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Bergamo: Pakistano tenta di stuprare 18enne

In pochi giorni ha collezionato un divieto di avvicinamento per stalking alla ex e un’ordinanza di custodia in carcere per violenza sessuale su una diciottenne italiana. Nei giorni scorsi A. S., 22enne pachistano di Osio Sotto, è stato arrestato dai carabinieri a Potenza Picena, in provincia di Macerata, dove si era rifugiato.

L’episodio più grave si consuma il pomeriggio del 4 febbraio scorso. Il giovane, dopo aver passato qualche ora con la compagnia a Verdello, si offre di dare un passaggio con la sua Bmw a una diciottenne italiana, amica di amici, che abita nell’hinterland di Bergamo.

Lungo il tragitto ferma l’auto, una Bmw, e passa sul sedile posteriore dove la ragazza sta guardando lo schermo in dotazione alla vettura. A. S. si spoglia i pantaloni, costringe la ragazza a fare lo stesso, poi la bacia e la tocca nelle parte intime. La diciottenne si oppone, lui cerca di convincerla a fare sesso, arriva ad offrirle denaro. Ma di fronte ai dinieghi di lei, deve desistere: così la costringe – con la forza – a scendere dall’auto e riparte.

La ragazza denuncia ai carabinieri di Stezzano che cominciano a indagare. Nel frattempo, il pachistano è tornato alla carica con la ex, una sedicenne italiana ospite di una casa famiglia che già nei mesi scorsi aveva sottoposto – per l’accusa – a diversi episodi di persecuzioni. Uno per tutti: il 7 ottobre sferra un pugno all’amico di lei con cui la trova in compagnia e prima di allontanarsi minaccia: «Se lo rivedo accanto a te lo uccido. Sei mia e sarai sempre mia».

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/tenta-di-violentare-unamica-un-ventiduenne-finisce-in-cella_1048726_11/

Espellere chi molesta le donne no, sarebbe razzismo. E rifiutare la compagnia dei pakistani no, sarebbe razzismo, come insegna la tv. Spacciatori pakistani in Bmw.

Treni pericolosi: ennesima aggressione su linea Bergamo-Milano

Un’altra rapina sui treni, l’autore potrebbe essere sempre lo stesso. «La vicenda risale a venerdì 17 gennaio e la vittima è un’amica – scrive -. Alla stazione di Treviglio, sul treno suburbano delle 20.10 (o 20.25, non ricordo) verso Milano, tra Cassano e Trecella, un uomo marocchino sui 30 anni l’ha assalita. lei ha 25 anni e in quel momento viaggiava da sola nella parte superiore di una carrozza. È stata colta di sorpresa dal dietro, stretta al sedile con una mano che le premeva sul viso».

A cosa puntava? «Al cellulare che la 25enne stringeva tra le mani, e che ha continuato a stringere per tutto il tempo della colluttazione».

Il racconto prosegue: «Riuscendosi ad alzare, la mia amica ha cominciato ad imprecare urlando contro l’uomo: un comportamento del tutto inutile, visto che nessuno, né altri passeggeri né funzionari di Fs, è intervenuto in suo aiuto. Il delinquente l’ha quindi spinta, provocandole alcune escoriazioni sul braccio, scappando poi con la sua borsa. L’amica l’ha seguito fin giù dal treno, alla stazione di Trecella, dove lui ha attraversato correndo i binari sparendo poi nel nulla».

La borsa è stata ritrovata solo successivamente dai carabinieri di Cassano. Il corredo tecnologico all’interno (eBook Reader, iPod Touch) è stato prelevato, il resto lasciato intatto, carte di credito incluse.

«Chi avesse subìto aggressioni simili scriva a L’Eco di Bergamo: la mia amica ha visto bene il volto del suo rapinatore: si potrebbe così capire se si tratta dello stesso individuo».

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/aggredita-e-spinta-a-terra-in-treno-25enne-lotta-col-suo-rapinatore_1042613_11/

Zingaro rapina e getta uomo da furgone in corsa

La vittima, un uomo italiano di 60 anni, ha riportato numerosi traumi a testa, braccia e schiena, ma le sue condizioni non sarebbero gravi. Il soggetto che voleva derubarlo è spuntato all’improvviso dal sedile del passeggero, ha messo in moto il mezzo e, percorsi pochi metri, “si è liberato” dell’operaio

Milano, 25 settembre 2013 – Aggredito da un rapinatore dall’interno del suo furgone e gettato giù dal mezzo in corsa. E’ successo alle 16 in via Giuditta Pasta: il conducente ha riportato numerosi traumi a testa, braccia e schiena, ma le sue condizioni non sarebbero gravi.

La vittima è un uomo italiano di 60 anni che aveva appena caricato sul furgone della ditta per cui lavora da anni 5 decespugliatori per poi rientrare. Una volta a bordo, però, ha subito un agguato da un uomo rimasto ignoto, un nomade.

Il soggetto, spuntato all’improvviso dal sedile del passeggero, ha messo in moto il mezzo e, percorsi pochi metri, “si è liberato” dell’operaio aprendo la portiera e spingendolo a terra.

L’uomo è stato portato da alcuni colleghi all’ospedale Galeazzi per ricevere le cure necessarie.

http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2013/09/26/955899-rapina-furgone-via-pasta.shtml

Zingari: rapinano incasso e lo trascinano per metri con l’auto sull’asfalto

CORREGGIO – Rapinato di 10mila euro e trascinato sull’asfalto dall’auto dei banditi. Una domenica bestiale per un 45enne nativo di Carpi, figlio del titolare del bar Lorys che si trova in via della Costituzione a Correggio.
Malconcio e arrabbiato, racconta: «Sono stati momenti terribili e ho sempre davanti quel viso, quel giovane, uno zingaro che mi ha guardato fisso, come per sfidarmi. È lui che mi ha preso il borsello dal sedile della macchina e poi è scappato, io gli sono corso dietro e stava quasi per afferralo ma è stata una questione davvero di centimetri. Per due volte ho provato ad afferralo. Poi lui si è infilato dentro la sua macchina, una Lancia Y nuovo modello di colore grigio. Dentro c’era uno alla guida e altri due dietro. La portiera era già aperta, lui si è infilato e ha tenuto le gambe rivolte all’esterno, per scalciarmi via. Ha urlato in italiano “vai , vai, vai!!» e in quel momento sono partiti, hanno sgommato di brutto. Io mi sono aggrappato, mi sono attaccato alla macchina e mi hanno trascinato per alcuni metri. Quello che avevo afferrato, penso una maniglia o un manicotto si è rotto, mi è rimasto in mano e così mi sono sganciato. Ma prima ho fatto alcuni metri trascinato sull’asfalto di quel parcheggio Ora ho ferite dappertutto, mi fa male ovunque soprattutto al gomito destro che è gonfio, non si piega. Un disastro insomma».
Il 45enne domenica verso l’una era andato alla Metro, la grande rivendita di prodotti all’ingrosso in via Virgilio, al quartiere fieristico, per fare qualche acquisto per il suo locale.
«Questi malviventi, a mio avviso- continua – mi hanno seguito, tenuto d’occhio a lungo sia dentro che fuori. Io sono andato dentro alla Metro, ho fatto la mia spesa e nel borsello avevo circa 10mila euro. Erano i soldi dell’attività, del bar. Li avrei depositati lunedì mattina, quando aprivano le banche. Una volta uscito dalla Metro ho messo il borsello sul sedile al lato del guidatore e ho caricato il baule con la spesa. È in questo frangente che mi è venuto contro quel giovane. A mio avviso era uno zingaro, carnagione non tanto scura. Ho visto che l’avevo notato, ma non si è fermato e ha afferrato lo stesso il borsello iniziando a correre. Io ho reagito d’istinto, rincorrendolo. Volevo recuperare i soldi, lo smartphone, le chiavi. Ora invece mi ritrovo a pezzi, derubato e con il fabbro da pagare per aver dovuto cambiare tutte le serrature del locale e di casa».
Sul posto è arrivata una Volante della polizia: agli agenti il figlio del barista ha consegnato il “pezzo” della Lancia Ypsilon che si era staccato dalla vettura.
Sono in corso indagini negli “ambienti” dei nomadi ed è caccia alla Lancia col pezzo mancante per risalire ai malviventi.

http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/09/24/news/rapinato-e-trascinato-dall-auto-dei-ladri-1.7796355

Dramma a Milano: africano irrompe in auto mentre parcheggia e l’accoltella

Ha tentato di salvare la borsetta dalle mani di un rapinatore ed è stata ferita da alcune coltellate di striscio alle mani e al volto. Vittima una donna italiana di 61 anni, aggredita mentre era ferma con la sua auto in via Fava, l’altra notte alle 2.30. Secondo il racconto della malcapitata alla polizia intervenuta, lei si trovava al volante, ferma nel parcheggio. Come spesso accade a molte donne che guidano, aveva sistemato la borsetta sul sedile passeggero anteriore. Era lì ferma ad aspettare alcuni amici. All’improvviso un botto sordo e il vetro della portiera destra è finito in mille pezzi. Era stato infranto da un nordafricano. L’uomo, dopo aver rotto il finestrino, ha allungato la mano e ha afferrato la borsa. A questo punto la reazione della sessantunenne è stata istintiva: anche lei ha afferrato il manico della borsetta, per evitare che gliela portassero via.

Una mossa che il rapinatore non ha gradito. E per avere la meglio sulla vittima ha estratto di tasca un coltello, ferendola al volto e alle mani. Solo allora la donna ha lasciato la presa e il malvivente si è allontanato saltando in sella a una bicicletta. Lanciato l’allarme, sul posto è arrivata una volante, mentre un altro equipaggio ha cercato di intercettare il rapinatore, descritto di carnagione scura, «probabilmente un magrebino». Gli agenti hanno medicato sul posto le ferite della donna, che non ha voluto essere accompagnata in ospedale.

Purtroppo episodi di questo tipo sono abbastanza frequenti nonostante si consigli di non tenere la borsa sul sedile davanti oppure il braccio con un orologio al polso fuori dal finestrino. Solo poche volte al rapinatore è andata male. È accaduto poco tempo fa in corso Buenos Aires, quando hanno tentato di rubare la borsetta a una donna di 58 anni, ex pilota di rally. Dopo la rapina, lei ha ingranato la marcia e ha cominciato l’inseguimento facendo arrestare l’aggressore, un dominicano di 23 anni.

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_settembre_2/rapinata-auto-reagisce-ferita-coltellate-2222862141478.shtml

Clandestino ghanese molesta ragazza e tenta stupro su treno

16 maggio –  I carabinieri di Sacile (Pordenone), hanno reso noto che nella tarda serata di martedi’ hanno arrestato in flagranza di reato nei pressi della stazione ferroviaria il clandestino extracomunitario Mounirou Diallo di 37 anni, celibe, disoccupato e pluripregiudicato per i reati di violenza sessuale, ingiuria e minaccia. L’uomo e’ ritenuto responsabile di violenza sessuale consumata sul treno nella tratta Venezia-Sacile ai danni di una giovane professionista.

"Dare la cittadinanza ai figli degli immigrati, ce lo chiede la società civile"

“Non c’è correlazione tra immigrazione e crimine”

In base al racconto dei carabinieri, verso le ore 22 l’indagato ha notato in uno scompartimento la ragazza. Forte dell’assenza di testimoni e della disparita’ di forza fisica, avrebbe bloccato la donna sul sedile con l’intento di consumare una violenza. La vittima e’ riuscita a svincolarsi ed e’ scappata nel corridoio, ma e’ stata raggiunta dall’extracomunitario, che l’avrebbe molestata fisicamente. La ragazza e’ riuscita a chiamare il padre, che ha allertato il 112. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che sono riusciti a bloccare l’extracomunitario mentre cercava di dileguarsi dopo essere sceso dal treno. L’uomo e’ stato condotto nel carcere di Pordenone a disposizione dell’autorita’ giudiziaria.

Negli ultimi cinque-sei mesi, nel mandamento di Sacile, ci sono stati altri episodi di esibizionismo nei confronti di ragazze, anche molto giovani, da parte di uomini di ogni eta’. In tutti i casi, grazie alle segnalazioni immediate delle vittime o dei loro famigliari e grazie alle indicazioni fornite, le forze dell’ordine sono riuscite a identificare sempre gli autori degli squallidi gesti

http://www.imolaoggi.it/?p=50417

Assalita e derubata da una gang di ragazzini stranieri

A gente come questa il Pd vuole svendere la cittadinanza

L’hanno vista uscire da un negozio, incamminarsi verso l’auto e, appoggiata la borsa sul sedile, salire al volante. Ed è scattato, fulmineo, l’attacco. «Erano in tre, mi hanno circondata in un attimo e sono rimasta gelata dalla paura: non sono stata capace di reagire, ho cercato di inseguirli, di urlare, ma cosa potevo fare io, da sola, contro tre ragazzi?». Sarebbero tutti giovanissimi, sui sedici, massimo diciassette anni, gli autori dell’agguato messo a segno venerdì sera in via Gandolfo, a due passi dall’anagrafe e dagli uffici comunali di palazzo Soardi. Una gang di ragazzini, tutti stranieri, stando al poco che è riuscita a vedere la vittima dell’aggressione, la 56enne che gestisce un negozio di frutta e verdura a metà di via Chiassi. Alla donna, assieme alla borsa, sono spariti il telefono cellulare, tutti i documenti, gli effetti personali e una settantina di euro. La donna sabato mattina è andata a denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine. Ma non sono molte le possibilità di recuperare le sue cose. Certo non se l’aspettava, non a Mantova e non all’ora di cena, alle otto di sera. La donna, chiusa la saracinesca di via Chiassi, era passata a trovare la figlia, che ha un negozio in corso Garibaldi e abita in zona. Dopo di che si è incamminata verso la macchina che aveva lasciato parcheggiata in via Gandolfo, all’angolo con via Frattini. «Pioveva, in strada c’era poca gente – è il racconto della fruttivendola – è probabile che mi abbiano seguita ma io non me ne sono accorta. Ho aperto la macchina, appoggiato la borsa sul sedile del passeggero e mi sono seduta alla guida». Forse i tre componenti della gang l’avevano notata e la stavano aspettando, forse invece l’hanno incrociata per caso e hanno improvvisato. Ma l’azione era coordinata, precisa, come quella di un branco di lupi. Non hanno dovuto malmenarla, minacciarla o puntarle un’arma. Semplicemente l’hanno circondata e hanno preso quello che volevano senza trovare resistenza: la volontà di reagire della donna è stata annullata dalla paura. «Me li sono trovati attorno, uno da una parte e uno dall’altra, il terzo invece l’ho visto solo dopo – è ancora il racconto della 56enne – uno mi ha sbarrato la strada, l’altro ha aperto la portiera del passeggero e preso la borsa. Dopo di che sono corsi via verso corso Garibaldi. È stato terribile, stanotte non ho dormito per la paura». La donna ha tentato un timido inseguimento, più per istinto che per la convinzione di poter recuperare le proprie cose. Poi ha desistito e chiamato le forze dell’ordine a cui ha fornito una descrizione dei banditi. La caccia all’uomo non ha avuto esito. L’unica speranza è che nella fuga i tre ragazzini abbiano incrociato una telecamera di sicurezza. Ma è probabile che abbiano evitato le zone sottoposte a videocontrollo. Per ora si sa solo che erano giovanissimi. «E sicuramente stranieri – aggiunge la donna – ne sono certa: avevano la carnagione scura e li ho sentiti parlare una lingua strana».