Verona: Sudamericano aggredisce donna, Italiani la salvano

24-02-2012

Verona. Sono arrivati all’improvviso come le tartarughe Ninja, soltanto che erano vestiti del bianco kimono dei karateki. Sono quattro improvvisati angeli custodi quelli che mercoledì sera hanno soccorso una cinquantenne che era stata aggredita in via Cesiolo, a Borgo Trento, teatro di un’altra aggressione circa un paio di settimane fa, ma a una donna anziana. Erano circa le 20.30 e la donna camminava sul marciapiede della via poco trafficata. Dentro le scuole Fraccaroli si stavano allenando i ragazzi, e non, della scuola di karate il Cerchio Rosso, alle Fraccaroli. È stato l’insegnante, per primo a sentire la richiesta d’aiuto. «Ci stavamo allenando e con me c’era anche un altro maestro», dice Pasquale D’Autilia, l’insegnante, «abbiamo sentito chiedere aiuto, sembrava la voce di una ragazzina e siamo usciti in quattro. Abbiamo visto la donna che aveva il volto coperto di sangue. Io sono medico e mi sono subito preoccupato di verificare le sue condizioni di salute. Lei, sotto choc ha detto di essere stata aggredita da un ragazzo, ma non ricordava se l’eveva buttata a terra con un pugno, o se ce l’aveva trascinata perchè lei aveva cercato di trattenere la borsetta, poveretta era agitatissima». Verificato che la donna non fosse grave, il medico ha chiesto informazioni sulla via di fuga dell’aggressore: «La vittima ce l’ha indicata così noi, a piedi scalzi e sudati ci siamo ritrovati a temperature piuttosto rigide a metterci a correre tra le vie alla ricerca del rapinatore. Nel frattempo abbiamo anche allertato il 113». La descrizione del medico è perfetta. I quattro si mettono a correre verso la via in salita che si dirama da via Cesiolo. Ci sono tanti anfratti, alla fine individuano la persona nascosta e vedono che in mano ha un coltello serramanico, lo brandisce pronunciando in continuazione la frase: «Te mato, te mato». «A noi interessava recuperare la borsetta della signora e temporeggiare fino all’arrivo della polizia. È vero che noi eravamo in quattro ed esperti in karate, ma lui era armato. Inoltre noi non è che andiamo in giro a fare i giustizieri. Così continuavo a dirgli di mollare la refurtiva e di stare calmo». Alla fine il rapinatore che è stato descritto come molto giovane, addirittura ventenne e forse cubano, ha mollato la borsetta. «A me il tipo è sembrato molto strano, non saprei dire se fosse ubriaco e sotto l’effetto di droga. Continuava a spostare il coltello da destra a sinistra, poi è scappato via». Nel frattempo sono arrivate tre volanti che si sono messe alla ricerca del fuggitivo. «Quello che come cittadini potevamo fare, l’abbiamo fatto», ha detto il medico, «non vi posso esprimere la gioia che ci ha dato la signora, che è arrivata a dire che se non fosse stato per la paura, ricorderà quello che le è accaduto come una bella esperienza, perchè capita di rado di vedere tanta solidarietà. Noi abbiamo preso tanto freddo. Avevamo i piedi congelati e la situazione è stata pericolosa, siamo orgogliosi di aver potuto almeno recuperare la borsetta. Ma in questa zona serve qualche controllo in più e anche un’illuminazione migliore. Di sera ci sono tanti ragazzini che vengono ad allenarsi, anche per loro sarebbe più sicuro».

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