L’assedio: cellula di immigrati organizzava l’invasione dell’Italia

15-05-2012

BARI – Un’organizzazione criminale transazionale che organizzava sbarchi di clandestini nel Sud Italia è stata smantellata dalla polizia di Stato e dalla Guardia di finanza di Bari. Sette i cittadini egiziani e tunisini sottoposti a fermo su disposizione della procura di Bari per i reati, contestati a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il gruppo criminale – secondo l’accusa – ha base operativa in Egitto e cellule in Puglia, Lombardia, Campania e Sicilia.

LA STORIA – Le indagini hanno inizio nell’ottobre del 2011, quando una motovedetta della Guardia di Finanza fermava, nelle acque antistanti un po’ più a Nord di Bari, a Giovinazzo, un motopeschereccio con 151 clandestini a bordo, la maggior parte egiziani. Nel giro di poche ore l’attività investigativa, dei militari del Gico e del Roan della Guardia di Finanza e degli agenti della Squadra Mobile di Bari, permetteva di individuare e arrestare i 13 componenti dell’equipaggio con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, resistenza o violenza a nave da guerra (in questo caso l’unità navale della Guardia di Finanza). I successivi interrogatori dei clandestini evidenziavano l’esistenza di un’organizzazione criminale transnazionale guidata da egiziani finalizzata a far arrivare in Europa clandestini provenienti dall’Egitto. Ed è proprio nel Paese Nord-Africano che l’associazione aveva la sua base operativa centrale: una vera e propria agenzia di viaggi clandestina super-organizzata che offriva un «pacchetto viaggio all inclusive» da cinquemila euro a persona.

IL SERVIZIO – I trafficanti si occupavano di ogni aspetto del viaggio: dal trasporto con autocarri degli egiziani dall’entroterra sulla costa egiziana (i porti scelti per l’imbarco erano Alessandria, Damietta e Port Said), all’imbarco prima sui gommoni poi sui motopescherecci che prendevano il largo per raggiungere le coste italiane. Una volta approdati, l’organizzazione non abbandonava i passeggeri, ma si occupava anche dell’accoglienza offrendo abiti puliti e biglietti ferroviari con destinazione Nord-Italia (Milano soprattutto) o altri Paesi Europei. Le indagini dell’Autorità Giudiziaria si sono concentrate a quel punto sulla base operativa presente sul territorio italiano. La posizione del motopeschereccio fermato nell’ottobre del 2011 lasciava presupporre che dovesse essere al di là delle coste salentine. Le varie ipotesi formulate dagli inquirenti supportate dalle tecniche investigative classiche e attraverso le intercettazioni telefoniche, portavano a ritenere che la base operativa fosse ad Andria. Ipotesi che trovavano conferma in due altri episodi: un mese dopo (nel novembre 2011) sempre a largo delle coste baresi un altro motopeschereccio con 163 clandestini, sempre egiziani, a bordo veniva fermato dalla Guardia di Finanza e gli otto componenti dell’equipaggio arrestati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina; nel gennaio di quest’anno, invece, era la nazionalità dei due scafisti a fornire ulteriori elementi sulla base pugliese dell’organizzazione: i due erano di Barletta. Questa volta, però, i 95 clandestini egiziani erano stati fermati mentre transitavano nel Golfo di Taranto. I due barlettani arrestati insieme agli altri quattro componenti dell’equipaggio, tutti egiziani. Sul motopeschereccio anche due gommoni che sarebbero stati utilizzati per raggiungere più velocemente la costa. A questo punto l’organizzazione decideva di cambiare rotta: abbandonare le coste pugliesi e far sbarcare i clandestini sulle coste siciliane, ma l’attività investigativa del Gico, Roan e Squadra Mobile di Bari (coadiuvati dai finanzieri e poliziotti di Trapani e Mazara del Vallo) consentiva anche di individuare, lo scorso 30 aprile, un altro sbarco clandestino: 81 egiziani giunti in Italia con un motopeschereccio.

I NOMI – È stato quest’ultimo intervento a permettere agli inquirenti e agli investigatori di comporre la «piramide» (di qui il nome dell’operazione) dell’organizzazione criminale: Abdelrahman Galal (detto «Abdou»), egiziano residente a Napoli, era il responsabile dell’organizzazione che controllava tutte le fasi del traffico illecito in Italia; Ibrahim Saafan (detto «Alì»), egiziano di stanza ad Andria, era il responsabile della sede pugliese dell’organizzazione. E’ risultato presente sia sul motopeschereccio bloccato a Taranto sia su quello di Mazara del Vallo; Shawky Shaker (più noto come «Abu Roaia»), di stanza a Milano, finanziatore degli sbarchi per almeno 100mila euro (soldi che servivano ad allestire le basi italiane che accoglievano i clandestini);  Said Abdelghani, Ramzi Loussaief, Abdelkader Hamrouni e Asem Ahmed Abounar sono gli altri quattro fermati in qualità di collaboratori sul territorio dei tre esponenti di spicco dell’organizzazione. Nel corso delle varie operazioni – dall’ottobre scorso all’aprile di quest’anno – sono stati complessivamente identificati 490 immigrati clandestini, sono state arrestate 43 persone, sequestrati quattro motopescherecci e tre gommoni. Solo i suddetti «viaggi della speranza» scoperti dalla Guardia di Finanza e Polizia avrebbero fruttato all’associazione criminale circa due milioni e mezzo di euro.

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/notizie/cronaca/2012/15-maggio-2012/sbarchi-clandestini-sette-arrestie-banda-egiziani-tunisini-201185952547.shtml

Uncategorized

RSS Feed Widget

Lascia un commento