La Gazzetta di Lucca |
Albanese arrestato per violenza, resistenza, lesioni a pubblico …
La Gazzetta di Lucca I carabinieri di Pieve di Compito che ieri lo hanno arrestato sono convinti faccia parte di una banda dedita all’attività seriale di furti, come dimostrerebbero i vari prodotti, di cui parzialmente dev’essere ancora scovata la provenienza, rinvenuti … Fuggono, cercano di investire i carabinieri e fanno un incidente …Lo Schermotutte le notizie (2) » |
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Albanese arrestato per violenza, resistenza, lesioni a pubblico … – La Gazzetta di Lucca
Perugia: arrestati boss dello spaccio nordafricani, si spartivano la città
Perugia 27 settembre 2013 – Quattro piccoli boss dello spaccio sono stati arrestati dalla Squadra Mobile di Perugia dopo una lunga indagine e pedinamenti mirati. Si tratta di tre tunisini e di un marocchino (ma si sospetta che faccia parte anche lui ai clan tunisini) che avevano il controllo di tre zone specifiche di Perugia: Pallotta, Fontivegge e Madonna Alta.
In manette sono finiti: Azou El Mustpha del 1971 (zona di Spaccio Piazza del Bacio), Hada Achref del 1985 conosciuto con il nome di Karim (zona di Spaccio di Madonna Alta), Batri Mohamed del 1984 (zona di spaccio Pallotta), Khezami Achraf del 1980 (Pallotta). Tutti capizona che vendevano eroina e cocaina ad una media di 20-30 dosi al giorno. I tre erano anche dei rifornitori di altri spacciatori per tutta la provincia di Perugia, Arezzo e Viterbo. La Squadra Mobile dalle analisi eseguite sullo stupefacente ha avuto la certezza che si tratta di grossisti dato che le dosi in loro possesso hanno una purezza molta alta. Più si scende nella scala gerarchica dei clan e più le dosi sono tagliate e quindi meno pure.
Il capozona di Madonna Alta, Hada Achref, era una vera e proprio primula rossa dello spaccio. Conosceva anche le targhe delle auto della Mobile. Si muoveva solo tramite minimetrò e dava appuntamenti ai clienti proprio a pochi metri dalle stazioni. Al telefono usava i numeri delle fermate con gli acquirenti per fissare il posto dove consegnare la droga.
http://www.perugiatoday.it/cronaca/retata-droga-boss-pallotta-madonna-alta-fontivegge.html
Gli immigrati fanno i lavori che gli italiani rifiutano.
Furti estivi nelle abitazioni del Sannio: arrestato un albanese … – NTR24
Ottopagine |
Furti estivi nelle abitazioni del Sannio: arrestato un albanese …
NTR24 L'albanese è stato bloccato a San Marcellino, in provincia di Caserta, dopo un lungo inseguimento. L'uomo, malgrado avesse fornito false generalità, è stato subito riconosciuto e tratto in arresto. Gli investigatori ritengono che faccia parte della … Rapine in casa: arrestato un albanese Arrestato un albanese di 25 anni accusato di rapina, sequestro di … Benevento: arrestato componente banda di rapinatori |
Maghrebino stupra romena: la ospitava perché marito in galera
Modena, 22 settembre 2013 – Picchiata selvaggiamente e stuprata dall’amico del marito che le dava ospitalità. E’ l’incubo vissuto da una 25enne romena ieri mattina in una casa di Marzaglia. La donna dormiva nell’abitazione di un nordafricano poiché il marito è in carcere e non sapeva dove andare. Alle 5 di ieri, però, il magrebino, un irregolare, l’ha svegliata tentando un approccio sessuale.
La ragazza lo ha respinto, e lui le ha dato un pugno in faccia. L’uomo l’ha picchiata brutalmente, le ha stretto le mani attorno al collo e poi l’ha stuprata. Dopo interminabili minuti, la ragazza, sotto choc, è riuscita a fuggire. Ha tirato un bicchiere contro il violentatore, colpendolo al volto, e poi è uscita in strada cominciando a vagare per la via Emilia ovest. Qui, ferita e col volto insanguinato, è stata notatata dall’autista di una corriera che si è fermato e ha chiamato i carabinieri e un’ambulanza. La donna è stata soccorsa mentre i carabinieri ‘intavolavano’ un’indagine lampo che ha permesso di rintracciare subito lo stupratore.
In casa i militari della Compagnia di Modena hanno trovato riscontri della violenza sessuale: il racconto della 25enne, ora ricoverata al Policlinico dove è stato attivato il protocollo sanitario previsto in caso di stupro, è risultato credibile. La donna ha una prognosi di 15 giorni per le ferite subite: per ‘guarire’ lo choc psicologico ci vorrà molto più tempo.
Ieri nel tardo pomeriggio i carabinieri stavano concludendo le procedure per l’arresto del nordafricano, che è finito in manette per violenza sessuale, lesioni personali aggravate e rifiuto di fornire le proprie generalità. E’ stato portato in carcere, a lontano dall’amico, marito della sua ‘vittima’.
http://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/2013/09/22/953928-violentata-amico-marito.shtml
Sono storie di ordinaria immigrazione.
E’ immigrato, non ha bisogno del biglietto: gomitate in faccia il controllore
BOLOGNA 11 sett – E’ stato arrestato per rapina dalla polizia un ragazzo originario della Repubblica Ceca, mentre il controllore di un bus ha rimediato una ferita al labbro: è stato aggredito per averlo sorpreso senza biglietto a bordo dell’autobus 17 in via Ugo Bassi, a Bologna Il dipendente Tper insieme a due […]
FONTE: www.imolaoggi.it
Integrazione: olio bollente in faccia alla moglie ‘disobbediente’
RIO SALICETO (Reggio Emilia) – Le ha gettato olio bollente in faccia, ferendola quindi a un polso con un coltello da cucina. La donna, disperata, ha chiesto l’aiuto ai carabinieri che hanno arrestato il marito per maltrattamenti (anche nei confronti dei figli, entrambi minorenni) e lesioni gravi.
Il tutto è accaduto venerdì scorso a Rio Saliceto dove il 36enne di origini indiane indiano Raghbir Singh abita con la propria famiglia. Per sua fortuna, la donna ha riportato soltanto leggere ustioni oltre a una ferita di 5 centimetri al polso sinistro. L’uomo, in regola col permesso di soggiorno, era già stato denunciato dalla moglie lo scorso maggio con analoghe accuse.
Interrogato in carcere dal gip Ghini nell’udienza di convalida tenutasi ieri mattina, il 36enne ha ammesso di essere spesso ubriaco e di litigare con la moglie per questo, negando però di averla picchiata. Secondo la sua versione, la donna si sarebbe autoinflitta la ferita al polso per poter così accusarlo. Versione che non ha tuttavia trovato la solidarietà del gip – forte anche della testimonianza del figlio 12enne della coppia, che ha confermato quella della madre – che ha convalidato l’arresto disponendo che l’uomo resti in carcere in attesa del processo.
http://www.reggionline.com/notizie/2013/08/27/rio-saliceto-olio-bollente-in-faccia-alla-moglie-arrestato_40080#.UhzIUdJYeuI
Società multietnica: marocchino pesta in strada la ex albanese aiutato da tunisino – FOTO
E’ di quattro feriti lievi, di 18, 19 e 20 anni, due dei quali hanno dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso, il bilancio di una violenta rissa tra una coppia di fidanzati (lui italiano e lei albanese); l’ex fidanzato marocchino di lei e l’amico tunisino dell’ex fidanzato. Stando a quanto ricostruito dalla polizia, sembra che la lite sia esplosa, intorno alle 15.30 in corso Garibaldi, dopo che l’ex fidanzato tunisino avrebbe avuto delle parole con la ragazza, che si trovava col nuovo compagno.
A quel punto, dalle parole sarebbero subito passati ai fatti dandosele di santa ragione. La polizia ha denunciato tutti e tre, tranne il tunisino (amico del marocchino) che aveva cercato di fare da paciere. Subito c’è stato il fuggi fuggi tra i passanti di corso Garibaldi e i quattro si sono spostati tutti verso corso Orazio Raimondo. A quel punto sono intervenuti carabinieri e polizia. Sono tutti finiti in caserma.
Tutto sarebbe partito da alcune parole di troppo del marocchino nei confronti della sua ex albanese. Quest’ultima, alla fine, lo avrebbe aggredito con una pietrata in faccia. Quindi, è intervenuto il nuovo fidanzato. Alla fine se la sono cavata tutti con qualche ecchimosi. I quattro vengono ritenuti soggetti “conosciuti” dalla polizia.
http://www.riviera24.it/articoli/2013/08/26/161349/rissa-tra-una-coppia-di-fidanzati-e-lex-di-lei-panico-a-sanremo-3-denunce-foto-e-ricostruzione
Tunisino rapina un uomo spaccandogli bottiglia in faccia
Legnano, 24 agosto 2013 – Lo colpisce con una bottigliata in pieno viso per rubargli 500 euro. La vittima è un 30enne del Bangladesh che lavora da tempo come lavapiatti in un ristorante di Legnano. L’uomo stava depositando in un money transfert 500 euro in contanti, quando è stato affrontato dal rapinatore, un tunisino. L’aggressione è avvenuta alle 17 in via Venegoni. Alcuni passanti che hanno assistito alla scena hanno allertato il 118. La vittima è stata così trasportata e medicata al Pronto Soccorso dell’ospedale di Legnano. Per lui una brutta frattura del setto nasale.
I cittadini hanno anche avvisato i carabinieri di Legnano che, grazie alla precisa descrizione somatica della vittima e dei testimoni che avevano assistito alla rapina, si sono messe alla ricerca dell’aggressore. Il tunisino era tranquillamente disteso su una panchina nei pressi della Stazione ferroviaria di Legnano. Si tratta di un tunisino 28enne, pregiudicato e senza fissa dimora che potrebbe aver compiuto anche altre rapine in zona. E’ stato quindi fermato e portato nel carcere di San Vittore di Milano.
http://www.ilgiorno.it/legnano/cronaca/2013/08/24/938979-bottiglia-faccia-aggressione-rapina.shtml
Quante probabilità ci sono che in Italia un tunisino rapini un bengalese? Ma di italiani non ce ne sono più? Sarà quella famosa sostituzione etnica auspicata dalla congolese.
Marocchino pesta la figlia davanti ai compagni di scuola: “Non diventerai mai come loro”
Non poteva nemmeno usare il Burrocacao perché le labbra lucide, nella cultura di suo padre, non sono concepite. Così come non sono concepiti altri cosmetici, l’iPod, i jeans, i tacchi alti, le uscite con le amiche e le passeggiate in centro con un compagno di classe. È l’incubo in cui si è trovata una ragazzina marocchina di 14 anni, secondo il padre-padrone divenuta troppo occidentale dopo il trasferimento a Padova. Dopo mesi di violenze, molte delle quali anche pubbliche, la polizia messo fine alla spirale di terrore della giovane che fino a qualche giorno fa abitava alla Stanga con mamma e papà. Ora però il padre, 53 anni, marocchino, è stato colpito da un’ordinanza del giudice che gli impone l’allontanamento dalla figlia e dai luoghi da lei abitualmente frequentati. Contestualmente è stato denunciato per lesioni aggravate e maltrattamenti. Il pubblico ministero Vartan Giacomelli ha firmato il provvedimento sulla base dell’indagine svolta dalla squadra mobile di Marco Calì. Gli investigatori hanno raccolto mesi di vessazioni, in alcuni casi tra le mura domestiche ma in molti altri, purtroppo, davanti agli amici coetanei.
Violenza ripetute. A luglio dell’anno scorso il padre marocchino prende a calci e trascina la figlia tirandole i capelli solo per averla beccata con il Burrocacao sulle labbra. A ottobre dello stesso anno la aggredisce all’uscita di scuola, quindi davanti ai cancelli di un istituto superiore cittadino: troppo trucco in faccia, condizione non rispettosa della cultura musulmana. Il 31 gennaio scorso la violenza si scatena tra le mura domestiche, sempre con spintoni, schiaffi e un pugno sulla schiena: la ragazzina viene ricoverata in pronto soccorso, da cui la dimettono con una prognosi di 8 giorni. Ma l’episodio più grave, quello che fa scattare anche le indagini della polizia, è quello del 27 febbraio scorso. Verso mezzogiorno la quattordicenne telefona a casa: dice di trovarsi in centro con i compagni di scuola, con i quali desidera fermarsi un po’ visto che per uno sciopero le lezioni sono finite prima. Pochi minuti dopo in riviera Ponti Romani arriva il padre. Le dà uno spintone per allontanarla dal capannello di coetanei a cui chiede se erano stati a scuola o se avevano marinato. Tutti confermano che le lezioni erano terminate prima per lo sciopero. L’uomo torna dalla figlia, la prende per i capelli e inizia a trascinarla urlando offese, in italiano e in arabo. La ragazzina viene strattonata, arriva così fino ai portici di Coin in via Zabarella. Il padre la spinge con violenza e lei finisce a terra. Urla e si dispera. Lui le ripete: «Non diventerai mai come loro, non te lo permetto» e ancora «Vado in prigione ma non ti lascio fare quello che vuoi».
Le indagini. Gli uomini della squadra mobile di Marco Calì si buttano a capofitto sulla vicenda e convocano in questura sia la giovane che la madre. Riescono a convincerle a parlare, a raccontare tutto. Nel frattempo il padre scompare, se ne torna in Marocco per qualche mese. Nel corso di questi mesi gli investigatori hanno raccolto tutti gli episodi più gravi corredati dal racconto dei testimoni, da cui è emersa una realtà agghiacciante che dimostra come può essere difficoltoso il processo di integrazione. Il padre violento in questi ultimi mesi è stato a colloquio anche con gli psicologi dei Servizi sociali e davanti a loro ha confermato tutto. Ha ribadito di non essere in grado di sopportare una simile trasformazione da parte della figlia. Durante uno degli ultimi pestaggi le avrebbe ripetuto più volte: «Anche se ti ammazzo cosa cambia? Tanto in carcere ci finisco lo stesso». Per tutti questi motivi, quando l’altro giorno è rientrato a Padova, i poliziotti l’hanno raggiunto e gli hanno notificato l’ordinanza del giudice, cacciandolo di fatto fuori casa.
Questa ragazzina è vittima di quella famosa integrazione di cui parlano gli irresponsabili che governano l’Italia e l’Europa. Mescolare culture diverse comporta questi drammi. Un consiglio per tutti gli immigrati: se ci disprezzate e non volete che i vostri figli diventino come noi, andatevene. Nessuno sentirà la vostra mancanza.
Rihanna picchia un fan in faccia col microfono durante un concerto … – Soundsblog.it (Blog)
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