Scippata e gettata a terra davanti al nipotino di 8 anni. La pensionata di 83 anni è stata portata poi in ospedale.
E’ successo ieri poco prima delle 8 in c
orso Milano, nella parte iniziale (quindi in centro città), non lontano da dove sabato scorso sono stati sparati colpi di pistola[nbnote ]Arrestati, per tentato omicidio. Alessandro Cilya, 37 anni, e Altin Vojdulla, 22enne originari dell’Albania, entrambi operai residenti a Vigevano, sono stati arrestati dai carabinieri perché ritenuti responsabili della sparatoria avvenuta sabato sera in corso Milano. In poche ore i militari della Compagnia di Vigevano, comandata dal capitano Gennaro Cassese, dopo aver ricostruito l’accaduto sono risaliti ai due presunti responsabili, trovando anche i riscontri che hanno fatto scattare gli arresti. I due si erano presentati verso le 19.20 al negozio di telefonia al numero civico 5 di corso Milano.
Il 37enne in particolare avrebbe iniziato a discutere col titolare, volendo uno sconto su uno smartphone di ultimissima generazione, anzi dicendo di volerlo acquistare facendolo poi pagare da una terza persona. All’ovvio rifiuto del titolare, erano volate parole grosse e anche qualche spintone, fino a quando i due si erano allontanati, non prima di aver infranto il vetro della porta d’ingresso. Saliti a bordo di una Fiat Bravo di colore grigio, sono però tornati sul posto dopo neppure dieci minuti, fermandosi con l’auto dall’altra parte della strada, e sparando cinque colpi di pistola. Un primo colpo in aria, un secondo ha invece bucato la vetrata nella parte bassa, un terzo sparato ad altezza d’uomo, che solo per un fortunato caso non ha ferito o ucciso nessuno, né tra i passanti né tra i presenti all’interno del negozio. Anche il quarto e il quinto colpo sarebbero andati a vuoto. L’auto si era poi dileguata e sul posto erano subito intervenuti i carabinieri, repertando quattro bossoli calibro 9. Il quinto bossolo è stato invece ritrovato nell’intercapedine tra il parabrezza e il cruscotto della Fiat Bravo , alla quale i militari sono riusciti a risalire in poche ore, effettuando le prime perquisizioni già alle 22. Identificato anche il 22enne albanese, nel corso della perquisizione domiciliare, è stata trovata l’arma, nascosta in un’intercapedine del muro in cantina, e posta sotto sequestro: una pistola da guerra Walther 9 millimetri con matricola alterata, modificata per poter essere munita di silenziatore. [/nbnote], davanti a un negozio di telefonia. Secondo una prima ricostruzione dei fatti – indaga la polizia – l’anziana era appena scesa dall’auto guidata dalla figlia che l’aveva accompagnata da un altro parente, ed era appunto con il nipotino.
Agli agenti del commissariato, l’anziana ha riferito poi che qualcuno l’ha spinta a terra, arrivando alle sue spalle. E le ha preso la borsa, dove c’era il portafogli con qualche decina di euro. Poi è scappato. La pensionata non avrebbe quindi saputo descrivere accuratamente lo scippatore ed eventuali complici.
Si valutano i collegamenti con un altro recentissimo tentativo di scippo a Vigevano, non riuscito perché la vittima ha lottato per riprendersi la borsetta. La donna, una vigevanese 55enne, era stata presa di mira il 29 marzo in via Farini, altra strada del centro città all’incrocio con corso Cavour. Era mezzogiorno: mentre rientrava a casa, l’ha affiancata da una macchina straniera con due uomini a bordo. Il passeggero ha messo un braccio fuori dal finestrino per prendere la borsetta.
Nel tentativo di trattenerla, la donna ha perso l’equilibrio ed è caduta. Mentre i due scappavano, si è rialzata e li ha inseguiti correndo, li ha raggiunti e ha ripreso la borsa. Poi ha avvertito i carabinieri, dando la descrizione dell’auto e dei due uomini. A Garlasco invece due mesi fa era stata presa di mira una pensionata che aveva appena prelevato denaro al bancoposta: mille euro, arraffati da uno scippatore. Ieri mattina, in corso Milano a Vigevano, un altro scippo. In entrambi i casi, protagonisti degli immigrati.
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