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Perugia occupata: spacciatori aggrediscono agenti e li sfottono

Piazza Grimana, testimoni: mani addosso agli agenti

Non sono solo le botte e la devastazione delle maxi risse   a spaventare i cittadini e i commercianti di Piazza Grimana e Corso Garibaldi ma più in generale anche degli altri quartiere a rischio criminalità a Perugia. Ma sono sia la pericolosa spavalederia che l’assenza di timore dei clan dei spacciatori nord-africani anche di fronte al lavoro di controllo delle forze dell’ordine. Gli uomini in divisa li affrontano con coraggio, tutti i giorni, spesso costretti, dopo scarcerazioni veloci, a ritrovarseli davanti ai propri occhi lungo le strade della città. Gli spacciatori non hanno paura. Provano ad essere i padroni come era accaduto nella folle rissa in pieno Centro Vannucci del 2012 dove hanno messo a ferro a fuoco l’acropoli. Un clima, seppur solo in parte, da sobborgo metropolitano in mano alle bande. I testimoni delle due ultime maxi risse in Piazza Grimana – avvenute dal pomeriggio alla sera del 9 agosto – lo hanno scritto sulle bakeca Facebook del sindaco Boccali e anche del maggior gruppo “Perugia non è la Capitale della Droga” che si batte con fatti concreti per ripulire le aree più a rischio. 

Così scrive un commerciante – volutamente per tutti abbiamo omesso nome e cognome – mettendo in evidenza sberleffi e violenze ai danni degli agenti intervenuti a tempo di record per sedare la prima rissa delle 15.45 con 25 tunisini in campo.  “Oggi pomeriggio  davanti alla pizzeria all’incrocio con Corso Garibaldi è scoppiata una mega rissa sempre tra tunisini, erano almeno in 25. Presi dal panico, noi e i turisti che assistevano increduli a questa scena, abbiamo chiamato la polizia, che è arrivata prontamente con ben 5 volanti, stavolta a sirene spente. Quello che vi chiedo è: dopo aver visto un tunisino mettere le mani AL COLLO di un poliziotto e l’agente rispondergli: “metti giù le mani” mentre tutti gli altri tunisini ridevano e sventolavano i loro permessi di soggiorno, obblighi di dimora , vedere la moglie di uno di questi scagliarsi contro un agente donna per spintonarla affinchè lasciasse in pace il suo compagno e quanto altro e alla fine vedere andare via le volanti “a mani vuote”, come possiamo noi commercianti e persone poi sentirci tutelati dalle forze dell’ordine e da tutti gli organi istituzionali quando vediamo questi episodi? E poi perchè dobbiamo per l’ennesima volta chiamare sempre noi le autorità quando c’è una telecamere ben funzionante proprio all’incrocio con Corso Garibaldi? Scusate per lo sfogo ma molti di noi hanno rischiato”. Non hanno paura. Conoscono bene l’importanza di un permesso di soggiorno rinnovato, spesso per quella giusta normativa sulla tutela dei rifugiati politici o casi umanitari, che loro riescono ad ottenere mischiati in mezzo a quelli che veramente hanno diritto e devono essere rispettati e protetti dallo Stato Italiano. I criminali sfidano i nostri poliziotti che guadagnano in un mese quello che loro spediscono in casa in una settimana. Certo la colpa principale è di chi acquista un po’ di fumo o tanta coca ed eroina: tutto quel potere e denari ai pusher viene dato da chi gli permette di riempirsi le tasche.

Un altro testimone conferma tutto scrivendo su facebook.com: “IERI GIORNATA ALLUCINANTE TRA RISSE VARIE E POLIZIA INERME IN PIAZZA GRIMANA ORMAI PERUGIA E’ UNA CITTA SFGUGGITA DI MANO NON CI SONO ALTRE DEFINIZIONI”. 
Un noto imprenditore del settore della cioccolata-pasticceria con negozio in Piazza grimana parla di turisti in fuga e scene raccapriccianti:  “MIO MALGRADO sono a segnalare che venerdì 09 agosto si sono verificate due furibonde risse tra tunisini, in mezzo a turisti e gente normale una di queste la sera intorno alle 21.00 proprio sotto la nostra gelateria nel campetto da Basket , è stata una scena raccapricciante sotto gli occhi di clienti spaventati che sicuramente non rivedrò più”. 

Gli spacciatori fanno paura perchè sono tanti per un piccolo centro come Perugia. Fanno paura perchè conoscono anche certi vulnus della legge sull’immigrazione che sanno sfruttare a proprio piacimento. Fanno paura perchè non hanno paura delle istituzioni. Il nuovo Prefetto Repucci si trova una vecchia patata bollente in mano. Viene dalla Calabria ed è esperto in criminalità organizzata. Ma per questa battaglia c’è bisogno dello Stato che sappia tutelare e rinforzare i suoi rappresentanti che stanno in strada tutti i giorni. Più del Comune che dei progetti vari. Serve una sorta di missione modello “Vespri Siciliani”? Per molti sì.

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Tentano raid al Manduca fermata banda di malviventi – La Repubblica Firenze.it


La Repubblica Firenze.it

Tentano raid al Manduca fermata banda di malviventi
La Repubblica Firenze.it
Al suono delle sirene delle gazzelle in avvicinamento, infatti, la banda di moldavi che domenica notte ha dato l'assalto alla discoteca Manduca, nel parco delle Cascine, è stata costretta ad abbandonare la refurtiva in tutta fretta e a darsi alla fuga

Ravenna multietnica : rissa e accoltellamento in zona stazione


RavennaToday
La Ravenna violenta: rissa e accoltellamento in zona stazione e
RavennaToday
Il primo episodio è una rissa, avvenuta nei pressi di un hotel della zona. Il secondo, invece, è l’accoltellamento di un tunisino, trasportato a sirene spiegate all’ospedale “Santa Maria delle Croci” di Ravenna. Il sanguinoso fatto di cronaca si è
agli Speyer: in ospedale un giovaneRavenna & Dintorni
Accoltellato ai Giardini Speyer giovane tunisinoRomagna Noi
Accoltellamento ai giardini Speyer oggi pomeriggio, un tunisino Ravennanotizie.ittutte le notizie (6) »

Immigrati danno auto alle fiamme: disordini etnici a Vigevano


La Provincia Pavese
VIGEVANO. Scontri tra una quindicina di immigrati maghrebini è scoppiata venerdì sera, poco prima di mezzanotte, in via Trivulzio, a pochi passi dal centro storico.

Un gruppo si trovava già nella strada vigevanese, vicino a un locale, quando è stato raggiunto dai rivali. Motivo del contendere, a quanto sembra dalle prime ricostruzioni dell’accaduto, una questione di soldi. Un affitto non pagato per molto tempo da uno degli stranieri a un altro connazionale che lo aveva ospitato per alcuni mesi in un appartamento in città.

Quando le due formazioni rivali si sono affrontate è bastato poco per far scoppiare la scintilla. Sono volati pugni calci e, a quanto pare, anche qualche sprangata. I residenti e i passanti della zona, allarmatissimi, hanno chiesto subito l’intervento delle forze dell’ordine e del 118 di Pavia. Sul posto sono arrivate una volante della polizia, una gazzella dei carabinieri e una pattuglia della polizia locale, oltre a due ambulanze della Croce Rossa Vigevano e della Croce Azzurra Vigevano. Più tardi è stato necessario anche l’intervento dei vigili del fuoco, perché qualche ora dopo, un’auto su cui, stando ai primi riscontri della polizia, era arrivato il gruppo di stranieri, un’Alfa 156, ha preso fuoco poco distante, in via Roggia Vecchia, sotto un palazzo che confina con via D’Avalos: non è stato trovato un punto d’innesco, ma le fiamme hanno raggiunto anche altre due auto di privati posteggiate vicino. Quasi una scena da guerriglia urbana. All’arrivo delle forze dell’ordine, con le auto a sirene attivate, una decina di stranieri è fuggita, dileguandosi. A terra sono rimasti due immigrati egiziani, di 24 e 26 anni, contusi per le botte che hanno preso. Sono stati portati in ospedale e ricoverati per precauzione, per le lesioni riportate alla testa, ma se la caveranno con 10 e 20 giorni di prognosi. Le indagini sono affidate al commissariato di polizia, guidato dal dirigente Anna Leuci. Per ora non ci sono denunce.

 

 

Dopo il massacro ridono: “nuovi italiani”

L’imprenditore di Pesaro ucciso dal dipendente più amato e un complice. Su Facebook le foto scattate a colazione

DOPO il sangue, i cornetti alla crema. Se davvero il macedone Donald Sabanov, 24 anni, e Karim Bari, di un anno più giovane, sono i killer dell’imprenditore pesarese Andrea Ferri, come ritengono i carabinieri che li hanno arrestati, significa che il male ha una gran fame. I due, secondo l’accusa, gli sparano a bruciapelo quattro colpi di pistola alla testa e uno alla schiena.

A mezzanotte e mezzo di lunedì scorso lo lasciano sul marciapiede in una pozza di sangue. Due ore dopo, alle 2.30, Donald posta sulla sua pagina Facebook tre fotografie scattate in una pasticceria di Morciano, poco distante dalla scena del crimine. Sorridono divertiti, con i cornetti caldi in bocca. “3 chili di paste del garden…”, commentano, “hhhhhhh…. i bomberoni…”. Come se fossero usciti da poco da una discoteca. Dopo l’arresto, qualcuno le ha rimosse dal suo profilo.

Lui, “Donald il barbaro” come lo chiamano gli amici per quei muscoli esagerati, lavora a uno dei quattro
distributori di benzina gestiti da Ferri a Pesaro. Ieri aveva lo sguardo piantato a terra mentre usciva in manette dalla caserma. Per poco i colleghi che lavorano con lui alla stazione di servizio non lo hanno linciato. “Lasciatelo a noi quel figlio di puttana…”, gridavano, prendendo a cazzotti la volante, sgommata via a sirene accese. Seguita da quella che trasportava Karim Bari, marocchino con cittadinanza italiana, centrocampista del Cesenatico. Tornata la calma, la folla ha fatto un lungo applauso ai carabinieri.

http://www.signoraggio.it/ridono-su-facebook-subito-dopo-lomicidio/

Ecco cosa succede a fidarsi degli immigrati e dare retta alle “boldrini”. Ecco cosa succede a dare lavoro a loro invece che alla tua gente.

 

Finalmente sono stati affidati alla giustizia i due killer che hanno colpito mortalmente Andrea Ferri, ma tra la gente resta la rabbia e l’incredulità di un simile gesto. Per meglio capire chi sia Sabanov Donald abbiamo intervistato Davide Zanchi, che per 5 anni ha quotidianamente lavorato spalla a spalla con il macedone.

Davide Zanchi lavora al distributore “Iperstation Tamoil” di Montecchio nel quale fino a qualche giorno fa operava anche Sabanov Donald, il 25enne macedone, che la notte del 4 giugno scorso ha sparato contro il suo titolare uccidendolo a morte. Arrabbiato e affranto, cerchiamo di capire da Davide chi è Sabanov Donald.

Da quanto tempo lavori al Tamoil di Montecchio e da quanto tempo ci lavorava Donald?
Io ci lavoro da quasi 5 anni…Donald era stato assunto un annetto prima.

In questi anni di lavoro assieme cosa pensavi di Donald?
Che era un extracomunitario e aveva poca voglia di lavorare…..ad Andrea Ferri dicevo che andava licenziato…lui ci rispondeva che se lo licenziava finiva in mezzo ad una strada…..era come suo figlio….quella merda lo chiamava babbo..pensa…..

Che effetto ti fa sapere di aver convissuto 5 anni con un killer? 
Mi fa schifo toccarmi…mi fa schifo pensare che l’ho chiamato fratello….io a 33 anni ho cercato di volergli bene a sta’ merda. Come mi sento….male….pochi capiscono come lo vedeva Ferri….noi si…e’ lui lo ha ucciso senza pietà per niente.

Saputo del delitto hai mai pensato che potesse essere stato un tuo collega? 
Mai fino al giorno della rapina….guardando il video delle telecamere abbiamo visto subito che il ladro si muoveva molto bene in ufficio…sapeva dove erano le chiavi….solo pochi che lavorano lì lo sanno.

In questi 5 anni Donald ha mai dimostrato atteggiamenti prepotenti o offensivi?
Mai….un attore nato!!! Recitava benissimo.

Cosa mi puoi dire di Andrea Ferri imprenditore?
Che era l’imprenditore che non ha mai alzato la voce….ridendo e scherzando faceva sempre la cosa giusta.

Come giudichi il rapporto di lavoro tra Andrea e Donald? Hanno mai avuto screzi? 
Mai, loro mai, come mai nessuno di noi. Ferri gestiva un’isola felice, era così equilibrato che gestiva senza provocare screzi.

Donald era al funerale, lo hai visto? Come ti è parso?
Era al funerale ma fortunatamente non l’ho visto.

Hai mai avuto rapporti con Donald al di fuori del lavoro?
Una volta e’ venuto al mare con me…basta….non eravamo compatibili nei divertimenti.

Conosci Karim il complice?
No…ci siamo visti sabato in caserma, mi ha detto che si era rotto di aspettare che Donald uscisse dall’interrogatorio.

Si é detto che Donald fosse in malattia é vero?
Questa settimana era in ferie, concessa da Ferri per farlo riposare…perché lo vedeva assente dal lavoro….pensa bravo Ferri.

In merito a questo terribile fatto cosa vorresti far sapere ai cittadini, qual’é il tuo messaggio? 
Di diffondere il piu’ possibile la sua foto in modo che fra 10 anni (in italia non spero in di più) la gente ancora si ricordi di lui e gli chiuda la porta in faccia…..mi sono spiegato?? Voglio che la gente capisca cos’ e’ successo….non solo che uno ha ucciso un altro per soldi…..ma di una persona che ha dato una pugnalata alla schiena ad un babbo amico. Un mostro!!!!

http://www.viverepesaro.it/index.php?page=articolo&articolo_id=411212

 

Treviso: pestato da due immigrati, li aveva “guardati”. E’ grave

A Treviso, un diciannovenne è finito all’ospedale in gravissime condizioni, dopo aver ricevuto un pugno alla testa da due coetanei stranieri. A causare la violenta aggressione sarebbe stata un’occhiata di troppo nei pressi della stazione ferroviaria. Il 19enne è stato inseguito dai due, uno dei quali prima lo ha afferrato e senza pensarci due volte gli sferrato un terribile pugno in testa.
Tramortito dalla botta, riporta la Tribuna di Treviso, il giovane è caduto per terra svenuto. Sul posto tempestivo l’intervento di un ambulanza che a sirene spiegate ha trasportato il 19enne al San Valentino. Viste le gravissime condizioni, ieri mattina il giovane è stato trasportato al Ca’ Foncello dove si trova ricoverato nel reparto di neurochirurgia con un trauma cerebrale. La prognosi è riservata.

Una lite banale che è costata però cara al diciannovenne, M.C,. residente in città che lunedì doveva iniziare un nuovo lavoro come giardiniere per un’azienda locale. Giovedì sera aveva dato appuntamento a un amico in uno noto locale nelle vicinanze della stazione. Il diverbio tra il giovane e i due stranieri è partito proprio da li. Un’occhiata o uno sguardo che è stato interpretato male dai due, ha fatto scoppiare la scintilla del diverbio. C’è stato qualche scambio di battute: «Perché mi guardi in quel modo?», raccontano i testimoni.

Ma in realtà il 19enne si è immediatamente giustificato dicendo che non li stava fissando. Così con l’amico si sono diretti verso la piazza principale. Intorno alle 22.30 i due amici si trovavano sotto la Loggia dei Grani quando all’improvviso si sono visti davanti i due stranieri. I due aggrediscono il 19enne, vola qualche parola, qualche spintone quando all’improvviso uno dei due ha perso del tutto il controllo. Un solo pugno è bastato per tramortire e far stramazzare al suolo il poveretto mentre i due stranieri a gambe levate si sono dati subito alla fuga. Solo le telecamere di videosorveglianza che si trovano lungo corso Mazzini, e proprio sotto la Loggia, potranno essere d’aiuto ai carabinieri per identificare gli autori di questo brutale gesto.

La chiamata al 118 è partita in tempo record e all’arrivo di medico e infermeri la situazione per il diciannovenne era già critica. Per il forte trauma cerebrale è stato sottoposto ad una tac al San Valentino dove l’équipe dei medici ha stabilito il trasferimento immediato al Ca’ Foncello di Treviso dove si trova ricoverato in condizioni gravissime nel reparto di neurochirurgia e la prognosi per i medici è riservata. Disperati i genitori del 19enne che hanno sporto denuncia ai carabinieri.

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/veneto/articoli/1092556/treviso-lite-con-stranieri-grave-19enne.shtml

"Italiani di carta", come il ministro della "integrazione"

Scippo in via Empedocle, arrestato marocchino – AgrigentoWeb.it


BlogSicilia.it (Blog)

Scippo in via Empedocle, arrestato marocchino
AgrigentoWeb.it
E stato li che, sopraggiunta a sirene spiegate l'autoradio dei Carabinieri, nel frattempo allertata tramite 112, l'uomo è stato definitivamente assicurato alla Giustizia, dopo essere stato identificato in Berra Bouchaid, marocchino di 28anni
La aggredisce e le scippa la borsa:BlogSicilia.it (Blog)
Strattona giovane e le scippa la borsa in via Empedocle, arrestatoAgrigento Notizie

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Padova fuori controllo: anziane legate e imbavagliate,

Zanonato, Sindaco di Padova e "amico" degli immigrati

PADOVA – Due violente rapine tra martedì e ieri nel Padovano: la prima in città intorno alle 18, in una casa di via San Massimo, la seconda ad Abano. Vittime due anziane sorelle di 80 e 77 anni, immobilizzate e tenute in ostaggio da una banda di stranieri per 50 euro. A finire nelle mani dei rapinatori ad Abano, invece, una 54enne, picchiata da un immigrato che voleva strapparle la borsetta con l’incasso del negozio di ortofrutta.

Sorelle legate e imbavagliate dai rapinatori. Quindici minuti di terrore per due sorelle, Francesca Balestra, 80 anni, e Maria Luisa, 77. Entrambe ostaggio, in casa, di due banditi che sono scappati allo scattare delle sirene d’allarme, portando via solo un borsellino con 50 euro. Molta paura per le donne, qualche graffio sul viso, e una corsa all’ospedale, ma solo per accertamenti. Accade ieri, dopo poco le 18, in via San Massimo. È lì che abita Francesca Balestra, moglie di Alessandro Gruden, industriale, titolare dell’omonima impresa di imballaggi a Maserà. È sola a casa, le tiene compagnia il cane di famiglia, una cockerina bianca e nera. Arriva sua sorella Maria Luisa. Vive in un’altra abitazione non distante da quella di Francesca. Un pomeriggio insieme, come sempre, nell’antica palazzina color crema che si affaccia sulla strada, solo in parte circondata da un giardino. Alberi e cespugli che riparano la casa dal traffico. È da lì che arrivano i rapinatori. «Mia madre e mia zia erano qui in casa, a piano terra, a parlare tranquillamente. – afferma la figlia di Francesca, Alessandra – Quei due uomini sono entrati dalla porta finestra del giardino. Era chiusa, ma devono avere usato le cesoie». Eccoli dentro in pochi secondi. Sorprendono Francesca appena tornata dalla spesa, in garage. Poi Maria Luisa che le va incontro. «Le hanno bloccate entrambe – seguita Alessandra – Due donne anziane, sole. Terrorizzate. Cosa potevano fare? Forse quei due erano armati, forse avevano un coltello». I rapinatori, a volto coperto, usano nastro adesivo per immobilizzarle, polsi e gambe. E usano quello stesso nastro per imbavagliarle, perchè non urlino. Poi si dirigono al piano superiore della palazzina. Ma scatta l’allarme. Sono in trappola, qualche scalino e fuggono via. Spariscono nel buio. Maria Luisa riesce a slegarsi e a telefonare all’altro figlio della sorella, Franco. In pochi minuti ecco in via San Tommaso tutta la famiglia e la polizia.

«In questa zona non è mai accaduto nulla di grave. Quei due, ladri di polli – seguita Alessandra -. In casa non c’è davvero nulla di valore. Cosa mai potevano trovare? Solo 50 euro in un borsellino. Per fortuna mia madre e mia zia hanno reagito bene all’aggressione. Pensi, mentre erano in quello stato, legate ed imbavagliate, temevano che i due rapinatori potessero far male alla nostra cagnolina Lullami. Eppure lei non abbaia, non è aggressiva, è dolcissima. Chissà, avrà scodinzolato a quei due delinquenti». Appena soccorse le donne sono state accompagnate in ospedale. Nulla di grave, qualche leggera escoriazione sul volto. Dei rapinatori un vago identikit. Soltanto uno dei due avrebbe parlato, in italiano. Indagini della squadra mobile.

Abano. Picchiata e rapinata di 3.000 euro sotto casa. Aggredita sotto casa, al termine della giornata di lavoro: è stata colpita con un pugno e presa a spintoni da un bandito che voleva strapparle la borsetta contenente poco più di tremila euro, provento dell’incasso. Vittima della brutale rapina Mara Garofolin, 54 anni, titolare assieme al marito Augusto Squarcina di un negozio di ortofrutta in via del Commercio 7, nella zona artigianale di Abano. La donna è stata colpita da un pugno alla mascella e ha riportato alcune escoriazioni alla mano sinistra, curate al pronto soccorso della Casa di cura di Abano con tre punti di sutura, oltre a una serie di contusioni su tutto il corpo provocate dalla caduta seguita all’aggressione.

L’agguato è scattato poco prima delle 19.30 di martedì. Mara Garofolin aveva appena lasciato al sede dell’Ortofrutticola Euganea, rivendita all’ingrosso e al dettaglio con annesso magazzino. Il figlio Alberto la seguiva a bordo di una seconda vettura. Percorsi pochi chilometri, la donna era arrivata a casa. Aveva posteggiato l’auto nel parcheggio restrostante la propria abitazione al civico 36 di via Roma.Una volta scesa, è stata affrontata da un uomo con il volto travisato da un passamontagna, smontato da una Golf nera che attendeva poco distante, a fari spenti.
L’uomo le si è lanciato addosso, urlando «Dai! Dai!» e sferrandole un pugno al volto. La donna è crollata sull’asfalto.Ne è nata una breve colluttazione nel corso della quale ha cercato di colpire il rapinatore al volto con la borsetta. Tutto inutile.

Caccia all’auto dei banditi: una Golf con un enorme alettone. L’aggressore gliel’ha strappata di mano ed è risalito sulla Golf che ha imboccato a tutta velocità l’uscita del parcheggio, sempre a fari spenti. La donna ha avuto l’impressione che, oltre al complice alla guida, sull’auto vi fosse una terza persona. Nello svoltare a destra in via Plinia, la vettura dei malviventi ha evitato per un pelo la macchina del figlio della donna, Alberto Squarcina. L’uomo è riuscito a decelerare evitando l’impatto solo per un soffio. La Golf dei banditi, dotata di un vistoso alettone, è poi scomparsa nel dedalo di vie dietro il duomo di Montegrotto. Solo dopo qualche minuto Alberto Squarcina, che nel frattempo aveva proseguito, è stato informato di quanto accaduto alla madre. Sul posto è subito intervenuta una pattuglia dei carabinieri che stazionava in piazza Roma, ma i delinquenti si erano già dileguati. Il 19 dicembre dell’anno scorso, proprio Alberto Squarcina fu vittima di un’altra rapina, chiuso in una stanza del magazzino da tre malviventi che si erano poi allontanati con appena trenta euro di fondo cassa.

Salvata dagli amici dal tentato stupro

Ancora un brutto episodio di cronaca a Capaccio. Una giovane 24enne del posto nella notte di sabato è stata protagonista di un tentativo di aggressione da parte di due extracomunitari nel centralissimo viale della Repubblica. La giovane stava acquistando delle sigarette da un distributore automatico quando si sono avvicinati due giovani che hanno iniziato a infastidirla. La 24enne, spaventata, ha tentato di fuggire, ma i due l’hanno rincorsa, spintonata a terra e minacciata con un coltello. Per fortuna il repentino intervento dei Carabinieri, allertati da alcuni amici della ragazza che la stavano attendendo in auto, ha evitato il peggio. I due extracomunitari, sentito il suono delle sirene, si sono dati alla fuga. Uno dei due è stato però fermato e portato in caserma per l’identificazione.
 http://www.infoagropoli.it/notizie/Capaccio-24enne-aggredita-e-minacciata-da-due-extracomunitari_14987.html