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Spacciatori Rom minacciavano vittime: sesso in cambio di droga

Campobasso. Minacce di morte e pesanti intimazioni alle vittime che non saldavano i loro debiti con gli spacciatori. Tra i tossicodipendenti che si rifornivano abitualmente anche un ragazza di 14 anni. E una donna, questa maggiorenne, che avrebbe pagato in natura le sue dosi di eroina.

Sono solo alcuni dei particolari emersi dall’operazione Budì che ha portato all’arresto di tre giovani (D.B. di 25 anni, A.M. di 23 e N.M. di 33) oltre all’iscrizione sul registro degli indagati di altre 10, di cui diversi di etnia rom, dediti allo spaccio e al traffico di stupefacenti (oltre che alle estorsioni ma solo per alcuni di essi) in tutto il basso Molise.

Sono stati i carabinieri di Larino, assieme ai colleghi di Foggia, Termoli, Campobasso, Bojano e con il supporto delle unità cinofile di Chieti e Modugno in provincia di Bari a dare esecuzione ai provvedimenti di cattura per i tre (tutti dell’area frentana) e di perquisizione per gli altri (alcuni erano residenti anche a San Severo) emessi dalla procura di Larino.

Dai blitz eseguiti contestualmente in ogni abitazione all’alba di questa mattina, venerdì 24 gennaio, non è stata rinvenuta molta droga, solo 50 grammi di marijuana e qualche grammo di hashish. Ma dalle intercettazioni, registrate dai militari tra febbraio 2011 e marzo 2012, come riferito questa mattina in caserma a Campobasso,si è potuto ricostruire il modus operandi degli indagati «rintracciando gravi indizi di colpevolezza a loro carico».

Il linguaggio utilizzato è stato esaminato attentamente e tradotto dai carabinieri.
Così si è scoperto che la roba, cioè l’eroina, veniva chiamata budì – da qui il nome dell’operazione – o anche agnu.
Che, ad esempio, la cassa era il luogo in cui avveniva la consegna. Il sistematico traffico e lo spaccio al dettaglio di varie tipologie di sostanze stupefacenti, sia leggere che pesanti, avveniva a Larino, Termoli, Campomarino, Rotello e San Giuliano di Puglia.

Proprio in una di queste piazze un assuntore abituale, esasperato dalle minacce perché non riusciva più a onorare i suoi debiti per la droga, ha riferito i dettagli ai carabinieri. Dalle sue indicazioni i militari hanno ricostruito il traffico nell’area frentana partito però dalla provincia di Foggia.

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Compravano mozzarelle e simulavano malesseri per avere soldi: arrestati zia e nipote

Dovranno rispondere di estorsione la zia e il nipote che ingannavano piccoli imprenditori per ottenere denaro a titolo di risarcimento. Dopo aver acquistato generi alimentari dai negozianti tornavano con la scusa che i loro parenti erano finiti in ospedale minacciando i rivenditori di chiamare i carabinieri. La denuncia di un esercente ha consentito ai militari di Campobasso di risalire ai responsabili ammanettati all’alba di oggi, mercoledì 15 gennaio.
Fingevano di avere parenti ricoverati in ospedale, vittime di malesseri dopo aver mangiato delle mozzarelle o altro, e poi minacciavano la richiesta di intervento dei Nas al titolare della rivendita dove dicevano di aver comprato i prodotti.

La tecnica era questa, ma, a seguito di un’indagine della Compagnia dei Carabinieri di Campobasso, sono stati smascherati e consegnati alla giustizia, arrestati entrambi: zia e nipote.
I dettagli dell’operazione, che ha preso spunto a settembre dalla denuncia dell’esercente, sono stati illustrati oggi, 15 gennaio 2013, nella Caserma dei Carabinieri in via Mazzini a Campobasso dal Comandante del Nucleo operativo radiomobile provinciale, il tenente Vincenzo Di Budio e dal Comandante della Compagnia di Campobasso, il capitano Roberto Petroli.

La ricostruzione paziente e scrupolosa della vicenda, per opera dei Carabinieri, ha consentito l’emissione del provvedimento di custodia cautelare da parte del Tribunale di Campobasso a carico dei due indagati, C. R. di 51 anni, ora in carcere nel capoluogo di regione e C. R. M. di 58, ai domiciliari.

Entrambi di etnia rom e già noti alle Forze dell’ordine per reati contro il patrimonio.

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