Viterbo: la badante dietro il massacro

29-03-2012

Mentre Ausonio Zappa (82 anni), il papà delle Belle Arti, è ricoverato in coma irreversibile a causa dell’emorragia e dell’edema cerebrale riportati in seguito al pestaggio subito, i quattro romeni sono stati assicurati alla giustizia e rinchiusi nel carcere Mammagialla a disposizione dell’Autorità giudiziaria, cui dovranno rispondere di rapina aggravata, sequestro di persona e tentato omicidio.

“L’operazione è il frutto del controllo del territorio messo in atto dalle stazioni dell’Arma dislocate su tutto il territorio provinciale”.

A sottolinearlo, durante la conferenza di ieri pomeriggio (28 marzo), il colonnello Gianluca Dell’Agnello e il sostituto Paola Conti. (Perché è vero che dal proliferare di reati contro il patrimonio il Viterbese non è esente, ma è anche vero – e in questa particolare circostanza va riconosciuto – che gli sforzi delle forze dell’ordine finalizzati a debellare il fenomeno sono incessanti).

Quanto accaduto ieri notte nella Tuscia, (cara, vecchia oasi felice), ha lasciato sgomenti e accresciuto i timori dei suoi residenti. Ma anche la rabbia, tanta. “Bastardi, figli di… Tornatevene a casa vostra…”. Così, un gruppetto di persone (di tutte le età, perché la rabbia non ha collocazione anagrafica) inveiva contro quei quattro delinquenti, mentre dal Comando provinciale dei carabinieri venivano tradotti nel penitenziario viterbese.

“Conoscevano bene la casa e le abitudini della famiglia, perché uno di loro – ha spiegato il pm Conti – è figlio della badante che, diversi anni fa, accudiva la suocera della vittima”.

Si tratta di T.P.A., appena ventenne che, nel colpo, ha avuto il ruolo di “palo” insieme a O.I.D., di cinque anni più grande. Insieme, a bordo di un’auto di grossa cilindrata (una Bmw per l’esattezza), hanno accompagnato O.P.C., 19 anni, ed S.N.A. (22), sulla Strada Romana, a Bagnaia, nei pressi della villa di Zappa. Poi hanno fatto dietrofront e, dopo aver percorso la Canepinese e la Cimina, hanno raggiunto una connazionale a Vignanello. Il tempo di una mezz’oretta – come concordato – e il ritorno a Viterbo. A tutta velocità.

“Intorno alle 2,10 una pattuglia in servizio ha fermato la Bmw a La Quercia con a bordo due romeni, a noi già conosciuti per precedenti specifici”, ha detto il comandante provinciale Dell’Agnello, aggiungendo: “Insospettiti, i militari hanno deciso di seguirli e si sono ritrovati sulla Strada Romana”.

A quel punto – erano da poco passate le 2 e 30 – alla Centrale operativa di via de Lellis è arrivata la chiamata di un istituto di vigilanza privato, allertato dal dispositivo d’allarme azionato dal povero Zappa prima di essere aggredito in testa a sprangate. E, subito, gli uomini del Radiomobile e del Nucleo investigativo si sono precipitati sul posto.

“Abbiamo rinvenuto la vittima in una pozza di sangue – ha spiegato il capitano Giovanni Martufi – e chiamato i soccorsi del 118”.

Di O.P.C. ed S.N.A., però, nessuna traccia: erano riusciti a dileguarsi a piedi con la complicità del buio e, probabilmente, erano anche convinti di averla fatta franca. E, invece, proprio grazie al controllo dei due romeni sulla Bmw, gli investigatori sono riusciti ad acciuffarli tutti e quattro.

Fermati per la seconda volta da un’altra pattuglia in servizio preventivo notturno a Viterbo, T.P.A. e O.I.D., sono stati messi alle strette fino a confessare.

“Abbiamo raggiunto gli esecutori materiali dell’aggressione – ha detto il capitano Martufi – nella loro abitazione in via della Palazzina, dove sono state rinvenute le chiavi dell’autovettura di Zappa e il portafoglio contenente carte di credito”.

La posizione dei quattro romeni destinata ad aggravarsi.Mentre è al vaglio la posizione di due donne romene presenti all’interno del domicilio dove i militari hanno fatto irruzione, le indagini sulla caratura criminale dei quattro pregiudicati vanno avanti. La loro posizione giudiziaria, legata a quei fili che tengono in vita Zappa, potrebbe aggravarsi ulteriormente. “Nel corso della perquisizione è stato trovato diverso materiale probabile compendio di furti”. E, in particolare, diversi marchingegni elettronici utilizzati per scassinare slot e macchinette cambia soldi.

http://www.viterbooggi.eu/news/caso-zappa—lira-della-gente:-tornate-nel-vostro-paese_33406.htm

[stextbox id=”alert” defcaption=”true”]Quelli che si mettono in casa le badanti immigrate, sappiano che si tratta del cavallo di troia dei loro figli delinquenti. Dare accesso a gente del genere, è come mettersi nelle mani del nemico.
Un altro caso di come la xenofilia sia dannosa a chi la pratica.[/stextbox]

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