Islamico picchia, morde e accoltella la “convivente” italiana: niente galera

03-02-2012

Aveva tentato di imporre in tutti i modi alla sua convivente le usanze musulmane, impedendole di mangiare carne di maiale, prendendola a forchettate e mordendole anche i polpacci. A processo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia è finito ieri mattina A.M., trentanovenne di origine marocchina che, difeso dall’avvocato Fabio Crea, ha rimediato una condanna a 8 mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena.

Secondo l’accusa gli episodi di minacce sarebbero proseguiti per oltre due anni: la vittima una quarantenne trevigiana, sua convivente. «Prima o poi mi farai finire in galera, sono pazzo, farai la fine come quella di Castagnole», l’avrebbe più volte minacciata. Uno dei motivi di litigio più frequenti? Il divieto assoluto dell’uomo di mangiare carne di maiale.
La cosa lo avrebbe fatto imbestialire a tal punto da arrivare a ferire la donna alle braccia e al collo con una forchetta, a morderle i polpacci, procurandole ecchimosi e contusioni, giudicate, in un’occasione, guaribili in una decine di giorni. In un episodio, il più grave, avrebbe spinto la donna a terra con violenza, facendole sbattere la testa sul pavimento, spingendola contro le pareti, prendendola a forchettate e picchiandola con un bastone. Siamo nel luglio del 2010: la donna finalmente si era decisa a sporgere regolare denuncia alle autorità.
L’uomo quindi è finito alla sbarra con l’accusa di maltrattamenti in famiglia: ieri, davanti al giudice monocratico, la condanna a 8 mesi di reclusione pena sospesa.

http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2012/02/02/news/picchia-la-compagna-otto-mesi-1.3138445[stextbox id=”info”]

Abbiamo l’ennesima dimostrazione di come, solo individui mentalmente problematici, facciano “comunella” con gli immigrati.
Quale malata di mente, può convivere con un uomo del genere?

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