavvicinare a quella zona, a quel percorso, al tunnel interno tra i pochi negozi, risentire il rumore dei miei passi dopo la chiusura della serranda, mi faceva rabbrividire. Angoscia, paura, non ce la facevoe ho tenuto chiuso. Avevo detto basta. È stato uno schoc che non auguro a nessuno. Poi mi son fatta forza. Chiudere e lasciare tutto, di questi tempi, non conviene proprio. E allora mi decisa, mi son fatta accompagnare da mia madre che anche ora resta qui alla mattina. E al pomeriggio, appena sono le sei e mezza, tanti saluti…».

Milena, poco più di trenta anni, è unica titolare del bar “Second life” che si trova all’interno del centro commerciale Rosselli, quello spazio-struttura a fianco della chiesa di via Fratelli Rosselli, che un tempo vedeva la presenza attiva anche di un supermercato Conad, chiuso da due anni. Ora sono rimasti pochi negozi. Davanti alla chiesa dello Spirito Santo c’è il chiosco dell’edicola, il cui titolare qualche mese fa, mentre stava aprendo alle 6 del mattino, si ritrovò la pistola puntata in bocca da parte di due immigrati che lo gettarono a terra, lo picchiarono e lo rapinarono.

Milena è stata rapinata e ferita, aggredita alla spalle dopo un agguato ben studiato, colpita al capo e picchiata, presa a calci. «Era giovedì, il giorno in cui mi ero messa a fare gli aperitivi verso sera per rendere più attivo il bar, per lavorare di più, per creare un po’ di movimento. Erano passate le 23, ho chiuso e ho percorso pochi metri di ciclabile e ho raggiunto la mia auto nel parcheggio finale della zona del Rosselli, dietro all’ex Conad, prima del sottopassaggio. Avevo la borsa a tracolla. Ho aperto il bagagliaio solo per collocarvi alcuni asciugamani e degli stracci. sarei andata a casa a piedi, perché abito qui vicino»

«Appena ho aperto il baule – spiega Milena – qualcuno, un giovane, con una mano mi ha preso la testa e me l’ha sbattuta dentro al bagagliaio. Ho picchiato, urtato forte la testa contro qualcosa che avevo all’interno, lui mi spingeva forte verso il basso. Con l’altra mano ha afferrato la tracolla della borsa, l’ha presa all’altezza dela spalla e ha iniziato a tirare. E poi sono volati i calci alla gambe, qualche pugno alla schiena. Con tutte quelle botte ho ceduto, sono caduta per terra e ho visto che il rapinatore è corso verso il sottopassaggio».

«Mi sono rialzata – racconta Milena – come potevo, sono andata verso il sottopassaggio e ho trovato, in mezzo ai cespugli la borsa. Me l’aspettavo. M’immaginavo che prendesse i soldi e gettasse via tutto, così almeno avrei recuperato le chiavi. C’era ancora il cellulare. Ho così chiamato una mia amica»

«Avevo la faccia piena di lividi – continua la giovane barista – la gamba mi si era gonfiata e non riuscivo a camminare. Siamo andate in ospedale. Medicata, soccorsa e poi via, non volevo sapere di niente. Sono tornata a casa, cure per una decina di giorni. Mi sono messa in clausura, con tutti quelli che conoscevo che mi dicevano di non andare più al bar, che era una vergogna, che in questa zona non ci sono controlli. Poi, quando ho ripreso a camminare bene, sono andata a fare la denuncia».

Nella borsa erano spariti solo i soldi, l’incasso fresco dell serata e in più denaro che, sfortunatamente, aveva ricevuto in giornata da sua madre: in tutto il bottino ammonta a circa 1.500 euro. In questi giorni Milena è tornata nel suo bar che, forse per ironia o destino, si chiama proprio “Second life”: «Mi sono fatta forza, però dopo le 13 io rimango qui da sola. Al pomeriggio chiuderò presto, cerco di farmi venire  a prendere da qualcuno. È la rapina che mi terrorizza. Di furti ne ho già subiti sette: entravano da porte e finestre, ho montato allarme, telecamere e serrande speciali. Spesso gli stranieri passano e salutano alzando il dito. Scippi lungo la ciclabile a non finire, spesso le anziane si rifugiano qui. Nella zona del sottopassaggio è pieno di siringhe.. Io riapro, vado avanti, però qualche controllo in più ci vorrebbe, per me, per tutti quelli che stanno qui».

http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2012/07/24/news/barista-aggredita-picchiata-e-rapinata-1.546259

 

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