Europa senza confini: importavano ragazze come “merce” e poi le violentavano

12-06-2012

LATINA – Riduzione in schiavitù e violenza sessuale di gruppo. Con queste pesanti accuse sono stati condannati, a vario titolo, tre dei quattro stranieri arrestati nel 2010 dai carabinieri di Pomezia, dopo la denuncia di una prostituta,condotta dalla Romania in Italia con la solita promessa di un lavoro e catapultata in un incubo durato per mesi, condiviso con altre connazionali alle quali era toccato lo stesso destino di violenze e costrizioni. A obbligare un gruppo di giovani a prostituirsi in strada e a subire abusi sessuali sarebbero stati tre rumeni, condannati ieri mattina dai giudici del collegio penale, presieduto da Lucia Aielli.
Sette anni e sei mesi la pena più alta per Robert Alexandru Dumitru, sette anni per Alexandru Arnold Sorin, sei anni e sei mesi per Samir Mario Rotaru. I primi due condannati per la violenza e riduzione in schiavitù, il terzo solo per quest’ultimo reato erano difesi dagli avvocati Oreste Palmieri, Paolo Silipo e Stefano Ciapanna. Assolto per non aver commesso il fatto Georgiev Vladislav Raychev, assistito dall’avvocato Alessandro Faruau.
I tre rumeni non avrebbero formato un’associazione per delinquere, secondo i giudici: caduta l’aggravante del 416, come contestato dall’accusa, per il collegio sarebbe venuta meno la definizione di ruoli prestabiliti all’interno del gruppo. Nonostante il mancato riconoscimento del reato associativo, le pene non si sono discostate molto dalle richieste formulate venerdì dal pubblico ministero Gregorio Capasso, dopo una lunga requisitoria. Un’indagine caratterizzata da diversi sequestri, all’interno di un comprensorio di Casalazzara, dove si consumavano le violenze, e da lunghe attività di verifica su un vasto territorio, dalla Pontina, all’altezza di Aprilia, fino alla Laurentina, dove le giovani lucciole sarebbero state costrette a prostituirsi e applicare tariffe stabilite dai componenti del gruppo. Nel corso dell’istruttoria, proprio la giovane che aveva permesso l’avvio delle indagine aveva deciso di ritrattare, durante la sua testimonianza.
Davanti ai giudici aveva affermato di aver accusato gli imputati perché spinta da una terza persona che avrebbe voluto vendicarsi di loro. Un racconto che aveva portato il pubblico ministero a chiedere l’utilizzabilità della denuncia iniziale, richiesta evidentemente accolta dal collegio che ha deciso di non prendere in considerazione la nuova versione dei fatti, sopraggiunta probabilmente per paura di ritorsioni. Completamente estraneo ai fatti il bulgaro Georgiev Vladislav Raychev, per il quale il pm aveva chiesto cinque anni di reclusione. Il suo legale Alessandro Farau ha convinto i giudici dell’insussistenza degli elementi a suo carico.

http://www.ilmessaggero.it/latina/violenza_sessuale_e_riduzione_in_schiavit_pesanti_le_condanne/notizie/201929.shtml

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