L’ambulante non fa scontrini: “Per noi immigrati non deve valere”

30-11-2013

SACILE. Vende calzini a un euro e si ritrova multato di 180. Nel mercato di Sacile lo ha raccontato l’ambulante Ahmad Butt: professione giornalista “freelance” per le testate islamiche di mezza Europa, votato al commercio. Per campare, si dedica al mercato a corto raggio.
«Il secondo lavoro per sbarcare il mese è il commercio e sono stato pizzicato da un vigile – in piazzale Salvadorini ha la base temporanea del banchetto ogni giovedì –. Non ho emesso la ricevuta fiscale di un euro, in strada, senza autorizzazione. Ho pagato la multa e, fossero 20 cent, non voglio più sgarrare: sempre la ricevuta». I controlli scattano in tutti i mercati. Maglie strette per gli evasori di un euro.
«A Sacile, Maniago, Pordenone ci sentiamo i controlli sul collo – racconta Butt di origine mediorientale –. Tanta gente compra vestiti a poco prezzo: abbiamo tutti pochi soldi. Gli agenti, dopo aver verificato che non avevo rilasciato lo scontrino, mi hanno comminato una multa salata e me la ricorderò per sempre. Ma non siamo grandi evasori: quelli, magari, non vengono mai multati e presi con le mani nel sacco».
Occhio alle amnesie sullo scontrino. La legge è molto chiara: se nell’arco di cinque anni un commerciante viene pizzicato quattro volte a non rilasciare lo scontrino fiscale, rischia la chiusura dell’attività. La normativa prevede, infatti, che nei casi in cui vi siano reiterate violazioni dell’obbligo di emissione, vi sia la chiusura dell’esercizio da tre giorni a trenta. Oltre i 50 mila euro, la chiusura sarà di mesi. Ma la stranezza sono gli scontrini manuali, per non incappare in multe salate.
«Uso gli scontrini fiscali manuali, quelli scritti a mano e non emessi dal registratore di cassa – tanti ambulanti fanno come Butt a Sacile –. Per una stranezza legislativa, tutta italiana, gli scontrini fiscali manuali sono consentiti agli ambulanti itineranti». In pratica, sono quelli senza posti fissi, che in un anno non ne hanno emessi più di quota 4.000. «Si mette il totale da pagare e basta – spiegano – sugli scontrini fiscali manuali».
Gli affari non vanno bene. «Il 22% del guadagno si dissolve nell’Iva da pagare – fa i conti Butt –. Arrivo nel mercato di Sacile dopo le 9, quando ci sono ancora alcuni stalli liberi, da assegnare giornalmente. Ma costa tanto: anche 30 euro al giorno, in piazza centrale. Oppure 13 euro in Largo Salvadorini, dove passa meno gente. A Pordenone, invece, me la cavo con il mercato a 3,40 euro».
Gli ambulanti itineranti non pagano «l’abbonamento» nel mercato settimanale. «Ci spostiamo da una città all’altra – è la filosofia del commercio nomade gestita da tanti immigrati – e occupiamo la strada dove è rimasta libera. Non diventiamo ricchi».

http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2013/11/30/news/scontrino-da-un-euro-dimenticato-una-multa-di-180-1.8209558

Prima cosa da notare il tono assurdo dell’articolo. Praticamente il ladro che denuncia. E cosa importa se poi, centinaia di Ahmad, vendendo, distruggono tutta una filiera di produzione e il tessuto economico dei piccoli negozi. Sono ‘migranti’, tutto a loro deve essere permesso.

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