Stupro Perugia: forse è stata la “bestia albanese” evaso da Regina Coeli

05-02-2012

occhi di ghiaccio Perugia/ RAPINA CON STUPRO: CACCIA AI BANDITIContinuano a ritmo serrato le indagini per individuare ed assicurare alla giustizia gli autori della rapina compiuta a Resina, alla periferia di Perugia che fa fruttato 20 mila euro ed è costato uno stupro commesso nei confronti della nonna cinquantenne della figlia di 15 anni dei proprietari della villa, che una volta entrati in casa sono stati terrorizzati e legati dai banditi. Non è escluso che uno di questi sia Altin Hoxha, (nella foto, l’albanese di 28 anni, denominato “occhi di ghiaccio”, pericolo e violento, che aveva terrorizzato l’intera provincia di Perugia, arrestato ed evaso con una rocambolesca fuga dal carcere di Regina Coeli.  Secondo le indagini, la sua banda, tutta di albanesi, sarebbe responsabile di undici colpi in villa in tutta la provincia di Perugia, compreso quella ai danni dell’allenatore di calcio Serse Cosmi (bottino di 5000 euro). Nella giornata di venerdì 13 gennaio, Hoxha è evaso dal carcere di Regina Coeli, a Roma, insieme a uno dei suoi compagni di cella, Stefan Cusnir, un romeno di 24 anni, che aveva messo a segno rapine in banca (non collegati ai fatti delle ville). I due sono fuggiti dopo aver segato le sbarre con una corda e un arpione rudimentali, si sono calati dal terzo al secondo piano e poi, agganciandosi al muro di cinta sono scesi all’esterno per poi fuggire, con un salto di circa 20 metri. Un terzo compagno di cella non sarebbe riuscito a scappare, perché non sarebbe riuscito a passare nel varco tra le sbarre. L’evasione, che è stata filmata dalle telecamere di sicurezza dell’istituto di pena, sarebbe avvenuta intorno alle 3. Solo alle 8.30, però, è scattato l’allarme. Hoxha, arrestato nel giugno 2011 dalla squadra mobile di Roma in collaborazione con quella di Perugia, era stato riconosciuto da vittime e testimoni per i suoi occhi azzurri. Nella banda di albanesi Hoxha era il braccio destro del capo ed aveva, come detto, il compito del “cattivo con gli occhi di ghiaccio” e affiancava un suo complice che aveva invece il compito di solidarizzare con le vittime facendosi consegnare i soldi. Le vittime, alle quali venivano sottratte diverse migliaia di euro, venivano picchiate, in alcuni casi con chiavi inglesi o legate con fili elettrici, e minacciate con armi. Era una serata di gelo, quella di venerdì, 3 Febbraio 2012, con poca gente in strada a causa dell’allarme neve. Un quadro forse incoraggiante per due rapinatori che hanno preso di mira un’abitazione isolata nella zona Nord di Perugia, fra Resina e Pietramelina. Così, intorno alle 22.30, ha avuto inizio la più terribile tra le rapine in villa che di recente hanno colpito l’Umbria, perché purtroppo degenerata in stupro ai danni di una cinquantenne. Sul fatto indagano i carabinieri. I banditi stavolta non hanno atteso che gli occupanti della villa andassero a letto per entrare forzando una finestra o una porta. Pare che la donna in quel momento presente in casa insieme alla nipote adolescente (sua figlia col convivente sarebbe rientrata solo più tardi) abbia aperto l’ingresso di casa per portare fuori il cane. A quel punto, in base a una prima ricostruzione dei militari dell’Arma, due uomini col volto coperto e armati di un fucile e di una pistola che già avevano scavalcato la recinzione sono riusciti a introdursi con la forza. Alla donna hanno subito detto che volevano soldi e oggetti di valore. E avevano un pallino: erano sicuri che da qualche parte ci fosse una cassaforte. Non si sa se avessero la certezza di trovarne una o se si sia trattato solo di una supposizione. I malviventi non avrebbero proferito frasi tali da far capire che la famiglia era tenuta sott’occhio da qualche tempo (come invece accaduto in altri episodi). Dapprima, ad ogni modo, niente ha fatto presagire la successiva esplosione di violenza. “State ferme che non vi succede niente”, avrebbe detto uno dei rapinatori, anche se era chiaro che non se ne sarebbero andati senza prima aver trovato la cassaforte, una volontà che li ha spinti a restare nella casa fino al rientro del proprietario e della sua compagna. Ma nel frattempo la situazione è degenerata. I malviventi si sono messi a girare in cerca della cassaforte. Se uno dei due sembrava calmo, l’altro appariva sempre più agitato e incapace di controllarsi. E’ stato quest’ultimo a un certo punto a portare la donna in una taverna e a consumare la violenza, secondo quanto ricostruito dai carabinieri. Ma i due delinquenti sono rimasti almeno fino a mezzanotte, quando è rientrata la coppia lì residente, anch’essa aggredita. Tutti sono stati legati con fili elettrici e sono ricominciate le pressioni per avere la chiave della cassaforte che il proprietario è stato costretto a consegnare a suon di minacce. Alla fine, intorno a mezzanotte e mezzo, i rapinatori se ne sono andati portando con sé un bottino di circa 20mila euro tra soldi e gioielli. Prima di dileguarsi hanno chiuso le vittime in una stanza onde evitare che qualcuno potesse spiare la loro fuga. La famiglia ha impiegato un po’ di tempo per liberarsi e ha chiamato il 112 intorno alle una. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Perugia che, coordinati dal sostituto procuratore Mario Formisano, hanno avviato le indagini del caso. La donna che ha raccontato di aver subito violenza è stata curata all’ospedale e poi dimessa in nottata con una prognosi di sei giorni.

http://www.ternimagazine.it/67198/il-fatto/perugia-rapina-con-stupro-caccia-ai-banditi.html

Uncategorized

RSS Feed Widget

Lascia un commento