Milionari grazie al rame rubato, denunciati centinaia di nomadi di varie etnie

04-02-2014

Asti 04 febbraio 2014 – I Carabinieri di Villanova d’Asti hanno concluso un’articolata indagine relativa alla raccolta e al trasporto di materiali ferrosi procedendo alla denuncia a piede libero di 573 persone, tra cui numerosissimi nomadi di varia etnia di stanza nell’astigiano e province limitrofe. Le indagini hanno avuto inizio lo scorso anno a seguito di un’intensa attività info-operativa nell’ambito dell’intero territorio e sono il frutto di una più ampia ed innovativa strategia investigativa tesa ad frenare nella provincia astigiana i furti di materiale ferroso e soprattutto di rame, denominato il “nuovo oro rosso”.  Di fatto, le nuove linee d’azione adottate dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Asti hanno puntato ad un monitoraggio degli punti caldi (dove i metalli venivano stoccati e/o depositati) con una contestuale/parallela attività di tipo preventivo amministrativo di controllo del territorio, allo scopo di istituire una sorta di “diga penale amministrativa” tra i “commerciati raccoglitori” e i “trasportatori abusivi”, i cui materiali sono apparsi, in molti casi, di dubbia provenienza. 

Gli investigatori, dopo l’acquisizione di una notevole documentazione contabile amministrativa presso quattro imprese di smaltimento e trasformazione ubicate nell’astigiano, hanno compiuto uno studio analitico dell’ingente mole di dati accertando che moltissimi fornitori dei centri autorizzati alla raccolta avevano conferito grosse quantità di materiale senza essere in possesso delle necessarie autorizzazioni per tali trasporti. La normativa ambientale a riguardo prevede infatti rigidi obblighi e vincoli per gli operatori del settore, in particolare i trasporti di materiale ferroso per quantità superiori a 30 Kg per viaggio devono essere effettuati da imprese che esercitano l’autotrasporto di cose per conto terzi e iscritte all’Albo Nazionale gestori ambientali nello smaltimento dei rifiuti. I mezzi di trasporto devono inoltre avere delle specifiche caratteristiche tecniche ed i rifiuti ferrosi devono essere accompagnati da un documento che ne certifichi la provenienza e ne permetta la tracciabilità.

Le indagini eseguite dall’Arma di Villanova d’Asti hanno permesso di appurare che i soggetti denunciati non svolgevano tali attività in modo saltuario ma con caratteristiche tipiche di un’impresa, tanto da arrivare a consegnare 5 mila 526 tonnellate di rifiuti presso i centri specializzati per la raccolta, ricevendo pagamenti in contanti per circa 2 milioni di Euro. Le 573 persone sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Asti per aver violato l’articolo n. 256 del Decreto Legislativo 152/2006 che prevede la sanzione, in sede penale, da tre mesi ad un anno di arresto e l’ammenda da 2 mila 600 euro a 26 mila euro se si tratta di rifiuti non pericolosi. Il Comandante provinciale dei Carabinieri di Asti, ten. col. Fabio Federici, ha sottolineato che «grazie alla nuova strategia d’azione si sono ottenuti brillanti risultati investigativi, nel 2013 si è constatato un contestuale calo del 23%  dei furti di rame rispetto al precedente anno e le indagini a cura dell’Arma astigiana, sotto la guida della locale Procura della Repubblica, diretta dal dott. Giorgio Vitari, continueranno senza sosta contro i reati più odiosi, con la certezza di ulteriori positivi risultati in favore della comunità».

Fonte: lanuovaprovincia.it

Asti, EVIDENZA

RSS Feed Widget

Lascia un commento