L’identikit del “pirata della strada”? Uomo e immigrato

25-04-2012

L’identikit del “pirata della strada”? Uomo e immigrato.

Gli immigrati, l’8% della popolazione, causano il 24% degli incidenti, ovvero hanno una incidenza 3 volte superiore a quella degli Italiani.

Causa un incidente grave, scappa senza soccorre la vittima, e quando viene acciuffato si scopre che, al momento dell’incidente, era sotto l’effetto di alcol: è il pirata della strada in Italia. Un fenomeno, quello degli automobilisti in fuga dopo il sinistro, che sta assumendo proporzioni davvero preoccupanti: stando all’Asaps (Amici Polstrada), nel 2011, sono stati registrati 852 episodi (+45% sul 2010) con 127 morti (+29%) e 995 feriti (+33%). Di questi, il 35% ubriachi; ma si badi bene: la statistica viene fatta solo su chi viene catturato (due su tre). Considerando che il test sull’alcol viene eseguito a distanza di ore dal sinistro, è possibile che le tracce di alcol nel sangue siano già scomparse: i numeri potrebbero essere molto più alti se il controllo fosse fatto subito dopo l’incidente. Inoltre, se è vero che la pirateria è un fenomeno principalmente maschile (uno su 10 è donna), è elevatissima la percentuale dei pirati stranieri, pari al  24%, spesso ubriachi. 
MOLTI PEDONI FRA LE VITTIME Fra i 127 morti ci sono ben 72 pedoni e 16 ciclisti; e nell’11% dei casi, a morire sono i minori. Le regioni più colpite dal fenomeno sono la Lombardia con 143 episodi, l’Emilia Romagna con 99, il Lazio con 82 e infine Campania, Veneto e Toscana con rispettivamente 79, 72 e 72 casi.    QUALI CAUSE? Molto difficile individuare i motivi che spingono un automobilista a fuggire: è vero che può esserci l’alterazione psicofisica alla base, ma va anche considerato che l’evasione della Rca ha raggiunto livelli insostenibili. Si parla di tre milioni di veicoli senza contrassegno. È presumibile che il guidatore, viaggiando senza copertura Rca, non voglia che si effettui un controllo sulla sua auto e scappi: un modo per evitare le conseguenze economiche e penali di aver condotto una macchina senza polizza assicurativa. A questo, si aggiunga la paura di perdere la patente o i punti della licenza di guida.
GIORNI TERRIBILI Sta di fatto che anche la cronaca delle scorse ore è da brivido. C’è l’investimento del 12enne di Primavalle (ha fatto un volo di 20 metri). L’investitore dice di essere fuggito per non tornare in carcere. L’uomo, scarcerato a ottobre dopo una condanna a tre anni per rapina, è stato rintracciato a casa, dove è stata trovata anche l’auto dell’incidente. Risponderà di omissione di soccorso e lesioni gravissime. E ancora: a Brescia, sono state travolte una donna e la sua bambina di due anni, mentre a Rho è stato investito un bimbo di 6 anni (fuori pericolo). Un operaio Fiat in trasferta a Lecce investito da pirata della strada. A Parabita (Lecce) una bimba di cinque anni è stata travolta da un’auto mentre giocava dinanzi casa.
OMICIDIO STRADALE: LA SOLUZIONE? Si parla da tempo di omicidio stradale, per punire più severamente i pirati della strada: un nuovo reato più vicino all’omicidio doloso (intenzionale) che a quello colposo (per imperizia, come si configura oggi). Secondo la Fondazione Ania per la sicurezza stradale si dovrebbe dare un’accelerata al Disegno di legge, che è in discussione in Parlamento da tempo. La nuova norma in esame prevede infatti per chi provoca un incidente con lesioni gravi o morte dopo essersi messo alla guida in condizioni di ebrezza (tasso alcol superiore a 0,8 g/l) o sotto l’effetto della droga una pena da otto a 18 anni di carcere, l’arresto in flagranza di reato e la revoca definitiva della patente (“ergastolo della patente”). In sostanza, quando ci si mette alla guida dopo aver superato il limite di tasso alcolemico consentito dalla legge o dopo aver assunto droghe, si deve mettere in conto la probabilità di uccidere qualcuno. Ma non pare molto convinto il ministro della Giustizia Paola Severino: “Non sono né a favore né contro l’introduzione di una nuova norma: dico solo che se non basta etichettare una nuova norma come omicidio stradale, occorre fare qualcosa di più”. Ecco le perplessità: “Il punto fondamentale – ha osservato il ministro – è sempre stabilire se si tratterà di un omicidio doloso o colposo. Se voi considerate la differenza fra quello che uccide colposamente e quello che uccide dando una coltellata le differenze di pena ci devono essere e devono essere abbastanza verificabili”.

http://www.omniauto.it/magazine/19555/pirati-della-strada-record

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