“Io non ci metto niente ad ammazzarti sbirro di m…..”

30-07-2015

“Te l’ho detto già una volta che tu la gente dell’Aranceto non la devi neanche guardare, non ci devi confondere con gli altri, noi non siamo di Pistoia, i figli miei neanche li devi guardare se no fai na brutta fine pezzo di merda: guarda che io sono pazzo e non ho problemi a farmi 20 anni di galera, io non ci metto niente ad ammazzarti pezzo di merda” .
E ancora “avete rotto il cazzo, sbirri di merda, io ammazzo tutti, quando ci vedete dovete voltarvi dall’altra parte”.
Sprezzanti dei ruoli e della legge, ma interessati a non confondere i territori. I catanzaresi di etnia Rom di quartiere Aranceto non vogliono essere confusi con quelli di Pistoia o Viale Isonzo.
LA NECESSITA’ DI MARCARE IL TERRITORIO
Nelle parole di Luciano Bevacqua, finito in manette stamattina durante un’operazione condotta dai carabinieri della Compagnia di Catanzaro, rivolte alle forze dell’ordine, c’è molto di più di parolacce pronunciate per rafforzare un concetto, c’è molto di più di una minaccia, c’è al sintesi di una divisione geografica della criminalità.
Quartiere Aranceto è ancora il regno del defunto “Toro seduto”, Domenico Bevilacqua, Quartiere Pistoia è invece di competenza dell’altro presunto capo Rom “U tubu” ovvero Cosimino Abbruzzese in carcere da qualche mese.
IL COINVOLGIMENTO DELLE MINORI
E’ solo un caso che a pronunciare queste parole nei confronti delle forze dell’ordine siano degli uomini.
Le donne, ragazzine anche minorenni, non si fanno scrupolo di utilizzare lo stesso linguaggio minaccioso “avete proprio rotto il cazzo, mo vado a chiamare mio padre e vedete che cazzo vi fa pezzi di merda”.
L’operazione di stamattina mette, almeno dal punto di vista investigativo, un punto alle recenti aggressioni subite dai militari nei quartieri a sud della città.
IL PERICOLO SOCIALE RILEVATO DAL MAGISTRATO
Nell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari, firmata dal Giudice Assunta Maiore si legge “L’episodio, per come ricostruito, rappresenta un gravissimo e allarmante fatto criminoso ai danni di militari di pattuglia notturna , che per motivi di servizio aveva fermato delle ragazze dopo aver sentito delle urla. I parenti delle ragazze hanno posto in essere una vera e propria azione di resistenza collettiva finalizzata a sottrarre le tre ragazze (considerate intoccabili siccome appartenenti a famiglie del quartiere fortino dell’Aranceto), al controllo delle forze dell’ordine. E ciò – ribadisce il magistrato – non perché temessero le conseguenze di un controllo di polizia, ma al solo dine di marcare il territorio, sottolineare la propria forza e non riconoscere in alcun modo l’autorità costituita”.
L’inaudita violenza del fatto secondo il giudice Maiore, suscita un notevole allarme sociale, indicativo della volontà di vivere in “un regno inviolabile”. “Gli indagati – scrive il magistrato – appaiono soggetti violenti , senza scrupoli, avvezzi a vivere nel più totale disprezzo delle regole, animati da una pervicace volontà di delinquere e di assicurarsi l’impunità. Un’azione che dimostra in modo tangibile l’immediata necessità di ricorrere a misure che neutralizzino efficacemente l’estrema pericolosità sociale degli indagati e che affermino il potere dello Stato di esercitare la propria sovranità anche attraverso il controllo dell’ordine e della sicurezza”.
L’ordinanza che ha portato agli arresti di stamattina è composta di 12 pagine. Breve, concisa, ma carica di significato.
Un significato che ora bisognerà tramutare in fatti. Un compito che non spetta più solo alle forze dell’ordine, ma a tutta quella rete sociale e istituzionale che deve evitare pericolose compromissioni arrivando fino alla bonifica totale di un pezzo di città che deve tornare alla gente onesta.
LE MISURE CAUTELARI ADOTTATE
Le misure applicate per gli indagati sono: Custodia cautelare in carcere per Luciano Bevacqua (Classe ’79), Ernesto Bevacqua (classe 74), arresti domiciliari per Luciano Bevacqua (Classe 77), obbligo di presentazione quotidiana per Giuliana berlingere, Luca Bevacqua, Leonardo Berlingieri e Rosina Abbruzzese e il divieto di uscire dalle 21 alle 6.

http://www.catanzaroinforma.it/index.php/176966-io-non-ci-metto-niente-ad-ammazzarti-pezzo-di-merda.html

Catanzaro, Crimini Immigrati

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