Gallarate violenta: catturato branco di immigrati. Terrorizzava la zona

21-02-2012

Avevano un “curriculum” di tutto rispetto e già agivano come una banda,  pronta anche ad aggredire chi tentava di ostacolarli: sono finiti in manette tutti i ragazzi maggiorenni (quattro in  totale) che facevano parte della gang responsabile – secondo gli elementi  raccolti dalla polizia – delle rapine aggravate avvenute a gennaio nella zona  del cimitero. Ma i singoli membri del gruppo sono stati protegonisti di vari  altri fatti di cronaca, dai furti al vandalismo, fino al brutale pestaggio di San Valentino. In pratica quasi tutti gli  episodi più gravi avvenuti negli ultimi due mesi.
Gli agenti del  commissariato di Gallarate, guidati dal commissario capo Gianluca Dalfino (nella foto), sono  arrivati a loro incrociando le testimonianze delle vittime e una serie di segnalazioni. L’episodio che ha dato il  via è stata il fermo, il 10 gennaio, di un ragazzo minorenne  accusato di aver aggredito, insieme ad altri, un automobilista al semaforo di  viale Milano: in quell’occasione la vittima aveva subito allertato la polizia  consentendo di acciuffare appunto il minorenne. Davanti al PM della Procura dei  Minori Annamaria Fiorillo il ragazzo ha collaborato fornendo alcune informazioni sulle sue  “frequentazioni”: la banda è tornata in azione al parcheggio interrato  Seprio Park (un arresto per vandalismo) e poi soprattutto la sera di San  Valentino, quando due di loro hanno aggredito un addetto alle pulizie del parcheggio,  considerato (a torto) un “informatore” delle forze dell’ordine. Allora scattò la  denuncia a piede libero per due di loro, ma i nuovi elementi raccolti hanno  dimostrato ancora una volta che quel gruppo di ragazzi era una banda che si  muoveva insieme.
Gli episodi più gravi rimanevano comunque però le rapine con aggressione nella zona del  cimitero, ai danni di persone che si muovevano in quella zona alla  ricerca di incontri occasionali. Aiutando le vittime a superare la vergogna, i  poliziotti di Gallarate ne hanno ottenuto le testimonianze: si parlava di una  banda di ragazzi molto violenti, prestanti fisicamente, alla caccia di  denaro contante, cellulari e ogni altra cosa di valore. In almeno un  episodio le vittime erano state minacciate con una pistola: proprio la “impronta” lasciata sulla fronte di un rapinato con la canna  della pistola era un elemento che poteva confermare l’identità dei membri  della gang. Alla fine sono scattate le perquisizioni nelle case dei  sospettati, dove sono state ritrovati la replica perfetta di una pistola Calibro 9, tirapugni, una modesta dose di  marijuana, alcuni capi d’abbigliamento che sarebbero stati usati nel  corso delle rapine.
Sono stati così arrestati – su disposizione della Procura di Busto  Arsizio (pubblico ministero Mirko Monti) – i due diciannovenni marocchini  Montassir El Ouardi e Soumir Abdelfatah e il ventenne albanese Marjo Gjeka: sono  accusati di lesioni personali aggravate, danneggiamento e rapina. La  Procura ha chiesto la custodia cautelare in carcere, anche per il pericolo di  fuga (il giovane El Ouardi stava per partire per il Marocco, per  raggiungere il padre che sarebbe malato). Il loro amico Mohammed Braik è già sotto indagine per l’aggressione all’addetto alle pulizie  del Seprio Park. Le due ragazze del gruppo – minorenni, una italiana e  una marocchina – sono invece seguite dai servizi sociali: non hanno partecipato  alle rapine ma sono state segnalate come parte del gruppo in varie occasioni, ad  esempio in occasione del furto all’Esselunga del gennaio scorso. Vengono da  famiglie in precarie condizioni economiche, in parte senza problemi in parte  disagiate anche dal punto di vista sociale.

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