Ammazzò agricoltore italiano: pena ridotta della metà

21-10-2013

16 anni di carcere. E’ la condanna che dovrà scontare il trentenne rumeno Marcel Sorinel Cojoc, ritenuto colpevole della morte dell’agricoltore di San Leucio del Sannio, Antonio Pisano. La sentenza è stata emessa stamattina dalla Corte d’Assise del Tribunale di Benevento. Una riduzione della pena rispetto ai 30 anni richiesti dal pm Giammarino. Respinta la richiesta dei domiciliari avanzata dall’avvocato della difesa Alberto Simeone.

I fatti per cui Cojoc dovrà scontare la pena detentiva per omicidio preterintenzionale risalgono al 9 luglio 2010. Quel giorno l’agricoltore sannita era stato ritrovato gravemente ferito in un capanno di sua proprietà a San Leucio del Sannio, in contrada San Marcello. Soccorso, era stato ricoverato in prognosi riservata presso l’Ospedale “G. Rummo” di Benevento per emorragia cerebrale post-traumatica, fino al decesso, avvenuto il 23 luglio 2010 a causa delle gravi lesioni riportate, accentuate anche dalla cirrosi di cui l’uomo era malato.

Secondo le ricostruzioni effettuate dagli inquirenti, la tragedia era scaturita dopo una lite tra l’agricoltore e il rumeno, alla base ci sarebbe stata una questione di soldi. Cojoc infatti lamentava di aver ricevuto solo 80 dei 180 euro pattuiti per una settimana di lavoro come pastore alle dipendenze del Pisano. Dopo l’aggressione, il rumeno chiuse con una catena il Pisano nella capanna, prendendogli il cellulare, e scappò, facendo perdere le sue tracce, fino all’agosto dello scorso anno, quando i Carabinieri del Reparto Operativo di Benevento, con un’incessante attività di ricerca, che li portò anche in Romania, riuscirono a rintracciarlo ed arrestarlo a Ragusa. Il rumeno fu poi condotto al Carcere di Capodimonte.

Oggi il pastore Cojoc dopo aver chiesto perdono, ha dichiarato di non aver colpito il Pisano con una pala, ma di averlo spinto e di essere scappato via e poi di averlo chiuso nel capanno per paura di essere inseguito.

Ad assistere alla lettura del dispositivo della sentenza la famiglia dell’imputato e i parenti della vittima, parti civili in questo processo e rappresentati dall’avv. Luca Cavuoto, che nel condurre le sue arringhe ha più volte puntato sull’aggravante della crudeltà del comportamento del Cojoc. “Oggi si conclude una triste storia – ha commentato ai nostri microfono l’avv. Cavuoto – in parte non siamo proprio soddisfatti della condanna a 16 anni, ma oggi almeno è stata accertata la responsabilità penale dell’imputato”.

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