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Picchiato e stordito col taser da maghrebino

Prima lo picchia. Poi lo mette a ko con lo storditore elettrico. Quindi gli ruba due cellulari e scappa. Non contento, il malvivente ritorna sui suoi passi per derubarlo ancora. Ma quando arriva sul posto trova i carabinieri chiamati dalla stessa vittima. L’aggressore allora fugge ma, grazie alla descrizione fatta dal ferito, viene arrestato due ore dopo nel mezzanino della metropolitana Loreto. L’episodio è avvenuto nella mattinata del 22 dicembre, poco prima delle 11. Un marocchino di 38 anni, irregolare e con precedenti, è entrato in una portineria di corso Buenos Aires per rapinare il custode.

L’AGGRESSIONE – Il magrebino ha picchiato il malcapitato con calci e pugni. Poi lo ha tramortito con la «pistola» elettrica. Quindi ha afferrato due telefonini che erano sul tavolo ed è fuggito. Lanciato l’allarme, sul posto è arrivata una pattuglia del Radiomobile dei carabinieri. I militari hanno preso nota di quanto è accaduto, mentre il cingalese è stato accompagnato all’ospedale Fatebenefratelli dove i medici gli hanno riscontrato un trauma cranico e la frattura del setto nasale. In quel momento il marocchino, che era tornato indietro per arraffare altre cose, è fuggito. Al ferito gli sono state fatte vedere alcune foto segnaletiche e, grazie anche alla sua descrizione dell’aggressore, dopo due ore sono riusciti a rintracciarlo nel mezzanino della metropolitana alla fermata Loreto.

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_dicembre_24/aggredisce-portinaio-una-pistola-elettrica-deruba-arrestato-38enne-a3c33254-6ca2-11e3-90a0-d4e6580ce920.shtml

Siena non è una città per donne: è allarme stupri

Qualche giorno fa ho raccolto la drammatica testimonianza di una giovare ragazza senese che, intorno alle 3 di notte di un tranquillo giovedì settembrino, è stata aggredita da due balordi che le hanno tentato violenza dopo averla immobilizzata. Fortunatamente la ragazza è riuscita a fuggire ma oltre alle escoriazioni provocate dalla colluttazione, nei suoi occhi si leggeva una grande rabbia per una città, Siena, che stenta a riconoscere.

Purtroppo Siena non è nuova a questi tristi eventi: ricordiamo tutti il tragico episodio di circa due anni fa, fuori Porta Pispini, quando una giovane ragazza senese viene brutalmente violentata per oltre due ore. Il colpevole venne arrestato dagli agenti dopo poche ore ma le ferite psicologiche che si aprono in queste sventurate non hanno una così rapida guarigione.

“Dove è finita la Siena che credevo di conoscere ?” mi ha chiesto sarcasticamente la ragazza, quando mi raccontava di aver urlato, inutilmente, senza che nessuno da quelle finestre anche solo si affacciasse a vedere cosa succedeva. Ed a fronte di queste tragiche notizie, come possono i genitori senesi stare tranquilli davanti ad una amministrazione praticamente immobile sul tema della sicurezza, troppo distratta tra “nomine e bilancio” ?

Forse qualcuno ancora vive nella illusoria percezione che “a Siena si sta bene” e che certi episodi, sporadici, non debbano comunque stravolgere le sonnacchiose consuetudini cittadine: io credo che non possiamo più permettercelo e che dobbiamo, per quanto doloroso sia, prendere atto che la città è cambiata e sta ancora cambiando, certo non in meglio. E dobbiamo anche reagire, perché questi tristi episodi sono dolorose ferite per la nostra bella città.

Per questo ho deciso di chiedere al Sindaco, ed alla Giunta, cosa intendono fare perché simili fatti non accadano più: vi è una evidente lassità nel presidio della città che potrebbe essere risolto, a breve termine, anche con l’uso di telecamere di videosorveglianza in alcune delle zone “cardine”. Sarebbe anche opportuna una visione di lungo periodo, con una serie di strategie atte a riavvicinare il più possibile i senesi al centro della città, ripopolandola, restituendo il territorio ai suoi cittadini.

Michele Pinassi, Consigliere capogruppo MoVimento Siena 5 Stelle

http://www.oksiena.it/pinassi-ragazza-aggredita-siena-non-%C3%88-pi%C3%99-sicura-come-una-volta-31485.html

Zingaro ospite di Pisapia: esce da carcere alle 11, alle 13 rapina appartamento

PAVIA. E’ uscito dal carcere alle undici del mattino e, nemmeno due ore dopo, ha rubato in un appartamento. Niko Jovanovic, un ragazzo di 20 anni, domiciliato in un campo nomadi di Milano, è stato bloccato dai carabinieri dopo un lungo inseguimento terminato in una risaia di Rognano. Durante la fuga il giovane ha anche rubato un’auto e ha tamponato una seconda vettura a Marcignago. Una vicenda movimentata che, per fortuna, si è conclusa senza feriti. Ieri mattina è stato accompagnato in tribunale dove il giudice Pietro Balduzzi ha accolto le richieste del pubblico ministero Antonella Santi. Niko Jovanovic resterà in carcere sino al 31 ottobre, il giorno del processo. E’ accusato di furto in appartamento, resistenza a pubblico ufficiale, possesso ingiustificato di arnesi da scasso, ricettazione e guida senza patente. Il giovane rischia una pesante condanna.
Ecco la ricostruzione della movimentata vicenda. Niko Jovanovic è uscito dal carcere di Torre del Gallo per fine pena (era stato condannato per una serie di reati contro il patrimonio) mercoledì mattina verso le undici. Probabilmente si è subito procurato dei piccoli arnesi da scasso ed è arrivato in viale Canton Ticino davanti all’abitazione di Mariateresa Albini: è entrato passando da una finestra aperta. Ha iniziato a rovistare in camera da letto ma la proprietaria dell’appartamento ha sentito alcuni rumori e si è avvicinata per capire cosa stava succedendo. Si è trovata davanti il ladro e si è messa a urlare. Niku Jovanovic non si è scomposto e ha continuato a rovistare ed ha trovato una collana. Poi ha arraffato un orologio ed è uscito dalla finestra. Una vicina di casa ha lanciato l’allarme. Sono arrivati i carabinieri e la padrona di casa ha descritto un giovane alto e magro con capelli neri e lunghi. Intanto Niko Jovanovic è arrivato sull’Alzaia dove è salito sulla Ford Fiesta di Elisa Negri, l’ha messa in moto ed è fuggito. Nuova telefonata ai carabinieri che hanno capito che era la stessa persona. Le pattuglie del nucleo radiomobile e della stazione di Bereguardo si sono messe alla caccia della Fiesta. Intanto il giovane ha tamponato un’auto guidata da una donna a Marcignago. E’ sceso dalla Ford forse per prendere la vettura tamponata. Ma l’automobilista si è spaventata ed è fuggita. I carabinieri di Pavia, coordinati dal capitano Gennaro Cassese, erano a poche centinaia di metri. Hanno raggiunto la Fiesta ma Niko Jovanovic ha tentato una fuga disperata. E’ arrivato a Rognano dove ha perso il controllo dell’auto rubata (intanto aveva anche forato una gomma) ed è finito in un fosso. Poi la fuga a piedi in una risaia con i carabinieri che hanno proseguito l’inseguimento. Lo hanno raggiunto e, dopo un breve corpo a corpo, lo hanno ammanettato. Al polso aveva l’orologio rubato, la collana era in una tasca dei pantaloni. Sull’auto c’erano gli arnesi da scasso.

http://laprovinciapavese.gelocal.it/cronaca/2013/09/13/news/esce-dal-carcere-e-va-a-rubare-arrestato-1.7740325

Carpi, Fratelli d’Italia sotto il Municipio contro le bollette ai nomadi – ModenaToday


ModenaToday

Carpi, Fratelli d'Italia sotto il Municipio contro le bollette ai nomadi
ModenaToday
Davanti al Comune è stato allestito un banchetto per la raccolta firme (qualche centinaia in sole due ore ndr), attraverso la quale si chiedeva all'Amministrazione di interrompere l'erogazione di quei fondi per i nomadi e si poteva sottoscrivere l

Terrore: famiglia sequestrata in casa e rapinata

TRENTO. La famiglia di un imprenditore trentino è stata aggredita e rapinata la scorsa notte nella propria villa alle porte di Borgo Valsugana da tre malviventi armati di pistola e coltello. Grazie all’intervento dei carabinieri, uno dei malviventi è stato bloccato e arrestato, gli altri due sono riusciti a scappare e sono attualmente ricercati.

Secondo una prima ricostruzione, la famiglia è stata sorpresa nel sonno dai rapinatori. Questi hanno legato marito, moglie e figli e, sotto la minaccia delle armi, hanno costretto il capofamiglia a consegnare i soldi contenuti in una cassaforte, alcune migliaia di euro. Quindi sono scappati. Il tutto è durato un paio di ore. Nel frattempo l’imprenditore è riuscito ad avvertire i carabinieri i quali sono riusciti ad intercettare i fuggitivi. Uno di loro, un pregiudicato, è stato arrestato con l’accusa di rapina in villa e sequestro di persona. La refurtiva è stata recuperata.

Sono rimasti per due ore in balia dei rapinatori i componenti della famiglia di Fabrizio Ferretti, imprenditore edile e immobiliarista di Villa Agnedo. Rapina in villa per la quale è stato arrestato dai carabinieri, dopo un inseguimento nella notte, uno dei componenti della banda, Burkart, un operaio di 57 anni di Pergine Valsugana. Il capofamiglia è stato ammanettato, mentre la moglie e la figlia quattordicenne sono state incappucciate. Mentre due rapinatori con il viso travisato, armati di pistola, coltello e manganello tenevano a bada le donne, sedute sul divano dove erano state sorprese mentre stavano guardando la televisione, uno dei rapinatori ha costretto l’imprenditore ad indicare i luoghi in casa dove erano nascosti gioielli e contanti.

Dopo essersi impossessati di 3.000 euro in contanti e gioielli per un valore di 100 mila euro, i malviventi sono fuggiti a bordo di due moto. Il capofamiglia, nonostante le manette, è riuscito a telefonare al ’112’. È quindi scattata la caccia ai rapinatori lungo la statale della Valsugana, in direzione Trento. Due di loro, in sella a due moto, sono riusciti a far perdere le loro tracce; il terzo rapinatore, con la refurtiva in uno zainetto, è stato inseguito fino a Calceranica al Lago dove, raggiunto dai carabinieri, è caduto dalla moto e quindi è stato bloccato. Oltre alla refurtiva i carabinieri hanno recuperato una delle pistole usate per il colpo, una automatica calibro 9.

http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/cronaca/2013/06/21/news/borgo-famiglia-aggredita-e-rapinata-in-villa-1.7296739

Dopo il massacro ridono: “nuovi italiani”

L’imprenditore di Pesaro ucciso dal dipendente più amato e un complice. Su Facebook le foto scattate a colazione

DOPO il sangue, i cornetti alla crema. Se davvero il macedone Donald Sabanov, 24 anni, e Karim Bari, di un anno più giovane, sono i killer dell’imprenditore pesarese Andrea Ferri, come ritengono i carabinieri che li hanno arrestati, significa che il male ha una gran fame. I due, secondo l’accusa, gli sparano a bruciapelo quattro colpi di pistola alla testa e uno alla schiena.

A mezzanotte e mezzo di lunedì scorso lo lasciano sul marciapiede in una pozza di sangue. Due ore dopo, alle 2.30, Donald posta sulla sua pagina Facebook tre fotografie scattate in una pasticceria di Morciano, poco distante dalla scena del crimine. Sorridono divertiti, con i cornetti caldi in bocca. “3 chili di paste del garden…”, commentano, “hhhhhhh…. i bomberoni…”. Come se fossero usciti da poco da una discoteca. Dopo l’arresto, qualcuno le ha rimosse dal suo profilo.

Lui, “Donald il barbaro” come lo chiamano gli amici per quei muscoli esagerati, lavora a uno dei quattro
distributori di benzina gestiti da Ferri a Pesaro. Ieri aveva lo sguardo piantato a terra mentre usciva in manette dalla caserma. Per poco i colleghi che lavorano con lui alla stazione di servizio non lo hanno linciato. “Lasciatelo a noi quel figlio di puttana…”, gridavano, prendendo a cazzotti la volante, sgommata via a sirene accese. Seguita da quella che trasportava Karim Bari, marocchino con cittadinanza italiana, centrocampista del Cesenatico. Tornata la calma, la folla ha fatto un lungo applauso ai carabinieri.

http://www.signoraggio.it/ridono-su-facebook-subito-dopo-lomicidio/

Ecco cosa succede a fidarsi degli immigrati e dare retta alle “boldrini”. Ecco cosa succede a dare lavoro a loro invece che alla tua gente.

 

Finalmente sono stati affidati alla giustizia i due killer che hanno colpito mortalmente Andrea Ferri, ma tra la gente resta la rabbia e l’incredulità di un simile gesto. Per meglio capire chi sia Sabanov Donald abbiamo intervistato Davide Zanchi, che per 5 anni ha quotidianamente lavorato spalla a spalla con il macedone.

Davide Zanchi lavora al distributore “Iperstation Tamoil” di Montecchio nel quale fino a qualche giorno fa operava anche Sabanov Donald, il 25enne macedone, che la notte del 4 giugno scorso ha sparato contro il suo titolare uccidendolo a morte. Arrabbiato e affranto, cerchiamo di capire da Davide chi è Sabanov Donald.

Da quanto tempo lavori al Tamoil di Montecchio e da quanto tempo ci lavorava Donald?
Io ci lavoro da quasi 5 anni…Donald era stato assunto un annetto prima.

In questi anni di lavoro assieme cosa pensavi di Donald?
Che era un extracomunitario e aveva poca voglia di lavorare…..ad Andrea Ferri dicevo che andava licenziato…lui ci rispondeva che se lo licenziava finiva in mezzo ad una strada…..era come suo figlio….quella merda lo chiamava babbo..pensa…..

Che effetto ti fa sapere di aver convissuto 5 anni con un killer? 
Mi fa schifo toccarmi…mi fa schifo pensare che l’ho chiamato fratello….io a 33 anni ho cercato di volergli bene a sta’ merda. Come mi sento….male….pochi capiscono come lo vedeva Ferri….noi si…e’ lui lo ha ucciso senza pietà per niente.

Saputo del delitto hai mai pensato che potesse essere stato un tuo collega? 
Mai fino al giorno della rapina….guardando il video delle telecamere abbiamo visto subito che il ladro si muoveva molto bene in ufficio…sapeva dove erano le chiavi….solo pochi che lavorano lì lo sanno.

In questi 5 anni Donald ha mai dimostrato atteggiamenti prepotenti o offensivi?
Mai….un attore nato!!! Recitava benissimo.

Cosa mi puoi dire di Andrea Ferri imprenditore?
Che era l’imprenditore che non ha mai alzato la voce….ridendo e scherzando faceva sempre la cosa giusta.

Come giudichi il rapporto di lavoro tra Andrea e Donald? Hanno mai avuto screzi? 
Mai, loro mai, come mai nessuno di noi. Ferri gestiva un’isola felice, era così equilibrato che gestiva senza provocare screzi.

Donald era al funerale, lo hai visto? Come ti è parso?
Era al funerale ma fortunatamente non l’ho visto.

Hai mai avuto rapporti con Donald al di fuori del lavoro?
Una volta e’ venuto al mare con me…basta….non eravamo compatibili nei divertimenti.

Conosci Karim il complice?
No…ci siamo visti sabato in caserma, mi ha detto che si era rotto di aspettare che Donald uscisse dall’interrogatorio.

Si é detto che Donald fosse in malattia é vero?
Questa settimana era in ferie, concessa da Ferri per farlo riposare…perché lo vedeva assente dal lavoro….pensa bravo Ferri.

In merito a questo terribile fatto cosa vorresti far sapere ai cittadini, qual’é il tuo messaggio? 
Di diffondere il piu’ possibile la sua foto in modo che fra 10 anni (in italia non spero in di più) la gente ancora si ricordi di lui e gli chiuda la porta in faccia…..mi sono spiegato?? Voglio che la gente capisca cos’ e’ successo….non solo che uno ha ucciso un altro per soldi…..ma di una persona che ha dato una pugnalata alla schiena ad un babbo amico. Un mostro!!!!

http://www.viverepesaro.it/index.php?page=articolo&articolo_id=411212

 

Milano: immigrati a caccia di catenine, donne nel mirino

Milano, 2 maggio 2013 – Tre scippi di collane d’oro in due ore a Milano. La prima vittima è una donna di 73 anni che è stata aggredita in via Cervignano da un nuovo italiano di etnia rom. Il ragazzo l’ha spinta per terra e l’ha colpita al volto con un pugno, riuscendo a portarle via un piccolo laccetto in oro.

Stessa modalità per una donna di 52 anni, è stata invece rapinata della collana da due stranieri davanti al cancello della propria abitazione. Infine un uomo ha strappato una collana d’oro e brillanti da 3mila euro a una donna di 63 anni in via Vittor Pisani. Anche lei tornava a casa e anche lei non ha riportato ferite durante le aggressioni.

 

 

Roma, bimba rom sotto il sole per due ore – Il Messaggero


Il Mattino

Roma, bimba rom sotto il sole per due ore
Il Messaggero
ROMA – Gli occhi restano socchiusi, sotto il peso di un dramma vissuto ogni giorno. Le gambe, minuscole, sono abbandonate, i piedini segnano l'asfalto caldo. Le testa ciondola, un lamento interrompe la litania di una voce di donna chiamata «mamma» che
Roma, bimba rom sotto il sole per due ore: sfruttata dalla madre per l Il Mattino

tutte le notizie (2) »

Responsabile di sanguinosa rapina liberata da magistrato, dopo due ore torna a rubare. Di nuovo libera!

Esce dal carcere alle 13 e alle 15 la beccano dopo un furto nel negozio Pittarello al Giulia.
Protagonista dell’episodio è stata Annamaria Tompi, 28 anni, rumena. Era stata “fermata” dai poliziotti della Squadra mobile mercoledì scorso nell’ambito delle indagini relative alla sanguinosa rapina messa a segno due giorni prima alla tabaccheria di viale D’Annunzio.
Gli agenti l’avevano raggiunta a casa in via Mulino a Vento e l’avevano perquisita trovandola appunto in possesso dello storditore che era poche ore prima stato utilizzato da due minorenni per mandare ko Maria Parenzan, 75 anni, la titolare della tabaccheria presa d’assalto. Le avevano fatto prendere la scossa e poi, siccome reagiva e cercava di ribellarsi, l’avevano picchiata sulla testa con lo storditore. In breve gli investigatori erano risaliti ai mandanti, Grigore Dorin Sima, 32 anni, e appunto Annamaria Tompi. Che – essendo stata trascorsa quella che tecnicamente viene indicata come flagranza – tre giorni dopo erano stati sottoposti al fermo di pg e accompagnati in carcere.
Ma a carico della giovane donna (non risulta avere precedenti in Italia) il gip Laura Barresi non ha ravvisato gravi indizi di colpevolezza in quanto dagli elementi acquisiti dagli investigatori coordinati dal pm Maddalena Chergia, era risultata di fatto solo la depositaria dello storditore utilizzato per mettere a segno la rapina e per questo ha respinto la richiesta di misura cautelare. Inoltre, come detto, la giovane rumena non risultava avere appunto precedenti penali in Italia.

Risorsa

Dopo l’interrogatorio alla presenza del difensore Federico Stricca, il giudice Barresi così ha disposto la liberazione. Dopo qualche formalità all’ufficio matricola, alle 13 di venerdì si sono aperte le porte del Coroneo e Annamaria Tompi è uscita libera.
Ma – come poi hanno accertato i poliziotti della Squadra volante – non è andata direttamente a casa come qualcuno poteva ragionevolmente supporre. Piuttosto, in compagnia della cognata che l’aspettava in strada, ha puntato al Giulia. Giunte nel centro commerciale le due donne si sono dirette nel negozio di scarpe Pittarello. Dove, come sempre più spesso accade in questi ultimi tempi, hanno rubato due paia di scarpe dal valore complessivo di circa cento euro. Sono state “pizzicate” all’uscita subito dopo le casse da un addetto alla sicurezza. Il quale ha chiamato subito la polizia e dopo poco è giunta una pattuglia della Squadra volante. Gli agenti hanno controllato i documenti delle due donne bloccate con le scarpe rubate. E con grande stupore hanno scoperto che una era Annamaria Tompi, quella finita in carcere due giorni prima per il coinvolgimento nella rapina di viale D’Annunzio. È stata subito accompagnata in questura e dopo poco è stata liberata. A suo carico una denuncia per il furto.

http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/04/14/news/esce-dal-carcere-e-va-a-rubare-scarpe-1.6875924

E poi qualcuno vuole depenalizzare alcuni reati per “sfoltire” le carceri. Ancora?

«Sono immigrata, il biglietto non lo pago!»

A gente come questa il Pd vuole svendere la cittadinanza

ROVERETO. Come ogni giorno, la capotreno sale sul convoglio e inizia a controllare i biglietti dei passeggeri. Questa volta sale a Verona. Tra due ore raggiungerà Bolzano. A un certo punto, fra il Veneto e il Trentino, ferma una donna africana (sui trent’anni) che ha in braccio un neonato. Chiede, come a tutti gli altri passeggeri, di esibire il biglietto. Ma l’extracomunitaria non ha il biglietto.

Come è prassi in questi casi, visto che la “portoghese” dice di non avere documenti con sé, la capotreno ha l’obbligo di far scendere alla prossima stazione la donna.

E così è, mentre continua ad inveire contro la capotreno. Infatti alla stazione di Mori l’extracomunitaria scende con il bimbo, ma rimane ferma sui binari, davanti al treno regionale. Scende anche la capotreno, che deve accertarsi che tutte le porte siano chiuse per poter far ripartire il regionale. E mentre svolge gli ultimi controlli prima del via libera, la donna africana improvvisamente si avvicina e afferra il borsello della capotreno. Quest’ultima, però, riesce a fermarla. Le toglie la mano e la invita ad allontanarsi, perché il treno deve ripartire.

Mentre sale gli scalini, l’africana insiste e la afferra nuovamente dal borsello e la tira giù violentemente dal treno. La trascina letteralmente per alcuni metri sul binario. La capotreno sbatte la testa. Riporta varie ferite su tutto il corpo. Alcuni viaggiatori si accorgono dell’accaduto e cercano di aiutarla.

La straniera fugge subito dopo. Invece, di bloccare il treno per far arrivare l’ambulanza, la capotreno, pur dolorante e ferita, decide di proseguire e una volta arrivata a Bolzano si fa accompagnare in ospedale. La prognosi è di venti giorni per ferite e contusioni in varie parti del corpo.

La polizia ferroviaria nel frattempo ha attivato le ricerche. La dipendente di Trenitalia, intanto, ha presentato denuncia. L’aggressione potrebbe costare all’extracomunitaria, che sembra sia già stata individuata, una denuncia per violenza e lesioni personali a pubblico ufficiali. Ultimamente la Polfer di Bolzano, coordinata da Vincenzo Tommaseo, ha intensificato i controlli con Trenitalia, proprio perché è salito il numero di persone che viaggiano senza biglietto. Molte volte si tratta di extracomunitari senza documenti personali e di viaggio, come è accaduto giorni fa sul treno regionale.

http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/cronaca/2013/03/30/news/la-capotreno-aggredita-e-picchiata-1.6789334