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“Sono immigrato, posso vendere merci false”: senegalese picchia agenti

FOLLONICA 09 agosto 2013 – Non ha digerito che gli sequestrassero la merce che voleva vendere al mercato, e si è ribellato picchiando due agenti della Polizia municipale. È diventata una guerra la lotta al commercio abusivo durante il mercato settimanale. Sempre più spesso i venditori abusivi, di solito stranieri, si ribellano ai Vigili urbani che tentano di far rispettare la legge. Anche questa mattina, verso le 12, durante i controlli di routine, le due pattuglie hanno iniziato a controllare i venditori. I quattro agenti si sono suddivisi tra i banchi, e, tra gli altri, hanno controllato anche un senegalese di 31 anni. L’uomo, regolare sul territorio italiano, non aveva però le autorizzazioni necessarie a vendere i proprio articoli, tutti contraffatti, e i Vigili ne hanno disposto il sequestro. Il provvedimento non è però piaciuto al senegalese che ha aggredito i Vigili strappando, nella colluttazione, la radio e gettandola a terra, poi è scappato.

I quattro agenti sono stati raggiunti da altri tre colleghi ed è iniziata la caccia all’uomo. Il venditore abusivo si è nascosto in un condominio, da cui è giunta la segnalazione al comando. Raggiunto il nascondiglio, l’uomo si è nuovamente scagliato contro gli agenti ferendone due. Il senegalse, che ha al suo attivo una lunga lista di precedenti anche specifici, è stato arrestato per lesioni, resistenza e commercio di merce contraffatta.I due agenti si trovano ancora al pronto soccorso dell’ospedale di Massa Marittima per essere medicati. Del caso si sta interessando oltre al comandante della Polizia municipale Gabriele Lami anche l’assessore Francesca Stella che sta seguendo la vicenda in prima persona.

http://www.ilgiunco.net/2013/08/09/si-ribella-e-aggredisce-due-vigili-al-mercato-arrestato-venditore-abusivo/

Parla la vigilessa pestata da zingare: “Erano quattro furie”

Le zingare “Erano quattro furie”

Ancora provata per quanto accaduto ma pronta a rifarlo nuovamente. A poco meno di 24 ore dalla brutale aggressione che gli è costata un ricovero in ospedale in seguito ad un pestaggio da parte di 4 nomadi borseggiatrici sotto la Metro Spagna, il maresciallo Claudia Macrì commenta quanto accaduto in un’intervista esclusiva a RomaToday.

FUMO E FURTI – Agente della Polizia Locale di Roma Capitale che in 8 anni di servizio a piazza di Spagna ne ha viste di tutti i colori, sino alla brutale aggressione di ieri sera, quando è stata colpita dalle 4 borseggiatrici scoperte non solamente a fumare sotto la banchina della metro, ma soprattutto a borseggiare (come al solito) i tanti turisti che affollano la stazione della linea ferrata sotterrannea del centro di Roma. “Sto meglio – le parole di rassicurazione del maresciallo Macrì – ma mi fa ancora molto male la gamba destra per le tante botte che mi hanno dato. Poteva andare molto peggio, per questo ringrazio i cittadini che mi hanno aiutato evitando che l’aggressione potesse avere conseguenze molto peggiori, ero sola, con la divisa, la radio e tutto l’equipaggiamentoma quando ho capito cosa stava succedendo non ci ho pensato su un solo minuto ed ho fatto quello che era doveroso fare“.

INSEGUIMENTO SOTTO LA METRO – Agente aggredita dimessa dall’ospedale intorno alle mezzanotte di ieri che dal letto dove è in convalescenza nella propria abitazione racconta quanto accaduto: “Intorno alle 20 – ricorda Claudia Macrì – mi hanno segnalato la solita banda di nomadi borseggiatrici in azione sotto la metro. Arrivata sotto la banchina e conoscendo, purtroppo, le loro abitudini ho subito inteso che il fumo di sigaretta arrivava da loro. Una volta notate ho detto loro di spegnerla ma per tutta risposta mi hanno sputato, si sono girate dall’altra parte e sono corse sul vagone della metro che partitva in direzione Termini, per salire e borseggiare, come usano fare nei momenti concitati dell’ingresso nel treno, i tanti turisti che affollano la Metro Spagna. A questo punto ho strillato sia in inglese che in italiano di stare attenti alle borseggiatrici ed ho proseguito ad inseguirle“.

QUATTRO FURIE – Maresciallo della polizia locale di Roma Capitale in servizio a Roma da 14 anni che è riuscita a raggiungere le 4 borseggiatrici nel vagone della metro, con il conducente che, accortosi di quanto accadeva, ha immediatamente arrestato la corsa. “A quel punto siamo nuovamente scese dalla metro e me le sono trovate addosso. Erano quattro furie, mi sono salite addosso ed hanno cominciato a riempirmi di calci“. Un’aggressione brutale sventata solo grazie all’intervento di due coppie di turisti, appena derubate dalle quattro borseggiatrici. “Li ringrazio per avermi salvata – prosegue la vigilessa aggredita – se non ci fossero stati loro forse staremmo raccontando qualcosa d’altro“.

BANDE DI ROM – Claudia Macrì che racconta di come quanto accaduto ieri sera sia all’ordine del giorno: “Non è la prima volta che ho a che fare con queste quattro borseggiatrici, tre ragazzine di età compresa tra i 10 ed i 13 anni ed una donna più grande che dovrebbe essere la madre di una di loro. Mi hanno insultato e sputato diverse volte, e prima o poi mi aspettavo un’aggressione come accaduto ieri sera“. Vigilessa in servizio sotto la metro A che spiega ancora: “Purtoppo le 4 fanno parte di una banda che opera soprattutto sotto le fermate SpagnaBarberini e Flaminio, dove i turisti da borseggiare diventano delle facili prede. Oltre a loro c’è anche un’altra banda, formata sempre da rom ma da 4 uomini. Dispiace che una città come Roma debba fare i conti con questi fatti“.

 

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Perugia , nuova rissa in via Sicilia : arrestati due nigeriani , uno … – Umbria 24 News


La Goccia

Perugia , nuova rissa in via Sicilia : arrestati due nigeriani , uno
Umbria 24 News
Nuova rissa nei pressi del solito locale etnico di via Sicilia, già chiuso dal questore per problemi di ordine pubblico. Stavolta sono stati arrestati due nigeriani per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. La rissa La chiamata al 113 è
Rissa tra nigeriani e agente morso : due arresti a PerugiaLa Goccia
Rissa in via Sicilia, arrestati due cittadini nigerianiGiornale dell’Umbria
Via Sicilia, ennesima rissa davanti al contestato Pub Etnico: morsi e PerugiaToday
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Bosniache dedite al borseggio seriale: libere di delinquere perchè sempre incinte

Milano 24 giugno 2013 – Le chiamano così: le bosniache (per la nazionalità). Scendono in metrò ogni giorno. «Lavorano» per ore, nelle fasce più affollate dai passeggeri. Non si allontanano quasi mai dal centro, rimangono di solito in uno spazio delimitato dalle fermate Centrale e Cadorna. Chi frequenta per abitudine quelle stazioni del metrò le ha viste spesso. E le riconosce. Scippano e borseggiano. Ogni giorno. Più volte al giorno. Le conoscono gli agenti della Polizia locale. Ricordano le loro facce molti operatori dell’Atm (per seguirle e fermarle, sono sempre più fondamentali i sistemi di sicurezza e la modernissima e capillare rete di telecamere dell’azienda dei trasporti). Ogni tanto le arrestano. E qualche giorno dopo le rivedono. Perché le bosniache sono un gruppo di madri e future madri. Tutte incinte. La procedura di solito è questa: arresto, convalida, rimessa in libertà. Soltanto nell’ultimo mese è successo due volte.

Quindici giugno scorso, metà mattinata, fermata Cadorna, i vigili dell’Unità prevenzione reati predatori individuano le ragazze e le seguono attraverso le telecamere dell’Atm che inquadrano gli angoli delle stazioni. Appena «agganciate», le bosniache fanno però subito il primo borseggio. Con la tecnica che usano sempre, un copione a suo modo «perfetto»: circondano una donna nel momento in cui sta salendo sul treno, creano un po’ di calca, una infila la mano nella borsa. Mentre il treno parte, riescono tutte a saltar fuori, mentre la vittima rimane dentro. È per questo che da tempo anche il Comune ripete di fare attenzione in metropolitana, in particolare nei momenti di salita sui treni. Comunque, poco prima delle 11 del 15 giugno, le ragazze entrano in un treno e si allontanano.

Gli investigatori della Polizia locale, in borghese,scendono allora in banchina. E aspettano. Le bosniache sono seriali, ripetitive, un «gruppo d’assalto» che non si ferma mai. E infatti poco dopo ricompaiono in banchina a Cadorna. Stesso metodo: stavolta seguono una donna con un trolley. La circondano, scappano dal treno nel momento in cui si stanno per chiudere le porte. È in quel momento che gli agenti della Polizia locale le bloccano. La stessa cosa era già accaduta esattamente due settimane prima, il primo giugno. E in tutti e due i casi l’esito è stato lo stesso: la Procura ha convalidato l’arresto, ma le ragazze sono state rilasciate, perché sono tutte incinte.

E qui si pone un problema più generale e complesso per le autorità: se da una parte la gravidanza (rispetto a reati non gravissimi come il borseggio) è motivo per non entrare in carcere, dall’altra queste ragazze tornano in metropolitana a commettere sempre gli stessi reati. Anche perché fanno parte di gruppi criminali che le sfruttano, come accade per l’accattonaggio con i minorenni. Le bosniache sono ben vestite, come giovani ragazze qualsiasi. Si muovono in gruppo o si dividono, per poi riunirsi. Continueranno a passare sotto le telecamere di controllo dell’Atm. Chi indaga, sa che la questione non è se, ma quando verranno riarrestate.

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_giugno_24/banda-borseggiatrici-bosniache-metropolitana-rilasciate-incinte-2221813839343.shtml

Sbarchi continui: altri 119 immigrati da mantenere

POZZALLO, 4 GIU 2013 – La capitaneria di porto li ha avvistati quando erano a 40 miglia da Pozzallo: 119 clandestini che erano su un barcone sono stati trasportati sulla terra ferma da due motovedette, una della capitaneria ed una della guardia di finanza, perche’ il natante, per via del lungo viaggio e del numero delle persone trasportate, stava affondando.

http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/sicilia/2013/06/04/Oltre-cento-migranti-sbarcano-Pozzallo_8814584.html

Hanno fatto uno strappo alla regola perchè stavano affondando, di solito  li respingono. Perdonate l’ironia.

 

L’Aquila, nelle mani della criminalità – Cado in piedi

L'Aquila, nelle mani della criminalità
Cado in piedi
Da quando sono partiti i cantieri per la costruzione delle new town si è assistito ad un alto tasso immigratorio (stranieri ed italiani) che non si è mai arrestato. Di solito culture diverse, tradizioni di altri Paesi sono uno scambio Invece a L

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Tenta un furto, viene riconosciuto Preso al bar che frequenta di solito – L’Eco di Bergamo


L’Eco di Bergamo

Tenta un furto, viene riconosciuto Preso al bar che frequenta di solito
L’Eco di Bergamo
Ieri l'uomo, incensurato, è stato processato: l'arresto è stato convalidato senza misure cautelari, quindi l'algerino difeso dall'avvocato Marco Bresciani ha patteggiato otto mesi di reclusione, con il beneficio della sospensione condizionale della pena.

Lezioni di vita: pensionato fa l’elemosina, rapinato del portafogli

Impietosendosi dinanzi ad una mendicante slava che chiedeva l’elemosina insieme ai suoi bambini, si è fermato per porgerle del denaro, senza accorgersi che uno dei piccoli della straniera, intanto, gli stava sfilando il portafogli. E’ accaduto sabato ad Agropoli, a Catello Nastro, scrittore e pensionato che ha raccontato su Facebook il furto subito, con profonda amarezza.

Lo scrittore Catello Nastro, rapinato da zingari slavi

“Tornando dal Centro Sociale Polivalente per anziani, nei pressi della Chiesa della Madonna delle Grazie e precisamente sul marciapiedi dell’asilo municipale, una donna mingherlina, con un bambino in braccio ed altri due al seguito, in totale di tre figli di un anno, tre anni e sei anni, mi chiede l’elemosina – ricorda Nastro – Le do cinquanta centesimi e dopo tante parole di carità frammiste a benedizioni varie, descrizioni del proprio stato di povertà, tiro fuori dal giubbino un altro euro e glielo offro. Di solito, come pensionato non posso offrire che 50 centesimi, ma questa volta faccio una eccezione. Che mi è costata cara”.

Dopo aver percorso una ventina di metri, infatti, lo scrittore si accorge che il suo portafogli, nella tasca dei pantaloni, è scomparso: tessere, appunti vari e quasi cento euro, dunque, sono stati rubati. “La disgraziata famigliola, non italiana, era subitaneamente scomparsa – continua lo scrittore-Nel mentre la madre implorava elemosina, la figlia, in età d’asilo o elementare, mi metteva le mani in tasca e si appropriava indebitamente del mio portafogli. Non so se questo episodio avrà conseguenze negative nella gestione del mio essere umano disposto alla tolleranza verso i simili (è qui l’errore, non sono simili ma diversi, i simili sono gli italiani come lei, ndr): ho superato i settanta anni ed è il primo furto del genere che subisco in vita mia – ha concluso- Per sfamare i propri figli il borseggio non è legale e nemmeno etico: ma in alcuni casi necessario.Però ai danni di un pensionato 1 euro può essere giustificato: 100 euro no”.

http://www.salernotoday.it/cronaca/furto-elemosina-agropoli-catello-nastro.html

http://www.agropolinews.com/tag/catello-nastro/

 

Padova: mendicante aggredisce custode Basilica del Santo

Custode del Santo di Padova aggredito da un mendicante

Parapiglia, ieri, all’ingresso della basilica del Santo a Padova, dove un mendicante ubriaco e particolarmente molesto coi fedeli e i visitatori, invitato da uno dei guardiani del luogo di culto ad andarsene, ha finito con lo scagliarsi contro il sorvegliante, facendolo cadere a terra e causandogli contusioni per 5 giorni di prognosi.

L’AGGRESSIONE E LE RICERCHE. Il fatto è avvenuto intorno a mezzogiorno. Il custode, un 60enne, aveva notato il fare esageratamente insistente dell’accattone nei confronti dei pellegrini e così aveva deciso di intervenire chiedendo all’uomo, uno sulla 50ina, dell’Est Europa, solito bazzicare in zona per chiedere l’elemosina, di andarsene altrove. Quest’ultimo però non ha voluto saperne e, ancora più invasato, ha spinto il vigilante a terra con forza, successivamente soccorso e portato in ospedale per le cure del caso. Del mendicante, che alla fine quindi se n’è andato davvero, si sono perse per il momento le tracce. La polizia però sta indagando per cercare di rintracciarlo, anche attraverso le telecamere del sistema di videosorveglianza della basilica.

 

http://www.padovaoggi.it/cronaca/santo-padova-custode-aggredito-mendicante.html

In attesa di fare un esame ruba telefonino all’infermiera

Nome: daz

Segnalazione: http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2013/01/18/news/in-attesa-di-fare-un-esame-ruba-telefonino-all-infermiera-1.6372001

CARRARA. In attesa di un esame al cuore in ospedale a Carrara, ha rubato il telefonino all’infermiera e lo ha nascosto nei calzini ma la donna lo ha scoperto attaccando gli elettrodi per sottoporlo all’esame. Così, un uomo di 33 anni è stato denunciato dalla polizia per tentato furto aggravato. L’episodio si riferisce ad alcuni giorni fa. La donna, che aveva lasciato il suo cellulare su una scrivania dell’ ambulatorio, si era accorta della sparizione del telefono appena rientrata nella stanza dove avrebbe dovuto sottoporre ad elettrocardiogramma un paziente marocchino, residente a Carrara. Quindi, dopo aver chiesto al giovane di attendere un attimo perchè stava cercando il cellulare, l’infermiera ha provato a comporre il proprio numero (utilizzando allo scopo il telefono del reparto), pensando di averlo riposto, per errore, in un posto diverso dal solito; tuttavia, il cellulare risultava non raggiungibile. Per non far attendere ulteriormente il paziente, l’infermiera ha deciso di sospendere le ricerche e ha cominciato i preparativi per effettuare l’elettrocardiogramma, invitando il giovane a sdraiarsi sul lettino dopo essersi tolto la maglia, al fine di apporre gli elettrodi. Nell’applicare gli elettrodi alle caviglie, l’infermiera, con grande sorpresa, ha notato il suo cellulare nascosto in un calzino dell’uomo e, dopo essersene rimpossessata, ha chiamato la polizia.