Non voleva fare prostituta: sfigurata dal fidanzato albanese

12-08-2015

PORTO SANT’ELPIDIO – L’ha percossa a sangue, il volto sfigurato, perché voleva che tornasse a fare l’entraineuse per lui, invece lei aveva cambiato vita.
Alcuni giorni fa il personale della volante di Fermo si portava presso il pronto soccorso su richiesta degli operatori sanitari per un’aggressione nei confronti di una ragazza avvenuta a Porto Sant’Elpidio.

Giunti sul posto si trovavano di fronte ad una giovane ragazza di origini albanesi in stato di incoscienza con il volto sfigurato dalle percosse e completamente coperto di sangue.

Dalle prime testimonianze si è appreso che la ragazza si trovava a cena a casa di una amica in compagnia del fidanzato di questa. Attorno alle 21 i tre sentivano suonare alla porta ed andavano ad aprire convinti che si trattasse del marito della ragazza, trovandosi invece di fronte al vecchio fidanzato albanese della giovane. Lo stesso senza dare spiegazioni faceva irruzione con violenza nella casa e si avventava sulla donna colpendola ripetutamente al volto con pugni e calci. Quando gli amici cercavano di fermarlo aggrediva anche loro ed infine si dava alla fuga.

Scattavano immediatamente le indagini sull’accaduto e si scopriva che dietro l’aggressione si nascondeva una storia di stalking e sfruttamento.
La ragazza era giunta in Italia accompagnata dal fidanzato qualche anno fa poco più che maggiorenne. Come molte ragazze della sua età sognava una vita migliore e opportunità di lavoro, tuttavia dopo pochi mesi su pressione del fidanzato finisce a lavorare come entraineuse in un night club del Fermano.

In quel contesto conosce però un italiano con il quale inizia un relazione amorosa che si conclude con il matrimonio, tale decisione di cambiare vita non viene però accettata dal precedente fidanzato che comincia una persecuzione nei confronti della ragazza fatta di minacce, insulti, pedinamenti ed aggressioni più o meno lievi fino a quella che l’ha condotta in ospedale.

Come spesso accade in questi casi la vittima non sporgeva denuncia per i fatti sperando che col passare del tempo la situazione si risolvesse. “Tuttavia difficilmente il rimanere inerti da parte della vittima porta ad una soluzione – spiega oggi la polizia – conviene sempre rivolgersi alle strutture preposte alla trattazione di questi casi, tra cui gli uffici anticrimine della questura e del commissariato, anche solo per un consiglio su come procedere”.

Il fidanzato della giovane veniva quindi identificato e denunciato all’autorità giudiziaria. L’uomo è stato ammonito dal questore secondo quanto previsto con le misure di prevenzione per violenza domestica di cui all’art.3 della L. 93/2013.

“Si sottolinea – spiega ancora la polizia – che non bisogna sottovalutare l’importanza di tali misure come efficaci deterrenti e preventivi, le stesse sono prese in autonomia dall’autorità di pubblica sicurezza nell’immediato per fronteggiare situazioni di pericolo e costituiscono anche il presupposto per l’arresto immediato dello stalker nel caso vengano messe in atto ulteriori condotte criminose. Uno dei problemi nel reprimere le condotte di stalking, infatti, derivava dal fatto che i singoli episodi, pur rendendo la vita impossibile alla vittima, non costituivano reato o che, nel caso, fossero di entità così lieve da non costituire il fondamento per l’arresto (si pensi ad attività di pedinamento, chiamate telefoniche moleste, minacce ed insulti) con la nuova legge vengono invece dati alle forze dell’ordine tutta una serie di strumenti a gradazione crescente che permettono di incidere immediatamente sul fenomeno”.

http://www.corriereadriatico.it/FERMO/porto_sant_amp_39_elpidio_marche_stalking_polizia_questura_commissariato_albanese_entraneuse/notizie/1512818.shtml

Ancona, EVIDENZA

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