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Nigeriano la prende a bastonate per rapinarla: salvata dal fidanzato italiano

Modena 02 settembre 2013 – Via Morselli, rapina con bastonate alle 11 di domenica mattina. Il bandito, quando ha capito che la donna, una 27enne, opponeva resistenza e che non riusciva, per quanto tirasse e strattonasse, a prenderla ha usato le maniere forti: ha preso il bastone di legno che aveva nel portapacchi della bici e ha iniziato a colpire. Bastonate alla nuca: il nigeriano di 39 anni ha sferrato alcuni colpi ma, attirato dalla grida, è intervenuto il fidanzato, un maresciallo della Finanza che era sopraggiunto in auto. È sceso, ha affrontato il rapinatore che, anche per la presenza di un capannello di residenti, non ha tentato la fuga e si è arreso. Il militare della Finanza ha così consegnato il 39enne, incensurato ed in regola col premesso di soggiorno, ad una Volante accorsa sul posto.

http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/09/02/news/la-prende-a-bastonate-per-rapinarla-della-borsa-1.7674585

Modena: anziana esce di casa, maghrebino la rapina

MODENA – Un’anziana è stata aggredita e rapinata sotto casa in via del Domenichino. Un bandito solitario, giovane, maghrebino stando alla descrizione, le ha strappato il collier ed è fuggito a piedi. La donna ha urlato ed è stata soccorsa dai vicini di casa e dal marito. La collana rapinata ha un valore di duemila euro. Sull’episodio, avvenuto in un quartiere assediato dall’immigrazione e dove si registrano spesso episodi di spaccio di droga, indagano i carabinieri.

http://voxnews.info/2013/09/02/ennesima-anziana-rapinata-a-modena/

Banda di albanesi terrorizzava anziane: espulsi e recidivi erano liberi

Hanno seminato il terrore per giorni, settimane, tra donne sole, in gran parte anziane. Bersagli facili, colpi vigliacchi ai danni di vittime inermi, spesso con acciacchi vari, proprio in considerazione dell’età avanzata. Le derubavano per strada, razziando le catenine e le borse, oppure aspettandole al rientro a casa, negli androni dei palazzi.

E domenica avevano già messo a segno un altro paio di «imprese», in corso Matteotti e corso Alessandria, sempre ai danni di pensionate. Poi, in serata, l’epilogo: in via Arò un’ottantenne uscita a cercare un po’ di refrigerio dalla calura estiva, si è sentita strappare la borsa.

Appena il tempo di vedere due giovani fuggire di corsa: ha urlato e un testimone, intuito quanto stava accadendo, ha avvisato il «113».

È scattata un’azione congiunta di polizia e carabinieri, con l’arrivo anche di una pattuglia della polstrada. Pochi minuti dopo il primo bandito è stato bloccato dagli agenti della Volante su un balcone di via Micca, dove si era arrampicato per cercare di nascondersi. Aveva una pistola giocattolo priva del tappo rosso regolamentare. Subito dopo anche il presunto complice è stato preso in via Arò, dai carabinieri del Radiomobile. I due sono albanesi, entrambi giovani, clandestini e con precedenti per espulsioni e reati vari. Ora sono in carcere a Quarto. Stamane saranno processati per direttissima.

Soddisfazione tra gli investigatori. Il coordinamento tra forze dell’ordine ha funzionato alla perfezione. «Qui non si tratta – ha precisato il questore Filippo Di Francesco – di fare distinzioni tra polizia e carabinieri: qui conta il risultato. E se la gente collabora, come è avvenuto in questo caso segnalandoci in tempo reale i fatti sospetti, la risposta dello Stato è altrettanto immediata».

Il questore (e con lui il capitano dei carabinieri Marco Pettinato) ha ribadito l’importanza della prevenzione e delcontrollo svolti sul territorio. «Stiamo attuando – grazie all’ammirevole impegno di tutto il personale e di quello dell’Arma - un’intensa attività di vigilanza e pattugliamento. Certo, non abbiamo la bacchetta magica, ma i risultati si vedono».

Perugia: preso rapinatore seriale di donne, è tunisino

PERUGIA – Tradito dai bermuda verdi. Così belli, per lui, e piacevoli da portare per cinque giorni a fila.
Ma al tempo stesso così vistosi da non poter non passare inosservati tanto alle cinque vittime delle sue rapine, quanto alle telecamere interne dei due compro oro in cui ha provato a rivendere le collane appena assaltate e strappate dal collo di altrettante anziane.
Seguite, studiate, prese silenziosamente di mira. Fuori della Asl di piazzale Europa, lungo via Bonazzi o fuori dalla chiesa a Ferro di Cavallo. Aggressioni improvvise, collane e catenine d’oro strappate dal collo, poi la fuga al primo compro oro per la monetizzazione immediata. Cinque colpi in cinque giorni, due a pochi minuti di distanza, per ribadire il concetto che se le forze dell’ordine sono riuscite in qualche modo a mettere un freno sull’attività droga, balordi e delinquenti vari si sono tuffati nell’attività alternativa di strappo.
Con tutta la cattiveria e la spietatezza possibili. Non solo per il fatto di colpire ultra sessantenni, ma per la assoluta mancanza di riguardi. Anche quando una delle vittime ti supplica, mentre lotta per non farsi portare via ciò che ha di più prezioso: «Prenditi la collana, ma lasciami il ciondolo che è appeso» lo ha implorato l’ultima donna aggredita, lunedì scorso ancora dalle parti di piazzale Europa. Alla fermata del pullman.
Niente da fare. Il bandito dai bermuda verdi ha strappato quel che c’era da strappare e se ne è andato, assieme al suo compare. Proprio come avevano fatto mercoledì 26 giugno in via Bonazzi, venerdì 28 in piazzale Europa e il giorno dopo a Ferro di Cavallo, quando in pochi minuti ne assaltano e rapinano due.
La caccia della squadra mobile diretta da Marco Chiacchiera è partita dalle descrizioni delle vittime. Da quei pantaloni verdi ricorrenti, i cappellini, l’accento straniero. E, in particolar modo nel caso dell’ultimo assalto, dal personale e dalle telecamere dei compro oro nella zona di piazzale Europa. Visitati uno a uno, finché “bermuda verdi” è saltato fuori. Tunisino, venti anni, nelle immagini registrate in un compro oro si vede entrare, tirare fuori la collanina appena strappata e offrirla alla dipendente. Ma l’offerta è bassa e lui se ne va. Stessa situazione in un altro esercizio. Elementi decisivi per risalire a lui, stanarlo, far vedere la foto alle altre vittime che lo riconoscono (il compare ancora non è stato catturato) e dare l’imput al pm Adragna per chiedere l’arresto. «Il consiglio, in particolar modo per le signore, è quello di rendere meno visibili in assoluto oggetti preziosi quando si trovano in strada e di fare sempre molta attenzione» conclude Chiacchiera.

http://www.ilmessaggero.it/UMBRIA/perugia_scippo_collana_oro/notizie/299980.shtml

Magistrati fanatici: indagato 81enne che ha difeso la moglie

Roma, 1 lug. – La Procura di Roma ipotizza per Ilario D’Apollonio, l’imprenditore che sabato scorso ha ucciso il romeno Nicolae Valentin Barbat, l’accusa di omicidio volontario. Il provvedimento e’ stato preso come atto dovuto in attesa che l’autopsia che si svolgera’ probabilmente domani, chiarisca la dinamica del fatto accaduto durante un tentativo di rapina nella villa di D’Apollonio.

L’indagine e’ affidata al pubblico ministero Elisabetta Ceniccola che ha gia’ affidato al medico legale l’incarico di fare l’autopsia del ladro. Intanto come e’ noto sono stati arrestati i due complici di Barbat accusati di concorso in rapina. Il loro interrogatorio e’ previsto per i prossimi giorni.

http://www.liberoquotidiano.it/news/cronaca/1271823/Roma–uccide-bandito-durante-rapina-in-villa–indagato-imprenditore.html

Alla Procura di Roma ci sono seri problemi, ed è risaputo. Non solo ‘svuotano’ le carceri, ma impediscono anche al cittadino di difendersi.

E sprechiamo soldi in autopsie per capire cosa? Cosa doveva fare l’81enne mentre puntavano la pistola contro la moglie, chiedere se intendessero veramente sparare? E poi, chi irrompe in casa d’altri, merita di morire, o comunque, è l’unico responsabile di quello che può accadere. In un paese normale, nessuna indagine. A questi magistrati andrebbe ricordato che Roma si fonda sull’omicidio di chi oltrepassò un confine.

Spara a bandito, magistrati indagano agente!

FIRENZE, 29 APR – Il carabiniere che ha ferito un bandito in fuga, ieri sera nel Valdarno, e’ ora indagato dalla procura per lesioni. Il ferito e’ un ricercato romeno. E’ stato colpito da uno sparo ad una spalla mentre scappava con un complice a un posto di blocco. L’uomo, 27 anni, deve scontare un’ordinanza di custodia in carcere del gip di Roma per clonazione di bancomat. Il militare ha sparato due colpi con la mitraglietta: uno in aria, l’altro ha ferito il delinquente.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2013/04/29/Bandito-ferito-Toscana-indagato-Cc_8629810.html

Treviso: reagisce ai ladri, infilzato con cacciavite e preso a martellate

TREVISO apr 2013 – Prima gli hanno infilzato l’avambraccio destro con un cacciavite, poi gliel’hanno fratturato con una martellata. Stefano Pavan, 49 anni, titolare dello storico bar “Gianni dei Cavai” di Casacorba, viste come sono andate le cose, ha passato forse i 5 minuti più brutti della sua vita. Il raid, con tutta probabilità, è stato deciso dai banditi dopo una lunga preparazione: hanno studiato per bene le abitudini del titolare, l’orario di chiusura del bar e l’ubicazione degli obiettivi di interesse all’interno del locale. Poi sono passati all’azione utilizzando diversi arnesi: un piccone, un martello e una serie di cacciaviti, successivamente abbandonati in una vicina aiuola.

Il fattaccio si è verificato nel cuore della notte. Erano circa le due quando Stefano Pavan ha chiuso il locale ed è salito nell’appartamento al piano superiore con la moglie e le due figlie. Come tutti coloro che sono abituati a fare tardi, anche Stefano ci ha impiegato un po’ prima di prendere sonno. Poi, verso le 5, ha sentito quegli strani rumori. Provenivano dall’esterno. I malviventi ieri notte stavano passando in rassegna gli esercizi della zona. Poco prima erano passati dalla ferramenta Seccafien, ma il colpo era fallito: i titolari si erano svegliati e loro, per evitare guai, avevano fatto marcia indietro. Così si sono spostati verso il bar di Pavan.

Con il piccone hanno cercato di aprire il portone d’ingresso facendo volare qualche pezzo di legno: il portone, pur rovinato, ha retto grazie alle spesse sbarre di ferro che lo proteggevano dall’interno. Allora l’attenzione dei ladri si è spostata sulla finestra accanto al portone. Le protezioni più deboli hanno ceduto di schianto: aperta la finestra, uno è entrato nel locale, l’altro è rimasto fuori a fare il palo. Il bandito in ispezione, ha oscurato le telecamere, è andato dietro il bancone e ha messo in uno zainetto intere serie di “Gratta & vinci“.

Poi ha raccattato dalla cassa quello che ha trovato e, per non avere rimorsi, alla fine ha divelto e portato via tutto il registratore. Ultima tappa, la saletta del biliardo dove ci sono videogiochi e la colonnina cambia soldi. Ma quando ha iniziato a prenderla a martellate per scardinarla, Stefano Pavan, al buio, è sceso nel locale. Si è trovato di fronte il malvivente, incappucciato, con il cacciavite e la pila in una mano e il martello nell’altra. Il bandito, spaventatissimo, gli ha puntato la pila sugli occhi gridando più volte in un italiano stentato: «Ti ammazzo, ti ammazzo, ti ammazzo». Pavan, in un impeto di rabbia, è riuscito a sferrare un pugno alla cieca. La reazione del malvivente è stata però ancora più feroce: ha subito tentato di infilargli il cacciavite nel basso ventre, colpo che il barista ha “parato” col braccio destro, salvo restare infilzato. La sanguinosa colluttazione è proseguita fra grida e urla finchè il bandito ha sferrato una martellata sullo stesso avambraccio ferito col cacciavite, fratturandolo di netto. Poi la fuga a piedi verso Cavasagra, seguito dal complice.

Un centinaio di metri più avanti, nel cortile dell’abitazione di Franco Biliato, i rapinatori hanno avuto un colpo di fortuna: dentro c’era infatti la Fiat Punto di qualcuno che forse si apprestava a partire perchè le chiavi erano inserite nel quadro. I due sono saliti a bordo e se ne sono andati indisturbati con un ulteriore bottino, mentre già albeggiava. Stefano Pavan è stato invece portato al Pronto soccorso dove è rimasto dalle 7 alle 12. Lunedì nell’avambraccio gli verrà applicata una placca metallica per ridurre la frattura. Ma per sanare lo choc ci vorrà molto più tempo.

http://www.ilgazzettino.it/nordest/treviso/reagisce_ai_ladri_barista_infilzato_con_un_cacciavite_e_poi_preso_a_martellate/notizie/273878.shtml

Livorno: morta l’83enne massacrata da un immigrato

E’ morta in ospedale la signora Maria Orfeo, 83 anni, l’anziana rapinata mercoledì scorso nella sua abitazione di viale d’Antignano, a Livorno. La pensionata, quel giorno, è stata vittima di una aggressione in casa sua da parte di un bandito, probabilmente dell’Est, a cui le forze dell’ordine stanno dando la caccia.

Il malvivente, entrato nell’abitazione della donna, le strappò la catenina dal collo e la colpì facendola cadere a terra. In ospedale le riscontrarono la rottura di un femore. L’anziana è morta nel reparto di ortopedia dell’ospedale cittadino.

http://voxnews.info/2013/02/18/livorno-morta-lanziana-aggredita-da-un-bandito/