Tag: appunto

Marocchino pesta e rapina ex suocera

I carabinieri di Capannori sono alla ricerca di un marocchino di 26 anni, accusato dall’ex moglie e dalla di lei madre di averle aggredite la scorsa notte. A testimoniare le contusioni riportare, una prognosi di tre giorni per entrambe le donne, recatesi per le cure al pronto soccorso di Campo di Marte. L’uomo è però indagato a piede libero per rapina impropria.

Stando al resoconto fornito dalle due ai militari dell’Arma, non era la prima volta che il 26enne dava in escandescenza: litigi, clima arroventato e pesante per pensar di poter passare una vita insieme all’uomo. Così l’altrettanto giovane moglie, una 24enne lucchese, ha deciso di separarvisi.

Il marocchino non ha però mai accettato la fine del matrimonio, quindi, ritrovandosi solo, senza fissa dimora e oltretutto disoccupato, l’altra sera ha così perso definitivamente il lume della ragione e ha aggredito verbalmente ex e madre all’uscita della loro casa di Santa Margherita, nel Capannorese.

Dalle parole, però, le donne hanno denunciato il passaggio ai fatti da parte del 26enne: non si è trattato soltanto di escoriazioni piuttosto lievi vista la prognosi, ma appunto di rapina. L’uomo, infatti, ha preteso di avere dei soldi dalle due, e al loro rifiuto ha strappato di mano all’ex moglie la borsetta, contenente soldi e cellulari, prima di darsi alla fuga.

http://www.lagazzettadilucca.it/piana/2013/09/picchia-e-rapina-la-ex-moglie-e-la-suocera-nei-guai-un-marocchino/

Incidente vicino Campo Nomadi: 200 zingari tentano il linciaggio

TORINO– Un’auto che passava lungo la strada che costeggia il campo nomadi di Lungo Stura Lazio si è improvvisamente trovata sulla carreggiata uno zingaro, e l’ha investito, uccidendolo. Subito, circa 200 zingari sono usciti dal campo dandosi alla razzia e cercando di tirare fuori dall’auto e massacrare l’automobilista, che, a differenza delle abitudine zingare, non è fuggito, ma si è fermato a prestare soccorso.

A salvare l’uomo sono intervenuti sia la polizia che i vigili urbani. Il tratto di strada a fianco del campo, dove è appunto avvenuto l’incidente, è tuttora chiuso al traffico per effettuare i rilievi. La situazione resta comunque tesa.

http://voxnews.info/2013/09/22/incidente-vicino-campo-nomadi-200-zingari-tentano-il-linciaggio/

Megarissa davanti al ‘Bimbo’s’, un arresto e cinque denunce. Il … – La Nazione


La Nazione

Megarissa davanti al 'Bimbo's', un arresto e cinque denunce. Il
La Nazione
Volanti e Squadra mobile hanno arrestato un tunisino di 18 anni e denunciato altre cinque persone che si sono rese responsabili della rissa scoppiata all'interno del locale 'Bimbo's', in via della Bassata appunto. Il questore ha poi disposto la
Un arresto e cinque denunceIl Tirreno

tutte le notizie (2) »

Business dell’immigrazione: 17,5 miliardi evasi, abusivi, lavoratori in nero e clandestini

 cgil
Sono 4.933 gli evasori totali scoperti dalla Guardia di finanza da gennaio ad oggi. Hanno nascosto redditi per 17,5 miliardi di euro e 1.771 di loro sono stati denunciati, nei casi più gravi, per omessa dichiarazione dei redditi.

Si tratta di soggetti – spiegano la Fiamme Gialle – che, pur svolgendo attività imprenditoriali o professionali, erano completamente sconosciuti al Fisco e hanno vissuto alle spalle dei contribuenti onesti, usufruendo di servizi pubblici che non hanno mai contribuito a pagare, intestando spesso beni e patrimoni a prestanomi o a società di comodo.

Nel 2013 le fiamme gialle hanno scoperto 19.250 lavoratori irregolari, di cui 9.252 impiegati completamente in nero, da parte di 3.233 datori di lavoro. Strettamente connessi all’economia sommersa ed allo sfruttamento del lavoro irregolare sono la produzione ed il commercio di falsi.

Dall’inizio dell’anno, sono stati sequestrati 64 milioni di prodotti contraffatti con oltre 5.000 responsabili denunciati, di cui 50 tratti in arresto perché affiliati ad organizzazioni criminali operanti nella ‘industria del falsò.

All’economia sommersa – spiega la Gdf, tracciando un bilancio dell’attività 2013 – sono legate diverse manifestazioni di illegalità tra cui l’evasione fiscale e contributiva, lo sfruttamento dell’immigrazione clandestina, le frodi in danno del sistema previdenziale e soprattutto, appunto, lo sfruttamento di manodopera irregolare. L’economia sommersa e lo sfruttamento dei lavoratori, oltre a danneggiare le casse dello Stato, alterano le regole del mercato, creando un illecito vantaggio competitivo ai danni dei contribuenti onesti.

Sui 19.250 casi di lavoratori irregolari scoperti da gennaio a oggi, le Fiamme Gialle hanno riscontrato in particolare: fenomeni di “caporalato” collegati a gravi forme di prevaricazione e violenza in danno di lavoratori, generalmente immigrati e clandestini, sottopagati e costretti a lavorare in condizioni igienico-sanitarie precarie ed in violazione delle norme di sicurezza; interposizione di manodopera e fittizi rapporti di lavoro agricolo finalizzati ad ottenere indebite prestazioni previdenziali; irregolarità connesse all’applicazione di forme contrattuali atipiche o flessibili come collaborazioni coordinate e continuative, utilizzo di vouchers e contratti part-time.

Nel campo della produzione e del commercio di falsi, fenomeni strettamente connessi all’economia sommersa ed allo sfruttamento del lavoro irregolare, dall’inizio dell’anno la Guardia di Finanza ha sequestrato 64 milioni di prodotti contraffatti con oltre 5.000 responsabili denunciati, di cui 50 tratti in arresto perché affiliati ad organizzazioni criminali operanti nell'”industria del falso”.

In 6.500 operazioni di controllo del territorio ed indagini anticontraffazione, in media 30 al giorno, le fiamme gialle hanno ritirato dal mercato 34 milioni di “tarocchi”, 27 milioni di prodotti pericolosi e quasi 3 milioni di falsi “made in Italy”; sottratto al giro d’affari dell’economia criminale un valore stimabile in oltre 700 milioni di euro; scoperto, nel ricostruire la “filiera dei falsi” fino all’origine, 400 “imprese illecite” adibite ad opifici e depositi.

Tra le operazioni più rilevanti, quella compiuta a Vicenza, da cui sono partite le indagini che hanno portato al sequestro di 320 mila borse ed accessori per abbigliamento contraffatti insieme alle attrezzature ed ai clichè per lo stampaggio rinvenuti in un caveau nascosto in uno degli opifici clandestini gestiti da un’organizzazione di italiani, rumeni, senegalesi e marocchini con produzione in Campania e Lombardia; a Pesaro, con le indagini concluse con la denuncia di 30 responsabili ed il sequestro di 2.700 tonnellate di falsi “biologici” contaminati da organismi geneticamente modificati, agenti chimici vietati in agricoltura e, in alcuni casi, pesticidi tossici (si tratta di granaglie, mais, semi di soia ed olio importati da Moldavia, Ucraina, Turchia ed India); Lecce, con la falsificazione di detersivi e prodotti per l’igiene personale delle più note marche; e Gioia Tauro, dove in un container appena arrivato al Porto, sono state sequestrate 12 tonnellate di sigarette contraffatte e confezionate con tabacco di provenienza sconosciuta. L’attività di contrasto ha riguardato anche siti internet che, per ingannare gli acquirenti, venivano presentati come rivenditori ufficiali di note griffe di moda, proponendo forti sconti: 15 domini sono stati oscurati in collaborazione con l’Antitrust, un altro è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza di Bergamo.

Prima fanno entrare gli immigrati, poi si lamentano degli effetti sul mercato del lavoro e sull’economia. I ‘caporali’ sono al governo.

Giustizia al contrario: ai domiciliari per essersi difeso dall’aggressione “migrante”

Savona. Il 23 luglio scorso è stato arrestato dopo una lite con un albanese, ma il presunto aggressore, Christian Odetti, 28 anni, commesso del Brico delle Officine, ora ha presentato una denuncia contro la presunta vittima per ribadire la sua verità, che è ben diversa dalla ricostruzione dei fatti che lo ha portato in manette. Odetti, che ora è ai domiciliari, deve rispondere di tentato omicidio (accusa che però potrebbe essere derubricata in lesioni volontarie aggravate) perché avrebbe, al culmine di una discussione, colpito con un coltellino multiuso il trentenne Alfred B., originario appunto dell’Albania. La lite tra i due era scoppiata per un diverbio nato in strada e che poi sarebbe degenerato. L’albanese, finito in ospedale con alcune ferite da taglio nella zona della spalla destra, ha raccontato ai poliziotti di essere stato brutalmente aggredito e colpito da Odetti, il quale però nega con decisione la versione del rivale. Già davanti al gip l’italiano aveva raccontato lo svolgimento dei fatti in maniera ben diversa, spiegando di aver agito per difesa, e ora ha deciso, con l’assistenza dell’avvocato Marco Ballabio, di presentare anche una dettagliata denuncia nella quale descrive quanto successo dal suo punto di vista. Un racconto preciso attraverso il quale Odetti spiega come l’albanese l’abbia letteralmente perseguitato ed inseguito fino a mettergli le mani addosso. Il commesso ha confermato che la lite è iniziata in corso Mazzini: “L’auto che avevo dietro, una Bmw, ha iniziato a lampeggiarmi e suonarmi. Poco dopo, quando ero fermo al semaforo, mi ha affiancato e il ragazzo alla guida mi ha insultato dicendomi di svegliarmi se no ci avrebbe pensato lui. Io ho risposto dicendo di lasciarmi in pace, lui ha fatto il gesto di scendere dalla vettura, ma poi è scattato il verde e sono ripartito”.

Da quel momento, sempre secondo Odetti, Alfred B. l’avrebbe seguito fino al parcheggio sopra l’ospedale San Paolo dove l’italiano si è visto costretto a fermare la sua Ford Fusion perché la Bmw gli avrebbe tagliato la strada. Da lì si sarebbe scatenata la violenza da parte dell’albanese: “Mi ha colpito con pugni a raffica e non voleva saperne di smettere. Poi quando ho cercato di scappare è salito sulla mia auto per togliere il freno a mano. Ho cercato di fermarlo e lui ha continuato a darmi pugni. Io avevo il coltellino multiuso in mano e l’ho punto sulla spalla per farlo desistere”. Secondo Odetti nonostante il colpo con la lama il rivale ha continuato a picchiarlo. “Tenevo il coltellino nella mano sinistra pur essendo destrorso e nel cercare di allontanarlo l’ho punto una seconda volta, ma senza la volontà di colpirlo”. Nel frattempo l’auto del commesso, parcheggiata in discesa e senza freno a mano, ha finito per schiantarsi contro altre vetture parcheggiate. Per interrompere l’aggressione è stato provvidenziale l’intervento di alcuni residenti che hanno separato i due: Alfred B. è subito fuggito minacciando l’altro (“prima o poi ti trovo e stavolta ti ammazzo”) per poi presentarsi al Pronto Soccorso per farsi medicare, mentre Odetti ha allertato le forze dell’ordine. Secondo la difesa di Odetti, in un primo momento, l’albanese non ha detto di essere stato ferito durante un’aggressione, salvo poi ritrattare la versione una volta messo alle strette dalla polizia. A quel punto, sentita le versione dio Alfred B., i poliziotti avevamo deciso di porre in stato di fermo l’italiano che però adesso, con la sua denuncia, intende far valere la sua verità.

http://www.ivg.it/2013/07/lite-stradale-culminata-in-aggressione-28enne-arrestato-denuncia-la-presunta-vittima-mi-sono-solo-difeso/

Nomadi, bagarre in Valpolcevera – Il Secolo XIX


Il Secolo XIX

Nomadi, bagarre in Valpolcevera
Il Secolo XIX
La Murruni, “colpevole” di aver ricordato che l'Europa prevede un programma di inserimento abitativo dei nomadi – in appartamenti, appunto – è finita nel mirino della formazione di estrema destra. Subito denunciata dalla stessa Murruni e duramente 
Caso nomadi, il Comune: "Stop al pagamento delle utenze"Primocanale
Campi nomadi: la Lega chiede che paghino le utenze, il Comune GenovaToday
ROM BOLZANETO. FORZA NUOVA VS PRESIDENTE MUNICIPIO Liguria Notizie

tutte le notizie (9) »

Drogata e stuprata tutta la notte da marocchino

Prima drogata e poi stuprata ripetutamente tutta la notte da quello che riteneva essere un amico, che invece l’avrebbe tenuta in ostaggio fino alla mattina. 

Questa la vicenda che sarebbe capitata a Pistoia ad una ragazza di 19 anni, nella notte tra sabato e domenica mentre le vie del centro erano affollate dallo scatenato “popolo del blues”. La ragazza ha raccontato di aver seguito l’amico, 30 anni, marocchino, nella sua casa a Sant’Agostino, alla periferia di Pistoia, dove lui avrebbe abusato di lei tutta la notte.

Lui invece sostiene che lei fosse consenziente. L’allarme è scattato ieri mattina alle ore 9,40. Ad avvisare i soccorritori sembra sia stato lo stesso marocchino, probabilmente impietositosi, dopo che la ragazza aveva più volte richiesto di poter andare via e chiamare la madre. Sul posto sono arrivati i volontari della Croce Verde, il personale dell’automedica del 118 e una volante della polizia.

La ragazza è stata portata al pronto soccorso dell’ospedale di Pistoia, dove è stata medicata. Stando a una prima ricostruzione dei fatti, sembra che la ragazza conoscesse il marocchino con il quale avrebbe passato la prima parte della serata in piazza della Sala, insieme alla fiumana di gente che affollava le vie del centro tra il mercatino e piazza del Duomo per la grande festa del Blues.

Insieme i due avrebbero mangiato e bevuto, poi lui le avrebbe proposto di andare a casa sua, appunto nella zona di Sant’Agostino. La ragazza ha accettato e lo ha seguito. Il 30enne africano è indagato per violenza sessuale.

http://bladibella.com/modules/news/article.php?storyid=7928&fb_source=message

Modena: 76enne aggredito e rapinato da immigrati

FORMIGINE. Lo hanno avvicinato di sera, prendendolo alla sprovvista. Gli hanno strappato la catenina d’oro che portava al collo e poi si sono dileguati, lasciandolo ferito e confuso.

L’episodio è accaduto nella serata di domenica sulla via per Marzaglia a Magreta, frazione di Formigine. Vittima della rapina è un anziano di 76 anni, G.A. le sue iniziali, del posto; ad aggredirlo sono state due persone, tra cui un albanese di 20 anni, clandestino e senza fissa dimora poi arrestato grazie alla collaborazione dei passanti e all’intervento tempestivo dei carabinieri.

L’allarme è scattato subito dopo l’aggressione; l’anziano ha gridato attirando l’attenzione dei passanti e una persona, che ha subito capito quanto era appena accaduto, si è messa all’inseguimento del rapinatore con il proprio furgone.

Altri passanti hanno chiamato i carabinieri che si sono precipitati sul posto iniziando immediatamente a dare la caccia al ragazzo, che è poi stato appunto arrestato.

L’anziano è stato medicato e ha riportato escoriazioni lievi al collo e a una mano; tanta la paura e lo choc per l’aggressione subìta.

In manette è finito Nexmedin K. che ha agito insieme a un complice.

Il ventenne è stato bloccato in via Colombarone e nascosta addosso aveva ancora la catenina d’oro appena rubata all’anziano, del valore di duemila euro circa, che è poi stata restituita al legittimo proprietario subito avvertito dell’arresto tempestivo del rapinatore.

L’albanese è stato portato nel carcere di Sant’Anna a Modena dove ora si trova a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’accusa per lui è di rapina.

http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/05/28/news/rapina-anziano-per-strada-i-carabinieri-lo-arrestano-1.7154125

Bergamo, capotreno pestato e umiliato da immigrati africani

Bergamo 12 mag 2013 – Quando ha notato il loro atteggiamento un po’ strano, mentre camminavano sulla banchina della stazione di Romano, ha chiesto loro cosa stessero facendo, perché sembrava che lo tenessero d’occhio per vedere su quale vagone salisse e, forse perché senza biglietto, salire così su un altro convoglio. E, di tutta risposta, un capotreno trentenne è stato preso prima a sputi, poi a schiaffi e pugni in faccia. Gli autori dell’aggressione sarebbero almeno due giovani extracomunitari, sulle cui tracce c’è già la polizia locale di Romano, che sta vagliando le immagini della videosorveglianza esterna alla stazione ferroviaria: nelle riprese i due si vedrebbero molto meno in viso e sarebbero già stati identificati, ma non ancora rintracciati. Questione, comunque, di ore. 

"I "nuovi italiani" sono una risorsa"

“I “nuovi italiani” sono una risorsa”

L’aggressione risale a sabato pomeriggio 11 maggio, attorno alle 16. A quell’ora è infatti giunto alla stazione di Romano il treno Verona-Milano, che effettua appunto una fermata allo scalo ferroviario della Bassa pochi minuti prima delle 16. Il capotreno, di 30 anni, è sceso dal mezzo come di consueto e si è messo a camminare lungo la banchina. Gli si sono avvicinati alcuni ragazzi di colore (di quale colore non è dato sapersi), tra i quali i due poi ripresi dalle telecamere. I giovani, un po’ su di giri, hanno iniziato a tenere d’occhio il capotreno intento nel suo lavoro e, pare, anche a prenderlo in giro. Forse il gruppetto, senza biglietti, stava aspettando di vederlo salire sul convoglio per imbarcarsi a loro volta sul treno in un vagone più distante, probabilmente per evitare eventuali controlli. Il capotreno ha però chiesto al gruppetto di giovani cosa stessero facendo. In un attimo i due gli sono piombati addosso: per prima cosa gli hanno sputato in faccia, poi lo hanno ripetutamente colpito, in particolare al viso, con pugni e sberle. Dopodiché se ne sono andati, lasciando la stazione e senza salire sul treno.

Per soccorrere il capotreno si sono subito fatti avanti alcuni passeggeri che stavano a loro volta salendo sul treno. È stato chiesto l’intervento del 118, che ha inviato alla stazione un’ambulanza. Il dipendente di Trenitalia è stato portato in stato di choc all’ospedale di Romano, dove è stato medicato al Pronto soccorso e poi trattenuto dai medici in osservazione: ha riportato diverse ecchimosi per il pestaggio, oltre a un grosso spavento per l’improvvisa aggressione. Nel frattempo sulla banchina sono giunti gli agenti della polizia locale, che hanno avviato gli accertamenti per risalire agli autori dell’aggressione. Fondamentali si stanno rivelando le riprese delle telecamere della videosorveglianza.

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/374709_sputi_e_pugni_a_romano_capotreno_finisce_in_ospedale/

Picconate ai passanti, strangolamenti e stupri di donne, pestaggi di onesti lavoratori italiani: fino a quando dovremo sopportare tali orrori “migranti”?

Panico a Venezia: senegalese con tubercolosi fugge da ospedale, è caccia all’uomo

Venezia 07 mag 2013 – Caccia all’uomo per tutta Venezia. La sparizione di un paziente affetto da tubercolosi dall’ospedale di Padova si è trasformato in allarme nelle ultime ore. Il malato, un uomo di 30 anni di origine senegalese, avrebbe contratto una delle forme più gravi e contagiose di Tbc, che ne starebbe compromettendo, ora dopo ora, la vita. I medici sospettano che non possa essere andato molto lontano a piedi, date le forze precarie: per questo si stanno battendo tutte le stazioni di bus e metro.

Il 30enne, felpa azzurra e jeans, sarebbe però stato avvistato alla stazione dei treni di Mestre, appena sceso da un convoglio. E su questa ipotesi i medici tremano al solo pensiero: la Tbc si trasmette attraverso i liquidi corporei, saliva, muco, sangue e trova terreno fertile soprattutto nella lunga permanenza in ambienti chiusi, come, appunto, i treni. Il malato, come segnala il Gazzettino, è conosciuto in tutta l’area di via Torresino a Padova.

http://www.veneziatoday.it/cronaca/malato-turbercolosi-padova-allarme-treni-venezia.html