Appena scarcerato, non ha ottemperato all’obbligo di firma ed è …
L’Arena Era stato arrestato nel giugno del 2013 dalla Guardia di Finanza di Verona nell’ambito dell’Operazione «Pellicano» che aveva portato allo smantellamento di un’intera organizzazione criminale, composta da cittadini italiani e nordafricani, dedita allo … Non rispetta la firma scatta nuovo arrestoTgVeronatutte le notizie (2) » |
Tag: criminale
Appena scarcerato, non ha ottemperato all’obbligo di firma ed è … – L’Arena
Integrazione: banda multietnica rapina 82enne
LAMEZIA TERME – Uno ha atteso come vedetta, l’altro ha agito prendendo di mira una signora di 82 anni alla quale ha tentato con violenza di strappare la catenina d’oro che portava al collo. Protagonisti dell’azione criminale sono stati, secondo le indagini dei carabinieri, Giuseppe Coccimiglio, 22 anni, e Mohamed Hajji, 21, entrambi arrestati con l’accusa di tentata rapina e lesioni.
L’attività investigativa dei carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme ha permesso di identificare gli autori della tentata rapina, avvenuta lo scorso 26 settembre a Lamezia Terme. L’anziana donna, di ritorno dalla spesa, era stata aggredita e fatta cadere rovinosamente a terra, al punto da procurarle alcune lesioni. Il rapinatore aveva dovuto desistere dal tentativo di rapina perché la vittima si era messa ad urlare, attirando l’attenzione dei residenti.
A quel punto sono scattate le indagini che hanno permesso di ricostruire l’accaduto e rintracciare gli autori, con Coccimiglio che avrebbe fatto da “palo”, mentre Hajji sarebbe stato l’autore materiale della tentata rapina. Entrambi sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.
http://www.ilquotidianoweb.it/news/cronache/721835/Buttano-a-terra-anziana-per-rubare.html
Nell’ambito del crimine, l’integrazione funziona.
Clan tunisini intercettati: “Andiamo tutti a Perugia per spacciare”
Perugia 18 settembre 2013 – Il sogno di facili guadagni e la sicurezza di operare in una delle più ricche piazze della droga dell’Italia con un costante flusso di richiesta dello stupefacente che va ben al di là dell’Umbria. Pensano questo gli stranieri clandestini che decidono di lasciare la Tunisia – in particolare l’area di Tunisi – per seguire parenti, amici o più semplicemente ingaggiati dai clan in cerca di nuova mano d’opera per lo spaccio.
Non è teoria. Ma sono le intercettazioni telefoniche che la polizia esegue regolarmente. La notizia è venuta fuori dalla conferenza stampa sul Centro Espulsione condotta dal segretario del Pd Franco Parlavecchio e dal sindacato Siulp: “Nelle nostre indagini ascoltiamo intercettazioni e storie che ci parlano di Perugia percepita come una città dove si possono fare i soldi con la droga, – specifica un agente – bisogna aprire un dialogo con le autorità tunisine perché si riesca a far passare un messaggio diverso su Perugia”. Soldi veri che sono fatti dai capi e capetti dei clan mentre “la maggior parte dei piccoli pusher vive in veri e propri tuguri in situazioni igienico sanitarie molto precarie, molti sono destinati al carcere o a diventare tossicodipendenti”.
Secondo il Siulp “con il Cie in città il problema delle piazze di spaccio e dei pusher clandestini sarebbe arginato per una buona percentuale”. La ragione riguarda un problema specifico di deterrenza maggiore rispetto a quella che è la manovalanza delle grandi organizzazioni, “lo spaccio in strada viene fatto il più delle volte da clandestini di cui il 90% Tunisini specie di Tunisi. Questa manovalanza poi ha raggiunto un livello criminale che li porta a reagire nei confronti degli agenti, perché consapevoli di un basso rischio. – spiega il sindacato – Una volta arrestato poi, lo spacciatore deve essere prima identificato e poi espulso e nessuno è munito di documento. Se per alcuni paesi extracomunitari, tipo l’Albania e il Marocco, attraverso accordi tra stati, l’iter d’identificativo è più semplice, per altri come Tunisia e Nigeria la cosa diventa più complessa e lunga, con pratiche che possono durare anche 5 mesi”.
http://www.perugiatoday.it/cronaca/perugia-clan-tunisini-reclutamento-pusher.html
Maxi operazione antidroga, 54 arresti Preso anche il ‘codino’ – Il Resto del Carlino
Il Resto del Carlino |
Maxi operazione antidroga, 54 arresti Preso anche il 'codino'
Il Resto del Carlino Sono i principali numeri dell'operazione antidroga della Squadra Mobile della Questura di Modena “Bisht” (“codino” in albanese, dal soprannome di uno degli arrestati) che ha smantellato un'organizzazione criminale dedita alla detenzione e allo spaccio. Maxi operazione antidroga: arrestati 48 corrieri Modena: arresti e perquisizioni nell'operazione “Bisht” Modena: 54 arresti per droga | operazione Bisht |
Senegalesi: ora spacciano nelle spiagge toscane
Arrestato sulla spiaggia di Marina di Pietrasanta, un senegalese di 36 anni che fingendosi turista su una spiaggia libera, accampato in una tenda, in realta’ spacciava droga, ai giovani frequentatori dell’ arenile pietrasantino. Evidentemente il commercio abusivo, le estorsioni ai parcheggi non bastano piu’ a garantire lucrosi affari, ovviamente da codice penale, questi extracomunitari specie africani, si buttano dichiaratamente sul piu’ redditizio spaccio della droga. Uno spaccio finora controllato da pusher magrebini e nigeriani, ma ora si stanno inserendo i senegalesi. Di questo passo non sono da escludere violente lotte sanguinose tra bande di queste etnie, in Toscana, per accaparrarsi il monopolio di questa attivita’ criminale. Ci sono figure politiche istituzionali che hanno definito questi immigrati ” risorse feconde e nuovi cervelli ” che sbarcano nel nostro paese. Si , dobbiamo dare ragione a queste altissime figure istituzionali, questi extracomunitari, sono senz’altro ” cervelli del crimine e dello spaccio ” !
OSSERVATORE TOSCANO
http://voxnews.info/2013/08/30/non-solo-abusivi-ora-i-senegalesi-spacciano-nelle-spiagge/
Immigrati dell’Est terrorizzano il Sannio: famiglia sequestrata
Non si ferma la sequenza di rapine in villa nei piccoli centri del Sannio. Da qualche mese a questa parte, i malviventi hanno scelto come raggio d’azione della loro attività criminale la Valle Telesina, senza tralasciare, solo qualche giorno fa, un’incursione a S. Agata de’ Goti.
Ultimo episodio in ordine di tempo a Solopaca, dove, nella tarda serata di ieri, tre malviventi con il volto coperto da passamontagna, armati di pistole ed un fucile, si sono introdotti nella villetta di un impiegato 52enne, lo hanno minacciato minaccia e sono riusciti a portare via tre cellulari, alcuni oggetti in oro, 100 euro circa in contanti, oltre ad un fucile calibro 12, una Beretta calibro 9 short e alcune cartucce dello stesso calibro. Le armi erano regolarmente detenute dal padrone di casa. Secondo quanto riferito, i tre parlavano con accento dell’est Europa. Con la solita tecnica, i ladri, dopo aver rinchiuso nella camera da letto l’intera famiglia si sono dileguati a bordo di una Panda di colore chiaro. I militari, intervenuti sul posto per i rilievi tecnici e le indagini del caso, hanno eseguito una battuta in tutta la Valle Telesina per riuscire a rintracciare i ladri.
http://www.ilquaderno.it/rapine-villa-vittima-una-famiglia-solopaca-derubati-rinchiusi-camera-tre-malviventi-87899.html
Vasto: l’alleanza criminale rom-n’drangheta-immigrati:
La sicurezza nella città è compromessa. Da anni la criminalità organizzata opera su tutto il territorio vastese tramite rom, tossicodipendenti e immigrati. Le organizzazioni criminali non fanno più vittime ma usano persone in difficoltà, tra cui imprenditori con problemi di liquidità, per utilizzarli a loro piacimento. Tutti sanno ma pochi parlano.
«Siamo in balia della criminalità. Il Procuratore della Repubblica Francesco Prete ha segnalato la grave situazione della nostra cittadina in punto di criminalità. Questa amministrazione si è pavoneggiata, in più occasioni, di aver messo mano all’idea di installare un impianto di videosorveglianza al fine di tenere sotto controllo i ricorrenti episodi di delinquenza e di teppismo che stanno rendendo sempre meno vivibile questa nostra bellissima città. Ad oggi, però, non è stato fatto nulla nemmeno in questo vitale settore. E dopo incendi, rapine, scippi, risse alla marina con gravi feriti, furti in appartamenti, questa notte una bomba carta ha fatto saltare la porta di ingresso di una pescheria ubicata nel pieno centro storico. Siamo in balia della criminalità, siamo totalmente indifesi e affidati nelle mani di un’amministrazione comunale totalmente inerte, inadempiente, incompetente e inadeguata a risolvere i problemi primari della nostra città». Queste parole furono pronunciate il 26 febbraio 2012, in una conferenza stampa, da Giuseppe La Rana, coordinatore di Futuro e libertà a Vasto. E proprio il 28 dicembre dello scorso anno, il procuratore capo della Repubblica di Vasto, Francesco Prete, riservò parole dure per il sindaco Luciano Lapenna:«Lo Stato è debole a reimpiegare i beni sequestrati alla malavita e, anche a Vasto, troviamo difficoltà a riutilizzare, a fini sociali, una casa sottratta alla criminalità». Prete diede numeri ben precisi: dei 43 miliardi di euro confiscati alle mafie dalla magistratura solo 3 miliardi sono stati confiscati in via definitiva. Il procuratore definisce lo Stato inefficace puntando il dito sulla politica. «La stessa situazione la ritroviamo qui a Vasto» aggiunse Prete. In effetti ci chiediamo come mai il Comune non abbia proceduto subito all’assegnazione di una villa, sequestrata da Carabinieri e Guardia di Finanza perché utilizzata da un rom per spaccio di droga, per adibirla a una casa famiglia come deciso. A ‘Vasto notizie’ il procuratore ha fornito dati allarmanti: «Nel 2012 si sono verificati quattro omicidi, tre dei quali legati alla droga, mentre in ascesa sono le violenze tra le mura domestiche. La percezione d’insicurezza – ha aggiunto – è legata poi ai reati contro il patrimonio, con 2500 denunce per furto, il 90 per cento a carico di ignoti, 450 in appartamento e gli scippi».
Tra gli omicidi ci fu quella di Michela Strever, un’anziana donna 73enne di Vasto. La donna fu trovata morta con le mani legate, un fazzoletto in bocca e con segni di percosse.
Altri due omicidi eclatanti, sempre del 2012, furono quelli compiuti da Marco Del Vecchio che il 22 novembre avrebbe ucciso padre e madre per problemi di tossicodipendenza. Il 38enne riceveva 50 euro settimanali dai genitori.
Omicidi che apparirebbero con un unico filo conduttore: quello dei soldi. Da un lato un tossicodipendente con, probabilmente, esigenze di denaro per comprarsi le dosi quotidiane e, dall’altra, il cadavere di una donna anziana imbavagliata in pieno stile mafioso.
«Non facciamo finta di niente e smettiamola di dire che le cose accadono perché si è squilibrati di mente. La verità è che questo territorio è oramai contaminato dai traffici di droga e questi traffici portano la morte diretta o indiretta. La morte diretta è quella provocata dalle dosi tagliati male di eroina, ma è di quella indiretta che dobbiamo avere paura perché essa ha portato Vasto ed il suo territorio alla ribalta delle cronache nazionali». Le parole sono di Riccardo Alinovi Portavoce dell’associazione Codici di Vasto.
Un nostro infiltrato ci racconta cosa accade a Vasto
«La droga a Vasto la gestisce la ‘ndrangheta» ci riferisce un nostro collaboratore. L’organizzazione criminale rifornisce i rom di stupefacenti che a loro volta si occupano di spacciarla, non solo a Vasto, ma anche in altre zone. I rom hanno una vasta capillarità sul territorio e riescono ad arrivare dappertutto e coprire ogni quartiere d’Abruzzo. Lo snodo vastese rappresenta, per la ‘ndrangheta, uno snodo importantissimo. I rom soggiogano persone incensurate per il riciclaggio di denaro, per aprire attività e nascondere stupefacenti. Ovviamente i militari senza elementi validi non possono perquisire o entrare in case di incensurati. «Questi ti mettono sotto con l’usura ma non ti uccidono. Ti mantengono in vita e sei costretto a fargli questi favori» prosegue il nostro testimone. «Ti costringono a nascondergli la droga, a fargli da corriere, a spacciare. Tra l’altro, con la popolazione c’è una complicità allucinante che non mi sarei mai aspettato». L’uomo che concentrerebbe tutto questo potere sarebbe Michele Pasqualone, già coinvolto nelle maxi inchieste Histonium e Histonium del 2007/2008 in cui i Carabinieri hanno sgominato una presunta associazione a delinquere che aveva il suo vertice in città ed era ramificata in diverse aree d’Italia.
Il nostro testimone prosegue il racconto:«Se io ho rapporti con i Bevilacqua, e dico che gli faccio arrivare la droga poi gli propongo anche le percentuali della spartizione dei proventi. Il giro della droga a Vasto è di 30mila euro al giorno. Considera che uno che si fa di eroina deve assumere 5/6 mg di sostanza al giorno ma non può assumerli con un’unica dose…quindi deve farsi più dosi al giorno per un totale di 2 o 3 dosi». I tipi di eroina sono 2: tipo I (tagliata con la caffeina) e tipo II( tagliata con caffeina e stricnina). «Il tossico si ritrova, quindi, a farsi di una dose con una percentuale bassissima di eroina. Ciò comporta, per il tossico, da una parte a farsi di più dosi per arrivare alla percentuale di eroina che il corpo gli richiede, dall’altra a dover spendere di più per la droga». Nella retata effettuata dalla Polizia qualche giorno fa, sono stati sequestrati 18 grammi di eroina tagliata con marmo e chiamata ‘cobret’. «Il cobret lo vendono a 15 euro a dose. Ogni tossico spende minimo 50euro al giorno che, per procacciarsi le dosi, devono sfasciare, rubare ed eseguire ordini di chi li rifornisce. I nomadi, da un lato la spacciano dall’altro assoldano i rumeni. I rom reclutano la manovalanza nelle sale giochi di Vasto dove ci sono persone ‘inguaiate’ senza soldi e gli prestano denaro. A quel punto chi gioca perde tutto e non può mai restituire soldi diventando servo di chi gli ha prestato i soldi. In tutto questo giro ci sono politici che prendono voti da questa gente e persone delle forze dell’ordine invischiate. I rom per ogni voto si fanno dare 50 euro. Qui arriveremo ad una situazione come Casal di Principe».
http://www.zonedombratv.it/news/1071-vasto-la-ndrangheta-opera-per-mezzo-dei-rom-il-racconto-di-un-infiltrato
Pizzerie, gruppo criminale pakistano gestiva traffico di lavoratori: 7 … – Il Resto del Carlino
BolognaToday |
Pizzerie, gruppo criminale pakistano gestiva traffico di lavoratori: 7 …
Il Resto del Carlino Sono stati cinque gli arresti (su sette decreti di fermo e 18 decreti di perquisizione in tutta Italia) notificati nei giorni scorsi a Bologna dagli agenti della squadra mobile, per l'operazione International pizza travel. Associazione a delinquere … Criminalità pakistana dietro le pizzerie da asporto: garzoni pagati 15 … |
Roma: arrestati 37 immigrati georgiani, svaligiavano appartamenti
Roma 18 luglio 2013 – I carabinieri hanno arrestato 37 persone, tutti componenti di una banda di georgiani specializzati in furti in appartamenti a Roma e nell’hinterland romano. L’organizzazione criminale, responsabile di decine di colpi in appartamenti, era specializzata nel cosiddetto “key bumping“, tecnica che consente l’apertura delle porte con serratura europea senza lasciare segni di effrazione.
Complessivamente, oltre alla notifica di 51 misure cautelari, i carabinieri hanno eseguito 54 arresti in flagranza di reato e recuperato un’ingente quantità di refurtiva: oro, pezzi d’argenteria pregiata, orologi, gioielli e pc portatili per un valore stimato di due milioni di euro. Molti di questi oggetti sono già stati restituiti ai derubati.
Attraverso il metodo del key bumping, i ladri arrestati inserivano una chiave limata nelle serrature. Poi, grazie ad una speciale tecnica, riuscivano ad aprire le porte senza lasciare segni di effrazione.
Furti in casa, sgominata ennesima banda dell’Est: i dettagli – Novara Today
Novara Today |
Furti in casa, sgominata ennesima banda dell'Est: i dettagli
Novara Today "Si tratta di un'operazione particolarmente importante – ha commentato il colonnello Giovanni Spirito – poichè ha permesso l'arresto di una figura di rilievo dell'organizzazione criminale, un georgiano con un ruolo da responsabile di vertice all … Novara, sgominata banda dei furti in casa Furti in oltre duecento abitazioni del Nord, sgominata banda a Novara Furti in casa: sgominata dai carabinieri di Novara banda georgiana |