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Treviso: marocchino tenta stupro, solo denunciato!

È stato denunciato dai carabinieri di Vittorio Veneto un ragazzo di origini marocchine marocchino di 20 anni, accusato di violenza sessuale nei confronti di una giovane vittoriese. La ragazza, una studentessa trevigiana, era stata aggredita improvvisamente dal malintenzionato ma era riuscita a difendersi spruzzandogli in volto uno spray al peperoncino, presente nelle borsette di moltissime donne come arma di difesa personale.

Il fatto era avvenuto lungo la pista ciclabile del fiume Meschio, mentre la ragazza faceva un giro tutta sola. La giovane si era recata in caserma per denunciare l’episodio in 25 aprile. I militari dell’Arma sono riusciti a identificare l’aggressore e quindi a denunciarlo.

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Con la ‘svuotacarceri’ ormai non si arresta più nessuno.

Uomo muore in centro massaggi a luci rosse, arrestata cinese – Oggi Treviso


Oggi Treviso

Uomo muore in centro massaggi a luci rosse, arrestata cinese
Oggi Treviso
VENEZIA – Un padovano è stato colto da malore, e poi è morto, pare durante un massaggio ''a luci rosse'' ad opera di una cinese in un centro a Grisignano di Zocco e i carabinieri, chiamati dal personale medico, hanno arrestato la gestrice, una cinese

Treviso nella morsa delle bande di rapinatori

Il cambiamento

Il cambiamento

TREVISO – Un’anziana 74enne si sveglia e ha addosso uno dei due rapinatori stranieri che la blocca sul letto, mano sulla bocca. Cercavano di strappargli gli anelli e le catenine che aveva alle mani e al collo. E’ la terza vittima in poche ore nell’escalation di rapine nella Marca.

Tre in due giorni: dopo San Trovaso di Preganziol e Castagnole di Paese, è toccato a Treviso. Si era alzata per bere un bicchier d’acqua, poi era tornata nella sua stanza. Vedova, vive con la madre di 98 anni e due dei tre figli. Le hanno rotto un labbro e l’hanno riempita di ematomi, per qualche anello.

http://voxnews.info/2013/08/29/emergenza-rapine-nella-marca/

Africani: aggrediscono vigilantes e carabinieri per una maglietta da 30 euro


VicenzaToday
Rissa con vigilantes e carabinieri per una maglietta da 30 euro
VicenzaToday
Emanuele e Daniel Kwakwah, 21 e 27 anni, residenti a Castello di Godego, Treviso, ma originari del Ghana, sono stati arresti dai carabinieri dopo aver tentato una rapina al Carrefour di Thiene, Vicenza. Bottino: una maglietta. Giulia Guidi 1 luglio 2013. 

Treviso, rissa davanti al tribunale tra extracomunitari: passanti nei … – Corriere della Sera


Corriere della Sera

Treviso, rissa davanti al tribunale tra extracomunitari: passanti nei
Corriere della Sera
Treviso, rissa davanti al tribunale tra extracomunitari: passanti nei negozi. Pugni e calci tra un eritreo geloso e un cittadino dominicano. Alcuni anziani si rifugiano per paura nel vicino panificio. TREVISO – Rissa tra due extracomunitari in zona
Vede l'ex con un altro uomo, pacche da orbi vicino al tribunaleOggi Treviso

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Gang romena-albanese controllava la prostituzione: otto arresti – Nuova Venezia


TrevisoToday

Gang romena-albanese controllava la prostituzione: otto arresti
Nuova Venezia
L'attività della Questura di Venezia, coordinata dalla magistratura lagunare, segue le indagini iniziate nel settembre 2012, dalle quali è emersa l'esistenza di un sodalizio criminale romeno-albanese che “reclutava” nei paesi dell'est giovani neo
Prostituzione tra Treviso e Mestre, sgominata banda di sfruttatoriTrevisoToday
Ragazze considerate "stracci" dai padroni, presa banda del TerraglioVeneziaToday
Venezia: blitz anti-prostituzione, 8 arrestiilVelino/AGV NEWS
Crimeblog.it (Blog) –TGCOM –VicenzaToday
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Coppie miste: massacrata perché “cucina male”


Leggo.it

TREVISO – Calci, pugni, insulti, minacce. Ogni giorno per tre anni. Poi la denuncia. La libertà da quell’uomo che aveva trasformato la sua vita in un inferno. E alla fine un nuovo baratro. Il perdono, il ritorno in una casa dove era schiava. Nuovi soprusi, nuovi dolori. Altri lunghissimi tre anni di umiliazioni e botte, tante botte. Fino alla resa dei conti. L’arresto del marito. Un kosovaro di 31 anni è finito in carcere a Santa Bona per i continui maltrattamenti nei confronti della moglie.

Lei, 31 anni trevigiana, lui, stessa età, muratore kosovaro. Si conoscono, si amano, si sposano nel 2004. E qui finisce la favola e inizia l’incubo. Lui è violento, per un nulla scatta: il suo alibi preferito per picchiarla è la cucina: «Il tuo cibo fa schifo, io ti butto la testa nell’acqua bollente, così impari». È giù botte. La trascina per i capelli lungo la scala, la minaccia di morte, la prende a sberle.

E l’inferno non finisce neanche quando nasce il loro primo figlio. Tanto che nel 2007 lei dice basta. Denuncia il marito alla polizia e torna a vivere dai genitori con il suo bimbo. Un anno dopo chiede la separazione, che si concluderà in un nulla di fatto. Perchè lei da lui non riesce a staccarsi. Lo giustifica. Lo perdona. Nel 2010 nasce il secondo figlio e loro tornano a vivere insieme. Ma non è una vita nuova, è sempre lo stesso terribile incubo. Anzi, se possibile è pure peggio. Eppure lei resiste per altri tre anni. Solo all’inizio del 2013 trova di nuovo il coraggio di andare dalla polizia. Il 10 maggio il giudice dispone l’allontanamento dell’uomo dalla casa di famiglia, dove lei resta a vivere con i due bambini.

Il kosovaro se ne va, dice che torna in patria. Ma dopo una sola settimana si presenta di nuovo alla sua porta. Dice che è in crisi, che non trova lavoro. Lei stavolta non si lascia incantare. Prende il telefono e chiama la polizia, che lo arresta. È di fronte agli agenti della squadra mobile che il kosovaro getta la maschera: «Lei sbaglia e io la picchio». È sconvolgente nella sua semplicità la risposta che dà ai poliziotti che gli chiedono conto di tanta violenza.

Lezioni di vita: derubati dai “migranti” che avevano invitato ad una festa

VICENZA 30 apr 2013 – In quella villa di Mussolente (Vicenza) erano stati ospiti per la festa di compleanno di una ragazza di 15 anni, la figlia dei proprietari. Ma appena due giorni dopo in quella stessa casa hanno deciso di tornare, con intenzioni e un ruolo ben diverso, non di invitati, ma di ladri. Alla fine sono stati scoperti e arrestati dai carabinieri di Bassano (Vicenza).

CATTIVI MAESTRI

Protagonisti della vicenda due fratelli marocchini residenti nel Trevigiano, ad Asolo (Treviso): Mouchine e Anas Ben El Youbi, rispettivamente di 19 e 22 anni, che attorno alle 19.30 di ieri hanno provato ad introdursi nella villa fra le province di Vicenza e Treviso non sapendo che all’interno della stessa c’erano la ragazza e la madre. Uno dei due ha cercato di entrare salendo su una scala a pioli, ma è stato notato dalla giovane, mentre l’altro ha provato a forzare una porta d’ingresso. Le due donne hanno avvisato il 112 che ha dirottato sul posto nell’arco di pochi minuti tre pattuglie dell’Arma.

I due marocchini si sono nascosti nel garage, ma sono stati visti e quindi fermati: per loro sono scattate le manette per tentato furto. La minorenne ha riconosciuto i due “invitati”, che alla festa di due giorni prima erano arrivati accompagnati da un conoscente. Per loro era stato una sorta di sopralluogo prima del colpo tentato ieri.

http://www.gazzettino.it/province/nordest/tornano_a_rubare_nella_villa_in_cui_hanno_festeggiato_un_compleanno/notizie/274403.shtml

Mai far entrare in casa degli immigrati, avranno imparato la lezione?

Treviso: ragazza scomparsa vista in campo nomadi



TREVISO – Marianna Cendron, la 18enne di Paese (Treviso), è scomparsa da quasi due mesi. La giovane non dà sue notizie dallo scorso 27 febbraio, quando è stata vista l’ultima volta dopo aver terminato l’orario di lavoro al golf club di Salvarosa. Da allora sono state molte le segnalazioni rivelatesi inattendibili, tra queste l’ultima la vorrebbe a marghera, sotto un cavalcavia assieme a un gruppo di nomadi.
La segnalazione è arrivata alla trasmissione Chi l’ha visto?, a cui i genitori di Marianna, Pierfrancesco e Emilia, si sono affidati per ritrovare la figlia. Nella puntata di mercoledì scorso la troupe del programma dedicato alle persone scomparse, accompagnata dalla famiglia Cendron, è andata a Marghera per verificare la pista. Nell’accampamento di nomadi è stata mostrata una foto di Marianna, ma nessuno l’ha riconosciuta.
Al momento della scomparsa la ragazza non aveva con sè documenti e non aveva annunciato a nessuno l’intenzione di allontanarsi. La pista ritenuta più probabile resta quella dell’allontanamento volontario.
Le piste ritenute più probabili dagli inquirenti, sono sempre quelle da non seguire, visti i risultati. Pensare poi di mostrare la foto e ricevere collaborazione dagli Zingari, è demenziale.
La realtà è che i Campi Nomadi sono zone extraterritoriali, sono enclaves criminali prive di controllo dove scompare refurtiva – spesso – e purtroppo anche persone.

Algerino specializzato in borseggi all’aeroporto di Treviso, arrestato

Specializzato in borseggi all’aeroporto di Treviso, arrestato
TrevisoToday
L’arresto è avvenuto al termine di una lunga e complessa indagine, durata quasi due anni, e conclusasi con successo grazie ad alcuni errori commessi dall’algerino che, facendosi riprendere dalle telecamere a circuito chiuso, ha permesso agli inquirenti