Tag: anni

Congolese uccide uomo a colpi di pala

Un uomo di 56 anni, di nazionalità congolese, è stato ucciso a colpi di pala da suo nipote di 26 anni. Il giovane, a quanto si apprende, viveva da qualche mese a casa con lo zio.

Nel pomeriggio di oggi, 4 maggio, la lite fatale. Tutto nasce, secondo una prima ricostruzione, dall’ennesimo richiamo dell’uomo nei confronti del giovane, invitato a trovare un impiego. La reazione del 26enne è stata furiosa.
Impugnata la pala il giovane ha iniziato a colpire lo zio. Diversi i colpi inferti. Urla e rumori che hanno attirato l’attenzione dei vicini. Sono stati loro a chiamare i carabinieri che giunti sul posto, in via del Conventino, sono riusciti a stento a bloccare la furia del 26enne.

Privo di conoscenza il 56enne congolese è stato portato all’ospedale di Monterotondo, dove però è giunto cadavere. Suo nipote é al momento sottoposto a fermo. Ad indagare i carabinieri della stazione di Mentana e quelli della compagnia di Monterontodo diretti dal capitano Salvatore Ferraro.

Potrebbe interessarti: http://www.romatoday.it/cronaca/omicidio-Mentana-4maggii-2015.html

Moldava accoltella fidanzato

L’aggressione domenica sera a Padenghe sul Garda, all’interno del Residence “Le Balze”. La donna è stata denunciata con l’accusa di lesioni aggravate
Padenghe: accoltella il fidanzato nel residence Le BalzeStorie CorrelateOmicidio a Niardo: uccide la moglie, accoltella la figliaSulzano: accoltella l’ex fidanzato e poi tenta di suicidarsi
I carabinieri della Compagnia di Salò hanno denunciato una 33enne moldava con l’accusa di lesioni aggravate ai danni di un connazionale di 30 anni, suo fidanzato. L’episodio è avvenuto nella tarda serata di domenica a Padenghe sul Garda, in un appartamento del Residence “Le Balze”.
In compagnia di un amico bulgaro, i due stavano cenando ed improvvisamente, complice anche l’abuso di whisky e vino, hanno incominciato a litigare. Dalle parole pesanti sono poi passati alle mani: la situazione è degenerata quando la donna ha afferrato un coltello ed ha colpito due volte il fidanzato: la prima coltellata, lieve, dietro la schiena, la seconda più profonda all’altezza del rene.
L’uomo si è accasciato a terra perdendo molto sangue: l’amico – spaventato – ha subito allertato i vicini ed il 118. La prima pattuglia intervenuta, un equipaggio del Radiomobile, ha subito intuito la gravità del fatto ed ha messo in sicurezza la scena del crimine. Sul posto è poi giunta anche la squadra rilievi ed il pubblico ministero Antonio Cassiani. Il ferito è stato trasportato all’ospedale Desenzano, ricoverato nel reparto di Chirurgia con una prognosi di 20 giorni.
La 33enne è stata trovata ancora all’interno dell’appartamento. A seguito dell’interrogatorio, è stata deferita in stato di libertà per lesioni personali aggravate. Nel corso della perquisizione, è stato rinvenuto anche il coltello usato per l’aggressione, adagiato nel lavello del bagno ancora sporco di sangue.

http://www.ccsnews.it/padenghe-accoltella-il-fidanzato-nel-residence-le-balze-238.html

Aggredisce donna con mannaia: giudice lo libera

Bergamo, 4 maggio 2015 – Era stato arrestato perché, armato di mannaia, aveva aggredito la moglie, ferendola. La vittima è una senegalese di 48 anni, madre di due figli. Per quell’episodio, l’ultimo di una lunga serie, tra maltrattamenti e lesioni, era finito in manette il marito Diop Modou, connazionale di 58 anni, operaio, residente a Caravaggio da oltre una quindicina di anni. Ora l’uomo è stato scarcerato dal gip Giovanni Petillo del tribunale di Bergamo, senza alcun obbligo se non quello di non avvicinarsi alla moglie, in attesa del processo che inizierà il 29 maggio.

Decisive le testimonianze del vicario parrocchiale, don Umberto Zanaboni, dei vicini di casa e dei colleghi di lavoro del cinquantottenne extracomunitario. Testimonianze che lo hanno descritto come una brava persona. La vicenda risale alla metà di marzo. Durante un blitz congiunto, gli agenti del Commissariato di polizia di Treviglio, e i colleghi della Polizia locale di Caravaggio, avevano fermato il senegalese, tornato in Italia dopo due mesi trascorsi al suo paese.

Le forze dell’ordine lo cercavano da dicembre 2014, dopo la denuncia presentata dalla moglie che aveva fatto emergere una storia di maltrattamenti e lesioni personali che andava avanti da circa quattro anni. Un rapporto, quello tra i due, che si era ulteriormente deteriorato a seguito di una relazione extraconiugale del marito con una vicina di casa, relazione dalla quale è nato un figlio.

La moglie aveva sempre tenuto tutto per sé, fino a quando la situazione è degenerata, ed è avvenuto l’episodio della mannaia. Solo a quel punto ha trovato il coraggio di presentare la denuncia che ha portato all’arresto del marito. Sulla vicenda è intervenuta Milva Facchetti, responsabile della Cooperativa Sirio che si occupa della moglie dell’imputato. «Sinceramente sono basita, lui esce dal carcere, ma questa povera donna è come se ci entrasse. Lei si trova in una comunità protetta e sta tentando di ricostruisi un’altra vita con l’incubo che il marito torni a farle del male».

«Non voglio entrare nel merito della decisione del giudice – ha spiegato invece l’avvocato dell’imputato, Rocco Lombardo – ma è evidente che il mio assistito non è ritenuto un individuo pericoloso. Poi sarà il processo a stabilire se Diop è colpevole, ma se è stata accolta la nostra istanza di scarcerazione vuol dire che forse non è la persona che era stata descritta al momento dell’arresto. Ora affronteremo il processo con maggiore serenità, sperando che venga fatta chiarezza».

Intanto Diop Modou è tornato nella sua vecchia abitazione di vicolo Scuole Vecchie, dove ad attenderlo c’era il figlio maggiorenne. Ha anche ripreso il suo lavoro.

http://www.ilgiorno.it/bergamo/aggredire-moglie-mannaia-1.916644

Tanto manteniamo tutti noi, moglie compresa. E le associazioni ingrassano: ecco perché le Boldrini vogliono immigrati, generano vittime e quindi introiti.

“Io pagare la colazione?”: e spacca tutto

Ha minacciato il titolare, distrutto i bicchieri e gli oggetti che gli sono capitati a tiro, ha ribaltato, danneggiandoli, i tavoli.

Un marocchino ha dato letteralmente in escandescenze questa mattina, intorno alle 8, al bar Catelli di San Vito. Tutto per non pagare il conto. Aveva appena consumato la colazione, ma poi, al momento di pagare, si è opposto iniziando a rivolgere parole pesanti al titolare Giovanni.

L’uomo, dopo aver messo sotto sopra il bar spaventando i clienti, si è dato alla fuga, ma è stato bloccato dai carabinieri a poche centinaia di metri.

Per lui sono scattate le manette: il marocchino, 36 anni, con precedenti, accusato di danneggiamento, è stato condotto nella camera di sicurezza della caserma di Cortile degli Svizzeri, in attesa del processo per direttissima che si svolgerà domani mattina.

http://www.lagazzettadilucca.it/cronaca/2015/05/danneggia-il-locale-e-inveisce-contro-il-titolare-per-non-pagare-la-colazione-marocchino-in-manette/

Faceva concorrenza ad Al Fano: arrestato baby-scafista

Il baby scafista era già al suo secondo viaggio. Due li hanno registrati i carabinieri di Carbonia, ma forse Barihan Chakibe ha affrontato molte altre volte la rotta tra l’Africa e l’Italia. Domenica pomeriggio, poco prima di raggiungere la costa dell’isola di Sant’Antioco, il barchino carico di migranti è stato intercettato da una motovedetta e il diciottenne algerino che era al timone non è riuscito a spacciarsi per un rifugiato in cerca d’asilo. Lo scorso anno, il 17 agosto, il piano aveva funzionato alla perfezione e così il ragazzino era scampato alle manette. Stavolta, invece, è stato arrestato.

Nonostante l’età Barihan Chakibe era considerato uno particolarmente esperto. Abile ai comandi del barcone, perfetto conoscitore del tratto di mare tra l’Algeria e il sud della Sardegna. Quelli che organizzano i viaggi lo avevano istruito a dovere per trasportare i migranti in Italia e lui aveva già compiuto la missione senza creare problemi. Senza rischiare troppo tra le onde e senza finire nei guai. La sua età era considerata un vantaggio: mai le forze dell’ordine italiane avrebbero creduto che al timone di un barcone ci fosse uno sbarbatello. E infatti, proprio la scorsa estate, lo scafista diciassettenne era stato soccorso e protetto insieme agli altri migranti appena approdati nella spiaggia di Porto Pino, sempre nel Sulcis.

Domenica pomeriggio, la barca in vetroresina (6 metri, motore da 40 cavalli e 5 persone a bordo) è stata notata dai carabinieri della compagnia di Carbonia quando era ancora al largo, nella zona di Capo Sperone. I militari della motovedetta CC707 hanno osservato subito chi fosse ai comandi: a tradire Barihan Chakibe è stata una felpa gialla. Prima di sbarcare ha cercato di cambiarsi d’abito ma a quel punto non è servito neanche presentarsi con un altro nome e un’altra nazionalità. Le impronte digitali lo hanno incastrato: il giovane era lo stesso segnalato nel 2014 (quando aveva solo 17 anni) ed è finito in manette. «Dalle indagini – spiega il capitano Giuseppe Licari – è facile dedurre che il giovane sia stato impiegato più volte nel trasporto dei migranti: scafista di professione, abile nel trasporto dei connazionali verso la zona dell’Italia che è più vicina all’Algeria, cioè la Sardegna».

Nelle ultime ore, in Sardegna, sono già due gli sbarchi.

http://www.lastampa.it/2015/05/04/italia/cronache/cagliari-il-baby-scafista-tradito-dalla-felpa-gialla-QVHisPCzY5rS69m7EEvAiM/pagina.html

Automobilista bloccato da 4 ‘nigeriane’ e rapinato

CASTELVETRANO. Hanno bloccato un automobilista per chiedergli un passaggio e poi lo hanno rapinato. Con questa accusa sono state arrestate dai carabinieri quattro donne nigeriane, di età compresa tra i 20 e i 22 anni. La vittima è un uomo di 42 anni di Campobello di Mazara che stava percorrendo la strada che conduce a Selinunte. Le indagate lo hanno colpito con calci e pugni e poi dopo avergli sottratto con forza le chiavi dell’automobile ed un borsello contenente cinquanta euro, si sono dileguate nelle campagne. Ma sono state rintracciate dai militari.
L’automobilista ha riportato una contusione al volto. E stato medicato al pronto soccorso dell’ospedale di Castelvetrano, dove è stato giudicato guaribile in cinque giorni. Il gip del tribunale di Marsala ha disposto per le quattro donne l’applicazione dell’obbligo di dimora a Castelvetrano.

http://trapani.gds.it/2015/05/04/rapina-a-un-automobilista-arrestate-4-nigeriane-a-castelvetrano_350944/

Parco giochi: immigrato si aggira tra i bambini con coltellaccio di 13cm

Un romeno di 30 anni è stato bloccato nella tarda serata di ieri nel parco giochi di Olbia dopo aver creato il panico tra le famiglie: completamente ubriaco, girava tra i bambini armato di un coltello, con una lama di tredici centimetri. Alcuni genitori hanno dato l’allarme e l’uomo è stato poi bloccato e denunciato. Il fatto è accaduto intorno alle 22, all’interno del parco “Fausto Noce”, a quell’ora ancora affollato, soprattutto da famiglie. Dopo una breve ricerca, gli agenti della Polizia Municipale, grazie alla dettagliata descrizione fornita dai numerosi testimoni, l’uomo è stato individuato e portato al Comando di Poltu Quadu, dove ha trascorso la notte. Il coltello è stato sequestrato e l’uomo denunciato per porto abusivo di arma.

http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2015/05/03/romeno_ubriaco_minaccia_bambini_in_un_parco_giochi_bloccato_e_den-6-417329.html

Risorse rubavano auto per portarle all’estero

SIENA – Rubavano auto di grossa cilindrata, nuove di zecca, nelle concessionarie del centro Italia per poi rivenderle all’estero per un giro d’affari da milioni di euro. Sono stati scoperti la notte corsa e arrestati in flagranza di reato mentre cercavano di compiere un colpo in una concessionaria a Foligno i 4 componenti della banda, due moldavi di 25 e 28 anni e due albanesi di 25 e 36 anni, che si muoveva da Roma per compiere furti nottetempo in diverse citta’.
Le indagini, condotte dalla Questura di Siena in collaborazione con la squadra mobile di Roma e con la polizia stradale di Orvieto e Roma Nord, hanno preso il via il 21 marzo scorso proprio a seguito del furto di auto nella citta’ del Palio. Il modus operandi della banda era sempre lo stesso: dopo aver effettuato un sopralluogo alle concessionarie, andavano a rubare, talvolta anche provocando cospicui danneggiamenti agli esercizi, autovetture ancora da immatricolare e quasi prive di carburante, insieme a diverse targhe. Ogni volta, si appoggiavano ad un vicino distributore, dove facevano rifornimento di benzina o gasolio, per poi mettersi in viaggio verso Roma. La’, le parcheggiavano per qualche giorno lungo la strada, mimetizzandole tra le altre in sosta, prima di riappropriarsene. I quattro malviventi sono stati accompagnati nel carcere di Rieti a disposizione dell’autorita’ giudiziaria.

http://www.umbrialeft.it/notizie/rubavano-auto-grossa-cilindrata-rivenderle-allestero-quattro-arresti

Grosseto: 4 abusivi tentano stupro su 13enne, salvata dal nonno

Una ragazzina di tredici anni molestata alla fermata dell’autobus da quattro parcheggiatori abusivi. Sarebbe accaduto un paio di giorni fa davanti all’ospedale della Misericordia e per fortuna che il nonno, dopo aver accompagnato la nipote, ha visto quanto stava accadendo ed è tornato indietro facendo allontanare gli aggressori, uno dei quali aveva strattonato l’adolescente. Questo è l’episodio così come lo riferisce Fabrizio Rossi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia-An, il quale lo ha appreso direttamente dalla famiglia della ragazzina “…che, per paura, preferisce mantenere l’anonimato senza denunciare il fatto”.

Alla memoria vengono subito un paio di episodi simili accaduti qualche settimana fa nella zona di via Emilia-via della Pace. Prima una tredicenne aveva riferito di aver visto tre uomini, verosimilmente stranieri, pedinarla tanto che lei all’improvviso si era messa a correre riuscendo a seminarli. Poi un genitore aveva raccontato, pochi giorni dopo, che nella stessa zona la figlia sedicenne era stata seguita in strada da tre uomini, ponendo l’interrogativo se si trattasse degli stessi individui. In questo caso l’uomo aveva formalizzato la denuncia contro ignoti in Questura e la Polizia aveva dato il via agli accertamenti. Ora questo nuovo caso, svelato da Rossi, per il quale però non sono state presentate denunce.
Per il consigliere di centrodestra è solo l’ennesimo episodio che testimonia come a Grosseto la situazione sia ormai giunta al limite tra degrado urbano, furti e vandalismo. “Un’escalation che lascia senza parole – sostiene l’esponente di FdI-An – e che ci fa comprendere come la nostra mozione sulla sicurezza partecipata, bocciata in Consiglio, avrebbe davvero potuto mettere in seria difficoltà coloro che, impuniti, continuano a seminare disastri per Grosseto”.

http://corrieredimaremma.corr.it/news/grosseto/178481/Ragazzina-molestata-da-quattro-parcheggiatori-abusivi.html

Mestre: ragazza accoltellata da africano

Aggredita a soli 20 anni fuori dal locale in cui aveva passato la serata in compagnia degli amici. Il fatto è accaduto nella notte tra sabato e domenica a Mestre.

Una ragazza di soli 20 anni sarebbe stata rapinata da un uomo armato. Dopo l’accoltellamento in pieno centro (DETTAGLI) Mestre è quindi ancora nel mirino della violenza. Dopo aver passato la serata con gli amici, la ragazza verso le 4:30 era uscita dal locale in zona Giustizia per rincasare quando, da dietro un’auto, sarebbe sbucato il suo aggressore.

L’uomo, armato di coltello le avrebbe intimato di consegnargli la borsa. Lei però, d’istinto ha protetto i suoi averi e da li ne sarebbe nata una colluttazione. Il malvivente non si sarebbe fatto intimorire e avrebbe anche ferito lievemente la vittima ad una mano, riuscendo così a strapparle la borsa e fuggire scappando dietro una siepe.

“Stava uscendo dalla discoteca quando l’uomo l’ha aggredita – ha dichiarato la madre della vittima -. Lei lavora spesso di notte e dopo tanto aveva voglia d’andare a ballare con gli amici. Ora però dopo quest’avventura è sotto shock. L’uomo di colore l’ha aggredita e l’ha anche ferita quando lei gli ha chiesto di lasciargli almeno il cellulare. Dopo essere stata ferita al pollice mia figlia ha lasciato la borsa – ha continuato la madre -, ha anche provato a correre dietro al ladro ma lui è scappato dietro una siepe”.

“Quando si è accorta che stava sanguinando ha chiamato l’ambulanza che l’ha trasportata al pronto soccorso. Un suo amico intanto cercava di calmarla. Ora noi abbiamo paura, abbiamo già cambiato la serratura perchè dentro la borsa c’erano anche le chiavi di casa”.

Potrebbe interessarti: http://mestre.veneziatoday.it/centro/ragazza-rapinata-a-mestre.html