Ragazza romana stuprata da gruppo di trans

29-01-2014

Sarebbe stato consumato all’interno del locale notturno “Frutta e Verdura”, nel quartiere Testaccio, lo stupro denunciato nel dicembre di 3 anni fa da una giovane romana.

omofobiaProtagonista di questo atto efferato compiuto ai danni di una vittima adescata con l’inganno, secondo il racconto della stessa ragazza, il ventiseienne transessuale di origini argentine N.C.G. noto ai clienti col nome d’arte di Sara.

Al termine di una notte all’insegna del divertimento con gli amici, la malcapitata aveva fatto tappa in uno dei club dove molti amanti della movida trascorrono le ore precedenti al mattino, trovando talvolta un po’ di intimità nelle cosiddettedark room riservate alle coppie.

L’inganno Marta e i suoi amici entrano nel locale, bevono e scherzano con diverse persone, tra cui un transessuale che si fa chiamare Sara. Ad un certo punto Marta si alza per andare in bagno, Sara si offre di accompagnarla, le tiene la mano per non farla cadere dalle scale e la convince ad andare in un’altra stanza dove, a suo dire, ci sarebbe stato un bagno più pulito e meno affollato. Ma una volta entrata in quella stanza Marta si ritrova in una Dark Room, non vede nulla, sente solo diverse mani che la toccano, non sa quante persone ci sono con lei, prova a scappare ma Sara le impedisce di uscire. Viene afferrata con violenza e sbattuta contro un muro. La violentano in tre, forse quattro, sente solo i suoi aggressori che ridono e gridano: “Daje daje”. Marta piange e supplica i suoi aggressori: “Mi state ammazzando”. Poi tutte le persone escono dalla stanza. Nel frattempo l’amica di Marta, non vedendola tornare dal bagno, la cerca e la trova, sola, per terra, in una stanza buia.

La denuncia Marta non vuole dire niente al suo fidanzato ma poi il dolore la spinge a confidarsi e così insieme vanno al commissariato Celio. La ragazza non sa chi denunciare, conosce solo il volto di uno dei suoi aggressori ma sa che, magari, lei e il suo violentatore potrebbero avere qualche amico in comune. Quindi si collega a Facebook e riconosce chi l’ha violentata: C.N.G., che adesso siede nel banco degli imputati, al tribunale di Piazzale Clodio. «All’esito dell’istruttoria- ha detto Anna Lisa Montano, l’avvocato che difende l’imputato- posso dire che l’episodio è quantomeno dubbio e non risulta provata la responsabilità del mio assistito».

http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/violenza_sessuale_dark_room_trans_aggressione_roma/notizie/480974.shtml

http://magazine.excite.it/stupro-di-gruppo-al-frutta-e-verdura-del-testaccio-nei-guai-un-trans-sudamericano-N146790.html

 

EVIDENZA, Roma

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