Filo spinato intorno alla Chiesa per difendersi dagli spacciatori Tunisini

14-11-2012

PADOVA. Prima le catene ed i candelabri placcati in oro. Dopo i campanelli in ottone. E adesso anche il mobiletto in ferro dove erano custodite le offerte dei fedeli destinati alla Caritas e alla San Vincenzo. Tant’è che la comunità parrocchiale ha già affisso, all’ingresso della chiesa, una cartello in cui è scritto: «Sparizioni in chiesa. Campanello. Piattini. Candelabri. Qualcosa è stato già donato. Vuoi partecipare per acquistare il resto? Ciò che puoi fare è ben accetto».

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Una denuncia contro l’accanirsi dei ladri,ma anche l’avvio di una colletta per comprare quello che i ladri hanno portato via. In tre mesi la chiesa di San Gregorio Barbarigo, all’Arcella, guidata dal parroco don Mario Salmaso, è stata sistematicamente spogliata. È la stessa chiesa, dove, circa un anno fa, il consiglio locale pastorale, con l’assenso del parroco, fece installare il filo spinato sul lato posteriore per difendersi dalle incursioni degli spacciatori tunisini. Tutti i furti sono avvenuti in pieno giorno. I piattini dove vengono appoggiate le ostie durante l’eucarestia, i candelabri sull’altare ed i campanelli che vengono usati durante la messa sono stati trafugati pochi mesi fa. A ottobre è stata portata via la cassetta delle elemosine. E appena tre giorni fa, l’ennesimo furto che ha fatto perdere la pazienza a parroco e fedeli. Durante la messa tra le 17 e le 18 in una cappella interna rispetto alla navata centrale, i “soliti ignoti” esponendosi al rischio di venire sorpresi da uno dei tanti parrocchiani in visita alla chiesa, hanno portato via il mobile di metallo, grande un metro e venti centimetri per un metro, in cui erano custodite le monetine dei fedeli destinate alla Caritas della Diocesi ed ai poveri della San Vincenzo. Sembrava impossibile. E invece i ladri hanno rubato un armadio in ferro, che pesava minimo 50 chilogrammi, al cui interno ci potevano essere, al massimo, 200 euro in moneta. «Ho il morale a pezzi», si sfoga don Mario Salmaso, «in questa chiesa non c’è niente di valore, eppure i ladri si ostinano a portare via tutto quello che può essere venduto al mercato della ricettazione. Sono azioni che denotano una viltà unica, che minano le attività di solidarietà e di pietà cristiana che vengono effettuate da anni in questa parrocchia a favore dei bisognosi». Di qui l’iniziativa di appendere il cartello davanti alla porta della chiesa. Più duro il commento del responsabile del comitato Arcella “Un quartiere, una città”. «Sono fatti incresciosi, che fanno capire che in quasi tutta la città non c’è più sicurezza», spiega Orazio Marcon. «Cinque azioni sacrileghe nella stessa chiesa in un breve periodo. La qualità della vita di tutti noi è in caduta verticale. La realtà è sotto gli occhi: spacciatori, accattoni e nomadi sempre più numerosi».

http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2012/11/14/news/chiesa-spogliata-dai-ladri-e-don-mario-fa-una-colletta-1.6026525

Don Mario, distingua tra chi ha “bisogno” , e chi “dell’avere bisogno” ha fatto un “business” redditizio: Zingari e immigrati.
E’ curioso che gli stessi enti che chiedono più immigrati, che lavorano per le sanatorie e che hanno spinto per la concessione del “permessino umanitario” ai Tunisini, siano poi costretti a recintarsi con filo spinato per difendersi dalla presenza di chi vogliono imporre al resto della società.
I primi responsabili della sua situazione, Don Mario, sono i suoi superiori e gli enti pseudo-caritatevoli che lei, in buona fede, aiuta.
Non vogliamo una società dove rinchiudersi in casa dietro il filo spinato, gli immigrati vanno bloccati alle frontiere. Lì, si, il filo spinato ci vuole.

 

 

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