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Segregata in casa per due anni da marocchino

Genova, 24 febbraio 2014 – Picchiata e rinchiusa in casa da due anni, liberata dai carabinieri. E’ la storia, accaduta ad Andora (Savona), a T.B., ventiseienne maroccchina. Arrivata in Italia due anni fa con il marito e il fratello, da allora era rinchiusa in casa con il divieto di uscire, ogni sua richiesta veniva annullata con schiaffi e pugni, il suo unico dovere era quello di servire il marito e il fratello, una schiava. Ma la giovane non si è mai data per vinta, all’insaputa dei due uomini ha fotografato quotidianamente i segni e le lesioni sul suo corpo e ieri pomeriggio ha deciso di chiamare i carabinieri e raccontare la sua storia. L’operatore del 112, nonostante il linguaggio appena comprensibile della donna, ha inviato immediatamente un’autoradio dell’aliquota radiomobile. I militari, giunti sul posto, hanno dapprima soccorso T.B., facendola accompagnare all’ospedale e immediatamente dopo hanno intercettato i due uomini e li hanno accompagnati negli uffici della Compagnia Carabinieri di Alassio, per l’identificazione e gli accertamenti del caso. Il capo equipaggio dell’autoradio, conoscendo numerose parole di arabo, ha immediatamente compreso la gravità della situazione.

Ulteriore sviluppo negli accertamenti si è avuto grazie all’intervento di un interprete. Ai militari, la donna, ha consegnato anche una scheda di memoria con tutte le fotografie delle violenze subite. Per il pubblico ministero non ci sono stati dubbi, arresto immediato per lesioni, atti persecutori continuati e sequestro di persona. Oggi il processo in direttissima. La donna si trova in una struttura protetta.(Adnkronos)

http://www.sostenitori.info/?p=56926&fb_source=message

Ammazzato da senzatetto indiano a colpi di cacciavite perché ha la radio accesa

Roma, vittima un 30 enne che ascoltava la radio con il fratello. Il killer è un 57 enne indiano che non riusciva a dormire nella sua roulotte

Una lite per il volume troppo alto in auto per ascoltare la musica è finita con un omicidio. È avvenuto la notte scorsa in via Garibaldi, nel quartiere Trastevere di Roma. La vittima è un romano trentenne ferito mortalmente al petto con un cacciavite da un indiano di 57 anni che viveva in una roulotte.

La vittima, che lavorava in un albergo della zona, in compagnia del fratello si era fermata con l’auto proprio accanto alla roulotte dell’indiano. Quest’ultimo infastidito dal volume troppo sostenuto della musica è sceso dal mezzo chiedendo di allontanarsi. Ne è nata una lite al termine della quale l’immigrato ha preso un cacciavite, che si trova sulla porta della roulotte e viene utilizzato come chiavistello, ed ha colpito il giovane al petto.

Immediata la corsa verso il vicino ospedale dell’Isola Tiberina dove purtroppo il trentenne è giunto cadavere. I Carabinieri della compagnia di Trastevere hanno poco dopo bloccato il responsabile all’interno della roulotte che dovrà ora rispondere di omicidio volontario. Ai militari l’uomo ha detto di non essersi reso conto della gravità della ferita inferta.

http://www.lastampa.it/2014/02/17/italia/cronache/in-auto-con-la-musica-troppo-alta-pugnalato-a-morte-con-un-cacciavite-rSnEVqJpvCC1XLLJZ0HymO/pagina.html

Siena: in due tentano di stuprarla

Due maghrebini hanno tentato di violentarla dopo averla immobilizzata. La vittima è una ragazza senese che all’indomani ha denunciato il fatto ai carabinieri e si è fatta refertare al pronto soccorso. Un pericolo scampato stavolta per fortuna, perché la ragazza è riuscita a sfuggire ai due aggressori dopo una colluttazione. Resta comunque la gravità del fatto. Resta l’allarme che destano notizie del genere. In questo caso la tentata violenza è avvenuta in via dei Pittori, in pieno centro, alle 3 della notte fra giovedì e venerdì.

http://voxnews.info/2013/09/21/emergenza-stupri-a-siena-ragazza-aggredita-in-pieno-centro/

Stupra dodicenne, libero – Un mese dopo calci e pugni a passante italiano: “Lui è il male”

CARRARA – “E’ il male, così l’ho picchiato”: questa la motivazione che un ungherese di 43 anni ha dato alla polizia che lo ha fermato con l’accusa di aver aggredito e preso a calci un uomo che stava aspettando il bus alla fermato.

L’aggressore si è poi allontanato: gli agento lo hanno fermato prima che commettesse un’altra aggressione. Condotto in commissariato e con l’aiuto di un interprese, l’ungherese ha spiegato di essersi scagliato contro la sua vittima, un carrarese di 56 anni, perché in lui aveva visto il male.

A seguito degli accertamenti la polizia scopriva che l’ungherese si era già reso protagonista di reati di una certa gravità tra cui una violenza sessuale ai danni di una dodicenne che aveva cercato di palpeggiare in presenza dei suoi genitori a bordo di un treno, circa un mese fa a Genova, ed una rapina a seguito della quale era comparso davanti al giudice e aveva cominciato a vaneggiare in preda a crisi mistiche parlando di “energie negative” che gli emanava la vittima.

http://www.today.it/citta/carrara-aggressione-arrestato-ungherese.html

Banda di immigrati rubava il rame: un morto sul “lavoro”

Roma, 09 agosto 2013 – Finisce in tragedia un tentativo di furto di rame ad Anagni. A perdere la vita dopo aver tentato di depredare l’oro rosso dallo stabilimento della Videocolor ciociario un cittadino romeno di 38 anni. Secondo una prima ricostruzione il decesso dell’uomo è avvenuto nel corso della notte, dopo che una vettura con due uomini a bordo si è fermata al casello autostradale del centro del frusinate chiedendo aiuto al casellante. Uno dei due era sul sedile privo di sensi. Sul posto è arrivata una pattuglia della polizia stradale che ha accertato la gravità della situazione, e cioè che il 38enne romeno, in realtà era morto.

L’uomo alla guida dell’automobile, un 25enne anch’egli romeno, ha riferito agli agenti della stradale di aver trovato il connazionale sul ciglio dell’Autostrada negando di conoscerlo per poi raccontare quanto accaduto.I due, infatti, facevano parte di una banda di cittadini delle Romania dediti al furto di rame. La banda aveva preso di mira lo stabilimento Videocolor di Anagni chiuso da tempo, e mentre camminavano sui tetti, il 38enne è caduto stramazzando al suolo. Il gruppo ha tentato di raggiungerlo per rianimarlo ma per l’uomo non c’era più nulla da fare. Verificata questa versione, il 25enne è stato arrestato per tentato furto aggravato. Gli altri tre, invece, sono spariti.

http://www.romatoday.it/cronaca/morto-furto-rame-anagni.html

 

Clandestino e pregiudicato accoltella 5 persone: libero!

E’ successo a Lodi – Un immigrato irregolare ubriaco ha accoltellato tre persone, causato il ferimento di due poliziotti e nonostante tutto è tornato a casa con l’invito a presentarsi quanto prima all’ufficio immigrazione per essere espulso.
Un egiziano disoccupato di 35 anni, con un ordine di espulsione già sulla testa, ha bevuto alcol per tutta la sera senza badare troppo ai divieti imposti dal Ramadan. Poi ha alcoltellato senza motivo alcuni connazionali e ferito dei poliziotti
Accompagnato in questura è stato poi invitato a ripresentarsi all’apertura dell’ufficio immigrazione. Tutto qui
Perchè è successo? Perchè per la lesione personale (a seconda della gravità) una pena da 3 mesi a 3 anni funziona così può essere solo indagato a piede libero. Va detto, comunque, che non è previsto il fermo e che l’arresto può avvenire facoltativamente in caso di flagranza

http://www.ilradar.com/clandestino-gia-espulso-accoltella-5-persone-libero-immediatamente-w-litalia/

Lo sfogo di una mamma: “ha pestato mia figlia, libero il giorno dopo”

LATINA – Dopo l’aggressione subita dalla figlia che aveva cercato di fermare un ladro all’interno dello store Benetton di Via Diaz a Latina, Daniela Claretti, nota commerciante del capoluogo, e titolare del negozio, si sfoga in una lettera inviata ai media.  Pubblichiamo qui la sua lettera. 

LA LETTERA – Sono Daniela Claretti, titolare del negozio Benetton di Latina, ma scrivo questa lettera-sfogo non in qualità di imprenditrice, ma di mamma e di cittadina, che ha a cuore famiglia e la città dove lavora, che ama profondamente.

I fatti: venerdì pomeriggio 19 aprile un ragazzo rumeno si aggira per gli scaffali del negozio di via Diaz, prova diversi capi d’abbigliamento fino a quando mia figlia, Simona, gli chiede gentilmente se può essergli utile, questo la tratta a malo modo e le getta addosso il vestiario che stava provando nel camerino, vestiario rovinato e abraso per via  dell’antitaccheggio strappato e fatto sparire. Ne nasce un’animata discussione verbale tra i due, fino a quando il ragazzo afferra alcune magliette e scappa fuori dal negozio, mia figlia lo rincorre e lo raggiunge: lì, il ragazzo colpisce con un violento pugno mia figlia che cade sull’asfalto svenuta, poi arrivano dei ragazzi che lo bloccano fino all’arrivo della Polizia.

Fin qui scene di ordinaria amministrazione, si potrà dire, la gravità maggiore, secondo me, arriva dopo l’arresto del ragazzo.

Il magistrato ne chiede i domiciliari, il gip invece pende per un’altra soluzione e riesce a far ottenere soltanto l’obbligo di firma al ragazzo, fino al giorno dell’eventuale processo in programma a fine maggio. La delusione per questa palese ingiustizia si consolida il giorno dopo, domenica 21 aprile, quando il ragazzo assieme ai suoi amici si ritrova sotto i portici di via Diaz fronte negozio a bighellonare lì per gran parte del tempo con l’intento di sbeffeggiare chi ha aggredito appena due giorni prima. Se questa è la punizione per chi trasgredisce che senso hanno le leggi? Se chi punisce sa perfettamente che la pena non arriverà mai se non attraverso una forma di rimbrotto, non siamo forse davanti a uno stimolo a delinquere?

La domanda che adesso vorrei porgere al gip è la seguente: «Se lui ha una figlia che rincasando sorprende i ladri e questi per fuggire la colpiscono violentemente, lui come si comporterebbe? Darebbe l’obbligo di firma o i domiciliari a  chi non ha rispetto delle persone, delle cose e della morale?».

http://www.radioluna.it/news/2013/04/latina-aggressione-da-benetton-lo-sfogo-di-daniela-claretti-quel-ragazzo-e-gia-libero/

 

Stordita con taser e rapinata da baby-gang di “nuovi italianI”

TRIESTE – Rapina in una tabaccheria, in viale d’Annunzio. La titolare è stata aggredita con uno storditore elettrico da una baby-gang di stranieri che l’ha paralizzata per alcuni istanti. Per il colpo di 50€ sono stati fermati alcuni minorenni.
La donna subito dopo la rapina è stata ricoverata in ospedale, a Cattinara, dove inizialmente è stata giudicata guaribile in 15 giorni; la prognosi, però, potrebbe aumentare a causa della gravità delle ferite.

http://voxnews.info/2013/04/08/tabaccaia-stordita-con-taser-e-rapinata/

Tentato omicidio, catturato Romeno

Rumeno tenta di uccidere connazionale – Arrestato dalla Polizia

Un muratore rumeno 24enne, incensurato, si trova in carcere con la pesante accusa di “tentato omicidio” ai danni di un connazionale 33enne che si trova tuttora ricoverato, con prognosi riservata, presso l’Ospedale Civile Maggiore di Verona. Ad arrestarlo sono stati i poliziotti delle Volanti della Questura scaligera, misura che nella tarda mattinata di oggi è stata convalidata dall’Autorità Giudiziaria la quale, nel contempo, ha altresì disposto la custodia cautelare in carcere dell’aggressore. Quanto ai fatti essi risalgono alle serata di venerdì scorso; teatro della vicenda il quartiere Stadio dove, per motivi tuttora sconosciuti, i due connazionali si sono azzuffati e ad avere la peggio è stato il rumeno 33enne, attinto da sei fendenti, provocati sicuramente da un oggetto appuntito e che, a dire dell’aggressore, tratterebbesi di un chiodo, arnese del quale, però, l’uomo non è stato in grado di indicare il luogo dove l’ha abbandonato. A chiamare la Polizia alcuni passanti che hanno assistito alle fasi della violenta lite e grazie ai quali la Polizia, seppure in presenza di una targa parziale, è riuscita a risalire dapprima all’autovettura utilizzata dall’aggressore per dileguarsi, dopo aver lasciato a terra la vittima e, quindi alla sua identità ed abitazione. Ulteriore particolare che ha permesso di inchiodare il rumeno arrestato è che l’auto in questione presentava un vetro in frantumi; circostanza descritta e che ha avuto immediato riscontro. Grazie a tutti gli indizi e testimonianze rapidamente raccolte dai poliziotti l’uomo è stato dagli stessi agenti raggiunto a casa dove ha ammesso le proprie responsabilità, tant’è che il Procuratore della Repubblica di turno Ottaviani, stante la gravità della situazione, ha interrogato l’uomo negli Uffici della Questura, alla presenza del difensore di fiducia, cristallizzandone la confessione.  Pubblicato il: 28 January 2013

http://questure.poliziadistato.it/Verona/articolo-6-673-51365-1.htm