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Zingari: rapinano incasso e lo trascinano per metri con l’auto sull’asfalto

CORREGGIO – Rapinato di 10mila euro e trascinato sull’asfalto dall’auto dei banditi. Una domenica bestiale per un 45enne nativo di Carpi, figlio del titolare del bar Lorys che si trova in via della Costituzione a Correggio.
Malconcio e arrabbiato, racconta: «Sono stati momenti terribili e ho sempre davanti quel viso, quel giovane, uno zingaro che mi ha guardato fisso, come per sfidarmi. È lui che mi ha preso il borsello dal sedile della macchina e poi è scappato, io gli sono corso dietro e stava quasi per afferralo ma è stata una questione davvero di centimetri. Per due volte ho provato ad afferralo. Poi lui si è infilato dentro la sua macchina, una Lancia Y nuovo modello di colore grigio. Dentro c’era uno alla guida e altri due dietro. La portiera era già aperta, lui si è infilato e ha tenuto le gambe rivolte all’esterno, per scalciarmi via. Ha urlato in italiano “vai , vai, vai!!» e in quel momento sono partiti, hanno sgommato di brutto. Io mi sono aggrappato, mi sono attaccato alla macchina e mi hanno trascinato per alcuni metri. Quello che avevo afferrato, penso una maniglia o un manicotto si è rotto, mi è rimasto in mano e così mi sono sganciato. Ma prima ho fatto alcuni metri trascinato sull’asfalto di quel parcheggio Ora ho ferite dappertutto, mi fa male ovunque soprattutto al gomito destro che è gonfio, non si piega. Un disastro insomma».
Il 45enne domenica verso l’una era andato alla Metro, la grande rivendita di prodotti all’ingrosso in via Virgilio, al quartiere fieristico, per fare qualche acquisto per il suo locale.
«Questi malviventi, a mio avviso- continua – mi hanno seguito, tenuto d’occhio a lungo sia dentro che fuori. Io sono andato dentro alla Metro, ho fatto la mia spesa e nel borsello avevo circa 10mila euro. Erano i soldi dell’attività, del bar. Li avrei depositati lunedì mattina, quando aprivano le banche. Una volta uscito dalla Metro ho messo il borsello sul sedile al lato del guidatore e ho caricato il baule con la spesa. È in questo frangente che mi è venuto contro quel giovane. A mio avviso era uno zingaro, carnagione non tanto scura. Ho visto che l’avevo notato, ma non si è fermato e ha afferrato lo stesso il borsello iniziando a correre. Io ho reagito d’istinto, rincorrendolo. Volevo recuperare i soldi, lo smartphone, le chiavi. Ora invece mi ritrovo a pezzi, derubato e con il fabbro da pagare per aver dovuto cambiare tutte le serrature del locale e di casa».
Sul posto è arrivata una Volante della polizia: agli agenti il figlio del barista ha consegnato il “pezzo” della Lancia Ypsilon che si era staccato dalla vettura.
Sono in corso indagini negli “ambienti” dei nomadi ed è caccia alla Lancia col pezzo mancante per risalire ai malviventi.

http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/09/24/news/rapinato-e-trascinato-dall-auto-dei-ladri-1.7796355

Roma: 17enne gravissimo, massacrato a coltellate da bengalesi

ROMA – Accoltellamento nella notte a Roma. Intorno all’una di sabato un ragazzo di 17 anni è stato aggredito, stando a quello che lui stesso ha raccontato, da tre bengalesi. L’episodio è accaduto in via Bagnera nel quartiere San Paolo.

FERITE AI FIANCHI – Il ragazzo ha riportato diverse ferite da arma da taglio ai fianchi, alle braccia e alle gambe. Dopo l’allarme è stato trasportato all’ospedale San Camillo dove è stato operato: non è in pericolo di vita. I tre aggressori sono riusciti a fuggire prima dell’arrivo della polizia, che ora sta cercando di rintracciarli.

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_agosto_11/roma-accoltellato_17enne-2222573241715.shtml

http://www.ilmessaggero.it/roma/ragazzo_accoltellato_strata_san_paolo/notizie/314190.shtml

Verona: otto africani fanno irruzione in un bar e tentano estorsione

Verona luglio 2013 – Un tentativo di estorsione è stato accertato domenica scorsa dai poliziotti delle Volanti e ha determinato l’arresto in flagranza di uno degli autori di tale reato, per la precisione un nigeriano 39enne, senza fissa dimora, mentre i suoi complici si erano allontanati di tutta corsa a bordo di un’auto. A chiamare la Polizia un cittadino anch’egli nigeriano, nonché titolare del locale preso di mira: “Don Maya Music Bar”. L’uomo, prima dell’arrivo degli agenti, si è visto accerchiare all’interno del suo bar da otto uomini, tutti di colore, i quali lo hanno minacciato dicendogli che qualora non avesse sborsato Euro 2.00.00 al mese a protezione del suo locale, gli avrebbero creato dei problemi.

A questo punto il gestore del bar minacciato li ha cacciati fuori ma qui il gruppo ha cominciato a molestare gli avventori creando disturbo nell’intento di scatenare una rissa,a dimostrazione dei loro propositi. Ma il malcapitato si è subito rivolto alla Polizia tramite il 113, la qual cosa ha determinato l’allontanamento dei predetti ad eccezione di uno del gruppo che, solo quando ha realmente visto arrivare la pattuglia della Volante ha pensato di allontanarsi, peraltro a gambe levate, venendo però raggiunto dopo essere inciampato nella fuga. Alla luce dei fatti accertati, ai polsi del fuggitivo sono scattate le manette ed è stato dichiarato in stato di arresto con l’accusa di “tentata estorsione in concorso con persone al momento non ancora identificate”; questa mattina, condotto dinanzi alla locale A.G., previa convalida dell’arresto, è stato tradotto in carcere in attesa del processo che, per la richiesta dei termini a difesa, si terrà il prossimo 1° ottobre.

http://www.tgverona.it/index.cfm/hurl/contenuto=359018/cronaca/in_8_tentano_estorsione_in_un_bar_un_arresto.html

Accerchiato e derubato da banda di nigeriani

NOVARA – Un giovane è stato bloccato da quattro nigeriani che lo hanno aggredito e derubato di una catenina d’oro e di alcuni contanti che l’uomo aveva con sé.

Il fatto è accaduto intorno all’una di questa notte, in via Gnifetti, vicino al locale Lollipop Club, a Novara. Immediato l’intervento di una Volante della Polizia della Questura di Novara che, nel giro di pochi minuti, ha intercettato e inseguito uno dei quattro aggressori che se l’erano data a gambe appena dopo aver commesso il fatto.

Il primo uomo della banda, in seguito identificato dall’aggredito, che per fortuna ha riportato solo ferite lievi,  è stato arrestato e condotto presso la Casa Circondariale di Novara con l’accusa di rapina aggravata in concorso.

La Polizia è al momento, sulle tracce degli altri membri della banda che hanno partecipato all’aggressione. Anche la vittima era di nazionalità nigeriana.

http://www.novara.com/index.php?Section=News&tplBgContainer=1&Tools=WAPPS&Filters=SeqId,20358

Milano: due zingari gettano donna a terra e la massacrano di pugni

Rapina in via Rizzoli. La donna è stata aggredita alle spalle mentre rincasava

Milano, 24 maggio 2013 – Aggredita alle spalle, atterrata con un calcio alle gambe, presa a pugni mentre era a terra. Tutto questo solo per prenderle il cellulare. È successo questa sera, a unadonna di 52 anni, in via Rizzoli, periferia Nord-Est di Milano, non lontano dalla fermata della metropolitana di Cascina Gobba.

Qualche minuto dopo le 22.30, la donna camminava all’altezza del civico 25 quando è stata colta di sorpresa da due uomini, sui 25 anni, che secondo la descrizione potevano essere due nomadi.Quello che è certo è che le sono arrivati alle spalle e le hanno assestato un calcio alle gambe, facendola cadere.

Poi l’hanno tempestata di pugni finché lei non ha mollato il cellulare che teneva in mano. Arraffato il telefono, i due sono scappati. La donna è stata soccorsa da una volante della polizia e portata in codice verde al San Raffaele, dove è stata sottoposta ad accertamenti alla gamba colpita dal calcio.

http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2013/05/25/893901-milano-rapina-cellulare-calci-pugni.shtml

Famiglie islamiche: mega rissa per donna contesa

Jesi 14 mag 2013 – È finita al pronto soccorso la rissa scoppiata nella notte tra sabato e domenica a Jesi, a Campo Boario: due delle persone coinvolte –cittadini marocchini di 32 e 35 anni, residenti rispettivamente a Chiaravalle e Jesi – sono infatti finiti in ospedale con ferite su corpo e viso guaribili in pochi giorni.

La polizia è arrivata sul posto attorno alle due del mattino, dietro la segnalazione di alcuni automobilisti che avevano notato la zuffa in corso: non appena hanno visto gli uomini in divisa molte delle persone presenti se la sono data a gambe, ma gli agenti sono comunque riusciti a bloccare i due e ad identificare una terza persona, un marocchino di 19 anni, fratello del 35enne.

E proprio il ragazzo è all’origine della rissa: secondo la ricostruzione degli inquirenti il giovane avrebbe infatti intrecciato una relazione sentimentale con una parente del connazionale 32enne, fatto che avrebbe scatenato le ire della  famiglia di appartenenza della ragazza che avrebbe deciso di “punire” l’innamorato, difeso in quel frangente dal fratello.

http://www.anconatoday.it/cronaca/rissa-campo-boario-jesi-relazione-famiglie.html

 

«Non uscirò di casa per un bel po’. È una vergogna che Modena sia diventata questa»

«Urlavo a più non posso, cercavo aiuto. Non c’era nessuno, un deserto, nessuno che potesse aiutarmi, soccorrermi, fare qualcosa. Questa è stata la grande angoscia. Sono terrorizzata e arrabbiata: sarà difficile che torni ad uscire di sera». Un agguato, una brutale aggressione: una signora che stava raggiungendo la propria abitazione in centro è stata assalita alle spalle, scaraventata per terra e rapinata della borsetta. Poco dopo la mezzanotte, corso Canalchiaro, lunedì di Pasqua. Benedetta Benedetti, affermato e conosciutissimo medico modenese di 60 anni, ha appena trascorso una serata in casa con un gruppetto di amiche in un appartamento lungo viale Muratori, all’altezza circa dell’ex questura. Lei, che abita in via dei Servi, aveva deciso di andare piedi. Prima di cena non pioveva ancora, il tratto era breve, niente auto. La piacevole serata volge al termine, la dottoressa, vista la pioggia che stava imperversando, si fa accompagnare da un’amica che però, non abitando in centro, la lascia nel punto più vicino, cioè l’imbocco di Canalchiaro sui viali. Benedetta scende dall’auto e s’incammina con la sua borsa di coccodrillo. «C’era freddo, pioveva forte, non c’era nessuno. Stavo sul marciapiede, volevo solo arrivare a casa e tenevo lo sguardo basso, tanto non c’era nulla in giro. Poi, camminando, nel mio basso campo visivo entrano quattro gambe. Alzo leggermente lo sguardo, vedo due stranieri, con delle specie di eskimo con cappuccio tirato su, diretti verso il parco. Uno aveva la barba. Non erano neri, ma dire di quale nazionalità straniera fossero è davvero difficile».

«Faccio qualche passo, sono all’altezza del sagrato della chiesa di San Francesco – spiega Benedetta – e mi trovo all’improvviso delle mani sulla bocca, sugli occhi. Erano quei due. Mi hanno aggredito alle spalle. Io, terrorizzata, inizio ad urlare. Sento che tirano la borsa, io per una reazione istintiva non la mollo, la tengo stretta e continua a cercare aiuto con le urla. Loro intanto tiravano, verso il parco, e quindi sono stata praticamente trascinata per parecchio metri, sino ad arrivare all’altezza del seminario. Lì il manico della borsa ha ceduto, si è spezzato e io sono finita per terra, violentemente. Mi sono fatta male al ginocchio. Ma non ho sentito subito la botta, anzi, mi sono rialzata e ho iniziato a inseguire i due. Li ho rincorsi urlando, vedevo che erano fuggiti verso il parco. Poi, e questo lì per lì mi ha fatto ancora più paura, ho sentito un uomo che diceva «signora, signora, aspetti…» e l’ho visto avvicinarsi. Ho pensato fosse un complice e per me sarebbe stata la fine». Invece si trattava di un ristoratore della zona che era andato al distributore automatico in Calle di Luca a prendere le sigarette e che aveva sentito le mie urla. È stato molto gentile». Un po’ di sostegno, almeno, il medico lo aveva trovato. Benedetta è la sorella di Eli Benedetti, giornalista, portavoce di Schifani, capogruppo del Pdl al Senato. «L’unica cosa che mi era rimasta era il cellulare perché lo avevo in tasca. Ho chiamato mia figlia, mio fratello. Non rispondevano, poi ho provato con l’amica dove abbiamo trascorso la serata ed è andata bene». Nel frattempo è arrivata la polizia. «Professionali e gentilissimi – dice Benedetta – nella borsa avevo casualmente tutto, anche il ricettario medico con i timbri. Chiavi di casa, chiavi dello studio medico, libretti degli assegni, carte, 400 euro: tutto sparito, dovrò cambiare tutte le serrature. E non uscirò di casa di sera per un bel po’. È una vergogna che Modena sia diventata questa».

 

http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/04/03/news/donna-aggredita-trascinata-e-rapinata-1.6811609