MONREALE (PALERMO) – Mostra i lividi sulle mani, indica la sua bocca, ancora dolorante dopo essere stata imbavagliata con forza. Racconta quei momenti terribili con la paura negli occhi, descrivendo nei dettagli le fasi della rapina messa in atto da tre malviventi ieri pomeriggio, mentre si trovava a letto. Carolina Tuppo, 69 anni, stava riposando quando i rapinatori hanno fatto irruzione nella sua villa, in via Corpo di Guardia a Monreale. La casa in cui la donna abita ormai da trent’anni è circondata da campi alberati, ai confini dei quali si intrecciano numerose stradine sterrate.
L’entrata principale è su una via di passaggio per le auto, ma i malviventi – finiti ieri in manette – avrebbero raggiunto la villa a piedi, attraversando uno dei terreni vicini. Poi, avrebbero scavalcato la rete di recinzione e fatto accesso nell’abitazione dalla porta sul retro. Erano due romeni e un palermitano, due trentenni e un ventunenne: Cionta Covaci, Dorin Alin Staicu Mosneanu e Marcantonio Gnoffo. Facce già note alla polizia che ieri è riuscita a cogliere sul fatto i tre, fermati mentre si stavano dando alla fuga. Poco prima, avevano minacciato con un coltello, imbavagliato e legato ai piedi del letto la donna, che durante il suo racconto aggiunge un particolare sconcertante, quello delle molestie subite da parte di uno dei rapinatori.
“Uno di loro faceva da palo e si trovava nel corridoio – racconta la 69enne – gli altri due mi hanno aggredito nella stanza da letto e mi hanno immobilizzata. Il più robusto ha cominciato a rovistare nei miei cassetti, l’altro si è seduto accanto a me sul letto e mi ha molestata. Ero sconvolta, disgustata – racconta Carolina Tuppo – ma non potevo fare nulla. Lui ha continuato dicendomi “Lo facciamo?”. Io, terrorizzata, ho ovviamente risposto di no ed è stato in quel momento che ha deciso di legarmi.
Il suo complice ha così afferrato una mia vestaglina di cotone e l’ha strappata, ricavando un lungo pezzo di stoffa con il quale mi hanno legato ai polsi. Stessa cosa hanno fatto per le caviglie e la bocca. Mi hanno imbavagliata con violenza, la bocca mi fa male, riesco a malapena a parlare. Poi – aggiunge – non contenti mi hanno legata ai piedi del letto, facendomi mettere in ginocchio. Da quel momento in poi non ho più capito cosa stessero facendo. Ero nel panico, credevo che mio nipote si trovasse nell’altra stanza e che gli avessero fatto del male”.
Invece, per fortuna, il giovane era andato a casa della madre, al secondo piano della villetta, dove la mamma abita col figlio più piccolo di quattro anni. “Ero con mia nonna fino a pochi minuti prima – racconta – ma quando è andata a riposare ho deciso di andare un poco di sopra”. E’ stato il ragazzo ad intuire quello che stava succedendo alla nonna e a lanciare l’allarme alla polizia: “L’ho sentita urlare e dire che non aveva soldi. Poi passi veloci e rumori strani, ho chiamato subito il 113”. Un gesto che ha permesso l’arresto dei tre, soprattutto in base al fatto che la polizia conosceva già quella casa, finita nel mirino dei malviventi già tra volte in pochi mesi.
“Ad ottobre scorso – spiega la figlia della vittima, Sonia Tusa, un uomo è entrato armato di un coltello ed è scappato con alcuni oggetti di bigiotteria. A dicembre la casa è nuovamente stata presa d’assalto. Posso dire che ci hanno tolto completamente la serenità”. “E’ vero – aggiunge la madre – mia figlia adesso non vuole nemmeno lasciarmi più da sola, è molto preoccupata. Qui basta voltarsi per trovarsi un ladro di fronte. Abbiamo paura”.
Un piano, quello che avrebbero voluto mettere a segno i due stranieri e il palermitano, che avrebbe portato via alla vittima oggetti dal grande valore affettivo: “Mi dicevano di dargli i soldi, ma ho più volte detto che non avevo e così mi hanno sflato dalle dita la fede d’argento e quella d’oro. Ho perso mio marito qualche anno fa e non avere più questi anelli per me sarebbe stato un dolore. Per fortuna mi è stato riconsegnato tutto. Quella che non riavrò più è la tranquillità”.
http://livesicilia.it/2013/08/29/le-molestie-poi-la-rapina-e-la-fuga-lanziana-aggredita-a-monreale-e-stato-terribile_365025/
Boldrini sarà estasiata, da questo esempio di integrazione riuscita italo-romena.