Invasione. Mezzo da sbarco si rovescia: 8 invasori dispersi 4 recuperati.

19-06-2012

Sette invasori risultano dispersi nel canale d’Otranto dopo che il loro mezzo da sbarco – a bordo altre quattro persone tratte in salvo dai nostri fantomatici militari della Guardia Costiera- è naufragata a sei miglia dalla punta del Salento, tra Santa Maria di Leuca e Torre Vado. Sul posto sono intervenuti mezzi aero-navali della cuardia costiera, polizia e guardia di finanza, cinque imbarcazioni e due aerei in tutto (tutti a spese nostre), che stanno battendo palmo a palmo una vasta zona di mare (circa 200 miglia quadrate) antistante la costa ionica salentina, nella speranza di trovare le altre persone che, secondo i racconti dei sopravvissuti, si trovavano a bordo del motoscafo che è stato trovato parzialmente affondato.

L’ALLARME E I SOCCORSI DEGLI INVASORI 
– L’allarme è scattato intorno alle 6.30 ed è partito da una barca a vela che navigava nella zona. Quattro sono gli uomini che sono stati trovati in acqua: due libici, un afghano e un tunisino, tutti neppure trentenni. Due di loro sono stati presi a bordo di un peschereccio che, intorno alle 7, navigava nella zona tra Leuca e Torre Vado in cui l’imbarcazione su cui viaggiavano si è capovolta. Un altro clandestino è stato recuperato dalla motovedetta della Capitaneria di porto di Gallipoli, appena il mezzo ha raggiunto la zona del naufragio, mentre, per trovare il quarto uomo, è stata necessaria un’altra ora di ricerche. Le persone tratte in salvo presentavano un principio di assideramento, per cui – dopo essere state trasportate nel porto di Leuca sono state condotte all’ospedale Panìco di Tricase per gli accertamenti di rito. Solo uno versa in condizioni leggermente più gravi e potrebbe essere ricoverato, mentre gli altri tre, dopo le cure, saranno trasferiti nel Centro Don Tonino Bello di Otranto per le procedure di identificazione.


COME FUNZIONA L’INVASIONE – Dai racconti dei quattro invasori sopravvissuti, gli investigatori hanno potuto ricostruire a grandi linee la storia dello sbarco mancato. Il viaggio sarebbe iniziato in un porto non meglio precisato del Nord Africa, ma non è chiaro se a bordo dell’imbarcazione naufragata. Non è escluso che il gruppo sia giunto al limite delle acque territoriali italiane a bordo di un’imbarcazione più grande, secondo una consuetudine ormai in voga come dimostrato da recenti indagini, e che poi i clandestini siano stati trasferiti a bordo del motoscafo, lungo circa 5 metri e dotato di un piccolo motore, con il quale speravano di raggiungere la costa senza essere avvistati. Le persone tratte in salvo hanno inoltre spiegato che a bordo c’erano altri sette o otto uomini, compreso quello che guidava la barca.


POCHE SPERANZE PER I DISPERSI 
– “Mentre passano le ore diminuiscono le speranze di trovare in mare persone ancora vive, ma le possibilità, per quanto remote, esistono e noi continueremo a cercare finché le condizioni di visibilità ce lo consentiranno”. L’ammiraglio Giovanni De Tullio, comandante della Direzione marittima della Puglia e Basilicata Jonica, segue da Bari le operazioni di ricerca dei dispersi del naufragio avvenuto all’alba al largo di Leuca, coordinando il dispositivo interforze. “E’ stato messo in campo, a spese del contribuente italiano, un dispositivo imponente e costoso, con mezzi dotati di sofisticate tecnologie nel tentativo di trovare gli invasori superstiti, compresi i sensori termici che, grazie al rilevamento delle diverse temperature, riescono a individuare i corpi in mare”, ha spiegato l’ammiraglio. “Le operazioni sono in corso su un’area molto vasta – ha detto – ma il coordinamento tra le forze in campo ci consente di monitorare tutto con attenzione. Dalla nostra base di Catania è decollato anche un altro aereo, che si alternerà nelle ricerche con quelli della guardia di finanza e della marina militare per portare avanti un monitoraggio continuo fino a sera e riprendere, ove fosse necessario, all’alba di domani”. Le possibilità di trovare altri superstiti, naturalmente, sono ridotte, perché è escluso che, da quella distanza, i naufraghi abbiano potuto raggiungere la riva a nuoto ed è difficile che siano riusciti a restare a galla per così tante ore, considerato che la barca è affondata all’alba. L’ammiraglio De Tullio, ammiraglio da operetta, che invece di proteggere la propria terra è parte integrante dell’opera d’invasione, però, lascia aperta la porta alla speranza(la sua): “Le condizioni del mare non sono state proibitive e anche la temperatura dell’acqua non è eccessivamente bassa, per cui continuiamo a sperare di trovare qualcuno ancora in vita.”

LE INDAGINI – Mentre le ricerche dei dispersi proseguono a ritmo serrato, sotto il coordinamento della Direzione marittima della Capitaneria di porto di Bari, gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore di turno della Procura della Repubblica di Lecce, Elsa Valeria Mignone, sono al lavoro per ricostruire le modalità dell’incidente e la rotta del viaggio della speranza. Le condizioni meteo, infatti, nella notte risultavano buone, con vento e mare forza 2, come monitorato dagli uomini della Capitaneria di porto, per cui risulta improbabile che l’imbarcazione si sia capovolta a causa delle onde, più plausibile che chi la guidava abbia effettuato una manovra sbagliata oppure che abbia imbarcato acqua a causa del peso eccessivo, dal momento che trasportava almeno 11-12 persone.  Fondamentali, anche in tal senso, saranno le ulteriori dichiarazioni che potrebbero essere rilasciate dai superstiti, che saranno ascoltati di nuovo appena le loro condizioni di salute lo renderanno possibile. Uno degli obiettivi prioritari degli inquirenti è capire se tra le quattro persone tratte in salvo ci sia anche l’uomo che ha condotto il motoscafo fino a cinque miglia dalla costa salentina.

http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/06/19/news/naufragio_nel_canale_d_otranto_dispersi_otto_migranti_4_salvi-37501389/

Tagliare i fondi alla Guardia Costiera e alle Capitanerie. Milioni di euro buttati nel folle e autolesionistico atteggiamento di favorire l’invasione. Vogliono “salvare” gli invasori? Lo facciano a spese loro. Comodo, fare i “buoni” con i soldi degli Italiani.

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